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  • “Squid Game”: dove vedere il cast dopo la fine della terza stagione?

    “Squid Game”: dove vedere il cast dopo la fine della terza stagione?

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Hwang Dong-hyuk ha più volte dichiarato di aver ideato Squid Game in uno dei momenti più difficili della sua vita a causa degli ingenti debiti contratti. Da una crisi personale il regista e sceneggiatore sudcoreano ha tirato fuori dal cilindro una delle serie più popolari degli anni Duemila.

    Un fenomeno sociale e culturale che grazie alla distribuzione su Netflix è arrivato in ogni angolo del mondo entrando a far parte di un immaginario visivo e pop condiviso da milioni di persone. Una spietata gara di sopravvivenza alla quale prendono parte uomini e donne disperati. Tutto per un montepremi che potrebbe stravolgere in meglio le loro esistenze. Una metafora della nostra società dove il capitalismo la fa da padrone e dove i ricchi governano il mondo a discapito di chi vive ai margini. Una disamina della nostra avidità e del nostro individualismo estremo travestita da intrattenimento.

    Mentre si continua a parlare di un possibile remake americano diretto da David Fincher, JustWatch ha stilato una lista dove potete scoprire in quali altri film e serie TV sono comparsi i protagonisti della serie.

    1. Lee Jung-jae - Giocatore 456

    Quello di Lee Jung-jae è senza dubbio il volto di Squid Game (2021). Quando lo incontriamo per la prima volta nella serie nei panni di Gi-hun, è un giocatore d'azzardo divorziato e in difficoltà che si iscrive al gioco per assicurarsi abbastanza soldi per ricucire il rapporto con la figlia. È lui, il Giocatore 456, a vincere la competizione originale. Ma come mostrato nelle stagioni 2 e 3, l'uomo è tormentato dal rimorso e dal desiderio di distruggere dall'interno lo Squid Game. 

    Lee Jung-jae è uno degli attori più famosi della Corea del Sud. Tra i film più celebri ai quali ha preso parte ci sono il dramma di E. J-yong, An Affair(1998); il dramma sci-fi Il Mare(2000), di cui Keanu Reeves ha interpretato lo stesso ruolo nel remake americano La casa sul lago del tempo (2006); il thriller erotico The Housemaid (2010) che ha ridato lustro alla sua carriera dopo una pausa dalla recitazione; l'heist movie The Thieves (2012), il dramma politico Chief of Staff (2019) e l'action Liberaci dal male(2020). Nel 2022 ha esordito dietro la macchina da presa nel film di spionaggio Hunt per poi entrare nel cast di The Acolyte – La seguace (2024), serie ambientata nell'universo di Star Wars (1977).

    2. Lee Byung-hun - Front Man

    C'è Lee Byung-hun dietro la maschera dell'enigmatico Front Man, il villain di Squid Game (2021) che tira le fila del gioco. Nel corso delle stagioni scopriamo essere un ex vincitore dello Squid Game che ha preso una strada diametralmente opposta a quella del Giocatore 456. Lo stesso con il quale si allea nel corso del secondo capitolo, manovrando dall'interno la competizione, senza che inizialmente l’uomo sospetti nulla. 

    Il suo primo grande ruolo sul grande schermo è nel thriller storicoJ.S.A. - Joint Security Area (2000) di Park Chan-wook. Cinque anni dopo è fuori concorso al Festival di Cannes con Bittersweet Life (2005) di Kim Ji-woon per poi prendere parte ad altri tre titoli del regista: il western Il buono, il matto, il cattivo (2008), il thriller action I Saw the Devil (2010) e il dramma di spionaggioL'impero delle ombre (2016). Nella filmografia di Lee Byung-hun sono presenti anche titoli statunitensi come gli action sci-fi G.I. Joe - La nascita dei Cobra (2009) e G.I. Joe - La vendetta (2013), la commedia d'azione Red 2 (2013), Terminator Genisys (2015) al fianco di Arnold Schwarzenegger e I magnifici 7 (2016), remake del western anni '60 diretto da Antoine Fuqua. A Venezia '25 lo vedremo in Nessun’altra scelta (2025) in cui tornerà ad essere diretto da Park Chan-wook.

    3. Yim Si-wan - Giocatore 333

    Myung-gi, il Giocatore 333, è un influencer delle criptovalute le cui scelte finanziarie hanno portato al baratro se stesso e i suoi follower. È per questo che sceglie di entrare nello Squid Game. Confida nella vittoria per potersi risollevare dal suo tracollo finanziario. Yim Si-wan è un'ex star del K-pop, membro della band ZE:A. Tra le sue incursioni cinematografiche e seriali ci sono il dramma storico-fantasy The Moon Embracing the Sun (2012), la commedia sentimentaleRun On (2020) e il thriller Unlocked (2023).

    4. Kang Ha-neul - Giocatore 388

    Inizialmente è considerato un amico da Gi-hun, ma il loro rapporto cambia drasticamente nel corso della seconda stagione a causa della sua mancanza di coraggio dimostrata durante il tentativo di ribellione organizzato per distruggere il gioco. Ha-neul ha ottenuto il suo primo ruolo da protagonista nella commedia romantica venata di thriller When the Camellia Blooms (2019). Tra gli altri suoi titoli di rilievo: il film d'avventura The Pirates: Il tesoro reale (2022), il dramma Netflix 84m²(2025) e la serie Tastefully Yours(2025), una commedia romantica sudcoreana in cui recita al fianco Go Min-si.

    5. Wi Ha-joon - Hwang Jun-ho

    Gi-hun e il detective Hwang Jun-ho hanno un obiettivo comune: distruggere lo Squid Game. Per Jun-ho, come impariamo a conoscere nel corso della serie, la motivazione è decisamente personale e riguarda la sua connessione con l'enigmatico Front Man. Tra i film e le serie TV più rilevanti della sua carriera vanno segnalati il dramma Something in the Rain (2018), la trasposizione sudcoreana di uno dei romanzi più celebri della letteratura mondiale, Little Women (2022), la serie TV in costumeLa creatura di Gyeongseong (2024) in cui si intrecciano elementi horror, thriller e action e il poliziesco noir The Worst of Evil (2023).

    6. Park Gyu-young - No-Eul

    No-eul lavora come guardia nel gioco. Nel corso della serie scopriamo che è un'ex soldatessa della Corea del Nord che ha disertato dopo aver ucciso il suo superiore e aver abbandonato sua figlia, il cui unico obiettivo è ritrovarla. A prestarle il volto Park Gyu-young, attrice molto popolare nel suo paese. È apparsa in un ruolo secondario nella commedia romantica Romance Is a Bonus Book (2019) per poi prendere parte all'acclamato drama sudcoreano It's Okay to Not Be Okay (2020), alla serie horror apocalittica Sweet Home (2020-2024) e al thriller Celebrity (2023), di cui è l'assoluta protagonista nel ruolo di Sea Ah-ri, un'umile commessa che denuncia le vite degli influencer.

    7. Park Sung-hoon - Giocatore 120

    Park Sung-hoon è stato molto criticato per il suo ruolo in Squid Game. L'attore presta il volto al personaggio transgender Cho Hyun-ju e in molti all'annuncio del cast hanno sostenuto che a interpretarla sarebbe dovuto essere una vera attrice transgender. Cho Hyun-ju è entrata nel gioco per riuscire a vincere il denaro sufficiente per finanziare il suo intervento chirurgico di affermazione di genere. È uno dei personaggi più positivi della serie grazie all'aiuto che dà ad altre concorrenti, proteggendole. Tra i suoi ruoli più celebri quelli nella dramedy La regina delle lacrime (2024), nel thriller horror Eredità sepolta (2024) e nel thriller drammatico The Glory(2022-2023).

    Dove vedere il cast di "Squid Game" dopo la fine della terza stagione?

    Qui sotto trovate la lista di JustWatch che vi permette di scoprire dove vedere il cast di Squid Game sulle principali piattaforme dopo la fine della terza stagione. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri e di costruire la vostra watchlist. Con quest'ultima funzione riceverete notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. Buona visione!

  • I 10 episodi più dark de “I Puffi” che probabilmente non ricordi

    I 10 episodi più dark de “I Puffi” che probabilmente non ricordi

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    “Puffare”. Quando si è così popolari da avere addirittura un verbo di riferimento. È quanto accaduto con I Puffi, la serie animata targata Hanna-Barbera tratta dai fumetti del belga Peyo che negli anni Ottanta raggiunsero una fama mondiale.

    Nati come comprimari di un altro titolo animato, John e Solfamì (1952), gli ometti blu alti “due mele o poco più” abitano in un villaggio nascosto nella foresta in casette a forma di fungo. Le loro giornate sono caratterizzate da avventure semplici, se non fosse per la minaccia costante dello stregone Gargamella e del suo gatto Birba.

    Diventati un punto di riferimento per generazioni intere di piccoli spettatori – dando vita ad altre serie e film, l'ultimo in ordine di tempo è I Puffi – Il Film – Grande Puffo, Puffetta e gli altri personaggi evocano un senso di innocenza e raccontano di una società idealizzata dove ognuno ha un ruolo ben preciso. Ma c'è anche un altro lato, meno conosciuto e più oscuro.

    JustWatch ha stilato una lista dei 10 episodi de I Puffi che probabilmente non ricordi.

    1. “Il Puffo senza memoria” Stagione 1 (1981)

    Già dal suo esordio la serie ha dato modo di confrontarsi con tematiche meno leggere. Lo dimostra “Il Puffo senza memoria”, episodio in cui uno dei piccoli protagonisti blu perde la memoria a seguito di un incidente e si allontana dal villaggio. Questo permette a Gargamella di manipolarlo a suo piacimento, convincendolo di essere suo figlio per poter penetrare nel loro mondo. La puntata si concentra nel mostrare lo stato di disorientamento e solitudine che la mancanza di identità comporta e di quanto sia facile sfruttare la vulnerabilità di chi è in difficoltà. Privo di ricordi, il Puffo è solo e isolato, ricordandoci quanto l'appartenenza sia fatta di punti di riferimento, memoria e legami.

    2. "La maschera nera" Stagione 2 (1982)

    Con “La maschera nera” ci troviamo di fronte a una tematica serissima, quella della depressione. Il racconto ruota attorno allo stregone Nemesys e alla maschera da lui creata che ha il potere di assorbire tutta la gioia e la felicità dei Puffi. La loro trasformazione da esseri allegri e vivaci ad apatici e tristi è una metafora dell'oppressione emotiva. Un episodio profondamente cupo che si distingue dall'atmosfera lieve che solitamente contraddistingue la serie. Non a caso fa un certo effetto vedere i protagonisti, sempre attivi e gioiosi, vagare senza uno scopo per il villaggio. Un'allegoria della tristezza e della determinazione necessarie per affrontare le forze che cercano di spegnere la nostra luce.

    3. "La cripta dei tesori nascosti" Stagione 3 (1983)

    In questo episodio i folletti blu si ritrovano tra le mani una mappa del tesoro, apparentemente innocua, che promette loro di raggiungere una cripta ricca di tesori. Ma le cose non vanno esattamente come previsto. I Puffi si ritrovano in un luogo pieno di trappole mortali e antiche maledizioni dando vita a un episodio lontanissimo per genere e tono da quelli ai quali la serie ci ha abituati. Un'avventura horror ricca di suspense e di inquietudine che poco si sposa ad un titolo pensato per un pubblico di bambini. Ma l'obiettivo de "La cripta dei tesori nascosti" è nobile: mostrare come l'avidità possa portare a conseguenze tutt'altro che piacevoli.

    4. "Il puffo fantasma" Stagione 4 (1984)

    Cosa succede quando uno scherzo sfugge di mano? È quello che scopriamo nell'episodio della quarta stagione della serie animata, “Il puffo fantasma”. Un Puffo dispettoso si traveste da spiritello e, pur nonostante nessuno nel villaggio ne abbia mai visto uno, la paura si diffonde dando vita a una vera e propria isteria di massa. Con questa trama, la serie vuole mettere in luce la facilità con la quale le azioni impulsive portano a gravi conseguenze. In un periodo storico in cui la disinformazione è una piaga per la società, (ri)vedere questa puntata de I Puffi potrebbe essere un ottimo insegnamento.

    5. "Il giorno della rivelazione" Stagione 5 (1985)

    Uno degli episodi più oscuri e drammatici di tutte le stagioni de I Puffi. Ne “Il giorno della rivelazione”, i piccoli protagonisti si ritrovano ad un passo dal loro stesso annientamento. Tutta colpa dello stregone Gargamella – insolitamente efficace nelle sue mire distruttive - che riesce a creare un potentissimo incantesimo in grado di distruggere il villaggio dove vivono i piccoli omini blu. Una narrazione tesa che li vede alle prese con un nemico ad un passo dal raggiungere il suo obiettivo. Un ritratto della vulnerabilità e della resistenza di fronte a una minaccia che fa percepire agli spettatori tutta la disperazione e l'impotenza dei Puffi.

    6. "Il mago malvagio" Stagione 6 (1986)

    Se Gargamella è generalmente un cattivo poco minaccioso che finisce sempre per perdere la faccia contro i Puffi, ecco che invece "Il mago malvagio" ci mostra un villain molto più complesso e pericoloso con cui fare i conti. Si tratta di un oscuro stregone il cui passato è legato a quello di Grande Puffo. Ed è proprio la sua brama di vendicare conflitti irrisolti a dare vita a un episodio molto più personale e diretto. I protagonisti si ritrovano a fronteggiare una sfida inattesa e a confrontarsi con il tema del passato che può dare vita a complesse dinamiche e minacce.

    7. "Il giudizio di Gargamella" Stagione 7 (1987)

    Similmente a quanto raccontato nella quinta stagione della serie, nell'episodio "Il giorno della rivelazione", anche "Il giudizio di Gargamella" ci mette davanti a una creazione ben più potente del solito da parte dell'arcinemico dei Puffi. Questa volta Gargamella è riuscito a costruire un gigante imponente e apparentemente indistruttibile per, neanche a dirlo, abbattere i folletti blu e il loro villaggio. Una minaccia concreta e tangibile a differenza delle pozioni magiche con le quali è solito provare a sconfiggere i suoi piccoli rivali che, nella puntata, si ritrovano a competere con una forza maestosa che genera nel pubblico una forte tensione.

    8. "Il pozzo dei desideri maledetti" Stagione 8 (1988)

    I Puffi si imbattono in un pozzo capace di esaudire i loro desideri che, però, si avverano in modo distorto e pericoloso rispetto a quanto pensavano, creando caos nel villaggio. Invece di portare gioia, ecco che si moltiplicano i problemi dando vita a delle vere e proprie catastrofi. Ne "Il pozzo dei desideri maledetti" ci troviamo alle prese con una narrazione incentrata sulle nostre intenzioni. Anche le più nobili, infatti, possono portare a risultati critici. I Puffi perdono il controllo e l'episodio vuole proprio essere un monito per ricordarci i rischi di affidarsi a soluzioni facili senza pensare alle conseguenze.

    9. "L'ombra di Hogatha" Stagione 9 (1989)

    Un altro episodio che vede protagonista Grande Puffo. Questa volta il leader dei folletti blu è preso di mira dalla perfida strega Hogatha che lo rapisce per sfruttare la sua magia, lasciando gli altri Puffi impotenti e disperati. Senza il loro punto di riferimento, gli abitanti del villaggio si sentono persi e disorientati. "L'ombra di Hogatha" affronta la paura della perdita e del doversi rimboccare le maniche per aiutare un amico in difficoltà. Non a caso sono molteplici i tentativi di liberare la loro guida dalla prigionia imposta dalla strega. Un episodio attraversato da ansia e tensione dove il senso di vulnerabilità è palpabile.

    10. "Il cristallo oscuro" Stagione 9 (1989)

    Nella nona e ultima stagione della serie originale de I Puffi, ne "Il cristallo oscuro" ci si imbatte in un altro episodio ben distante dalle classiche atmosfere allegre del cartone animato. Anche questa volta c'è di mezzo lo zampino di Gargamella che si impossessa di un cristallo magico che assorbe luce e gioia trasformando tutto ciò che lo circonda in un ambiente tetro e desolato. Una delle puntate più oscure di tutta la serie, caratterizzata da un senso di angoscia che attraversa il racconto. Il cristallo al centro della trama simboleggia la corruzione che distrugge tutto ciò che incontra e costringe i Puffi a lottare per ristabilire la luce e, quindi, la speranza.

    Dove vedere in streaming i 10 episodi più oscuri de "I Puffi"?

    Di seguito trovate la lista di JustWatch dei 10 episodi più oscuri de I Puffi da vedere in streaming. Non dimenticatevi di utilizzare i film e di costruire la vostra watchlist. Con quest'ultima funzione riceverete notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. Buona visione!

  • La classifica di tutti gli adattamenti di "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen

    La classifica di tutti gli adattamenti di "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Orgoglio e pregiudizio è tra i romanzi di Jane Austen più conosciuti di sempre. Niente male per un testo scritto oltre due secoli fa, ambientato nell'epoca della Reggenza, che ora rivivrà in una nuova miniserie Netflix con Emma Corrin e Olivia Wilde, la cui uscita è prevista nel 2025. Molto prima diBridgerton (2020), infatti, la scrittrice ha messo in scena la danza del corteggiamento in un'epoca in cui le dinamiche sociali influenzavano legami e matrimoni.

    Si tratta di uno dei pilastri della letteratura che, grazie a personaggi delineati in modo chirurgico e dalla psicologia distintiva, ha saputo trascendere le epoche e i costumi.

    Una storia quella dell'amore tra la vivace Elizabeth Bennet e il ricco e misterioso Mr. Darcy, tra pressioni sociali e prime impressioni errate, che ha affascinato grande e piccolo schermo dando vita a numerose trasposizioni che hanno permesso alla storia immaginata dalla scrittrice britannica di essere amata da generazioni su generazioni. Testimonianza di come le relazioni umane e la società descritta da Austen continuino a parlare al pubblico.

    JustWatch ha stilato una lista di tutti gli adattamenti di Orgoglio e pregiudizio da recuperare in streaming, dal peggiore al migliore.

    10. Pride & Prejudice (2003)

    Una versione del 2003 diretta da Andrew Black nata ai tempi dell'università alla Brigham Young University a Provo, nello Utah. Lo stesso scenario fa da sfondo a questo adattamento di Orgoglio e pregiudizio.Pride & Prejudice vede protagonista la studentessa universitaria Elizabeth Bennet decisa a non frequentare nessun uomo fin dopo la laurea e concentrarsi per diventare scrittrice. Ma i suoi piani non vanno come il previsto quando incontra l'arrogante Will Darcy.

    Una rivisitazione fin troppo leggera del classico di inizio '800 che non affonda a sufficienza nelle tematiche del romanzo, dalle convenzioni sociali al pregiudizio fino alla famiglia, ma che ha un approccio contemporaneo al materiale letterario. Chi cerca una trasposizione fedele all'originale non la troverà qui, ma chi invece vuole vedere i personaggi di Jane Austen calati nel mondo moderno scoprirà nelle quasi due ore di durata del film un buon compromesso.

    9. Matrimoni e pregiudizi (2004)

    A testimonianza della popolarità planetaria del romanzo di Jane Austen, ecco una trasposizione cinematografica che intreccia la storia d'amore di Elizabeth e Darcy con il musical di Bollywood. L'azione si sposta dall'Inghilterra dell'era georgiana all'India contemporanea e agli Stati Uniti, infondendo nuova linfa all'intreccio. Gurinder Chadha, già regista di Sognando Beckham (2002), fa diMatrimoni e pregiudizi un film ricco di colori, musica, balli, ironia che cambia la prospettiva culturale immaginata dalla scrittrice in un contesto completamente diverso.

    Se i numeri musicali e coreografati dei film di Bollywood ti divertono, qui ne troverai in abbondanza. Sono loro il vero cuore del film che regalano sequenze visivamente spettacolari e rendono questo adattamento davvero unico. Al contrario, se i musical non sono la tua cup of tea, meglio virare su un altro dei tanti adattamenti presenti in questa lista più vicini alle atmosfere del romanzo. Nel film, però, non mancano la denuncia sociale e le aspettative, anche se in poco meno di due ore c'è una tale sovrabbondanza di temi che finiscono per ripiegarsi l'uno sull'altro. Da vedere se hai amato Monsoon Wedding – Matrimonio indiano (2001), ma da evitare se cerchi una trasposizione più tradizionale.

    8. PPZ – Pride + Prejudice + Zombies (2016)

    Basato sul romanzo parodia di Seth Grahame-Smith che cita Jane Austen come co-autrice, utilizzando l'intreccio del classico e infondendolo di elementi horror,PPZ – Pride + Prejudice + Zombies è senza dubbio un film audace. Lily James e Sam Riley sono rispettivamente Elizabeth Bennet e Mr. Darcy calati nell'Inghilterra ottocentesca invasa da morti viventi. Una versione non convenzionale che unisce il romanticismo del testo originale con elementi tipici di un'apocalisse zombie.

    Non a caso le sorelle Bennet sono state addestrate fin da piccole a usare le armi e le arti marziali per difendersi e combattere. Una trasposizione divertente, vagamente inquietante, romantica e con un cuore action che non ha paura di spingere sul pedale dell'acceleratore ed esagerare. Se ti sei divertito a guardare Warm Bodies (2013) e Benvenuti a Zombieland (2009), qui troverai la stessa irriverenza racchiusa in 108 minuti di regole vittoriane e splatter. Una rivisitazione satirica perfetta se cerchi un po' di brivido e un po' di sana (auto)ironia. Ma di certo il film non è la visione adatta se gli zombie movies ti impressionano o pensi che la storia di Bennet debba essere raccontata senza l’ingerenza di altri generi che poco hanno a che fare con la Reggenza inglese. 

    7. Orgoglio e pregiudizio (1957)

    Anche l'Italia si è confrontata con il testo di Jane Austen grazie a uno sceneggiato di fine anni '50,Orgoglio e Pregiudizio, diretto per l'allora Programma Nazionale (l'attuale Rai Uno) da Daniele D'Anza. Protagonisti nei ruoli dei due personaggi principali, Franco Volpi e Virna Lisi, nomi di spicco per la TV dell'epoca.

    Cinque puntate in bianco e nero di circa 60 minuti mandate in onda settimanalmente in cui la sceneggiatura di Edoardo Anton ha saputo mantenere lo spirito del romanzo originale e stupire il pubblico per la meraviglia delle sue scenografie e costumi che ricostruivano gli interni delle dimore e gli abiti ottocenteschi inglesi. Ad arricchire la narrazione anche dei numeri di balletto, per un'atmosfera più teatrale che televisiva, che ha tenuto fede al romanzo originale, alla natura psicologica dei personaggi e ai conflitti interni che li animano. Da vedere se sei curioso di scoprire come la tradizione degli sceneggiati italiani del dopoguerra si è confrontata con un classico della letteratura inglese. Meglio virare su altro se, invece, la solennità dei ritmi e della recitazione teatrale classica non ti entusiasmano. 

    6. Orgoglio e pregiudizio (1967)

    Prodotta dalla BBC per il 150° anniversario della morte di Jane Austen, questa miniserie in bianco e nero - in sei parti da 25 minuti - è l'unica tra quelle realizzate dall'emittente britannica – il film TV del 1938 e la serie del '58 - a non essere andata perduta. Sebbene non sia disponibile in streaming, infatti,Orgoglio e Pregiudizio è rintracciabile online.

    È considerata una delle trasposizioni televisive più classiche, rispettose e fedeli nello spirito e nel testo dell'opera della scrittrice inglese, nonostante la sceneggiatura firmata da Nemone Lethbridge abbia escluso il personaggio della sorella di mezzo della famiglia Bennett, la taciturna Mary. Anche in questo caso l'approccio teatrale all'opera e alla messa in scena è palese così come l'attenzione ai dettagli della ricostruzione storica è minuziosa. Sebbene la recitazione sia eccessivamente enfatizzata rispetto alla sensibilità contemporanea e il tono è fin troppo classico, se siete dei puristi qui troverete l'essenza del romanzo di Jane Austen.

    5. Orgoglio e pregiudizio (1980)

    Un'altra trasposizione televisiva targata sempre BBC, questa volta però in collaborazione con l'Australian Broadcasting Corporation. Diretta da Cyril Coke su un adattamento firmato dalla scrittrice femminista Fay Weldon, questa versione diOrgoglio e Pregiudizio è divisa in cinque episodi da circa 50 minuti con protagonisti i convincenti Elizabeth Garvie e David Rintoul nei ruoli principali e si contraddistingue per una completezza narrativa nel racchiudere personaggi e linee narrative del romanzo del 1813.

    Una delle versioni considerate tra le più complete dell'opera di Jane Austen apprezzata anche per le interpretazioni dei vari attori – più misurate rispetto a quelle del 1967 - e per la cura infusa nei dettagli storici di costumi e ambientazioni della Reggenza inglese. Da vedere se pensi che la dimensione seriale si adatti meglio alla trasposizione del romanzo grazie alla possibilità di andare più a fondo nella psicologia dei personaggi e nella messa in scena delle dinamiche sociali. La pecca è che visivamente appare un po’ datata (colpa anche di un budget esiguo). Se vuoi guardare qualcosa di più “moderno”, quindi, la versione del 2005 diretta da Joe Wright fa al caso tuo. 

    4. Orgoglio e pregiudizio (1940)

    Considerato all'unanimità il miglior adattamento del romanzo a opera di un classico hollywoodiano,Orgoglio e Pregiudizio di Robert Z. Leonard vede protagonisti Greer Garson e Laurence Olivier – la cui chimica sullo schermo è innegabile, tra battibecchi e sintonia - nei ruoli di Elizabeth Bennet e Mr. Darcy. Elogiato dalla critica dell'epoca, il film, ispirato alla versione teatrale di Helen Jerome oltre che al libro, rispecchia appieno le produzioni del tempo donando alla trasposizione un'atmosfera glamour e vivace.

    Ricco di licenze narrative che aggiungono nuove scene e cambiamenti relativi a costumi, ambientazioni e al tono dell'opera - cosa che ti farà storcere il naso se non ami le variazioni consistenti rispetto all’opera originale -, il film è una delizia colma di ironia che nel tradire la fonte riesce comunque ad omaggiarla. Da recuperare se vuoi vedere una versione leggera e brillante del romanzo e se hai un debole per le commedie americane dell'epoca come Scandalo a Filadelfia (1940).

    3. The Lizzie Bennet Diaries (2012)

    Un riadattamento del classico di Jane Austen sotto forma di web series.The Lizzie Bennet Diaries vede protagonista la studentessa universitaria Lizzie Bennet. Una ragazza laureata in scienze della comunicazione che apre un vlog come progetto di laurea. È proprio attraverso questi brevi filmati, della durata di due/otto minuti, che racconta avvenimenti precedentemente accaduti relativi al suo rapporto con le sorelle e Mr. Darcy.

    Una trasposizione moderna, intelligente e del tutto inedita che ha permesso al classico letterario dell'800 di essere scoperto da una nuova generazione grazie ad un mezzo di comunicazione contemporaneo. La riprova della forza dell'originale e di come qualsiasi trasposizione possa funzionare se fatta con creatività e ingegno. Se l'approccio audace e moderno applicato ai classici delle letteratura ti affascina, puoi vedere anche Emma Approved, webserie ispirata a un altro celebre romanzo di Jane Austen, Emma. Ma se ritieni troppo azzardata la componente teen e moderna, salta ai primi due posti della classifica!

    2. Orgoglio e pregiudizio (2005)

    Ambizioso esordio alla regia di Joe Wright, che sceglie Keira Knightley e Matthew Macfadyen come i suoi Elizabeth e Mr. Darcy. Questa versione diOrgoglio e Pregiudizio è senza ombra di dubbio un classico e tra i migliori adattamenti del romanzo di Jane Austen. Merito delle riuscite interpretazioni dei suoi attori e di una regia mozzafiato che ha saputo catturare l'essenza di un'epoca e dare vita alle pagine del testo originale.

    La sceneggiatrice Deborah Moggach ha spostato l'ambientazione alla fine del XVIII secolo e ha cambiato alcuni passaggi o dinamiche tra i personaggi su richiesta del regista che voleva un approccio il più realista possibile che passa anche per il ritratto di Elisabeth dall'impeto moderno e Mr. Darcy più vulnerabile. Un film di una rara bellezza visiva che ha catturato i cuori di molti spettatori grazie alla duplice attenzione narrativa e formale e al giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. Da vedere se hai apprezzato la versione cinematografica di Autumn de Wilde di Emma (2020).

    1. Orgoglio e pregiudizio (1995)

    Altra miniserie della BBC,Orgoglio e Pregiudizio è considerata l'adattamento definitivo dell'opera di Jane Austen da molti fan e critici. I protagonisti sono due star inglesi come Colin Firth e Jennifer Ehle che hanno finito per trasformarsi in dei punti di riferimento per le trasposizioni successive incarnando alla perfezione l'essenza dei loro personaggi. Divenuta così popolare, la miniserie ha ispirato Helen Fielding a scrivere i romanzi di Bridget Jones che, a loro volta, sono diventati dei successi cinematografici.

    Affascinante e ricca di carisma, questa versione è passata alla storia anche per la capacità di catturare il cuore della storia, riproducendone tutti i passaggi più significativi e ricreando visivamente l'era della Reggenza inglese, tra costumi e ambientazioni eleganti e sontuose. Un punto di riferimento per chiunque si sia emozionato nel leggere il romanzo di inizio Ottocento e voglia vedere quella storia prendere vita sullo schermo.

  • Le serie true crime da non perdere su Netflix

    Le serie true crime da non perdere su Netflix

    Giovanni Berruti

    Giovanni Berruti

    Editor a JustWatch

    Monster: La storia di Ed Gein (2025) è disponibile per lo streaming. La terza stagione della serie antologica di Ryan Murphy e Ian Brennan ripercorre la storia del serial killer statunitense, sospettato di aver ucciso ben sette persone a cavallo tra gli anni ‘40 e ‘50. La sua vita e i suoi crimini hanno influenzato fortemente l’immaginario cinematografico, tanto da ispirare pellicole come Psyco (1960), Non aprite quella porta (1974) e Il silenzio degli innocenti (1991). 

    Presentata in anteprima mondiale alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, è in arrivo anche Il Mostro (2025), la nuova e attesissima serie di Stefano Sollima dedicata a una delle pagine più buie e controverse mai conosciute dalla cronaca nera italiana. I quattro episodi, disponibili sulla piattaforma dal 22 ottobre, ripercorrono la tragica vicenda del Mostro di Firenze, costellata da otto duplici omicidi con la stessa arma, una beretta calibro 22, e ben diciassette anni di terrore. Cosa accomuna questi due titoli? Il filone di successo di cui fanno parte. Da sempre infatti gli spettatori, anche abbonati ad altri servizi streaming e non solo, hanno dimostrato un forte interesse per serie televisive che ripercorrono quei delitti che hanno sconvolto l’opinione pubblica e le relative indagini.

    1. Monsters: Dahmer (2022)

    La prima stagione di Monsters, la serie antologica di Ryan Murphy e Ian Brennan, di cui fa parte anche la storia di Ed Gein, è incentrata su Jeffrey Dahmer. Noto come “il cannibale di Milwaukee”, è stato uno dei serial killer più efferati nella storia degli Stati Uniti, macchiatosi di ben diciassette omicidi tra il 1978 e il 1991. Interpretato da Evan Peters, vincitore del prestigioso Golden Globe, i dieci episodi sono diventati in poco tempo tra i più visti di sempre sulla piattaforma. Gli appassionati di thriller e di storie oscure a tinte psicologiche ne resteranno sicuramente colpiti, al contrario di chi sta cercando invece un intrattenimento leggero oppure di chi è particolarmente sensibile a scene crude in quanto dei passaggi possono risultare decisamente pesanti.

    2. Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez (2024)

    Secondo capitolo delle serie antologica di Ryan Murphy e Ian Brennan, Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez (2024) ricostruisce il brutale assassinio di José e Kitty Menendez, avvenuto nel 1989 per mano dei figli Lyle ed Erik. Una serie potente e disturbante, che ha tentato di far luce su un caso, portandolo nuovamente alla ribalta tra l’opinione pubblica, tanto da finire per avere ripercussioni sulla realtà. Al contrario di Monsters: Dahmer (2022), la nuova stagione in nove episodi è più indirizzata agli appassionati dei legal drama, essendo stavolta la parte processuale più centrale nel racconto. Non mancherà l’approfondimento psicologico degli assassini di turno, che stavolta si sono macchiati “solo” di un duplice omicidio, che farà emergere un dramma a sfondo familiare tra interessi economici e indicibili abusi.

    3. Mindhunter (2017-2019)

    Dal regista e produttore David Fincher una serie thriller ambientata negli anni Settanta. Un viaggio all’origine del profiling criminale, a partire dall’analisi comportamentale degli assassini. Nel corso delle due stagioni di Mindhunter (2017-2019) compaiono le versioni fittizie di serial killer realmente esistenti, da Edmund Kemper a Charles Manson, passando per David Berkowitz, tristemente noto come “il figlio di Sam”. È una serie tecnicamente ben fatta, molto accurata nelle sue ricostruzioni. Consigliata agli appassionati di true crime, potrebbe risultare però “ostile” ai più per il suo ritmo (volutamente) lento, in cui l’azione viene sacrificata a favore dei personaggi raccontati. Oltretutto da segnalare che un episodio di Monster: La storia di Ed Gein (2025) presenta un omaggio alla serie di Fincher, di cui si spera che prima o poi verrà realizzata una terza stagione. 

    4. The Serpent (2021)

    The Serpent (2021) è una miniserie thriller in otto puntate, che ricostruisce la tragica figura di Charles Sobhraj, truffatore e serial killer francese senza scrupoli, noto come “il Serpente”. Tra il 1975 e il 1976 ha drogato, ucciso e derubato diversi turisti occidentali lungo la celebre “hippie trail” che toccava i paesi del sud-est asiatico. Avvalendosi della grande interpretazione di Tahar Rahim e soprattutto di un’ottima ricostruzione del periodo storico, è una serie altamente consigliata agli amanti del true crime, ma anche a chi è alla ricerca di un thriller dalle atmosfere esotiche, che si districa su diverse linee temporali. Se poi avete apprezzato la trilogia di Monster (2022-), The Serpent (2021) farà sicuramente al caso vostro.

    5. L’infermiera (2023)

    Quattro episodi tratti da un agghiacciante caso di cronaca che sconvolse la Danimarca. L’infermiera (2023) ripercorre la vicenda dell’infermiera Christina Aistrup Hansen, condannata prima all’ergastolo e infine a 12 anni di reclusione per tre omicidi di suoi pazienti e un quarto tentato ma non riuscito. Particolarmente consigliata a chi fosse interessato a conoscere questa storia sconvolgente, raccontata attraverso un thriller ospedaliero, sicuramente “non perfetto”, ma comunque in grado di lasciare un segno per la sua accuratezza negli spettatori.

    6. Per Elisa - Il caso Claps (2023)

    Basato sul libro Sangue sull’altare di Tobias Jones, i sei episodi di Per Elisa - Il caso Claps (2023) ricostruiscono la storia della ininterrotta battaglia di Gildo Claps e della sua famiglia per fare luce sulla scomparsa della sorella Elisa e per assicurare il suo assassino alla giustizia. La fiction diretta da Marco Pontecorvo offre una ricostruzione avvincente di uno dei casi più sconvolgenti della storia recente del nostro paese, che è stata apprezzata sin dalla sua uscita su Rai 1. Da non perdere se interessati ad approfondire la vicenda, ma adatta anche a chi è alla ricerca di una storia che elogi l’idea di lottare per la verità e la giustizia, focalizzandosi sui pericoli e ostacoli che battaglie di questo tipo possono comportare. Meno cruenta di Monster (2022-), più coinvolgente de L’infermiera (2023), si contraddistingue per essere una delle serie Rai più interessanti degli ultimi anni. 

  • Da ‘Munich’ a ‘Untamed’: i migliori film e serie TV con Eric Bana

    Da ‘Munich’ a ‘Untamed’: i migliori film e serie TV con Eric Bana

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Da ragazzino voleva fare il meccanico, poi il pilota di Formula 1. Ma è stato mentre lavorava come barista e lavapiatti in un albergo che ha scoperto la sua vocazione comica facendo imitazioni per intrattenere gli ospiti. Spinto a coltivare il suo talento, in una manciata di anni Eric Bana si è ritrovato con un programma tutto suo in televisione, diventando uno dei comici più celebri d'Australia. 

    Da lì il passo verso Hollywood è stato breve, merito di ruoli ben lontani dalla vena comica che ha contraddistinto il suo esordio, lavorando con registi del calibro di Ang Lee, Steven Spielberg, Joe Wright  e Guy Ritchie. Ora l'attore è tornato con un altro ruolo che sta riscuotendo parecchio successo sul piccolo schermo, quello dell'agente speciale del National Park Service Kyle Turner in una nuova miniserie thriller di Netflix.

    JustWatch ha stilato una lista dei migliori ruoli di Eric Bana da (ri)scoprire in streaming.

    1. Chopper (2000)

    Primo ruolo drammatico della carriera di Eric Bana – per il quale è dovuto ingrassare di 15 chili – Chopper è il thriller biografico diretto da Andrew Dominik basato sulle memorie dell'omonimo criminale australiano. Grazie a questa interpretazione, l'attore ha potuto dimostrare le sue versatili capacità interpretative dando vita alla complessa psiche del protagonista: un uomo profondamente violento, ma capace anche di momento di vulnerabilità. Inoltre la pellicola cerca di andare più a fondo nella psiche del suo personaggio, mostrandone i ragionamenti contorti e il senso dell'umorismo dark. Un debutto che ha permesso a Eric Bana di farsi notare, lasciando un segno per l'intensità della sua prova in un film provocatorio e audace.

    2. Black Hawk Down - Black Hawk abbattuto (2001)

    Trasposizione del saggio scritto nel 1999 da Mark Bowden, Black Hawk Down - Black Hawk abbattuto di Ridley Scott porta sul grande schermo la battaglia di Mogadiscio. Un film di guerra dal cast corale che vede protagonisti Josh Hartnett, Ewan McGregor, Orlando Bloom, Sam Shepard e lo stesso Bana. L'attore interpreta il sergente di prima classe Norm "Hoot" Hooten, un soldato delle forze speciali Delta. Un ruolo di supporto grazie al quale riesce a farsi notare per la capacità di comunicare attraverso poche parole, affidando tutto a sguardi e gesti. Il film è un'immersione nel caos e nell'orrore della guerra, caratterizzato da un regia frenetica che sottolinea la brutalità del conflitto grazie a sequenze action estremamente realistiche.

    3. La guerra di Troia  (2004)

    Altro titolo corale, La guerra di Troia è un kolossal epico che trae ispirazione dall'Iliade di Omero per raccontare la guerra di Troia e il mito di Achille. Quest'ultimo interpretato da Brad Pitt che, insieme a Eric Bana nei panni di Ettore, rappresentano i protagonisti assoluti della pellicola. Nonostante le libertà narrative prese, il film di Wolfgang Petersen ha convinto molti proprio grazie alla performance dell'attore australiano che regala al suo personaggio l'aurea dell'eroe: un guerriero dal forte senso del dovere che mantiene vivo un profilo umano capace di fargli mettere al primo posto il suo popolo. Un esempio di moralità che Eric Bana ha saputo abbracciare dando vita a una delle migliori interpretazioni della sua carriera.

    4. Munich (2005)

    Se dovessimo scegliere un solo film che rappresenti al meglio il talento di Eric Bana sarebbe senza ombra di dubbio Munich di Steven Spielberg. Basato sul romanzo Vendetta di George Jonas, il film vede l'attore vestire i panni di Avner Kaufman, un agente del Mossad incaricato di vendicare il massacro alle Olimpiadi estive di Monaco del 1972 in Europa. Quella dell'attore è un'interpretazione più che riuscita nel trasporre sullo schermo le sfumature del suo personaggio, dal senso di dovere al costo psicologico dato dalla missione che lo trascina in un vortice di uccisioni dal quale vorrebbe allontanarsi.

    5. L’altra donna del re (2008)

    Un dramma storico in piena regola con protagonisti Eric Bana, Natalie Portman e Scarlett Johansson, L'altra donna del re mette in scena la rivalità tra le sorelle Anna e Maria Bolena per l'amore e un posto sul trono accanto a quello del re Enrico VIII. Il film ci permette di spiare dal buco della serratura le dinamiche di potere e gli intrighi di corte nell'Inghilterra della dinastia Tudor, raccontando quanto erano costrette a subire le donne in un'epoca in cui il loro destino si basava sulla possibilità di mettere o meno al mondo un erede. Bana con la sua prova attoriale racconta di un monarca inizialmente affascinante che, man mano che la pellicola procede, lascia spazio a un uomo brutale ossessionato dall'avere un figlio maschio che possa portare avanti la sua casata.

    6. Un amore all’improvviso (2009)

    In Un amore all'improvviso Eric Bana si confronta con un dramma sentimentale attraversato da una vena fantasy nella trasposizione cinematografica del romanzo La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger. L'attore interpreta Henry DeTamble, un bibliotecario con la capacità di viaggiare nel tempo in modo incontrollabile a causa di una rara condizione genetica. Il film racconta il tentativo dell'uomo e di sua moglie Clare (Rachel McAdams) di costruire una vita insieme nonostante le frequenti separazioni involontarie dell'uomo. Una pellicola sulla forza dell'amore nonostante le avversità, nella quale Bana ha dato prova delle sue sfumature attoriali più vulnerabili e romantiche.

    7. Lone Survivor (2013)

    Un grande thriller di guerra diretto da Peter Berg che porta sul grande schermo l'omonimo romanzo autobiografico dell'ex Navy SEAL Marcus Luttrell, in missione in Afghanistan per l'operazione Red Wings, impegnata a fermare un gruppo di talebani. Una ricostruzione minuziosa e intensa che racconta la realtà cruenta dei combattimenti calando lo spettatore all'interno di un film dal forte impatto emotivo. Protagonista di Lone Survivor è un ottimo Mark Wahlberg attorniato da un cast corale che comprende anche Taylor Kitsch, Emile Hirsh e Ben Foster. Eric Bana interpreta il tenente comandante Erik S. Kristensen, chiamato a prendere decisioni complesse mentre i suoi uomini sono sul campo.

    8. Chi è senza peccato - The Dry (2020)

    In Chi è senza peccato - The Dry, adattamento del romanzo del best-seller di Jane Harper, Eric Bana interpreta Aaron Falk, un agente federale australiano che torna nella sua città natale per indagare su un omicidio-suicidio che coinvolge anche il suo migliore amico d'infanzia. Un thriller poliziesco accolto molto positivamente da pubblico e critica anche per l'ottima performance, misurata e introspettiva, offerta da Eric Bana che cattura il tormento interiore del suo personaggio perseguitato dal passato. Uno di quei film capaci di catturare lo spettatore coinvolgendolo nelle indagini alla ricerca del colpevole fin dalla prima sequenza, mantenendo alta la suspence.

    9. Untamed (2025)

    Ultimo titolo in ordine di tempo ad arricchire la filmografia di Eric Bana, Untamed è una miniserie thriller ambientata presso lo Yosemite National Park. L'attore presta il volto a Kyle Turner, un agente speciale del National Parks Service impegnato nelle indagini sulla morte di una giovane donna il cui corpo è stato ritrovato su una parete rocciosa. Ma il mistero della sua morte non è l'unico che caratterizza il racconto. Anche il passato del protagonista, tormentato da un dramma personale, alimenta un racconto che si svela lentamente e cattura per la sua capacità di svelare nuovi tasselli di un intricato puzzle senza fretta o colpi di scena sensazionalistici.

    Dove vedere in streaming i migliori ruoli di Eric Bana tra film e serie TV?

    Qui sotto trovate la lista completa di JustWatch che vi permette di scoprire dove vedere i migliori film e serie TV con Eric Bana sulle principali piattaforme. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri e di costruire la vostra watchlist. Con quest'ultima funzione riceverete notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. Buona visione!

  • I migliori anime su Crunchyroll: 25 titoli imperdibili per ogni tipo di fan

    I migliori anime su Crunchyroll: 25 titoli imperdibili per ogni tipo di fan

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Se sei un vero appassionato di anime (o vuoi diventarlo), Crunchyroll è il tuo paradiso. La piattaforma è il punto di riferimento mondiale per l’animazione giapponese, con un catalogo sterminato che spazia dai grandi classici alle ultime uscite direttamente dal Giappone. 

    Shonen esplosivi, storie d’amore strappalacrime, thriller psicologici, fantasy epici, comedy scolastiche: su Crunchyroll c’è davvero tutto, e spesso arriva prima che altrove. Ma con così tanta scelta, da dove si comincia? In questo articolo ti consigliamo i 25 migliori anime da vedere su Crunchyroll in streaming. Prepara i sottotitoli (e i fazzoletti, in certi casi): ti aspetta un viaggio nel meglio dell’animazione nipponica!

    1. One Piece (1999 - in corso)

    La saga dei pirati più longeva e amata di sempre è disponibile su Crunchyroll in tutta la sua gloria. Con migliaia di episodi, One Piece racconta le avventure di Luffy e della sua ciurma alla ricerca del tesoro leggendario. Ma è molto più di una caccia al tesoro: è un inno alla libertà, all’amicizia, al sogno. Ogni isola è un mondo a sé e ogni personaggio ha una storia che resta nel cuore. Un classico senza tempo.

    2. Attack on Titan (2013 - 2023)

    Un’epopea colossale che ha segnato un’era. Attack on Titan parte da una premessa apparentemente semplice — l’umanità in lotta contro mostruosi giganti — ma si trasforma in un complesso dramma politico, filosofico ed esistenziale. Con un worldbuilding incredibile, personaggi moralmente ambigui e colpi di scena che cambiano tutto a ogni stagione, è una serie che tiene incollati fino all’ultimo. Disponibile nella sua interezza su Crunchyroll: un binge che non si dimentica.

    3. My Hero Academia (2016 – in corso)

    In un mondo dove quasi tutti hanno superpoteri, Izuku Midoriya nasce senza alcuna abilità… ma con il cuore di un eroe e questo, il suo mito All Might, lo nota subito. My Hero Academia è uno shonen emozionante, ricco di combattimenti dinamici, crescita personale e momenti toccanti e inaspettati. Ogni personaggio, anche secondario, ha una storia e un’evoluzione ben costruite. Neanche i villain vengono lasciati indietro, regalandoci alcune delle backstory più complesse e profonde di sempre. L’estetica da fumetto americano si fonde con il pathos giapponese, rendendolo unico. Tra le saghe scolastiche e i combattimenti epici, è diventato una pietra miliare del genere. Aspettiamo tutti l’ultima stagione con il cuore in gola!

    4. Naruto (2002 – 2017)

    Il ninja più famoso del mondo anime. Naruto racconta la storia di un ragazzo orfano ed emarginato che sogna di diventare Hokage, il leader del suo villaggio. Con oltre 700 episodi tra la serie classica e Shippuden, è un viaggio di formazione ricco di scontri epici, legami intensi, dolori e redenzioni. È uno degli anime che ha segnato l’infanzia di milioni di spettatori ed è ancora oggi tra i più seguiti e amati. Una vera icona.

    5. Jujutsu Kaisen (2020 – in corso)

    Uno degli shonen più potenti degli ultimi anni. Jujutsu Kaisen è dark, adrenalinico e stilisticamente impeccabile. Seguiamo Yuji Itadori, adolescente che ingoia un dito maledetto e diventa il recipiente di un potente demone. Combattimenti fluidissimi, antagonisti memorabili e una regia visiva di livello altissimo rendono ogni episodio un’esperienza cinematografica. Gojo Satoru è già leggenda!

    6. Demon Slayer – Kimetsu no Yaiba (2019 – in corso)

    Pochi anime hanno avuto un impatto visivo come Demon Slayer. La storia segue Tanjiro, un giovane che combatte per salvare la sorella Nezuko, trasformata in demone. L’animazione firmata Ufotable è da applausi e ogni battaglia sembra una danza. L’intensità emotiva si fonde con l’estetica tradizionale giapponese, creando un’opera potente, bella e toccante.

    7. Solo Leveling (2024 – in corso)

    Tratto dal celebre webtoon coreano, Solo Leveling segue Sung Jin-Woo, il cacciatore più debole di tutti, che scopre di potersi “livellare” come un personaggio di un videogioco. Il suo potere cresce, ma anche le responsabilità. L’anime è un’esplosione di animazione, potenziamenti e battaglie sempre più epiche. Per chi ama i power-up infiniti e le atmosfere dark fantasy, è un must.

    8. Dan Da Dan (2024 – in corso)

    L’anime rivelazione degli ultimi anni! Un mix esplosivo di horror, alieni, yokai e romanticismo strampalato. Dan Da Dan segue due adolescenti coinvolti in eventi paranormali sempre più assurdi. L’anime è visivamente sorprendente, con una regia frenetica e brillante, e uno stile che mescola comicità e tensione. È il titolo più folle e creativo del momento, destinato a diventare un cult.

    9. I diari della speziale (The Apothecary Diaries) (2023 – in corso)

    Nel cuore del palazzo imperiale cinese, Mao Mao, giovane esperta di erboristeria, risolve misteri di corte con intelligenza e sarcasmo. I diari della speziale è un anime raffinato e intrigante, con atmosfere storiche e un tocco di crime. La protagonista è carismatica e anticonvenzionale, e la serie affascina per ritmo, estetica e finezza narrativa, ma con un contraltare maschile non certo da meno. La seconda stagione si è conclusa da poco e noi ci sentiamo già orfani di Mao Mao e Jinshi!

    10. Frieren – Oltre la fine del viaggio (2023 – in corso)

    E se la vera avventura cominciasse dopo la fine della missione? Frieren racconta la storia di una maga elfica che, dopo aver salvato il mondo, deve affrontare la solitudine del tempo e dei ricordi. È un anime delicato, malinconico e filosofico, che parla di perdita, memoria e umanità. Un piccolo gioiello per anime sensibili.

    11. Chainsaw Man (2022 – in corso)

    Denji, un ragazzo disperato con un debito da saldare, si fonde con il suo diavolo-motosega e diventa un’arma vivente. Chainsaw Man è cinico, crudo, e sorprendentemente umano. Ogni episodio è una corsa tra sangue, satira e solitudine. MAPPA confeziona un prodotto visivamente mozzafiato con una sigla diversa a ogni puntata. Geniale! La storia andrà avanti questo 31 Ottobre con il film!

    12. Kaiju No. 8 (2024 – in corso)

    Kafka Hibino è un uomo comune che si trasforma in kaiju, i mostri che dovrebbero essere combattuti dagli eroi. Kaiju No. 8 ribalta la narrativa classica del genere monster e offre combattimenti ad alta tensione, una forte componente emotiva e uno stile grafico accattivante. È l’anime perfetto per i fan del genere sci-fi e azione.

    13. Mob Psycho 100 (2016 – 2022)

    Shigeo, detto Mob, ha poteri psichici devastanti ma è il ragazzo più gentile e anonimo della scuola. Mob Psycho 100mescola azione, introspezione e assurdità in uno stile visivo unico e sperimentale. È un coming-of-age profondo mascherato da shonen sopra le righe. Finale perfetto, lacrime assicurate.

    14. Dr. Stone (2019 – in corso)

    La scienza salverà il mondo? Dopo che l’umanità si è pietrificata per millenni, il geniale Senku si risveglia e inizia a ricostruire la civiltà usando solo conoscenza e ingegno. Dr. Stone è un anime educativo e avvincente, che riesce a rendere la chimica… divertente. Sì, davvero.

    15. Black Clover (2017 – in corso)

    Asta nasce senza magia in un mondo dove tutti ne hanno. Ma non si arrende. Black Clover è uno shonen classico ma energico, con una crescita costante di tensione, potere e coinvolgimento. Tra rivalità, determinazione e magie devastanti, è la serie perfetta per chi ama i power fantasy puri.

    Altri 10 anime da vedere su Crunchyroll in streaming:

    16. Wind Breaker (2024 – in corso)

    Combattimenti scolastici con stile e valori da strada.

    17. Vinland Saga (2019 – 2023)

    Dramma storico e vichinghi: crudo, maturo e intenso.

    18. Spy x Family (2022 – in corso)

    Famiglia fake, spionaggio vero: irresistibile.

    19. My Dress-Up Darling (2022 – in corso)

    Cosplay, dolcezza e una storia d’amore fuori dagli schemi.

    20. Horimiya (2021 – 2023)

    Romanticismo realistico e relazioni genuine tra adolescenti.

    21. The Ancient Magus' Bride (2017 – in corso)

    Fiaba dark sull’identità e l’accettazione.

    22. Noragami (2014 – 2015)

    Dei dimenticati, spiriti e ironia malinconica.

    23. The Rising of the Shield Hero (2019 – in corso)

    Un isekai più cupo e drammatico del solito.

    24. Mashle: Magic and Muscles (2023 – in corso)

    Harry Potter incontra One Punch Man: demenziale e divertente.

    25. Toilet-Bound Hanako-kun (2020 – in corso)

    Commedia sovrannaturale con uno stile visivo originale.

    Dove guardare i migliori anime di Crunchyroll in streaming: 

    Tutto ciò che adesso vi resta da fare è mettervi comodi, snack e bibita alla mano, telecomando e abbonamento pronto! E se aveste ancora dei dubbi, ecco l’elenco completo su dove guardare i 25 migliori anime su Crunchyroll in streaming:

  • I 10 peggiori cambiamenti nei remake live-action Disney

    I 10 peggiori cambiamenti nei remake live-action Disney

    Alessandro Zaghi

    Alessandro Zaghi

    Editor a JustWatch

    Negli ultimi anni, Disney ha trasformato i suoi classici animati in remake live-action sempre più spettacolari. Il problema? Non sempre “più spettacolari” significa “più riusciti”. Inseguendo realismo, attualità e qualche effetto speciale in più, molti di questi film hanno perso l’anima delle fiabe originali, talvolta dimenticandosi della magia che aveva fatto innamorare generazioni di spettatori

    Certamente alcuni cambiamenti sono comprensibili: aggiornare temi problematici, dare più spazio a personaggi femminili, rappresentare meglio la diversità. Ma altri sembrano usciti da un universo parallelo dove la musica è messa in secondo piano, i villains devono avere traumi da raccontare e gli animali sembrano presi da un documentario. Ecco quindi una guida ai peggiori cambiamenti nei remake Disney, elencati in ordine di uscita.

    1. Maleficent (2014)

    Ne La Bella Addormentata (1959), Flora, Fauna e Serenella erano le vere "madrine” della principessa: protettive, affettuose, sagge. In Maleficent diventano Giuggiola, Fiorina e Verdelia, tre fate che sembrano uscite da una sit-com, impegnate più a bisticciare tra loro che a prendersi cura di Aurora. La loro inutilità è tale che a un certo punto è la stessa Malefica (Angelina Jolie) a prendersi cura della bambina. Un paradosso che può funzionare a livello narrativo, ma più che a uno spin-off qui sembra di trovarsi davanti a una seduta di psicanalisi. I villains delle fiabe sono affascinanti proprio per la loro malvagità, non devono per forza avere dei traumi da spiegarci.

    2. Cenerentola (2015)

    Il live action di Cenerentola è elegante, visivamente curato, con costumi da Oscar, un cast che include Cate Blanchett e Helena Bonham Carter. Ma qualcosa manca. O meglio, mancano le canzoni, e basti pensare che Bibbidi-Bobbidi-Boo è relegata all’incirca ai titoli di coda. Nella versione originale la musica era parte integrante della magia, mentre qui è messa da parte a favore di una trama “più realistica” – per quanto possa essere realistica una zucca trasformata in carrozza.

    3. Il Libro della Giungla (2016)

    Anche nel live-action de Il Libro della Giungla siamo davanti allo stesso problema, le atmosfere e le musiche originali sono messe da parte per inseguire non si sa bene che cosa. A farne le spese questa volta è Re Luigi, uno dei personaggi più amati dell'intero catalogo Disney. Via il jazz, via lo swing, via una delle scene più divertenti del cartone, al loro posto un minuto scarso in cui Voglio Essere Come Te è appena accennata. E ancora, un grande problema comune a tutti i live-action, su tutti Il Re Leone (2019): cercare di “rinnovare” gli animali parlanti Disney dandogli fattezze da documentario. Diciamo che non è stata proprio una scelta vincente.

    4. La bella e la bestia (2017)

    La rosa incantata ovviamente c’è, così come lo specchio magico, ma nel remake de La bella e la bestia di magico c’è anche un libro, di cui nessuno sentiva il bisogno. Un oggetto dalle potenzialità infinite, che può trasportare ovunque si voglia, ma che Belle usa solo per tornare alla sua casa di Parigi e scoprire della morte per peste della madre. E poi? Niente. Usare il potere del libro per fuggire dal castello in cui è imprigionata? No. Usarlo per salvare il padre che rischia di essere rinchiuso in manicomio? Figurarsi! Un’aggiunta tanto per aggiungere che, a conti fatti, non aggiunge nulla.

    5. Aladdin (2019)

    Nell’Aladdin (1992) originale, il Genio voleva solo una cosa: essere libero. Ed era perfetto così, lontano dalle vicende, dalle trame e dai desideri umani, amore compreso. In Aladinn versione remake non solo viene “umanizzato”, ma finisce pure per sposarsi. Una sottotrama in cui viene coinvolta la new entry Dalia (damigella di Jasmine), che non aggiunge nulla al racconto principale, se non qualche gag del tutto trascurabile. Insomma, nell’epoca in cui il remake serve anche a dare maggior empowerment a principesse per cui il matrimonio era il vero lieto fine, proprio al Genio (il personaggio più empowered di tutti) tocca sposarsi. Ci mancava solo Jafar come testimone.

    6. Dumbo (2019)

    Insieme ai primi minuti al cardiopalma di Bambi (1942), questa era una delle scene più toccanti nell’universo Disney, se non nell’intera storia del cinema d’animazione. Nella versione originale, la canzone Bimbo Mio viene cantata dalla madre di Dumbo, mentre culla il proprio piccolo incatenata in gabbia. Qui il brano è cantato da un personaggio secondario, una performer del circo, e la tenerezza che aveva strappato il cuore a milioni di spettatori rimane depotenziata. Salvataggio in corner per il riarrangiamento del brano, la cover realizzata dagli Arcade Fire e cantata da Elisa nella versione italiana. Ma la musica, purtroppo, non è l’unica eresia di questo remake…

    6. Dumbo (2019) (parte due)

    Gli elefanti rosa. Dove sono gli elefanti rosa? Quella che era la scena più spettacolare e psichedelica del film originale qui scompare, puf, come fosse una bolla di sapone. Al suo posto viene adottato l’escamotage “realistico”. Certo, ci si aspettava un riadattamento rispetto al trip alcolico del Dumbo del 1941 – rimane comunque un bambino, seppur di un quintale – ma il regista di questo remake era comunque Tim Burton, e da lui ci si aspettava decisamente molto di più. Vale comunque la pena guardarlo, ma considerando il regista, non possiamo che dire: un’occasione mancata.

    7. Mulan (2020)

    Qualcuno alla Disney deve avere un problema con la musica dato che, anche in questo caso, le canzoni sono praticamente state eliminate da un film che proprio nella colonna sonora aveva una delle sue parti più interessanti. Ma sorvoliamo, perché qui l’impatto visivo e l’escamotage narrativo sono da applausi, tra il wuxia e il war-movie, ma in chiave Disney.  Però, c’è un però, un enorme però. Dal live-action Mulan è stato eliminato l’anima del film originale, lo spirito guida Mushu, essenza non solo delle gag con la protagonista, ma di tutta la trama. E in cambio? Xianniang, una strega che combatte al fianco dell’esercito rivale e che rappresenta il lato oscuro di Mulan. Poi si redime, si sacrifica, dopo una sottotrama che appesantisce il tutto. Se ne poteva fare a meno? Forse sì.

    8. La Sirenetta (2023)

    No, il problema qui non è l'inclusività, anzi, il polverone razzista scatenatosi dopo l’annuncio di Halle Bailey nei panni di Ariel ne La Sirenetta lo lasciamo ad altri. Il problema è tutto il resto. Del magico mondo “in fondo al mar” de La Sirenetta (1989) in questo remake non c’è traccia: Flounder sembra preso dal banco pescheria del supermercato, Sebastian uscito da un film horror e Scuttle… la solita questione, non si possono ritrarre gli animali realisticamente per poi farli parlare, o l’uno o l’altro. L’incanto e la magia anche qui vengono "sacrificati" per un realismo impossibile da realizzare veramente, perchè non dimentichiamoci che si tratta pur sempre di fiabe.

    9. Biancaneve (2025)

    Come sopra, le polemiche degradanti seguite all’annuncio dell’attrice protagonista non ci interessano. Aggiornare il mondo Disney, includendo persone prima mai rappresentate è una scelta più che condivisibile, anzi, apprezzabile. Ma le controversie, in questo caso, non si limitavano alla nuova Biancaneve, ma ai suoi “coinquilini”: Brontolo, Pisolo, Mammolo ecc. Per evitare gli stereotipi e non offendere nessuno, questo remake si arrampica sugli specchi, proponendo personaggi generati in CGI che finiscono col risultare piatti, inquietanti e totalmente privi del tanto ambìto realismo. Insomma, pur di non pestare i piedi a nessuno, qui Disney si è data la zappa sui piedi. Speriamo che abbiano imparato almeno una lezione, da ripetere a memoria: “Fare i remake in live-action NON È OBBLIGATORIO!”.

    10. Lilo & Stitch (2025)

    Partiamo dalle buone notizie, Stitch è ancora al suo posto, adorabile come lo ricordavamo, anche in versione CGI – pericolo “sette nani” scampato, almeno per questa volta. Purtroppo però, le buone notizie finiscono qui perchè il nuovo Lilo & Stitch sembra aver perso per strada l’ironia e l’anima della versione originale. Per chi ha amato il cartone del 2002 la delusione più grande sono Jumba e Pleakley, qui totalmente privati della loro comicità, quasi sempre in versione “umana”, senza i travestimenti surreali della versione animata. Lo stesso vale per Cobra Bubbles, che per il remake ha appeso al chiodo la doppia identità assistente sociale/ agente segreto per dedicarsi full-time alla CIA. Il risultato? La tenerezza dei due protagonisti rimane la stessa, ma la verve dell’originale è un ricordo lontano anni luce.

    Dove vedere in streaming i remake Disney?

    Qui sotto trovate la lista completa dei remake Disney citati nell’articolo, così potete recuperarli – o riguardarli con spirito critico – sulle principali piattaforme di streaming. Che vi emozionino le principesse, o che siate più incuriositi dalle follie degli sceneggiatori, è il momento di mettervi comodi e tornare nel mondo magico dei live-action firmati Disney. Anche in quelli in cui la magia zoppica un po’.

  • I film di Paolo Sorrentino con Toni Servillo e dove guardarli in streaming

    I film di Paolo Sorrentino con Toni Servillo e dove guardarli in streaming

    Giovanni Berruti

    Giovanni Berruti

    Editor a JustWatch

    La grazia di Paolo Sorrentino è il film d’apertura della 82° Mostra del Cinema di Venezia. Pochi giorni fa l’annuncio che l’attesissima nuova opera del regista partenopeo sarà infatti presentata in anteprima mondiale al Lido il prossimo 27 agosto, inaugurando così la celebre kermesse, in programma fino al 6 settembre. Pochi dettagli sulla trama del film in concorso, se non che si tratterà di “una storia d’amore ambientata da qualche parte in Italia”. 

    Protagonista del film Toni Servillo. Si tratta della settima collaborazione tra il regista di Parthenope e l’attore. Entrambi napoletani, il loro è un sodalizio artistico che ha dato vita a una delle coppie più significative del cinema italiano. Un legame decisamente fortunato, considerato che La grande bellezza ha vinto l’Oscar come miglior film internazionale. Ripercorriamo i titoli realizzati insieme. 

    1. L’uomo in più (2001)

    L’uomo in più è l’opera prima di Paolo Sorrentino. Le vite parallele di due uomini, chiamati Antonio Pisapia. Uno è un calciatore, l’altro è un cantante. Oltre che dal nome, entrambi sono accomunati da un triste destino, che dall’apice del successo li farà sprofondare negli abissi. Servillo interpreta il cantante “Tony”, per un solido esordio del regista con un film che riflette sulle turbolenze e sull’imprevedibilità della vita stessa.

    2. Le conseguenze dell’amore (2004)

    Servillo è Titta Di Girolamo in Le conseguenze dell’amore, un uomo solitario che vive da otto anni in una camera di albergo di un’anonima cittadina in Svizzera. Ha un segreto inconfessabile. Forse più di uno… È il film che ha portato Sorrentino alla ribalta, e sicuramente il merito è anche del lavoro dell’attore protagonista, in grado di comunicare molto attraverso il solo sguardo. Un film che è dunque la prima conferma di un sodalizio artistico di successo. 

    3. Il Divo (2008)

    Giulio Andreotti secondo Paolo Sorrentino. Il Divo è un ritratto enigmatico come la figura che racconta. Non un biopic classico, ma un’indagine sul potere, a tratti grottesca, in cui spicca la magistrale interpretazione di Servillo. Quarto film del regista, è stato presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes, aggiudicandosi il premio della giuria, ottenendo grande successo di pubblico e critica.

    4. La grande bellezza (2013)

    “Io non volevo solo partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire”. Questa frase è pronunciata dal protagonista de La grande bellezza (2013), Jep Gambardella interpretato da Servillo, giornalista e scrittore alle prese con la mondanità romana. È il film che ha fatto vincere l’Oscar al regista nella categoria di “Miglior film in lingua straniera”. Una sceneggiatura, firmata dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello, che guarda al glorioso passato del cinema italiano, si pensi a La dolce vita di Federico Fellini, ambientando la vicenda nella “grande bellezza” monumentale e decadente della Capitale.

    5. Loro (2018)

    Sorrentino e Servillo tornano alla politica, portando Silvio Berlusconi sul grande schermo. Diviso in Loro – parte 1 e Loro – parte 2, usciti in sala a poca distanza l’uno dall’altro, offre un ritratto (caricaturale) dell’ex Presidente del Consiglio e della sua “corte”. A oggi, non è disponibile su alcuna piattaforma streaming, così come nessuna televisione l’ha trasmesso. Una situazione che ha suscitato diverse polemiche, facendo parlare di censura.  

    6. È stata la mano di Dio (2021)

    È stata la mano di Dio è una commovente autobiografia del regista. Toni Servillo interpreta Saverio Schisa, il padre del protagonista Fabietto, l’alter ego cinematografico di Sorrentino. Presentato in anteprima mondiale alla 78° Mostra del Cinema di Venezia, la pellicola ha vinto il Gran Premio della Giuria, e successivamente era riuscita a entrare nella cinquina finale per l’Oscar per il miglior film straniero. 

    7. La grazia (2025)

    Una storia d’amore ambientata da qualche parte in Italia. È quel poco che si sa dell’attesissimo film di Paolo Sorrentino, girato tra Roma e Torino. Al fianco di Toni Servillo l’attrice Anna Ferzetti. “Del mio prossimo film La grazia l'unica cosa che vorrei dire è che con Toni Servillo da una ventina d'anni vogliamo fare un film d'amore, come quelli di Truffaut. Ma non vorrei passare da Fellini a Truffaut in un colpo solo. I detrattori comunque dovranno impegnarsi di più” – aveva raccontato il regista all’ANSA, aggiungendo di aver trovato una chiave per declinare la comune idea di amore. 

    Dove guardare in streaming i film di Paolo Sorrentino con Toni Servillo

    Ecco dove è possibile guardare, noleggiare e acquistare tutti i film di Paolo Sorrentino con Toni Servillo. Per quanto riguarda Loro (2018), da considerare diviso in due film o in un unico montaggio, al momento non è disponibile in streaming nel nostro Paese. La grazia (2025) uscirà nelle sale cinematografiche (probabilmente) il prossimo autunno, distribuito da Piper Film. La lista viene aggiornata in tempo reale, mettendo sempre a disposizione degli utenti le ultime informazioni e i cambiamenti sulle opzioni di streaming.

  • Dove vedere in streaming la serie TV e tutti i film de 'I Soliti Idioti'

    Dove vedere in streaming la serie TV e tutti i film de 'I Soliti Idioti'

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    “Gianlucaaaaaa!”. C'è chi lo ha letto con la voce di Ruggero De Ceglie e c’è chi mente. Esponente della Roma benestante, volgarissimo, irascibile e con l'ossessione di insegnare la vita al mite e sensibile figlio ormai adulto ma trattato come un ragazzino.

    Sono due dei personaggi più iconici creati da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, insieme a Enrico Lando e Martino Ferro, per I Soliti Idioti. Una serie TV diventata un fenomeno culturale in Italia tra la fine degli anni 2000 e l'inizio del 2010.

    Ispirata all'inglese Little Britain (2003-2006) e omaggio alla commedia all'italiana, la serie ha raccontato con un taglio politicamente scorretto la quotidianità del Paese sottolineandone gli stereotipi, i tic e i paradossi attraverso vari sketch e personaggi. 

    JustWatch vi porta alla scoperta della serie TV e di tutti i film de I Soliti Idioti (2009) da poter (ri)vedere in ordine in streaming sulle principali piattaforme.

    1. I Soliti Idioti (2009-2012)

    Quando I Soliti Idioti (2009) ha esordito sul piccolo schermo, ci è voluto pochissimo prima che alcune delle battute ricorrenti pronunciate dai personaggi diventassero parte del vocabolario collettivo. Segnale della forza degli sketch surreali e grotteschi interpretati dal duo comico composto da Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli. Dagli (im)moralisti Marialuce e Giampietro all'impiegata Gisella passando per Ruggero e Gianluca, il nichilista Pompeo Avvighini e gli zarri della Barona milanese Patrick e Alexio, la serie è una fotografia del nostro Paese, tra lavoratori precari, raccomandazioni e temi complessi come l'eutanasia e la prostituzione. Il tutto raccontato con un tono portato all'eccesso.

    2. I Soliti Idioti – Il film (2011)

    I Soliti Idioti – Il film segna il passaggio sul grande schermo del fenomeno portato in televisione da Biggio e Mandelli. Un film che ha tentato di replicare la formula vincente della serie, mostrando però anche i suoi limiti a confronto con un medium diverso. Questa volta il racconto è meno episodico vedendo al centro della storia il tentativo di Ruggero di impedire le nozze per amore del figlio Gianluca. Un affronto per un donnaiolo incallito come lui. Non mancano però altri personaggi storici della serie come Fabio & Fabio e Gisella e Sebastiano che permettono di affrontare tematiche come l'omosessualità o prendersi gioco del razzismo di certa borghesia.

    3. I 2 Soliti Idioti (2012)

    Seconda incursione cinematografica per Biggio e Mandelli che con I 2 Soliti Idioti si concentrano esclusivamente su Ruggero e Gianluca alle prese con una banda di russi in cerca di vendetta e una crisi imprenditoriale. Ma il risultato delude. Nonostante il tentativo di costruire una struttura filmica slegata dal concetto di sketch televisivo, la pellicola è un accumulo di volgarità e gag demenziali che poco ha a che fare con la satira sociale.

    4. I Soliti Idioti 3 – Il ritorno (2024)

    Dopo oltre 10 anni dal secondo capitolo, Biggio e Mandelli tornano al cinema con I Soliti Idioti 3 – Il ritorno. Questa volta il duo comico riprende la formula episodica mettendo in scena un nutrito numero di personaggi storici. La volontà è quella di raccontare l'Italia contemporanea tra crisi climatica, case ecosostenibili, intelligenza artificiale, fluidità e bisogno di essere accettati. Se la scrittura è più attenta nel raccontare il presente, è anche però vero che la struttura è troppo esile per reggere il peso di un film.

    Dove vedere in streaming tutti i film e la serie TV de I Soliti Idioti?

    Qui sotto trovate la lista completa di JustWatch che vi permette di scoprire dove vedere la serie TV e tutti i film de I Soliti Idioti (2009) in ordine sulle principali piattaforme. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri e di costruire la vostra watchlist. Con quest'ultima funzione riceverete notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. Buona visione!

  • “Star Wars”: La classifica di tutti i film e le serie TV Anthology

    “Star Wars”: La classifica di tutti i film e le serie TV Anthology

    Alessandro Zaghi

    Alessandro Zaghi

    Editor a JustWatch

    Per decenni Star Wars è stata “semplicemente” una trilogia. Tre film, entrati immediatamente nella leggenda, tra Jedi, cacciatori di taglie e contrabbandieri intergalattici. Poi sono arrivati i prequel, alcuni criticati (ricordate La minaccia fantasma (1999)?) altri amatissimi, anche dai fan più intransigenti della saga di George Lucas, su tutti La vendetta dei Sith (2005). Ma è quando Disney ha acquistato la Lucasfilm che nell’universo di Star Wars è esploso un vero Big Bang: nuove saghe, nuove serie, nuovi personaggi, nuove timeline.

    Accanto ai capitoli principali, è nata un vera e propria “Anthology”, composta dagli spin-off e dalle serie ambientate ai margini della storia degli Skywalker. Alcuni di questi progetti hanno sorpreso tutti, diventando piccoli cult. Altri… un po’ meno. Qui li ordiniamo in una nostra personale classifica, dal più dimenticabile al più riuscito. Per vederli o rivederli tutti basta andare su Disney +.

    9. The Book of Boba Fett (2021)

    Boba Fett torna vivo e vegeto dopo la sua caduta nel Sarlacc, ma il mistero che lo circondava svanisce in fretta. La serie prova a raccontare della sua ascesa come boss criminale di Tatooine, peccato perda presto il filo e il risultato è confuso. Alcuni momenti funzionano (alcune inquadrature “western” sono mozzafiato) ma molti episodi sembrano più uno spin-off di The Mandalorian che un racconto su Boba. 

    Le entrate in scena di Din Djarin, Grogu, Ahsoka Tano, addirittura Luke Skywalker o Cad Bane in live action, fan sembrare The Book of Boba Fett più una sfilata dell’universo creato da George Lucas che una serie incentrata su quello che dovrebbe essere il protagonista, messo palesemente in secondo piano. 

    Anche la scelta del protagonista, Temuera Morrison, non convince del tutto, dato che qui il ritratto di Boba rimane sbiadito e superficiale, lontanissimo da quello spessore o quella complessità del Din Djarin di Pedro Pascal. È un titolo pensato per i fan hardcore dell’universo Star Wars, ma rischia di disorientare chi sperava in un racconto su Boba. Visivamente è ben curata ma narrativamente sfilacciata, dà l’impressione di un’occasione mancata. Se state recuperando il filone mandaloriano in ordine, vale una visione, ma giusto per completezza.

    8. The Acolyte (2024)

    Prima serie ambientata nell’era dell’Alta Repubblica, The Acolyte ha provato a mescolare il lato più mistico dell’Ordine Jedi con lo stile dei film d’arti marziali, e la trovata è effettivamente interessante. Qualche personaggio dal buon potenziale, il villain Qimir, il misterioso Darth Plagueis, la protagonista Osha/Mae divisa tra luce e ombra (buona la prova di Amandla Senberg). Ma per quanto le premesse fossero discrete, il risultato è un “già visto” con la trama che procede in modo prevedibile, talvolta forzato. (Spoiler in arrivo!) La stessa idea delle gemelle divise tra i due lati della forza su cui si sviluppa tutto il racconto è abbastanza scontata, e non affonda mai realmente. È una proposta che può intrigare chi vuole esplorare il volto più “spirituale” degli Jedi oltre gli Skywalker, meno convincente per chi cerca una storia veramente avvincente e ricca di colpi di scena. Nel complesso è godibile, ma non stupisce mai davvero.

    7. Solo: A Star Wars Story (2018)

    Anche qui uno dei personaggi più iconici della saga, anche qui un’occasione sprecata. Solo: A Star Wars Story è il prequel dedicato al giovane Han, con un Alden Ehrenreich che ci mette tutto l’impegno del mondo, ma dare un volto nuovo a un personaggio plasmato da Harrison Ford è un’impresa impossibile, per chiunque. 

    Il film ha avuto una produzione tormentata (con cambio di regia in corsa) e si vede: il ritmo è incostante e molte scelte sembrano costruite a tavolino per spuntare tutte le caselle del "mito" di Han. Funzionano, invece, i richiami alla saga degli anni ‘70 – il primo incontro con Chewbacca, l’amicizia con Lando (interpretato da un fantastico Donald Glover) e l’origin story del Millennium Falcon – dettagli preziosi per i fan più radicali. 

    Il tono da bromance spaziale tra i protagonisti regala al film una sfumatura in più, perfetta per chi cerca un’avventura leggera, senza troppa mitologia. Tuttavia, rispetto ad altri titoli dell’antologia, Solo fatica a trovare un’identità forte e resta un esperimento isolato, non certo un capitolo indispensabile.

    6. Obi-Wan Kenobi (2022)

    Qui l’hype era fortissimo, un titolo tra i più attesi dagli appassionati della saga, tanto che l’arrivo della mini serie Obi-Wan Kenobi era stata accolta con un’ovazione e con aspettative molto alte. Anche solo per il ritorno di Ewan McGregor nei panni del Maestro Jedi per eccellenza. 

    Tuttavia è proprio con questo spin-off che (almeno a parere di chi scrive) esce fuori uno dei punti deboli più evidenti dell’era Disney. Come già visto con Solo, anche in Obi-Wan il protagonista sembra costruito appositamente per piacere ai fan, soprattutto ai puristi dato che la storia si colloca tra La vendetta dei Sith e Una nuova speranza (1977). Anche in questo caso l’idea era ottima: indagare il dilemma morale del maestro, distrutto dal fallimento con Anakin (fresco di passaggio al lato oscuro), con tanto di Spada Laser appesa al chiodo, eppure… appesa al chiodo rimane anche l’idea. 

    La trama è sì molto intrigante, ma lo sviluppo è fiacco, i tempi dilatati, quasi che dopo aver avuto un’ottima intuizione per la sceneggiatura la si sia abbandonata. Non aggiunge nulla di davvero significativo alla saga, tuttavia è una serie che merita di essere guardata, sia per l’importanza nella timeline Skywalker, sia per il duello finale tra il Maestro e l’ex allievo, non più Anakin ma “esordiente” Darth Vader. I fili tra l’Episodio III e IV sono tessuti molto bene, i richiami al mondo Lucas sono affascinanti, consigliata ai veri fan di Star Wars. 

    5. Ahsoka (2023)

    Spin-off di The Mandalorian e ideale seguito di Rebels (2014), la serie porta in live-action alcune tra le figure più amate dei lavori animati, ma questa volta senza i contraccolpi ormai tipici di casa Disney quando si parla di live-action. Come per The Acolyte, anche in Ahsoka il lato oscuro è il vero protagonista della trama, ma questa volta si va più a fondo e il vissuto della protagonista è ritratto con più decisione. Tuttavia, come per Obi Wan, anche questa serie non riesce a sviluppare le grandi premesse da cui era partita.

    Partendo proprio dal cast, che mette in scena tre protagoniste femminili. Una scelta che avrebbe potuto dare finalmente un nuovo twist a una saga quasi totalmente al maschile – eccezion fatta per l’icona Leia (Carrie Fisher) e Rey (Daisy Ridley), co-protagonista dell’ultima trilogia in ordine di uscita (Episodi VII, VIII e IX). “Avrebbe potuto”, appunto, ma non lo fa mai davvero, e togliendo i flashback della protagonista, l’unica a essere davvero indagata, Hera rimane un personaggio sospeso senza una vera giustificazione nella trama; un po’ meglio Sabine, anche se più prevedibile, ma il suo rapporto allieva-maestra con Ahsoka indebolisce il fascino della protagonista. Le atmosfere oscure della serie aiutano nello sviluppo dei villains, soprattutto Bailan, meno Shin Hati – anche lei sospesa nel suo potenziale, mai davvero sfruttato appieno.

    La trama procede lenta, si incentra sul trauma che ha segnato la protagonista, gran parte del racconto è affidato ai dialoghi, ma l’azione purtroppo ne esce un po’ malconcia. A salvare il ritmo, però, ci pensa il duello finale, che regala il vero colpo di scena della serie, con un ritorno a sorpresa che i veri fan non potranno non amare. Menzione d’onore alla Spada Laser di  Ahsoka, la più cool della saga insieme a quella brandita da Darth Maul. Consigliata per chi vuole scoprire un volto nuovo di uno dei personaggi più amati delle serie animate, meno per chi da Star Wars cerca battaglie interstellari e storie incalzanti.

    4. Skeleton Crew (2024)

    Il più disneyano tra gli spin-off, che Skeleton Crew sia stato una “sorpresa” su questo non ci piove. Un po’ Goonies (1985), un pizzico di Stranger Things (2016-), un Jude Law in forma strepitosa (fuoriclasse assoluto, si prende la serie sulle spalle). Tuttavia è giusto fare una precisazione: questo è un ottimo titolo per entrare nella Galassia di Star Wars, ma decisamente meno adatto per chi in quella Galassia ci naviga già. Il ritmo c’è ed è adatto al formato serie, al contrario dei titoli sopracitati, interessante anche la trovata di un Guerre Stellari dei piccoli, ottima sia per il marketing che per dare una sfumatura inedita al franchise. 

    Farà invece storcere il naso ai fan di vecchia data: niente lati oscuri, niente Morte Nera, nessun vero villain, almeno non a livello di Vader o dell’Imperatore – ma nemmeno di Jabba the Hutt. Consigliatissima, invece, a un pubblico famigliare, target dichiarato di Skeleton Crew. Una serie leggera, facile da guardare, dal tono azzeccato e in linea con le premesse, perfetta se volete contagiare i vostri figli con la Star Wars mania. Trascurabile, invece, dai puristi più hardcore: vedere la vostra saga cult così tanto disneyzzata potrebbe essere un duro colpo.

    3. Rogue One: A Star Wars Story (2016)

    Finalmente sul podio, da qui in poi il gap tra il gruppo di testa e i titoli elencati in precedenza si fa consistente. Partiamo con Rogue One . Questo è un titolo fondamentale, per tutti i fan, avvincente e godibilissimo anche per chi si approccia per la prima volta a Star Wars. Il suo merito? Dare un volto umano ai protagonisti. La telecamera si sposta dagli intrecci Jedi, al centro della scena c’è la ribellione e l’operazione suicida per distruggere la Morte Nera – all’epoca in forma “cantiere”. Il ritmo è quello di un war movie a tutti gli effetti, e un paragone anche per la trama potrebbe essere Dunkirk (2017), ma in versione intergalattica. 

    La tensione e la paura dei personaggi, l’azione e la battaglia al centro della trama, niente Forza, niente profezie, né tragici rapporti padre-figlio. Il film, infatti, si colloca prima della storia inaugurata con la trilogia di Lucas, quindi prequel dell’Episodio III, e già soltanto orbitare attorno all’iconografia sacra è un atto di coraggio. E "coraggio" è il termine che più di altri definisce questo film. Coraggio degli sceneggiatori a tentare un’impresa impossibile, il coraggio dei protagonisti – semplici piloti, soldati, nei film precedenti usati come comparse da far esplodere attorno agli Skywalker.

    Consigliatissimo ai fan della saga, che qui troveranno uno sguardo davvero inedito e riuscito, che si integra appieno con gli altri titoli aggiungendo (finalmente!) qualcosa di nuovo. Ottimo anche per gli appassionati di film di guerra, qui in chiave stellare, o in generale dei film di azione. 

    2. The Mandalorian (2019–)

    Tra le serie, The Mandalorian è stata la prima pubblicata da Disney ed è quella che ha riportato l’astronave in carreggiata, dopo il mezzo passo falso di Solo. Non solo ha rilanciato l’interesse per la saga dopo gli alti e bassi dei sequel cinematografici, ma ha anche costruito una nuova mitologia a partire da un protagonista magnetico, Din Djarin, e da una delle trovate (anche di marketing) più geniali della storia recente di Star Wars: Grogu, aka “Baby Yoda”. 

    Una serie che può essere gustata anche senza perdersi nei riferimenti ad altri film, perfetta anche a sé stante. Il fascino del cacciatore di taglie nascosto dietro all’elmo, del suo popolo, inquadrature mozzafiato da western intergalattico e atmosfere alla Sergio Leone, vero colpo vincente di questo titolo. 

    The Mandalorian è cinema puro, un eroe in stile Robocop, un Impero che più che Palpatine ricorda i nazisti di Bastardi senza gloria, con tanto di cameo a sorpresa di Werner Herzog a capo di un piano segreto. Appassionante in tutte le sue stagioni, consigliata sia ai fan di lunga data (chi non ha mai fantasticato sull’elmo di Boba?) sia per chi abbia iniziato i primi passi nell’universo di Guerre Stellari.

    1. Andor (2022–)

    Senza dubbio la serie più riuscita tra quelle dell’Antologia, e come The Mandalorian condivide il pregio di poter essere vista come serie a sé stante. Certo, l’universo rimane lo stesso, ma anche chi non è esperto di Star Wars può appassionarsi a questi titoli, senza aver paura di perdersi in citazioni o intrecci sconosciuti.

    Andor, tuttavia, si merita il primo posto perchè è la serie che più delle altre è riuscita a portare qualcosa di davvero nuovo, dando alla Galassia un volto “politico”, che prima non aveva mai avuto. Anche qui non abbiamo spade laser, ma la nascita della ribellione raccontata nei suoi lati più nascosti, più umani. Sci-fi, certamente, ma meno fantasy: l’Impero non ha il volto di Vader, del nemico “classico”, ma qui ha i tratti del senso di oppressione tipico delle dittature, invisibile e quindi impossibile da sconfiggere con una spada laser. 

    Sequel di Rogue One, Andor riesce dove tutti gli altri titoli non avevano osato: dare un volto “reale” all’Impero, ma soprattutto alla resistenza. È la scelta giusta per chi cerca scrittura un titolo appassionante ma più adulto, e una tensione che cresce episodio dopo episodio. È anche il tassello che potenzialmente rilegge l’intera Anthology a posteriori, con un ritratto inedito delle frange ribelli.

  • Da “Eternals” a “Thunderbolts*”: come vedere tutti i film Marvel prima de 'I Fantastici 4 – Gli inizi'

    Da “Eternals” a “Thunderbolts*”: come vedere tutti i film Marvel prima de 'I Fantastici 4 – Gli inizi'

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Primo standalone del Marvel Cinematic Universe e prima famiglia Marvel a essere protagonista di un film, I Fantastici 4: Gli Inizi (2025) è un titolo cruciale per la Fase 6, di cui è l'apripista. Dopo il flop di Fantastic Four - I Fantastici 4 (2015) e l'acquisizione della 20th Century Fox da parte della Disney, il controllo del franchise dedicato ai personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby è passato ai Marvel Studios, che hanno deciso di dare vita a un nuovo reboot uscito nel luglio 2025.

    Ambientato negli anni '60 retro-futuristi immaginati da Matt Shakman, il film vede Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) cercare di trovare un equilibrio tra la loro figura di eroi pubblici e il loro privato, mentre si ritrovano a dover difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner).

    Tra i villain che i Fantastici 4 dovrebbero incontrare nel loro cammino, oltre al già citato Galactus, c'è anche il Dottor Destino. Questo segna il ritorno nel MCU di Robert Downey Jr. in una nuova veste inedita. Inoltre, come parte della Saga del Multiverso, il film – la cui azione si svolge in un universo parallelo - apre esponenzialmente il racconto, offrendo la possibilità di intrecciarsi con la timeline principale e preparare il terreno a eventi futuri. JustWatch ha stilato la lista di tutti i film Marvel da vedere in streaming prima de I Fantastici 4: Gli Inizi.

    1. Avengers: Endgame (2019)

    Quello di Avengers: Endgame è, al contempo, un punto di arrivo e di inizio per il MCU. Da una parte, il film segna la fine di un ciclo narrativo fondante del mondo targato Marvel, con l'uscita di scena di Iron Man e Captain America. Dall'altro, introduce il Multiverso. La pellicola, nelle sue tre ore di durata, vede i Vendicatori, sopravvissuti allo schiocco delle dita di Thanos, usare il viaggio nel tempo per recuperare le Gemme dell'Infinito e ripristinare la metà dell'universo spazzata via. 

    L'introduzione di questo elemento narrativo ha ridefinito le fasi successive dei titoli Marvel arrivando fino al film di Matt Shakman, i cui protagonisti sono già stati annunciati in Avengers: Doomsday (2026). Quella di Endgame è una pellicola corale che celebra un'era cinematografica grazie al giusto mix di azione, epica e commozione. In particolare, le uscite di scena di Robert Downey Jr. e Chris Evans regalano due dei momenti più emozionanti dell'intero MCU. Una visione imprescindibile per chiunque abbia apprezzato la Saga dell'Infinito.

    2. Eternals (2021)

    Eternals, il debutto di Chloé Zhao alla regia di un film Marvel, introduce la mitologia dei Celestiali e la loro influenza sulla Terra all'interno del MCU. Sono loro, nel 5.000 a.C. a inviare gli Eterni, esseri immortali con superpoteri, sul nostro pianeta per proteggere l'umanità dai Devianti. Nel presente, il gruppo si riunisce per affrontare una nuova minaccia. La stessa grazie alla quale scoprono la verità dietro la loro creazione e il vero scopo della loro presenza sulla Terra. 

    Il film ha una rilevanza all'interno de I Fantastici 4: Gli Inizi (2025) proprio grazie all'introduzione dei Celestiali, la nemesi del cattivo Galactus che darà filo da torcere a Mr. Fantastic, Donna Invisibile, Torcia Umana e La Cosa. Uno dei titoli meno fortunati e meno apprezzati dalla critica del MCU. Il film si distingue però per la sua estetica visiva in parte ispirata a Terrence Malick e al suo The Tree of Life (2011). Zhao, infatti, mentre in due ore e 40 racconta una storia di identità che contrappone libero arbitrio e destino, infonde le immagini di una bellezza ammaliante come già fatto in Nomadland (2020) e The Rider - Il sogno di un cowboy (2017).

    3. Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022)

    Con Doctor Strange nel Multiverso della Follia di Sam Raimi, il Multiverso è una realtà sdoganata all'interno del Marvel Cinematic Universe. Il Maestro delle Arti Mistiche di Benedict Cumberbatch è impegnato a proteggere America Chavez (Xochitl Gomez), una ragazza capace di viaggiare tra realtà diverse, dalle mire di Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) che vuole appropriarsi dei suoi poteri per ricongiungersi con i suoi figli. La scelta dei Marvel Studios di ingaggiare un regista come Raimi ha permesso al film di discostarsi visivamente dai titoli precedenti, infondendolo di un'atmosfera più dark che omaggia il genere horror. Lo fa in molti modi, dagli incubi che infestano le notti del protagonista alla presenza di figure sinistre. 

    Se ti piacciono i cinecomic, ma apprezzi anche una visione precisa capace di trovare una propria dimensione narrativa e visiva, non resterai deluso. Inoltre, i passaggi di Doctor Strange all'interno del Multiverso, oltre a dare libero sfogo all'immaginazione del regista, sono fondamentali per I Fantastici 4: Gli Inizi (2025) perché permettono agli spettatori di avere confidenza con questa complessa dinamica che apre a svariate possibilità narrative per il futuro del MCU, come dimostra lo stesso film di Matt Shakman.

    4.  Thunderbolts* 

    Uno dei titoli più riusciti da Avengers: Endgame (2019) in poi. Thunderbolts* riunisce il gruppo di anti-eroi e criminali del MCU, tra cui Yelena Belova (Florence Pugh) e Bucky Barnes (Sebastian Stan), sotto la guida della contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), per svolgere missioni governative segrete. Un thriller ricco di azione e di umorismo, ma senza quelle forzature tali da risultare forzato, che ha dato un segnale di ripresa per i Marvel Studios dopo una sequela di film poco ispirati. 

    Tra i suoi punti di forza il cambiamento di punto di vista – non più eroi senza macchia al centro del racconto, ma personaggi pieni di zone grigie – e la scelta di concentrarsi su tematiche importanti come la depressione e il confronto con i propri traumi e fragilità. Il film è l'unico dei Marvel Studios a contenere al suo interno – merito di una scena post-credit – un diretto riferimento al film di Matt Shakman. Nella sequenza in questione si vede la squadra capitanata da Yelena Belova (Florence Pugh) ricevere una richiesta di aiuto da un'astronave con il logo dei Fantastici 4. La prima incursione dei supereroi nel MCU.

  • Film erotici nati come fanfiction: da Cinquanta Sfumature a The Idea of You, 5 titoli hot da non perdere

    Film erotici nati come fanfiction: da Cinquanta Sfumature a The Idea of You, 5 titoli hot da non perdere

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    C’è stato un tempo in cui la fanfiction era considerata roba da nerd chiusi in cameretta. Ma oggi? È una vera e propria fucina di best seller e film da milioni di dollari, soprattutto nel genere erotico. Wattpad, FanFiction.net, Archive of Our Own: sono le culle segrete di molte delle storie più bollenti arrivate sul grande schermo.

    Personaggi ispirati a vampiri glitterati, cantanti delle boyband o cavalieri Jedi si sono trasformati in businessman dominanti, studenti sexy e prof universitari dal passato tormentato. Il tutto condito da drammi, scene hot e una buona dose di fan service. In questo articolo ti portiamo alla scoperta di 10 film erotici nati come fanfiction da vedere in streaming, da quelli diventati fenomeni globali ad altri più di nicchia ma super intriganti. Pronti a entrare nel mondo della fanfiction diventata cinema? Via col tasto play.

    1 - Cinquanta Sfumature di Grigio (2015)

    Il capostipite del filone, il film che ha sdoganato l’erotismo “da camera da letto” nelle multisale: Cinquanta Sfumature di Grigio nasce come fanfiction di Twilight con il titolo Master of the Universe, pubblicata online da E.L. James sotto lo pseudonimo “Snowqueens Icedragon”. Inizialmente, i protagonisti erano chiaramente Edward e Bella, ma dopo il boom online, l’autrice riscrisse la storia in chiave originale, trasformandola in un romanzo che vendette oltre 150 milioni di copie. Il film con Jamie Dornan e Dakota Johnson ha poi portato Christian Grey e Anastasia Steele su tutti gli schermi, dando il via a una trilogia super sensuale e discutibile quanto iconica. Che piaccia o no, 50 Sfumature (2015) ha avuto il merito di portare l’erotismo femminile nella cultura pop mainstream. Scene hot, dialoghi intensi (a volte trash) e una colonna sonora da urlo. Perfetto se ti piacciono i giochi di potere, le stanze rosse e i segreti dietro le cravatte di seta.

    2 - After (2019)

    Se Cinquanta Sfumature (2015) è nato da Twilight (2008), After è figlio diretto dei One Direction. Sì, hai letto bene: la fanfiction originale, scritta da Anna Todd su Wattpad, era incentrata su una versione romanzata (e mooolto più oscura) di Harry Styles. Col tempo, i nomi sono cambiati, ma il cuore della storia è rimasto: Tessa, studentessa modello, incontra Hardin, il classico bad boy pieno di misteri, tatuaggi e rabbia repressa. Il film del 2019 ha conquistato una nuova generazione di fan con il suo mix di erotismo softcore, scontri passionali e drammi adolescenziali. Con ben cinque film all’attivo (e un prequel in arrivo), After è ormai un franchise a tutti gli effetti. Il bello? La storia è iniziata con una ragazza che scriveva sul suo cellulare. Il brutto? Il tasso di tossicità nella relazione. Ma se ami i rollercoaster emotivi, questo è il guilty pleasure che fa per te.

    3 - Gabriel’s Inferno (2020)

    Meno mainstream, ma molto più raffinato, Gabriel’s Inferno è una chicca per chi cerca romanticismo colto ed erotismo avvolto nel velluto. Nato anch’esso come fanfiction di Twilight (2008), l’opera di Sylvain Reynard ha preso una piega accademica e quasi dantesca: Gabriel è un professore affascinante e tormentato, Julia una studentessa innocente e misteriosa. La loro storia si muove tra Firenze, citazioni di Dante Alighieri e tensione sessuale a livelli da combustione spontanea. L’adattamento in tre parti prodotto da Passionflix ha mantenuto quell’atmosfera elegante e sensuale, senza scivolare nel trash. Non ci sono fruste né stanze rosse, ma sguardi intensi, baci rubati e un desiderio che si costruisce lentamente. Perfetto per chi ama gli slow burn con un tocco di cultura e un protagonista che legge la Divina Commedia a letto. Letteralmente.

    4 - 365 giorni (2020)

    Ok, tecnicamente non è nato come fanfiction. Ma se 365 giorni non è una fanfiction “ufficiale”, è sicuramente una figlia spirituale di Cinquanta Sfumature di Grigio. Il romanzo di Blanka Lipińska, da cui è tratto il film Netflix, riprende in pieno i tropi dell’erotico da bestseller: miliardario dominante? C’è. Rapimento e sindrome di Stoccolma romantica? C’è. Scene hot ai limiti del censurabile? Oh, sì. La storia segue Laura, una giovane donna che viene rapita da Massimo, un boss mafioso italiano che le dà 365 giorni per innamorarsi di lui. Il film ha fatto scalpore per la sua carica erotica (non a caso è diventato virale su TikTok), ma anche per le polemiche sul consenso. Nonostante tutto, ha avuto un enorme successo e ha dato vita a due sequel. Se cerchi il guilty pleasure definitivo, questo è il film da vedere con le tende chiuse. E magari... senza i genitori in casa.

    5 - The Idea of You (2024)

    Anche qui, c’entra Harry Styles. Anzi, c’entra tantissimo. The Idea of You è stato inizialmente un romanzo scritto da Robinne Lee, attrice e scrittrice, che si è ispirata all’immagine idealizzata di Styles per creare Hayes Campbell, frontman dei “August Moon”, boyband immaginaria con un fandom adorante. La protagonista è Solène, una madre quarantenne che si ritrova travolta da una relazione con il giovane cantante durante un viaggio al Coachella. Il libro ha conquistato migliaia di lettrici, e ora è diventato un film con Anne Hathaway, pronto a debuttare su Prime Video. Il tono? Molto più maturo, dolceamaro e femminista rispetto ad altri titoli in lista. Erotico sì, ma anche profondamente emotivo e sincero. Se vuoi una storia d’amore tra una donna adulta e un uomo più giovane, con scene hot e riflessioni sul tempo, il corpo e il desiderio… preparati a innamorarti.

    Dove vedere i film erotici nati da fanfiction in streaming 

    Dalle camerette dei fan alle luci della ribalta, il salto è stato breve. Questi film dimostrano che la fanfiction non è solo un passatempo, ma un vero motore creativo che ha rivoluzionato il mondo dell’erotico e del romance. Ogni storia nasce da una fantasia, ma alcune diventano bestseller e blockbuster. Che tu preferisca le sfumature del grigio, i drammi da college o le passioni d’ufficio, c’è una fanfiction diventata film pronta a farti battere il cuore (e magari anche arrossire). Hai già visto tutti questi titoli? O sei più tipo da AO3 con la tenda chiusa e il browser in incognito? In ogni caso… qui trovi l’elenco completo su dove guardare i 5 film erotici nati da fanfiction in streaming:

  • La classifica di tutti i film della Fase 1 Marvel da vedere online

    La classifica di tutti i film della Fase 1 Marvel da vedere online

    Alessandro Zaghi

    Alessandro Zaghi

    Editor a JustWatch

    Decine di film, serie spin-off, personaggi che si collegano tra loro, multiversi, le tradizionali scene “nascoste” post-credits: in sintesi il Marvel Cinematic Universe. Un vero e proprio universo cinematografico, negli anni diventato sinonimo contemporaneo del colossal hollywoodiano. Chiunque ormai conosce Iron Man o Thor, personaggi un tempo confinati alle pagine dei fumetti, oggi entrati a gamba tesa nell’immaginario collettivo proprio grazie all’arrivo della Marvel nelle sale.

    Una storia iniziata nel 2008, con il primo di sei titoli che compongono la cosiddetta “Fase 1” del Marvel Cinematic Universe. Questi film sanciscono l’ingresso in scena dei personaggi che andranno poi a formare il dream team degli Avengers. È in questa Fase, inoltre, che per la prima volta venne introdotta l’idea di un universo condiviso, invenzione 100% made in Marvel; prima di allora a nessuno era mai venuto in mente di connettere fra loro personaggi di film diversi (forse a Quentin Tarantino, ma questa è un’altra storia…). 

    Come fossimo alla ricerca delle Gemme dell’Infinito apriamo quindi una porta temporale, per un viaggio indietro nel tempo, verso i film che hanno dato inizio al Marvel Cinematic Universe. Qui sotto li trovate tutti, dai meno riusciti fino a quelli diventati pezzi di storia del cinema dedicato ai supereroi.

    6. L’incredibile Hulk (2008) 

    Il tassello dimenticato della Fase 1. L’incredibile Hulk racconta la storia di Bruce Banner, interpretato da Edward Norton, in lotta con una trasformazione devastante (letteralmente) che non riesce a controllare. Il film ha un tono cupo, talvolta quasi thriller, si prende molto sul serio pur portando in scena un gigantesco mostro verde. Tuttavia fatica a trovare una vera anima: lo stile è distante dagli altri film Marvel, i legami con il resto del MCU sono minimi (tranne che un breve cameo di Tony Stark nel finale). Come se non bastasse, L’incredibile Hulk (2008) è l’unico film della saga in cui il protagonista cambierà attore (da Norton a Mark Ruffalo), e forse anche per questo rimane isolato dal resto. 

    5. Iron Man 2 (2010)

    Dopo il successo travolgente del primo Iron Man (2008), questo sequel aveva il compito di alzare l’asticella. Non è andata proprio così. In questo secondo capitolo Tony Stark è ormai una celebrità, ma deve fare i conti con il governo che vuole le sue armature, un nuovo nemico russo (Whiplash) e la tossicità del reattore che tiene incastonato nel petto. Troppe sottotrame, troppi personaggi introdotti in vista dei film successivi. Il risultato è confuso e anche il fenomeno Downey Jr. non basta a tenere tutto insieme. Rimangono alcune buone intuizioni (la prima vera apparizione di Vedova Nera, il legame con Nick Fury), ma se L’incredibile Hulk (2008) sembrava un po’ insipido, con Iron Man 2 siamo davanti a un vero ‘mappazzone’.

    4. Thor (2011)

    Un principe spocchioso, un martello magico e un regno di divinità norrene: le possibilità che questa ricetta si trasformasse in un flop c’erano eccome, eppure la scommessa andò a buon fine. A causa della sua mitologica arroganza, Thor (Chris Hemsworth) viene esiliato sulla Terra dal padre Odino (Anthony Hopkins). Qui incontra Jane Foster (Natalie Portman), scienziata che lo aiuterà a riscoprire se stesso. La trama fantasy di Thor è arricchita dai tocchi shakespeariani dell'odio fratricida di Loki, che qualche anno dopo diventerà uno dei villain (e antieroi) più amati del MCU. 

    3. Captain America: Il primo vendicatore (2011)

    Anche qui il disastro era dietro l’angolo. Il classico eroe senza macchia, chiamato a salvare la patria durante la Seconda Guerra Mondiale, che alla fine trionfa e torna dalla sua bella… un po’ già visto no? Ma anche questa volta la Marvel riuscì a stupire, con Chris Evans che regalò al personaggio un volto credibile e, soprattutto, umano. La trasformazione da gracile recluta a supersoldato è raccontata in maniera convincente in Captain America - Il primo vendicatore. Lo stesso vale per la storia d’amore con Peggy Carter, a mani basse la più toccante dell'intero MCU. 

    2. Iron Man (2008)

    Il film da cui tutto è iniziato. Tony Stark, miliardario playboy, cinico quanto geniale, viene rapito in Afghanistan, ma riesce a scappare dalla prigionia costruendo – praticamente a mani nude – l’armatura che diventerà poi simbolo della saga. Iron Man (2008) è una origin story perfetta, dal ritmo serrato e appassionante, in cui il protagonista Robert Downey Jr. si prende la scena con una delle sue prove migliori. A chi si aspettava il solito film di supereroi (la tipica “americanata” per intenderci) Marvel rispose introducendo temi complessi, decisamente inusuali per il genere, come gli interessi dell’industria bellica e il conseguente senso di colpa attorno cui ruota lo sviluppo del personaggio. E poi quel finale, “I am Iron Man”, game-set-match.

    1. The Avengers (2012)

    Il punto di arrivo di tutta la Fase 1. Sei eroi riuniti per fermare l’invasione di Loki, sotto la guida del capo dell’organizzazione segreta S.H.I.E.L.D., il leggendario Nick Fury (qui interpretato da Samuel L. Jackson). Trama apparentemente semplice, ma realizzare The Avengers era davvero un’impresa quasi impossibile: incrociare le trame, mettere insieme personaggi lontani, farli funzionare come squadra. Missione compiuta dal regista e screenwriter Joss Whedon, con un film che gira e non si inceppa mai, in cui ogni protagonista ha il suo spazio pur non intaccando le dinamiche del gruppo. Ciliegina sulla torta, la battaglia finale a New York, ancora oggi una delle sequenze più iconiche nella storia del genere. The Avengers (2012) non solo chiude la Fase 1: la consacra. Da qui in poi, l’MCU sarebbe diventato un fenomeno mondiale.

    Dove vedere in streaming i film della Fase 1 Marvel

    Se dopo questo viaggio nella Fase 1 vi è venuta voglia di rivedere tutto da capo, sappiate che potete farlo comodamente in streaming. Cinque film su sei sono disponibili su Disney+, piattaforma che ospita gran parte del catalogo Marvel, dalle origini degli Avengers fino agli ultimi sviluppi del Multiverso. L’unica eccezione è L’incredibile Hulk (2008), distribuito da Universal e quindi assente su Disney+: in quel caso, lo trovate su Prime Video, a noleggio o per l’acquisto digitale.

  • I 10 migliori film e serie TV di Nicholas Hoult: da giovane rivelazione a Lex Luthor del Nuovo Millennio

    I 10 migliori film e serie TV di Nicholas Hoult: da giovane rivelazione a Lex Luthor del Nuovo Millennio

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Con l’uscita nelle sale del nuovo film su Superman diretto da James Gunn, non si parla d’altro: Nicholas Hoult è ufficialmente il nuovo Lex Luthor del grande schermo. Un casting sorprendente ma azzeccato, che conferma la traiettoria fuori dagli schemi dell’attore inglese, capace di reinventarsi a ogni ruolo.

    Da prodigio della recitazione in About a Boy (2002) fino a famiglio stressato di un vampiro, zar psicotico, “critico culinario” in crisi o villain leggendario, Hoult ha costruito una carriera solida e ricca di sorprese, in equilibrio tra cinema indipendente e blockbuster.

    Il suo talento camaleontico, il fascino magnetico e una certa tendenza a scegliere personaggi eccentrici, fragili o disturbati lo rendono uno degli attori più interessanti della sua generazione. In attesa di vederlo sfidare l’Uomo d’Acciaio, ecco i 10 migliori film e serie TV da guardare in streaming, fondamentali per capire l’evoluzione di Nicholas Hoult.

    1. About a Boy (2002)

    Tutti ricordano il piccolo Marcus: capelli a scodella, maglioni imbarazzanti e una sincerità spiazzante. Con About a Boy, tratto dal romanzo di Nick Hornby, Nicholas Hoult debutta al cinema al fianco di Hugh Grant, regalando un personaggio memorabile per delicatezza e umorismo. Marcus è un ragazzino solitario con una madre depressa, che finisce per instaurare un’improbabile amicizia con un trentenne immaturo e irresponsabile. Hoult riesce a rendere credibile e toccante il difficile equilibrio tra l’ingenuità infantile e la consapevolezza precoce del dolore, rubando spesso la scena al protagonista adulto. Il film ottiene un grande successo e lancia la carriera del giovane attore, che già mostra una sorprendente maturità interpretativa. Una performance che ancora oggi emoziona e che segna l’inizio di un percorso fatto di scelte coraggiose e ruoli sempre diversi.

    2. Skins (2007–2008)

    Se About a Boy (2002) ha rivelato il suo talento, è con Skins che Nicholas Hoult è diventato un’icona generazionale. Nel ruolo di Tony Stonem, ragazzo brillante, manipolatore e carismatico, Hoult incarna l’adolescente pericolosamente perfetto, destinato però a una rovinosa caduta. Tony è l’anti-eroe perfetto della serie: affascinante, spietato, ma anche profondamente umano nei momenti di vulnerabilità. Skins, con il suo stile crudo e realistico, ha rivoluzionato la rappresentazione dei teen drama, e Hoult ne è stato il volto simbolo nella prima generazione. Il suo arco narrativo, tra eccessi, trauma e redenzione, gli permette di esplorare registri diversi, dimostrando un’ampiezza espressiva che lo distingue dai suoi coetanei. È qui che Hoult passa da promessa a certezza, aprendosi le porte per ruoli più adulti e complessi.

    3. The Great (2020–2023)

    Chi pensava che Nicholas Hoult fosse adatto solo a ruoli tormentati o romantici, non ha visto The Great. Nella serie satirica ideata da Tony McNamara, Hoult interpreta lo zar Pietro III di Russia con una combinazione irresistibile di crudeltà infantile e comicità surreale. Il suo Pietro è un despota ignorante, capriccioso e narcisista, ma talmente sopra le righe da risultare irresistibile. Accanto a Elle Fanning nei panni di Caterina la Grande, Hoult brilla in una performance che fonde commedia, tragedia e grottesco con sorprendente naturalezza. Il successo della serie è dovuto in gran parte alla sua capacità di rendere tridimensionale un personaggio così assurdo, sfidando ogni stereotipo. The Great (2020) segna un punto di svolta: Hoult non è più solo un attore talentuoso, ma una presenza carismatica capace di guidare una serie di successo internazionale.

    4. A Single Man (2009)

    Sotto la regia elegante di Tom Ford, Nicholas Hoult regala una delle sue interpretazioni più intense e sottovalutate. In A Single Man, interpreta Kenny, un giovane studente affascinato dal suo professore, interpretato da Colin Firth. Il film, ambientato nella Los Angeles degli anni Sessanta, è un racconto di lutto, desiderio e bellezza estetica, e Hoult si muove con grazia in questo mondo ovattato e malinconico. La sua presenza è luminosa e ambigua, e il personaggio di Kenny assume un ruolo quasi salvifico per il protagonista. Hoult, ancora poco più che ventenne, mostra una notevole profondità emotiva e una sensualità mai banale. A Single Man (2009) è un film che conferma la sua versatilità, capace di esprimersi anche attraverso silenzi e sguardi, e non solo con dialoghi brillanti o scene teatrali.

    5. La Favorita (2018)

    Con La Favorita, diretto da Yorgos Lanthimos, Hoult si immerge in un’altra corte disfunzionale, questa volta quella della regina Anna. Nel ruolo di Robert Harley, leader dei Whigs, l’attore sfoggia parrucca e sarcasmo in egual misura, rubando la scena con ogni comparsata. Hoult è perfettamente a suo agio nell’universo strambo e tagliente di Lanthimos, trasformando un ruolo secondario in una vera e propria mina vagante narrativa. Il suo personaggio è tanto comico quanto inquietante, e rappresenta uno dei migliori esempi della capacità di Hoult di adattarsi a toni e stili molto diversi tra loro. In un cast stellare con Olivia Colman, Rachel Weisz ed Emma Stone, Hoult riesce comunque a lasciare il segno, confermando la sua affinità con i ruoli ambigui e sopra le righe.

    6. The Menu (2022)

    The Menu è una black comedy feroce e inquietante, e Hoult è perfetto nel ruolo dell’appassionato foodie Tyler, cliente insopportabile di un esclusivo ristorante gourmet. Insieme a Anya Taylor-Joy, Hoult esplora le dinamiche del privilegio, dell’ossessione e della disconnessione emotiva. Il suo personaggio, apparentemente innocuo, si rivela uno dei più disturbanti del film: adorante fino alla follia nei confronti dello chef interpretato da Ralph Fiennes, Tyler incarna la deriva dell’adorazione cieca per l’élite culturale. Hoult riesce a rendere il personaggio insopportabile e allo stesso tempo tragicamente umano, una maschera di superiorità che nasconde un vuoto devastante. È una delle sue prove più riuscite nel campo del cinema satirico, e un ulteriore esempio della sua bravura nel rendere indimenticabili anche personaggi secondari.

    7. Renfield (2023)

    Con Renfield, Nicholas Hoult torna a vestire i panni del mostro romantico, ma in chiave ironica e contemporanea. Nel film interpreta il celebre servitore di Dracula, stanco della sua relazione tossica con il Principe delle Tenebre (un Nicolas Cage in forma smagliante). Il film gioca con i cliché del genere horror e li capovolge in una commedia action piena di sangue e sarcasmo. Hoult riesce a bilanciare perfettamente lo humour nero con momenti più toccanti, dando vita a un personaggio tragicomico che combatte la dipendenza, letteralmente, da un padrone immortale. Ancora una volta, dimostra il suo talento nel mescolare generi diversi e nel dare profondità emotiva anche ai ruoli più assurdi. Renfield (2023) non è un capolavoro, ma è un veicolo perfetto per l’energia e l’ironia sempre più affilate di Hoult.

    8. X-Men: L’inizio (2011)

    Nel rilancio della saga X-Men, Nicholas Hoult entra a far parte del franchise nel ruolo di Hank McCoy, alias Bestia. In X-Men: L’inizio, lo vediamo nei panni di un giovane scienziato brillante e introverso, la cui mutazione lo porterà a diventare un gigante blu dal cuore gentile. Hoult riesce a infondere al personaggio una vulnerabilità sincera, rendendolo uno dei mutanti più umani del gruppo. Il suo arco narrativo, che attraversa più film della saga, è uno dei più interessanti: riflette temi come l’accettazione di sé, il desiderio di normalità e la lotta tra scienza e istinto. La sua interpretazione, meno sopra le righe rispetto ad altri ruoli, dimostra una solida presenza drammatica. Con X-Men, Hoult entra nel mondo dei blockbuster mantenendo una sensibilità d’autore.

    9. Nosferatu (2025)

    Tra i film più attesi di questo 2025 c’è stato Nosferatu di Robert Eggers, nuova rilettura del classico horror espressionista di F.W. Murnau. Hoult interpreta Thomas Hutter, il protagonista della storia e vittima designata del vampiro interpretato da Bill Skarsgård. Dopo ruoli brillanti e grotteschi, Hoult torna a esplorare l’oscurità con un personaggio tragico e romantico. La scelta di Eggers — regista di The Witch (2016) e The Lighthouse (2019) — lascia intendere un film visivamente straordinario e narrativamente perturbante, in cui Hoult ha avuto l’occasione di mostrare nuove sfumature del suo talento. Un ritorno alle origini horror, ma con la maturità di un interprete ormai consapevole.

    10. Superman (2025)

    È il ruolo di una vita: Lex Luthor. Con il reboot di Superman (2025) firmato da James Gunn, Nicholas Hoult entra nell’universo DC vestendo i panni del più iconico tra i villain del fumetto americano. Un personaggio che è stato interpretato da grandi nomi (Gene Hackman, Kevin Spacey, Jesse Eisenberg), ma che Hoult promette di reinventare completamente. A differenza delle versioni più caricaturali o nevrotiche, il suo Lex sembra ispirarsi a figure reali del potere contemporaneo: freddo, intelligente, carismatico e inquietante. Gunn ha descritto il film come un mix di avventura, emozione e satira sociale, e Hoult — con la sua versatilità e il suo sguardo tagliente — è la scelta ideale per incarnare un antagonista che non ha bisogno di superpoteri per essere terrificante. Sarà questa la definitiva consacrazione di un attore che non ha mai smesso di reinventarsi?

    Dove guardare i migliori film e serie TV di Nicholas Hoult in streaming

    Nicholas Hoult ha dimostrato di essere un attore di straordinaria versatilità, capace di passare con disinvoltura da ruoli densi d’umanità a personaggi eccentrici, da blockbuster a film d’autore. La sua carriera non può dirsi conclusa, ma questa selezione rappresenta i momenti più iconici del suo viaggio sul grande (e piccolo) schermo. Di seguito, l’elenco completo su dove guardare i migliori film e serie TV di Nicholas Hoult in streaming:

  • Ti interessano gli anime ma non ne hai mai visto uno? Inizia con questi 10 titoli!

    Ti interessano gli anime ma non ne hai mai visto uno? Inizia con questi 10 titoli!

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Il mondo degli anime è vastissimo: ci sono saghe infinite, drammi esistenziali, combattimenti spettacolari, storie romantiche, avventure fantasy e persino panda rossi che urlano death metal. Ma se non hai mai visto un anime in vita tua, potresti sentirti sopraffatto da tutta questa varietà. 

    Da dove cominciare? Questo articolo è pensato per te che sei alle prime armi. Non esiste davvero la guida perfetta. La scelta potrebbe tanto variare dal gusto (sei uno che ama l’azione? Preferisci le cose romantiche? Sperimentali?) e dal tempo a disposizione. Ad esempio, shonen famosissimi (e assolutamente da vedere) come Dragon Ball (1986) o One Piece (1999), Naruto (2002) o Naruto: Shippuden (2007) potrebbero risultare un po’ impegnative (e, per forza di cose, respingenti) per il numero elevatissimo di episodi. Per dirla in termini sportivi, ti consigliamo un po’ di riscaldamento, prima di buttarti sull’agonismo vero e proprio! 

    Premesso questo, ti proponiamo 10 anime perfetti per iniziare, da guardare in streaming e scelti proprio per la loro accessibilità, la varietà di generi e l’incredibile capacità di far innamorare anche chi non sa cosa sia un “isekai” o una “tsundere”. Sono serie che spiegano bene cos’è l’animazione giapponese: emotiva, creativa, sorprendente. Questi titoli sono lo starter pack ideale per principianti: li trovi facilmente in streaming, sono brevi o ben strutturati, e hanno conquistato il cuore di milioni di fan. Sei pronto a iniziare il tuo viaggio?

    1. Death Note (2006)

    Un thriller psicologico avvincente, che ti prende dal primo episodio e non ti molla più. Death Note racconta la storia di Light Yagami, studente modello che entra in possesso di un quaderno capace di uccidere chiunque, semplicemente scrivendone il nome. Da lì parte una sfida mentale contro il misterioso detective L. Con soli 37 episodi e una trama serratissima, è l’anime perfetto per chi ama le serie intelligenti, piene di colpi di scena e dilemmi morali. Oscuro, elegante e avvincente: un classico che affascina anche i non appassionati.

    2. Spy x Family (2022 - in corso)

    Un agente segreto, un’assassina professionista e una bambina telepate… che formano una famiglia (finta). Spy x Family è una commedia brillante che mescola azione, affetto e ironia. Ogni episodio è leggero, ben ritmato e incredibilmente adorabile, grazie soprattutto alla piccola Anya, che è già un’icona. Perfetto per chi ama lo humor intelligente, le dinamiche familiari dolci e un pizzico di mistero. È l’anime ideale per avvicinarsi al genere senza sentirsi sopraffatti da mille sottotrame.

    3. Your Name. (2016)

    Se preferisci cominciare con un film, Your Name. è il punto di partenza perfetto. Diretto da Makoto Shinkai, racconta l’intreccio temporale e sentimentale tra due ragazzi che si scambiano misteriosamente di corpo. È una storia toccante, visivamente mozzafiato, che unisce il romanticismo a una vena fantasy delicata. Il ritmo è perfetto anche per chi non ha mai visto anime: emoziona, sorprende e resta nel cuore. Uno dei più grandi successi globali del cinema d’animazione giapponese.

    4. My Hero Academia (2016 - in corso)

    Lo sappiamo, lo sappiamo, avevamo premesso niente anime dalle “mille stagioni”. E sebbene My Hero Academia di stagioni ne abbia ben sette con un’ultima e ottava in arrivo questo autunno, rispetto ai “colleghi shonen” citati precedentemente, di episodi ne ha comunque meno! Per chi è cresciuto con i supereroi Marvel, My Hero Academia è un ponte ideale verso l’animazione giapponese. Ambientato in un mondo dove quasi tutti hanno superpoteri (quirk), segue la crescita di Izuku, ragazzo senza poteri che sogna di diventare un eroe. È uno shonen classico, pieno d’azione, emozione e insegnamenti sulla perseveranza, il coraggio e il valore della gentilezza. Ideale per chi ama le storie di crescita e non disdegna un po’ di epicità.

    5. Fruits Basket (2019 - 2021)

    Ti piacciono le storie commoventi con un pizzico di magia? Fruits Basket è una meravigliosa serie slice of life con un tocco fantasy. Racconta di Tohru, una ragazza che scopre che alcuni membri della famiglia Soma si trasformano in animali dello zodiaco cinese quando vengono abbracciati. Ma dietro la premessa buffa si nasconde un racconto profondo di traumi, guarigione e amore. Dolce e terapeutico, è perfetto per chi cerca un anime emotivo e introspettivo, ma accessibile.

    6. One Punch Man (2015 - in corso)

    Cosa succede quando sei talmente forte da sconfiggere chiunque con un solo pugno? Ti annoi. One Punch Man è una parodia geniale del genere supereroistico e shonen. Segue le disavventure del placido Saitama, che cerca un avversario alla sua altezza. È divertente, veloce e incredibilmente ben animato. Una scelta perfetta per chi vuole un anime action… ma non troppo serio. Si guarda in un attimo e lascia il segno.

    7. Demon Slayer – Kimetsu no Yaiba (2019 - in corso)

    Vuoi rimanere senza fiato per l’animazione? Inizia con Demon Slayer. La storia segue Tanjiro, un ragazzo dal cuore d’oro che si unisce ai cacciatori di demoni per salvare la sorella. L’anime unisce un’estetica giapponese raffinata a battaglie spettacolari e un legame familiare toccante. Perfetto per chi ama le avventure emotive e visivamente mozzafiato. Ha pochi episodi all’inizio e continua con film e stagioni molto accessibili.

    8. Toradora! (2008 - 2009)

    Un classico delle commedie romantiche scolastiche. Toradora! segue due studenti dal carattere opposto che decidono di aiutarsi a vicenda con le rispettive cotte… ma finiranno per legarsi tra loro. L’anime alterna momenti buffi e teneri a riflessioni sull’identità, la solitudine e l’amore. È breve, intenso e spesso commuove più di quanto si creda. Una porta d’ingresso perfetta per il lato romantico (e realistico) dell’animazione giapponese.

    9. Mob Psycho 100 (2016 - 2022)

    Un protagonista con poteri mentali devastanti… ma il suo vero problema è imparare a esprimere le emozioni. Mob Psycho 100 è un anime unico per stile e contenuto: colora la crescita personale con battaglie spettacolari, assurdità comiche e un messaggio profondo. Dallo stesso autore di One Punch Man, riesce a essere divertente, strano e toccante allo stesso tempo. Breve e perfetto per chi vuole un anime che faccia tutto: ridere, pensare e gasare.

    10. Violet Evergarden (2018 - 2020)

    Un anime struggente e visivamente meraviglioso. Violet Evergarden segue una giovane ex-soldatessa che, finita la guerra, cerca di capire il significato delle emozioni e delle parole. Scrivendo lettere per gli altri, affronta anche il proprio trauma e la propria solitudine. Ogni episodio è una piccola storia intensa. L’animazione è da togliere il fiato, la colonna sonora commovente. È perfetto per chi ama le emozioni forti e le storie di redenzione.

    Dove guardare i 10 anime perfetti per iniziare in streaming

    Entrare nel mondo degli anime può sembrare complicato, ma con i titoli giusti può diventare amore a prima vista. Che tu preferisca l’azione, il romanticismo, le risate o le storie commoventi, c’è un anime perfetto per te. Questi titoli sono pensati per farti scoprire tutto ciò che l’animazione giapponese ha da offrire… e magari dare inizio a una nuova passione (e qualche ossessione!).

    Di seguito trovi l’elenco completo su dove guardare i 10 anime perfetti per iniziare in streaming:

  • Gli anime censurati in Italia: 10 casi famosi (e cosa non ci hanno fatto vedere davvero)

    Gli anime censurati in Italia: 10 casi famosi (e cosa non ci hanno fatto vedere davvero)

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Chi è cresciuto guardando gli anime in TV tra gli anni ’80 e 2000 lo sa bene: molte scene, battute e persino trame sono state pesantemente censurate. A volte per “proteggere i bambini”, spesso per ignoranza e bigottismo, altre ancora per conformarsi a una sensibilità culturale diversa da quella giapponese.

    Il risultato? Baci scomparsi, coppie trasformate in “amici”, battute ambigue tagliate e interi episodi rimontati, nonché terribili finali tronchi. Alcune censure sono diventate leggendarie e oggi ci fanno sorridere o storcere il naso. Ma cosa succedeva davvero nelle versioni originali?

    Ecco 10 anime che in Italia sono arrivati censurati da vedere in streaming (senza censura), e cosa ci siamo persi nella versione non tagliata.

    1. Sailor Moon (1992)

    Sailor Moon è forse il caso di censura più celebre in Italia. Negli anni ’90, molte delle sue sfumature più adulte vennero rimosse per renderlo “più adatto” a un pubblico infantile. Il caso più noto? Haruka (Sailor Uranus) e Michiru (Sailor Neptune), una coppia saffica affiatata e romantica nella versione originale, sono diventate… cugine nella versione italiana. Un escamotage che rendeva incomprensibile la loro intimità e alcune scene ambigue. Oppure, altro esempio molto famoso sono le Sailor Starlights e il loro cambio di genere. Nella versione “umana” assumono l’identità segreta di una boyband, per poi trasformarsi in donne nella loro versione Sailor. La storyline in Italia, però, è stata completamente stravolta; i tre ragazzi, infatti, chiamano in aiuto dallo spazio le cugine. O, ancora, gli alieni Ali e An, effettivamente fratelli al limite dell’incesto che, nella versione italiana, fingono solo di essere fratelli. Senza dimenticare il generale Zachar, in Italia divenuto una donna a causa del suo aspetto “troppo femmineo”. Ma non è finita qui: diversi baci, dialoghi con doppi sensi e persino morti troppo drammatiche vennero tagliate o edulcorate. In Giappone, Sailor Moon (1992) era un anime femminista e queer-friendly, ma in Italia ne arrivò una versione “ripulita” e molto meno audace.

    2. Lady Oscar (1979)

    In Lady Oscar l’identità di genere, l’ambiguità sessuale e l’amore non convenzionale sono al centro della narrazione. Eppure nella versione italiana tutto questo fu fortemente censurato. La virilità di Oscar venne attenuata, Rosalie – la ragazza che lei accoglie in casa – non viene mostrata come innamorata di lei, e la tensione omosessuale che attraversa l’anime viene sistematicamente nascosta. Inoltre, nella versione originale, durante un processo, Jeanne Valois accusa addirittura Maria Antonietta di intrattenere rapporti omosessuali con le cortigiane, tra cui Oscar stessa. In Italia? Tutto tagliato. Ed anche le scene tra Oscar e Andre sono state fortemente censurate perché troppo violente, come il momento in cui Andre costringe Oscar a fare i conti con la sua identità di genere biologica strappandole i vestiti di dosso. Insomma, un anime audace e coraggioso trasformato in un dramma storico convenzionale.

    3. Card Captor Sakura (1998)

    Dietro l’apparenza dolce di Card Captor Sakura si nascondono temi che l’adattamento italiano ha preferito evitare. In particolare modo a risentirne di più è stata la relazione omosessuale tra Yukito Tsukishiro e Touya Kinomoto. Entrambi ammettono di essere attratti l’uno dall’altro, e di amarsi, ma nell’adattamento italiano, purtroppo, tutte le scene “troppo ambigue” sono state eliminate, facendo passare il rapporto tra i due unicamente come una profonda amicizia fraterna. E non è l’unico episodio in cui l’amore viene trasformato in amicizia; per esempio, la profonda ammirazione (e cotta palese) di Tomoyo per Sakura è stata resa più “amichevole” e sfumata nei dialoghi italiani. Nella versione giapponese, Card Captor Sakura (1998) era un anime dolce ma audace, che parlava di amore in tutte le sue forme. Da noi, si è trasformato in una storia di amicizia molto… platonica.

    4. The End of Evangelion (1997)

    Neon Genesis Evangelion (1995) è un capolavoro complesso, ma nella versione italiana anni ’90 molte scene sono state modificate per “ammorbidire” temi come la sessualità e il disagio mentale. La scena di apertura del film The End of Evangelion, in cui Shinji si masturba accanto a una Asuka in coma, è stata tagliata nelle trasmissioni e censurata in molti contesti. Altro elemento che ha fatto molto discutere e oggetto di molteplici interpretazioni, ma qui la colpa non va attribuita alla censura italiana, è il rapporto tra Shinji e Kaworu. Essendo quest’ultimo un angelo, ritrovatosi poi nel corpo di un adolescente, comincia a provare improvvisamente tutte le sfumature tipiche dei sentimenti e dell’attrazione, riversando la sua attenzione su Shinji che, in più di un’occasione, viene preso contropiede. Solo successivamente, Shinji ammettere di aver provato dell’attrazione per Kaworu, prima di poterla definire davvero tale. C’è una forte discussione ancora in corso tra manga e anime (ritenuto canonico) dove, però, si gioca moltissimo sull’ambiguità di questo rapporto che va oltre il concetto canonico di amicizia. Anche alcuni dialoghi cruciali che parlano esplicitamente di depressione, impulsi sessuali o identità sono stati riformulati. Il risultato? Una versione più confusa e meno coraggiosa rispetto all’originale, che invece non ha paura di mostrare il lato oscuro dell’animo umano.

    5. Ranma ½ (1989)

    Il cuore di Ranma ½ è il gioco di trasformazioni, identità e ambiguità di genere. In Italia, però, tutto questo è stato filtrato con molta cautela. Le numerose scene di nudo comico sono state tagliate o sfumate, e molti dialoghi allusivi sono stati modificati. Ranma, che si trasforma in ragazza con l’acqua fredda, è un personaggio fluido e anticonformista, ma nella versione italiana tutto ciò è stato ridotto a una gag priva di riflessione. Le dinamiche queer e le situazioni più spinose sono state edulcorate, cancellando la carica provocatoria e rivoluzionaria dell’anime originale di Rumiko Takahashi.

    6. One Piece (1999)

    Quando One Piece arrivò in Italia, fu subito chiaro che la versione trasmessa non era esattamente quella pensata da Eiichiro Oda. Le sigarette di Sanji divennero lecca-lecca, le pistole furono rimpiazzate da armi improbabili e molte scene vennero tagliate per ridurre la violenza. Persino il sangue fu ritoccato o eliminato. I dialoghi originali, spesso taglienti o ironici, vennero resi più infantili per adattarsi al target “bambini”. Il risultato? Un’avventura pirata molto più soft, che nascondeva le sue sfumature più mature e drammatiche sotto una patina da cartone animato per piccoli.

    7. Kiss Me Licia (1983)

    Kiss Me Licia (basato su Ai Shite Knight) è un classico degli anni ’80, ma la sua versione italiana è stata pesantemente censurata. Scene romantiche o sensuali sono state tagliate, così come battute a doppio senso. Persino alcuni atteggiamenti tra i personaggi sono stati modificati nei dialoghi per renderli più “casti”. Il contesto musicale e giovanile dell’anime originale includeva anche tematiche adulte, come relazioni complicate e gelosie, che da noi vennero fortemente semplificate. E se pensate che tutto fosse già troppo ingenuo, sappiate che Kiss Me Licia (1983) è anche diventato una fiction live action in Italia, Love Me Licia (1986), con ancora più filtri moralizzanti. Però, le “fettine panate” di Cristina D’Avena sono ormai un cult!

    8. Dragon Ball Z (1989)

    Dragon Ball Z è stato censurato in diversi modi durante la sua trasmissione italiana. Alcune scene particolarmente violente – come esplosioni sanguinose, colpi mortali e mutilazioni – vennero tagliate o ricolorate. Anche il linguaggio fu “alleggerito”: parole come “morte”, “uccidere” o “inferno” furono sostituite con eufemismi. Scene ambigue con personaggi come Il Maestro Muten Roshi (il Genio delle tartarughe), noto per le sue uscite osé, furono ridimensionate. E così, un anime che parlava di battaglie epiche, ma anche di morte e sacrificio, è diventato un po’ più innocuo – ma anche meno intenso – per il pubblico italiano.

    9. Rossana (1996)

    Chi ricorda Rossana come una commedia scolastica allegra forse non ha visto la versione originale. Kodomo no Omocha (1996) è un anime sorprendentemente maturo, che affronta tematiche forti: depressione, suicidio, abbandono, bullismo. In Italia, però, molte di queste sfumature sono state eliminate o minimizzate. Per esempio, in Italia l’ossessione di Rossana per il suo manager Robbie venne smorzata di molto, per timore di inciampare in tematiche pedofile; sempre nella serie originale, l’età reale della madre biologica di Rossana al momento del parto, prima dell’abbandono, era di 14 anni e non 24 anni come in quella italiana. Alcune frasi sono state ritradotte in modo da rimuovere riferimenti espliciti alla violenza familiare o a tentativi di suicidio. Persino il tono dei personaggi è stato modificato per rendere tutto più leggero. Ma sotto la superficie da “cartone per ragazzine”, Rossana (1996) era – e resta – un anime che non aveva paura di scavare nel dolore reale.

    10. Detective Conan (1996)

    Detective Conan è un giallo geniale con una media di un cadavere per episodio. E questo, per la TV italiana, era un problema. Molti episodi non sono mai stati trasmessi, soprattutto quelli con scene particolarmente crude o delitti efferati. Anche alcune scene con armi, strangolamenti o morti violente sono state tagliate o modificate. Inoltre, alcuni dialoghi furono “addolciti” per evitare riferimenti diretti alla morte o al suicidio. La versione italiana risulta così più “soft”, ma anche meno fedele all’intento originale: un poliziesco che non aveva paura di mostrare la parte più oscura del crimine.

    Dove vedere i 10 anime censurati in Italia in streaming

    Conoscevate tutti questi tagli e modifiche? O qualcuna di queste vi ha sorpreso? Per fortuna oggi le cose sono molto cambiate, grazie anche alle piattaforme e a una messa in onda praticamente in contemporanea, anche se, di tanto in tanto, qualche scivolone capita ancora di farlo. Intanto, se volete fare un rewatch degli anime che hanno contrassegnato la vostra infanzia, ma nella loro reale versione, ecco l’elenco completo su dove guardare i 10 anime censurati in Italia in streaming:

  • I 10 migliori film per famiglie da guardare su Disney+

    I 10 migliori film per famiglie da guardare su Disney+

    Alessandro Zaghi

    Alessandro Zaghi

    Editor a JustWatch

    Parlare ai bambini di emozioni, crescita, paure o sogni non è sempre facile, ma qualche volta ad aiutare i genitori basta semplicemente il film giusto. Un racconto che può accendere una domanda, una metafora che può regalare una risposta o una lezione che continua anche dopo i titoli di coda.

    Disney e Pixar sanno raccontare tutto questo come pochi altri. Le loro storie, che parlano ai più piccoli ma anche a chi li accompagna, sono piene di personaggi che restano nel cuore, mondi che insegnano a guardare il nostro da un’altra prospettiva. In questa selezione trovi dieci film da vedere su Disney+, perfetti per una serata in famiglia. Alcuni fanno ridere, altri commuovono. Ma tutti, in modi diversi, lasciano qualcosa: una riflessione, un’emozione, un ricordo da condividere. Scegliere i film più belli tra quelli firmati Disney e Pixar era impossibile, per cui qui trovate quelli che, forse più di altri, possono aiutare a raccontare il mondo ai bambini.

    10. La bella e la bestia (1991)

    Un classico intramontabile, una fiaba che insegna che l’apparenza spesso può ingannare. È la storia di Belle, una ragazza che vuole scappare da un futuro che gli altri sembrano voler scrivere al suo posto, per poi finire imprigionata nel castello di una Bestia misteriosa… che in realtà nasconde un cuore gentile. La bella e la bestia è una storia che parla di empatia e di cambiamento e che insegna ai bambini che anche chi all’inizio ci spaventa può diventare un amico, se sappiamo andare oltre i pregiudizi. Un racconto magico di appena 87 minuti, per questo adatto soprattutto ai più piccoli, che in Tockins e Lumiére troveranno personaggi con cui sbellicarsi, e tantissime canzoni da cantare tutti insieme

    9. Red (2022)

    Mei Lee, tredici anni e mille nuove emozioni che non sa spiegarsi, si trasforma improvvisamente in un enorme panda rosso. Red racconta del passaggio tra l'infanzia e l’adolescenza, con ironia e dolcezza. Una metafora che spiega come crescere e accettare i cambiamenti del proprio corpo possa sembrare difficile, ma allo stesso tempo trasformarsi in un’avventura “magica”. Un titolo che (come Inside Out che vedremo più avanti) si rivolge a un pubblico più grande, più vicino alla pubertà, tema centrale di questo film animato. Un film commovente e facile da guardare (99 minuti) che amplia i confini Pixar verso culture che difficilmente trovavano spazio nei titoli precedenti, e anche questa può essere una prospettiva interessante che si aggiunge al messaggio di Red. 

    8. Gli Incredibili (2004)

    I Parr sono una famiglia apparentemente normale ma che, sotto la maschera di persone comuni, nasconde un’identità da supereroi. Gli Incredibili è un film capace di raccontare ai bambini di come la vera forza sta nel sostegno di chi ci sta accanto. E che anche essere dei supereroi non significa essere perfetti, ma di come la vera forza stia nel lavoro di squadra, accettando i propri limiti e quelli di chi ci sta accanto. Colonne sonore alla 007, personaggi dalla verve comica devastante (Edna su tutti), una rosa di personaggi in cui i bambini possono rispecchiarsi, e sognare avventure. Consigliato ai più piccoli, appassionerà anche i più grandi (genitori compresi), 115 minuti che non perdono mai il ritmo tipico del genere supereroi.

    7. Mary Poppins (1964)

    Una tata magica che, come per magia, arriva in volo sui cieli di Londra per aiutare i Banks, una famiglia un po’ scapestrata in cui i genitori sembrano non avere più tempo da trascorrere insieme ai piccoli Jane e Michael. Mary Poppins è una fiaba moderna che celebra il potere dell’immaginazione e di come la magia possa nascondersi ovunque, anche in una cameretta da riordinare. Un film che può aiutare ad affrontare tematiche difficili, come quello dei genitori troppo impegnati nel lavoro e che insegna ai più piccoli (e ai più grandi) di come il tempo del dovere e del gioco possano andare a braccetto, basta solo un po’ di zucchero… Un classico imprescindibile, 139 minuti di fantasia pura che viaggia in parallelo tra il film e l’animazione.

    6. Wall-E (2008)

    In un futuro in cui l’umanità ha abbandonato la Terra, ormai sommersa dai rifiuti, un piccolo robot è incaricato di ripulire ciò che gli uomini hanno distrutto. Wall‑E insegna ai bambini (e agli adulti) a prendersi cura del nostro pianeta e a non dimenticare mai l’importanza di rispettare e proteggere il mondo in cui viviamo. Un racconto prezioso ed emozionante, che farà innamorare tutta la famiglia di uno dei protagonisti più adorabili mai concepiti dalla Pixar. Adatto a tutte le età, sensibilizzare i più piccoli ( e i genitori) ai temi ambientali è una lezione preziosa, oggi più che mai, qui resa divertente e fruibile per i bambini di tutte le età.

    5. Fantasia (1940)

    Forse uno dei massimi capolavori di animazione di tutti i tempi, Fantasia non racconta una sola storia, ma tante piccole avventure che prendono vita sulle note della musica classica. Il film, come suggerisce il titolo, è un invito a seguire la forza dell’immaginazione, e di come l’arte e la musica possano scatenare emozioni potentissime, difficili da spiegare razionalmente. Un classico da vedere assolutamente, che tuttavia forse più di altri titoli può risultare lontano dai ritmi dei film contemporanei. La durata è di circa 2 ore, che tuttavia possono essere spezzate godendo della magia di questo film guardandolo come fosse una raccolta di otto cortometraggi separati.

    4. Coco (2017)

    Qui siamo davanti a una delle più belle colonne sonore degli ultimi anni, una vera esplosione di musica e colori, paragonabile forse solo a Encanto (2021). Un film che affronta un argomento difficile, come la perdita di chi ci è caro, e di come la famiglia possa diventare il terreno su cui far crescere i nostri sogni. Miguel sogna di diventare musicista, ma nella sua famiglia è proibito, a causa di un ricordo che nessuno sembra voler affrontare. Coco è un film prezioso, che insegna ai bambini il valore dei ricordi e dell’importanza di seguire la propria strada, ma sempre accompagnati da chi ci ama. Un vortice di colori e canzoni memorabili, che bilanciano perfettamente il tema centrale del film, rendendo Coco uno dei titoli più riusciti del catalogo Pixar più recente. Consigliato non soltanto ai bambini, ma anche agli adulti che non hanno rinunciato ai racconti fantastici, soprattutto quando accompagnati da canzoni superlative.

    3. Inside Out (2015), Inside Out 2 (2024)

    Un must da vedere insieme a tutta la famiglia, la saga di Inside Out porta dentro la mente della piccola Riley, dove le sue emozioni vivono, litigano e cercano di guidarla nei momenti difficili. Un film appassionante che, da solo, può rispondere a un’infinità di domande: cosa significa crescere? Perchè le mie emozioni stanno cambiando? Come faccio a sconfiggere le mie paure? Il racconto insegna ai bambini come affrontare la crescita e che tutte le emozioni hanno valore, anche quelle che fanno male. Se siete genitori questo è un film che vi aiuterà, e non poco, ad accompagnare i vostri figli attraverso la scoperta di nuove emozioni. Entrambi i titoli durano circa 90 minuti, e la visione completa è consigliata a tutti, anche se (come in Red) Inside Out 2 potrebbe essere più adatto a una fascia di età che si sta avvicinando alla pubertà.

    2. Toy Story - La saga (1995 in poi)

    La saga di Toy Story, forse una delle più belle firmate Disney, non è soltanto la storia di Woody, Buzz e dei loro amici, giocattoli che prendono vita quando nessuno li vede. È un racconto sul valore dell’amicizia e dell’importanza di crescere insieme, accettando che il tempo, a volte, può farci prendere strade diverse. Quattro film che insegnano che diventare grandi può far soffrire, ma fa parte della vita, e che le amicizie vere possono resistere anche agli addii. È divertente, commovente, appassionante, tocca temi e generi diversi ma sempre con un taglio ironico e leggero. I bambini più piccoli lo ameranno (letteralmente), i più grandi riusciranno a leggere tra le righe e interpretare meglio le tematiche del film, i genitori non vedranno l’ora di gustarsi o rivedere tutti i titoli della saga, compreso lo spinoff Lightyear (2022).

    1. Peter Pan (1953)

    Chi non ha mai sognato di volare o di rimanere bambini per sempre? Peter Pan è IL classico Disney da vedere insieme a tutta la famiglia, tra navi pirata, pellerossa e la mitica Isola Che Non C’è, dove il tempo si è fermato per sempre, ingoiato da un coccodrillo. Rispetto a Toy Story o, soprattutto, a Inside Out il tema della crescita è più implicito, e per questo più facile per i bambini più piccoli. Una fiaba di appena 76 minuti, che racconta della paura di crescere e di affrontare il mondo “dei grandi”, ma attraverso la fantasia.. Perché anche l’avventura più bella prima o poi finisce, l’importante è non dimenticarsi come si vola.

  • Da “Guardiani della Galassia” a “Superman”: tutti i film e le serie TV di James Gunn

    Da “Guardiani della Galassia” a “Superman”: tutti i film e le serie TV di James Gunn

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Attuale co-CEO dei DC Studios, James Gunn ha un compito molto importante: quello di ridefinire un intero universo cinematografico dopo anni di alti e bassi. Il primo tassello di questo grande puzzle narrativo è Superman, reboot uscito a luglio 2025 della serie di film iniziata nel 1978 dedicati all'Uomo d'Acciaio.

    Ma, anche prima di dedicarsi a questa “missione”, Gunn ha dato prova di saper infondere uno stile distintivo ai personaggi che era chiamato a portare sul grande e piccolo schermo. Fin dagli inizi, quando ha esordito nell'industria cinematografica legando il suo nome alla Troma, la leggendaria casa di produzione e distribuzione indipendente statunitense, nota per pellicole con un alto tasso di sequenze splatter e di nudità.

    È il 2012 quando, invece, riceve la chiamata della Marvel per scrivere e dirigere Guardiani della Galassia che rende il suo approccio filmico conosciuto in tutto il mondo: battute taglienti, black humour, colonne sonore ricchissime e azione a volontà. In mezzo personaggi stravaganti ed esagerati, eppure profondi. Del 2021, invece, il suo ingresso nell'universo DC, quando viene ingaggiato per scrivere e dirigere The Suicide Squad – Missione suicida.

    JustWatch ha stilato una lista di tutte le pellicole e serie TV di James Gunn. Eccola qui di seguito.

    1. Tromeo and Juliet (1996)

    Uno dei cult movie più celebri della Troma, il film è una rivisitazione dissacrante e grottesca del classico shakespeariano. James Gunn ha scritto e diretto il film insieme a Lloyd Kaufman (sebbene sia accreditato come associate director) dopo che quest'ultimo ebbe l'idea di realizzarlo in seguito a una visita sulla tomba del Bardo. Tromeo and Juliet è un tripudio di splatter, sesso e umorismo nero che mette in scena una versione rivista della celebre tragedia ambientandola in una New York dallo spirito punk come la sua colonna sonora.

    Nei suoi 107 minuti di durata, la pellicola si distingue per un tono dissacrante e l'utilizzo di effetti pratici grotteschi. Se i B-movies come Terror Firmer (1999) e Splatters - Gli schizzacervelli (1992) sono il tuo guilty pleasure, l'esordio alla regia di Gunn saprà come intrattenerti. 

    2. The Tromaville Café (1997)

    Il co-fondatore della Troma, Lloyd Kaufman, e James Gunn tornano a unire le forze in una serie TV, The Tromaville Café, in cui compaiono nel corso di un'ora alcuni dei personaggi principali della casa di produzione e distribuzione. Tra questi The Toxic Avenger e il Sergente Kabukiman, rispettivamente protagonisti de Il vendicatore tossico (1984) e di Sgt. Kabukiman N.Y.P.D. (1990). Un'immersione sfacciata e senza freni composta da numerosi sketch, in quello che è uno degli universi cinematografici indipendenti più audaci di sempre. Una pura celebrazione della libertà creativa che non risponde a regole imposte.

    Se cercate una serie per staccare la spina e che non si prende minimamente sul serio con l’obiettivo di farvi una scorpacciata di risate politicamente scorrette, avete trovato il titolo giusto. Se, invece, volete vedere uno show antologico come True Detective (2014) o The Sinner (2017-2021), meglio virare su altri titoli.

    3. Slither – Una fame da paura (2006)

    Per chi vuole capire un po' meglio da dove arrivi lo stile irriverente di James Gunn, Slither - Una fame da paura è il titolo giusto. Una horror-comedy divertente e grottesca che omaggia i B-movie degli anni '80 e il cinema di George A. Romero. La storia ruota attorno a un piccolo asteroide che si schianta a terra vicino a una cittadina americana. Al suo interno, c’è una creatura mostruosa capace di riprodursi e trasformare le persone in mostri.

    Una pellicola splatter intrisa di umorismo nero ed effetti speciali pratici che testimonia lo stile brillante e stravagante del suo creatore. Nel cast due nomi del calibro di Nathan Fillion e Elizabeth Banks per un film che in un'ora e mezza si divide tra ironia e tensione e, per il tono, ricorda titoli come Dimensione terrore (1986) e Feast (2005). 

    4. Super – Attento crimine!!! (2010)

    James Gunn si confronta con un supereroe tutt'altro che “super” in questa dramedy intelligente e irresistibile. Dopo che la moglie (Liv Tyler) lo ha lasciato per uno spacciatore di droga psicopatico (Kevin Bacon), il mite Frank (Rainn Wilson) si trasforma in Saetta Purpurea. Con un costume cucito a mano, una chiave inglese come arma e un’assistente adolescente (Ellen Page), il protagonista di Super – Attento crimine!!! prova a salvare la consorte affrontando i cattivi della sua città.

    Una commedia splatter che, in 92 minuti, mette al centro del racconto un modello tutt'altro che convenzionale di eroe, sfidando anche qui le regole del genere mentre riflette sul concetto di giustizia. Se vuoi scoprire da dove arriva l'approccio originale al mondo dei supereroi di James Gunn, questo suo film meno conosciuto saprà illuminarti. Se poi hai un debole per Kick-Ass (2010) e Deadpool (2016), hai trovato pane per i tuoi denti. 

    5. Guardiani della Galassia (2014)

    Prima incursione di James Gunn nel Marvel Cinematic Universe, Guardiani della Galassia (2014) è l'idea di cinema di James Gunn all'ennesima potenza racchiusa in due ore. Un mix perfetto di azione, commedia, musica e intrattenimento in cui un gruppo di antieroi diventa il centro della scena. Il film vede l'esploratore Peter Quill unire le forze con il procione armato Rocket, l'umanoide a forma di albero Groot, l'enigmatica Gamora e il vendicativo Drax per scongiurare una minaccia cosmica.

    Proprio la dinamica tra di loro è uno dei punti di forza del film, che al divertimento e alle battute pungenti affianca anche parentesi più emotive. Se nelle cuffie hai solo brani anni '70 e '80, agli eroi senza macchia preferisci quelli difettosi e vuoi goderti un'avventura spaziale che non rinuncia all'emozione, questo film sarà gioia per i tuoi occhi e le tue orecchie. 

    6. Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017)

    Guardiani della Galassia Vol. 2 vede i protagonisti alle prese con il mistero che avvolge le origini di Peter Quill. Il tutto mentre devono combattere per mantenere unita la propria squadra alleandosi con nuovi personaggi e vecchie conoscenze. Il sequel non si discosta dal primo capitolo in termini di stile, regia e tono, amplificando le caratteristiche che lo hanno reso un successo al botteghino. Le sequenze d'azione rimangono affascinanti e le dinamiche relazionali tra i protagonisti il cuore stesso del racconto. Ed è proprio la dimensione dei rapporti umani il centro nevralgico della pellicola che esplora il rapporto tra Star-Lord e suo padre e quello tra Gamora e Nebula, parlando di famiglia e accettazione. Senza dimenticare l'adrenalina nei suoi 136 minuti. 

    7. The Suicide Squad – Missione suicida (2021)

    Questa volta James Gunn guida un cast corale di prim'ordine – da Margot Robbie a Idris Elba – per portare in scena una delle missioni suicide della Task Force X, una squadra di criminali che lavora per il governo in cambio di forti sconti di pena. In questo capitolo Harley Quinn e gli altri si infiltrano in un'isola remota per cercare di sabotare un esperimento top secret. Un film caotico dal ritmo incandescente, The Suicide Squad – Missione suicida (2021) ha un'anima sfacciata come i suoi protagonisti e rimarca quanto il suo regista sia a suo agio nel raccontare storie audaci che si fanno beffa del politicamente corretto.

    Se ti è piaciuto Thunderbolts* (2025) e il suo ensemble di antieroi, hai una passione per i blockbuster esagerati e la violenza sul grande schermo non ti fa coprire gli occhi, allora mettiti comodo perché il film di Gunn, nelle sue oltre due ore di durata, è pura dinamite. 

    8. Peacemaker (2022)

    Serie tv letteralmente nata sul set di The Suicide Squad – Missione suicida (2021) – di cui è lo spin-off – Peacemaker è un'esplorazione del mercenario che crede nella pace a ogni costo interpretato da John Cena. Un mix di azione, commedia e dramma dal tono graffiante esplorato nel corso di due stagioni, per un totale di otto episodi dai 40 ai 50 minuti di durata. Il racconto parte dagli eventi successivi al film, quando il protagonista è costretto a unirsi a una squadra nota come Progetto Butterfly. La missione consiste nell’eliminare creature simili alla farfalle che hanno preso il controllo di corpi umani in giro per il mondo. 

    Anche in questa serie Gunn si diverte a giocare con la musica, scegliendo una colonna sonora hair metal e facendoci affezionare a un altro antieroe. Cena è l'attore giusto per portare in vita un personaggio capace di registri diversissimi tra di loro, oscillando tra dramma e grottesco. Da non perdere se hai amato The Boys (2019), Doom Patrol (2019) e Invincible (2021). 

    9. Guardiani della Galassia Holiday Special (2022)

    Uno speciale natalizio irresistibile! Un vero e proprio regalo che James Gunn ha fatto a tutti gli amanti della saga. Guardiani della Galassia Holiday Special è ambientato dopo la scomparsa di Gamora causata da Thanos. Peter Quill è giù di morale e gli altri membri della squadra decidono di fargli un regalo. Ma non uno qualsiasi: Kevin Bacon in persona. 

    Un film folle e spassoso caratterizzato da un tono leggero e tenero infuso di un'atmosfera natalizia perfettamente in armonia con l'humour dei Guardiani e lo spirito che Gunn ha disseminato nei 42 minuti di durata in cui convivono azione, fantascienza, commedia e avventura. Se sei un fan degli speciali natalizi di Doctor Who (1963) come Joy to the World (2024), devi dare una possibilità anche a Groot ricoperto di lucine e addobbi. Una piccola gemma – per restare in tema Marvel – da recuperare.

    10. Guardiani della Galassia Vol. 3 (2023)

    Ultimo capitolo della trilogia di James Gunn, Guardiani della Galassia Vol. 3 è anche il migliore. Un film che all'intrattenimento aggiunge altrettanta emozione grazie all'esplorazione del doloroso passato di Rocket che vi farà versare più di una lacrima. È anche uno dei film più riusciti del MCU per la sua capacità di far convivere l'azione a tematiche più profonde e mature, senza scadere in umorismo forzato o portando avanti una narrazione stanca e senza identità. 

    Una degna conclusione per la saga e per il lavoro di Gunn alla Marvel, che ha saputo trasformare un gruppo di underdogs nei beniamini del pubblico. Lo ha fatto giocando sempre con toni diversi, mischiando l'epica all'intimo, sequenze visivamente sorprendenti con tematiche complesse. Un grande esempio di cosa significhi fare un cinema mainstream, ma che nei suoi 120 minuti di durata non dimentica il cuore. 

    11. Superman (2025)

    Primo titolo del Capitolo Uno: Dei e Mostri, Superman (2025) è il biglietto da visita con il quale James Gunn presenta il nuovo corso del DC Universe. Un ritorno alle origini dei fumetti per il Big Blue interpretato da David Corenswet, che ricorda quello iconico di Christopher Reeves. Molto lontano per atmosfere e toni dai film di Zack Snyder, il film è fortemente ancorato alla realtà trasformandolo in un racconto politico che, però, racchiude al suo interno un messaggio di speranza. 

    Una pellicola che in 129 minuti mostra il lato umano dell'Uomo d'Acciaio senza dimenticare l'epica o il romanticismo. Merito della storia d'amore con Lois Laine (Rachel Brosnahan), figura che non si limita a fare da spalla sentimentale, ma che gioca un ruolo attivo all'interno della trama. La prima pietra di un nuovo universo cinematografico dove la sensibilità di Gunn per le storie e i personaggi è chiamata a compiere un piccolo miracolo. Viste le premesse, possiamo dirci fiduciosi.

  • 10 film d’animazione da vedere se hai amato “KPop Demon Hunters”

    10 film d’animazione da vedere se hai amato “KPop Demon Hunters”

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Diciamolo: KPop Demon Hunters è diventato un vero e proprio tormentone globale. Se non stai canticchiando “Golden” o "Soda Pop" o scrollando TikTok pieni di fan edit, probabilmente vivi in un bunker. Tra idol che combattono demoni tra una coreografia e l’altra, look da urlo e momenti da lacrimuccia, la serie ha conquistato tutti: dagli amanti del K-pop agli appassionati di anime, passando per chi non sa resistere a una protagonista che prende a calci gli inferi con i tacchi glitterati.

    Sei stanco di riguardarlo in loop nella speranza di un secondo film o guardare il vuoto cercando un senso alla tua vita? Niente panico. Ecco 10 film d’animazione che ti faranno rivivere la stessa adrenalina, lo stesso stile esplosivo e quell’irresistibile mix di musica, magia e girl power. Preparati a rimettere le cuffie e a salvare il mondo… con stile.

    Belle (Mamoru Hosoda, 2021)

    Suzu è una ragazza timida che nella realtà non riesce più a cantare; nell’universo virtuale “U” rinasce come Belle, diva luminosa seguita da milioni di utenti. Il film è da vedere perché trasforma la performance in terapia: ogni canzone è un passo verso la ricomposizione dell’identità, tra trauma, vergogna e desiderio di essere visti davvero. Visivamente è un trip ipnotico: folle digitali, scenografie oniriche, abiti-palcoscenico che sembrano couture d’alta moda; a far da contrappunto, l’intimità ruvida della vita quotidiana. Il parallelo con KPop Demon Hunters è naturale: il palco scintillante contro i demoni interiori, l’immagine pubblica da gestire, il peso del fandom e del controllo. Hosoda innesta inoltre un eco di “La Bella e la Bestia” per interrogare empatia e cura nell’era dei social. La colonna sonora è trainante, le sequenze-concerto hanno la potenza di un live pop, ma il cuore resta il percorso di una ragazza che usa la voce per ritrovare sé stessa – online e, finalmente, offline.

    Interstella 5555 (Kazuhisa Takenouchi, 2003)

    Questa gemma cult realizzata con i Daft Punk è un’esperienza audiovisiva totale: zero dialoghi, solo l’album “Discovery” a guidare il racconto di una band aliena rapita da un produttore terrestre e trasformata in prodotto da “fabbrica pop”. È imperdibile per chi ha amato KPop Demon Hunters perché condivide la stessa estetica iper-pop, l’attenzione alla performance e un sottotesto lucidissimo sullo sfruttamento dell’immagine delle star. In Interstella 555 il palcoscenico diventa campo di battaglia: tra concerti, inseguimenti spaziali e identità rubate, il film parla di libertà artistica e del prezzo della fama. Il character design glam e la regia psichedelica trasformano ogni traccia in un set-piece visivo. È un viaggio da vedere con il volume al massimo, capace di far vibrare cuore, occhi e orecchie con una potenza che dialoga perfettamente con le vibrazioni pop-action di Hana & co.

    Promare (Hiroyuki Imaishi, 2019)

    Colori acidi, linee squadrate, dinamismo da videoclip e un’idea di movimento che sembra esplodere fuori dallo schermo: Promare è un trip futuristico in cui i pompieri mecha dei Burning Rescue sfidano i Burnish, mutanti piromani tra rivoluzione e persecuzione. Per chi ha amato KPop Demon Hunters, in Promare ritroviamo l’energia “da palco”, le pose larger-than-life e un’epica pop che mette a fuoco il conflitto tra potere e giustizia, istituzioni e outsiders. L’estetica “sparata a mille”, le coreografie d’azione millimetriche e le musiche pulsanti ricreano la stessa scarica di adrenalina da live show. Anche senza una boy band, il senso di squadra, i costumi iconici e l’overacting pieno di carisma colpiscono come un hook orecchiabile. È puro spettacolo: 105 minuti che filano via come un singolo estivo in heavy rotation, tra ironia, pathos e fuoco (tantissimo fuoco).

    Macross Plus: Movie Edition (Shoji Kawamori, 1995)

    Se ti intriga la musica come arma e linguaggio universale, Macross Plus è un riferimento cruciale. In scena c’è Sharon Apple, popstar virtuale che diventa senziente e pericolosa, mentre due piloti rivali si sfidano tra dogfight aerei e un triangolo emotivo sospeso tra passato e tecnologia. L’intreccio tra palcoscenico e guerra, immagine e desiderio, macchina e umano anticipa con lucidità temi oggi centrali nell’industria idol. Proprio come KPop Demon Hunters, mette a nudo il lato oscuro del culto dell’immagine e il rischio di perdere sé stessi nell’ingranaggio dello spettacolo. Le performance olografiche ipnotiche, la colonna sonora sofisticata e l’animazione ibrida creano un’estetica cyber-pop che pare predire stan culture, AI e fandom globali. Visionario, elegante, ancora attualissimo: un ponte perfetto tra action high-tech e critica del mito pop.

    Paprika (Satoshi Kon, 2006)

    Onirico, conturbante, abbagliante: Paprika è un tuffo nei sogni dove identità e performance si sfumano fino a confondersi. La scienziata Atsuko/“Paprika” entra nei subconscî per curare i pazienti, ma un sabotaggio trasforma la città in una parata allucinata di simboli e desideri. Perché è ideale per chi ha amato KPop Demon Hunters? Perché, pur lontano dall’estetica idol, mette al centro metamorfosi, personae e lotta interiore tra ciò che mostriamo al pubblico e ciò che siamo davvero. Il montaggio fluido di Kon, che passa da una “scena” all’altra come da un set a un backstage, dialoga con la dimensione performativa del pop contemporaneo. È cinema che suona come un concept album: ogni sequenza è un “brano” visivo che spinge sulla percezione. Ne esci con la sensazione di aver assistito a uno show mentale grande quanto un’arena.

    Magical Girl Lyrical Nanoha: The Movie 1st (Takayuki Hamana, 2010)

    Dietro l’apparenza kawaii di un “magical girl movie” in Magical Girl Lyrical Nanoha: The Movie batte un cuore action sorprendentemente intenso. Nanoha, studentessa qualunque, scopre poteri straordinari e si ritrova a combattere per proteggere mondi e legami, tra beam-struggle spettacolari e scelte che pesano. Per i fan di KPop Demon Hunters torna la risonanza tra trasformazione, performance e sorellanza: la magia come messa in scena, la squadra come coreografia emotiva. Le sequenze di combattimento sono veri numeri da palco, con armi-bacchetta che ricordano light-stick e finishing moves “coreografate” come breakdance di luce. A rendere tutto più avvincente è la carica emotiva: sotto il glitter c’è un discorso maturo su empatia, sacrificio e identità. Un ponte perfetto tra estetica idol e azione sincera, capace di parlare tanto agli occhi quanto al cuore del pubblico.

    Nana (Morio Asaka, 2006)

    Sì, è una serie e non un film, ma sarebbe un delitto non citarla in un itinerario legato a musica, identità e sorellanza. Nana segue due giovani donne che condividono lo stesso nome e un appartamento a Tokyo: una insegue il successo con la sua punk band, l’altra cerca un amore capace di darle un posto nel mondo. È da vedere perché racconta la scena musicale come rito di passaggio emotivo: concerti, sale prove, backstage diventano specchi di desideri e fragilità. Proprio come in KPop Demon Hunters, il cuore sta nel legame tra ragazze che si sostengono (e a volte si feriscono) mentre l’industria mette a nudo pressioni, compromessi e solitudini. L’attenzione ai dettagli – look, testi, dinamiche di gruppo – rende ogni episodio una piccola canzone di crescita. Se ami storie di amicizie incandescenti, sogni che costano caro e palcoscenici che salvano e consumano, Nana ti entra nelle ossa.

    Perfect Blue (Satoshi Kon, 1997)

    Se K-Pop Demon Hunters ti ha colpito anche per le ombre del mondo idol, Perfect Blue è la discesa definitiva nel lato oscuro dell’immagine. Mima lascia una girl band per diventare attrice e si ritrova stretta tra stalking, doppi digitali e una psiche che si incrina. È da vedere perché, con la lucidità di un bisturi, Satoshi Kon anticipa l’ansia da performance 24/7, il giudizio dei fan e l’erosione dell’identità sotto i riflettori. Qui il palco non è liberazione, ma labirinto: reality e finzione si avvitano finché lo specchio non restituisce più certezze. Il parallelo con KPop Demon Hunters sta nel peso dell’immagine pubblica e nella battaglia interiore che ne deriva – solo che Kon toglie glitter e lascia il dolore nudo. Thriller psicologico magnetico, disturbante, ancora attualissimo nell’era dei social: guardarlo significa chiedersi quanto di noi resti nostro quando diventiamo un personaggio.

    Pretty Guardian Sailor Moon Cosmos: The Movie (Tomoya Takahashi, 2023)

    Il gran finale del nuovo ciclo di Sailor Moon è un’esplosione di energia cosmica e sentimento. Usagi affronta una minaccia intergalattica che mette in gioco tutto ciò che ama, mentre il team delle Guardian brilla in trasformazioni e combattimenti dal respiro epico. Pretty Guardian Sailor Moon Cosmos: The Movie è da vedere perché incarna il girl power in chiave visiva: palette sgargianti, pose iconiche, coreografie che sembrano numeri da palco. Come in KPop Demon Hunters, il legame tra ragazze è il vero “superpotere”: amicizia, lealtà, sacrificio diventano musica emotiva che regge l’azione. Il tono è più maturo, ma conserva la magia dell’originale, fondendo nostalgia e spettacolo in un unico abbraccio. Se ti hanno conquistato la sorellanza militante, i costumi-immagine e l’idea che la performance sia anche un atto d’amore e protezione, Cosmos è il capitolo stellare che stavi aspettando.

    Jujutsu Kaisen 0 (Sunghoo Park, 2021)

    Prequel potente e autonomo, Jujutsu Kaisen 0 segue Yuta, ragazzo schiacciato da una maledizione che impara a incanalarla in forza. Ne esce un racconto di formazione adrenalinico: scuola di stregoneria, maestri carismatici, compagni che diventano famiglia, scontri disegnati come coreografie dal respiro musicale. È da vedere perché ha la compattezza di un concerto “best of”: ritmo alto, picchi emotivi, assoli visivi che restano in testa. Il punto di contatto con KPop Demon Hunters sta nell’energia giovane, nell’idea di talento come responsabilità e nel modo in cui la squadra trasforma il trauma in slancio. Non c’è la componente idol, ma c’è lo stesso battito: amicizia, dolore, redenzione che si intrecciano a un’azione diretta, leggibile, spettacolare. Se cerchi cuori che battono forte mentre il buio avanza – e un finale capace di risuonare a lungo – è una visione perfetta.

  • Da “Fremont” a “The Bear”: i migliori film e serie TV con Jeremy Allen White

    Da “Fremont” a “The Bear”: i migliori film e serie TV con Jeremy Allen White

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Può un ruolo cambiare il corso di una carriera? Sì. Ne è una dimostrazione quello dello chef Carmy Berzatto in The Bear interpretato da Jeremy Allen White che torna a Chicago per rilevare il locale di famiglia, The Original Beef of Chicagoland, dopo il suicidio del fratello. Tre Golden Globes vinti per tre stagioni di seguito per quello che si attesta, finora, come il ruolo della vita.

    Un successo globale che gli ha aperto le porte del cinema dove ha scelto progetti autoriali, indipendenti o caratterizzati da una forte originalità. Ed è proprio grazie alla cassa di risonanza di The Bear che l'attore è stato scelto per interpretare il Boss inSpringsteen – Liberami dal nulla. Un biopic diretto da Scott Cooper sulla registrazione dell'album acustico Nebraska all'inizio degli anni '80 che sarà presentato al New York Film Festival 2025 per poi uscire nelle nostre sale il 23 ottobre.

    Ma, come ogni giovane attore newyorkese alle prime armi, anche Jeremy Allen White ha mosso i primi passi nella recitazione sul set diLaw & Order - I due volti della giustizia (1990). Anche se è a 20 anni, appena uscito dal liceo, che la sua vita professionale cambia quando viene scelto per interpretare Lip Gallagher nella versione americana di Shameless. Dieci anni nei quali è letteralmente cresciuto di pari passo con il suo personaggio davanti agli occhi del pubblico, fino a diventare una delle grandi star di Hollywood.

    In attesa di vederlo intonare i brani del cantautore statunitense, JustWatch ha stilato una lista delle migliori pellicole e serie TV con Jeremy Allen White scelte in base alle sue interpretazioni.

    7. Springsteen – Liberami dal nulla (2025)

    Ultima posizione della nostra lista non perché minore tra le interpretazioni di Jeremy Allen White, ma perché ancora non abbiamo avuto modo di vederlo in azione. Anche se, da quanto dichiarato dal Boss in persona, l'attore se l'è cavata egregiamente nelle sequenze musicali di Springsteen – Liberami dal nulla, al punto che nel settore già si parla di possibili nomination nel corso dell'award season. Il biopic sul leggendario cantautore statunitense racconta il periodo relativo alla registrazione, a inizio anni '80, dell'album acustico Nebraska. Un film diretto da Scott Cooper che si attesta come uno dei titoli più attesi dell'anno.

    Come suggerisce il titolo, la pellicola sarà uno sguardo sul viaggio artistico e personale di Springsteen in un momento molto particolare della sua vita che permette di scavare nel suo processo creativo e nella sua mente, regalando un ritratto intimo dell'artista di Dancing in the dark.

    6. Homecoming (2018)

    Quella inHomecoming è una piccola parte per Jeremy Allen White che veste i panni di un soldato, Shrier, che soffre di PTSD. Un ruolo nel quale l'attore, similmente a Fremont, riesce a esprimersi anche attraverso i silenzi del suo personaggio che vediamo nella seconda stagione. Una performance che aumenta il mistero e la tensione che fanno da base per la serie e dove il trauma psicologico è l'elemento al centro della sua prova. Sebbene il suo ruolo non sia principale come quello di Lip Gallagher in Shameless, qui White ha saputo dimostrare al pubblico di saper maneggiare un'interpretazione tutta giocata sulla sottigliezza e i gesti a differenza del personaggio che l'ha reso celebre.

    La serie, basata sull'omonimo podcast, vede come protagonista Julia Roberts nei panni di un'assistente sociale in un centro per veterani che nasconde più di un segreto. Un'opera intrisa di mistero e suspense dove la paranoia è al centro del racconto. Nel secondo capitolo la protagonista è Janelle Monáe nei panni di una donna che si risveglia senza ricordi e deve ricostruire il suo passato.

    Un thriller psicologico dalla regia sofisticata creato da Sam Esmail, già mente dietroMr. Robot (2012-2019), che gioca con il formato dello schermo - si restringe ed espande per sottolineare lo stato d'animo delle protagoniste - e spinge a dubitare di tutto e tutti. Se ti intrigano le storie che intrecciano macchinazioni governative, misteri e investigazioni dal ritmo teso quanto onirico, Homecoming saprà sorprenderti.

    5. Fingernails – Una diagnosi d'amore (2023)

    Vi sottoporreste a un test capace di determinare se il vostro partner sia davvero la vostra anima gemella? È quello che raccontaFingernails – Una diagnosi d'amore del regista greco Chrīstos Nikou. Un'esplorazione dell'amore di quasi due ore di durata, divisa tra scienza e istinto, ambientata in un futuro prossimo. La protagonista, Anna (Jessie Buckley), sa per certo che Ryan (Jeremy Allen White) è l'uomo giusto per lei, ma l'incontro con Amir (Riz Ahmed) fa sorgere nella donna molti dubbi quando scopre di provare qualcosa per lui.

    Un dramma romantico attraversato da elementi sci-fi e un'atmosfera retrò-futuristica che si interroga sulle titubanze delle relazioni moderne. Attraverso il test di cui dispongono i protagonisti, il film mostra quanto dipendiamo dalla tecnologia invitandoci a riflettere sull'importanza dell'istinto e dei sentimenti, senza lasciare che sia una macchina a decidere il nostro destino.

    White, similmente a Homecoming, ha un piccolo ruolo. Ma grazie al suo Ryan il film permette di esplorare l'amore dalla parte di chi subisce le scelte del partner e vive di insicurezze e speranze. Un'altra performance minimale, giocata sui silenzi. Un ruolo che denota anche una scelta precisa da parte dell'attore che, dopo il successo travolgente di The Bear, avrebbe potuto scegliere qualsiasi parte da protagonista ma ha preferito sposare progetti in cui crede nel loro insieme. Se hai amatoHer (2013) o le atmosfere distopiche diBlack Mirror (2011), Fingernails saprà fare breccia nel tuo cuore.

    4. Fremont (2023)

    InFremont Jeremy Allen White basa la sua interpretazione sulla capacità di far parlare le espressioni del suo volto. Una performance che, insieme a Fingernails, sembra quasi un dittico per l'approccio misurato e introspettivo. Qui, però, l'attore aggiunge anche una sfumatura poetica che si sposa alla perfezione con il tono del film affidandosi a sguardi e gesti che raccontano più di tante parole.

    La pellicola racconta la storia di Donya (Anata Wali Zada), una rifugiata afghana ed ex traduttrice, che lotta contro la solitudine in California mentre lavora in una fabbrica di biscotti della fortuna per la quale è chiamata a scrivere i biglietti al loro interno. Ma l'insonnia che non la fa dormire di notte e la spinge a chiedere aiuto alla terapia. Girato in un lucente bianco e nero, il film di Babak Jalali parla dell'esperienza dell'immigrazione infondendo al film un'atmosfera pacata e surreale che ricorda il cinema di Jim Jarmusch. Una visione dal respiro intimo che si prende il suo tempo, ma che in un'ora e mezza regala una storia sincera e piena di umanità capace di riflettere in modo originale sul senso di appartenenza e di identità in un paese straniero.

    3. The Warrior: The Iron Claw (2023)

    Con The Warrior: The Iron Claw , Jeremy Allen White affronta una storia vera. Quella dei quattro fratelli Von Erich membri di una dinastia di campioni di wrestling tra gli anni '80 e '90. Un film sportivo che mette in scena una storia tragica di fratellanza, padri padroni, presunte maledizioni, aspettative tossiche e ambizione. L'attore condivide la scena con Zac Efron, Harris Dickinson e Stanley Simons. Insieme hanno dato vita a un'impressionante trasformazione fisica ed emotiva per essere convincenti nelle sequenze di lotta sul ring.

    Finora, nella filmografia dell'attore, questo è il ruolo più diverso per il quale White ha lavorato su elementi inediti. C'è la vulnerabilità emotiva che abbiamo già visto, declinata in modi diversi tra The Bear, Fingernails e Shameless, ma c'è anche la forza fisica per la quale ha modellato il suo corpo mettendo in scena tutta l'ossessione per la grandezza del suo personaggio che si schianta contro il destino dando vita a una figura tragica.

    Un racconto fatto di sangue e sudore che, nelle oltre due ore di durata, parla dell'ossessione di vincere, del terrore di fallire e di chi è disposto a sacrificare tutto, anche i propri figli, pur di impugnare un trofeo. Se ami i film sportivi che nascondono storie tragiche e spietate comeFoxcatcher - Una storia americana (2014), ma anche capaci di mettere in scena una grande storia d'amore fraterno, il film di Sean Durkin saprà elettrizzarti ed emozionarti.

    2. Shameless (2011-2021)

    Basata sull'omonima serie inglese di Paul Abbott,Shameless è un mix riuscito di dramma, crudezza e black humor. Al centro del racconto la disfunzionale famiglia Gallagher composta da Frank (William H. Macy), un tossico disoccupato, e i suoi sei figli. La più grande, Fiona (Emmy Rossum), è quella che si prende cura di tutti fin da quando era una ragazzina trovando modi ingegnosi per arrivare a fine mese. Jeremy Allen White interpreta Lip, un ragazzo dall'intelligenza sopra la media e la capacità di mettersi sempre nei guai.

    Un ruolo abbracciato da poco più che ragazzo e che l'ha visto diventare un giovane uomo. Esattamente come il suo personaggio di cui ci ha mostrato una gamma ampia di emozioni e stati d'animo. Nel suo Lip ha incarnato sarcasmo, rabbia, errori, sfacciataggine, tenerezza e dolore. Un arco narrativo ampio con cui ha dimostrato le sue doti attoriali che hanno trovato il loro culmine in The Bear.

    Nei 134 episodi che compongono le sue 11 stagioni, la serie ha saputo toccare molti temi, dalle dipendenze alla scoperta della propria sessualità passando per le malattie mentali fino alle differenze di classe. Ma sempre con un tono unico e audace in cui il divertimento e la commozione sono due facce della stessa medaglia. Se ti piacciono i racconti corali, il giusto mix tra dramma e black humor, il politicamente scorretto e l'emozione che arriva inaspettata, la famiglia Gallagher saprà darti pane per i tuoi denti.

    1. The Bear (2022)

    Il caos di una cucina, traumi familiari mai realmente affrontati e una paninoteca da salvare dallo spettro della chiusura. Sono gli ingredienti da cui parte The Bear, la serie che ha consacrato Jeremy Allen White come uno degli attori più acclamati degli ultimi anni. Un racconto corale dove ogni elemento, dalla scrittura alla regia fino alle interpretazioni, non ha sbavature. L'attore, nei panni dello chef Carmy, dà vita a un personaggio complesso, taciturno e ossessivo contornato da un'umanità altrettanto complicata con la quale prova a realizzare il sogno di aprire un ristorante dove dare sfogo alla sua idea di cucina.

    Ad oggi il suo ruolo più riuscito e complesso. In Carmy ha infuso tutta la pressione e i tormenti, l'ansia e la genialità di un giovane uomo che lotta contro i suoi demoni. Nei vari capitoli della serie, Jeremy Allen White ci ha anche mostrato i suoi spiragli emotivi in un percorso di crescita personale  e consapevolezza che va di pari passo con la crescita degli altri personaggi che lo circondano.

    Tra le serie TV che in questi primi anni 2000 hanno lasciato un segno indelebile nella storia del piccolo schermo. Quattro stagioni – già confermata una quinta -, per 38 episodi che oscillano dai 20 ai 70 minuti, caratterizzate da una regia frenetica e adrenalinica e intensi ritratti emotivi che parlano di lutto, identità, amicizia, ansia ed eredità. A renderla ancora più memorabile un grande cast composto, tra i tanti, da Ayo Edebiri, Ebon Moss-Bachrach e Jon Bernthal e guest star del calibro di Jamie Lee Curtis e Bob Odenkirk. Già un cult l'episodio “Fishes” della seconda stagione.

  • 10 cameo indimenticabili in "Friends" che forse non ricordavi

    10 cameo indimenticabili in "Friends" che forse non ricordavi

    Alessandro Zaghi

    Alessandro Zaghi

    Editor a JustWatch

    Rachel, Ross, Joey, Chandler, Monica e Phoebe, sei nomi che qualunque appassionato di serie tv ha stampato indelebili nella memoria: i sei protagonisti di Friends, probabilmente la sitcom più celebre degli anni ‘90. Storie d’amore, di amicizia, di crescita personale, il tutto condito da litri di caffè consumati sul mitico divano del Central Perk e, ovviamente, tantissime risate, tra battute e sketch diventati iconici.

    Un successo immediato, fin dal primo episodio (22 settembre 1994), quando Rachel entra in scena con l’abito da sposa, in fuga dal suo matrimonio.

    Dieci stagioni, 236 episodi, ognuno diventato un cult della televisione. E se certamente gran parte del merito va al cast – all’epoca attori e attrici poco più che esordienti – non bisogna dimenticare i cameo che hanno impreziosito le puntate della serie di tante piccole gemme. Infatti, la popolarità dello show durante gli anni della messa in onda era talmente alta da attrarre sul set anche star tra le più luminose di Hollywood. Alcune come semplici guest star, altre entrate nelle trame della serie interpretando personaggi che sono rimasti nel cuore degli spettatori. Ve li ricordate tutti? È arrivato il momento di fare un ripasso

    1. Brad Pitt – Will Colbert (The One with the Rumor, Stagione 8, Episodio 9)

    Quando pensiamo ai cameo di Friends, il primo nome che viene in mente è inevitabilmente il suo. Brad Pitt, fresco del successo di Fight Club (1999) e all’epoca sposato con Jennifer Aniston, interpreta Will Colbert: ex compagno di scuola di Monica e Ross e membro fondatore del club “Io odio Rachel Green”. Invitato per il pranzo del Ringraziamento, Will si presenta ancora carico di rancore adolescenziale, pronto a tirare fuori vecchie ruggini di liceo, il tutto condito da un'autoironia irresistibile. Bastano poche scene per trasformare questa puntata in un classico assoluto.

    2. Julia Roberts – Susie Moss (The One After the Superbowl: Part 2, Stagione 2, Episodio 13)

    Quando si parla di vendette memorabili, quella di Susie Moss non si batte. La star di Pretty Woman (1990) Julia Roberts interpreta l’ex compagna di scuola di Chandler, decisa a fargli pagare un’umiliazione subita ai tempi delle elementari. Prima lo seduce, poi lo chiude in bagno e gli ruba i vestiti. Un cameo lampo, ma talmente potente da restare scolpito nella storia della serie.

    3. Brooke Shields – Erika Ford (The One After the Superbowl: Part 1, Stagione 2, Episodio 12)

    Nello stesso episodio, andando in onda dopo il XXX Super Bowl davanti a oltre 50 milioni di telespettatori, fa la sua entrata anche Brooke Shields, nei panni di Erika, una fan al limite dello stalking e convinta che Joey sia davvero il dottor Drake Ramoray della soap I giorni della nostra vita. Con un vago retrogusto a là Misery non deve morire (1990), Shield esagera l’ossessione del suo personaggio per l’adorato medico, tra baci, vocine infantili e dichiarazioni assurde che mettono in crisi tutto il gruppo per uno dei momenti più surreali della serie.

    4. Ben Stiller – Tommy (The One with the Screamer, Stagione 3, Episodio 22)

    Ben Stiller veste i panni di Tommy, il nuovo fidanzato di Rachel. All’apparenza sembra il partner perfetto, gentile e sicuro di sé, in realtà nasconde un lato oscuro, che tuttavia solo Ross riesce a cogliere. Ovviamente, nessuno gli crede, per una delle gag più riuscite della terza stagione con Stiller che, nel ruolo del folle urlatore, regala un’interpretazione da dieci e lode.

    5. Reese Witherspoon – Jill Green (The One with Rachel’s Sister, Stagione 6, Episodi 13-14)

    Jill Green entra nella serie con la grazia di un uragano. Sorella minore di Rachel, viziata e allergica alla parola “responsabilità”, stravolge ogni equilibrio flirtando con Ross e spendendo cifre folli in shopping compulsivo. Reese Witherspoon la interpreta con leggerezza e ironia, regalando un personaggio che, pur essendo all’inizio fastidioso, a fine episodio resta nel cuore. In fondo, Jill è un po’ la Rachel dei primi episodi… solo molto più capricciosa.

    6. Christina Applegate – Amy Green (The One with Rachel’s Other Sister, Stagione 9, Episodio 8)

    E quando pensi che peggio della sorellina Jill non possa esserci nessuno, ecco che arriva la mediana Amy. Christina Applegate interpreta l’altra sorella Green con una cattiveria così surreale da diventare irresistibile. Amy è superficiale, disinteressata a tutto ciò che non sia sé stessa e completamente fuori dal mondo. Le sue battute taglienti e le sue proposte fuori luogo (tipo decidere chi dovrà crescere la figlia di Rachel) la rendono uno dei personaggi più spietati ma anche più divertenti della serie. E non a caso Applegate si portò a casa un Emmy, proprio per la sua interpretazione in Friends.

    7. Bruce Willis – Paul Stevens (The One Where Ross Meets Elizabeth’s Dad, Stagione 6, Episodi 21-23)

    L’icona di Die Hard (1995) Bruce Willis interpreta Paul Stevens, padre ipermuscoloso e iperprotettivo di Elizabeth, la giovane fidanzata di Ross. Inizialmente severo e intimidatorio, a sorpresa Paul inizia a uscire con Rachel, abbandonando la maschera da duro apparentemente inscalfibile per lasciarsi inaspettatamente andare in un pianto a dirotto davanti allo specchio. Tra comicità e autoironia, il cameo di Willis diventò un instant classic tra i fan della serie, tanto da creare la leggenda che l’attore avesse accettato di partecipare a Friends dopo una scommessa persa con Matthew Perry.

    8. Alec Baldwin – Parker (The One with the Tea Leaves, stagione 8, Episodio 17)

    Alec Baldwin porta in scena Parker, l’uomo più entusiasta di sempre. Applaude il tramonto, si emoziona per il gusto dell’acqua, sorride per qualunque cosa. Phoebe all’inizio lo trova adorabile, ma il resto del gruppo non riesce proprio a digerire il suo entusiasmo fuori scala. Baldwin lo interpreta esagerando ogni suo gesto, trasformando l’ottimismo irrefrenabile del personaggio in gag di pura comicità.

    9. Jennifer Coolidge – Amanda Buffamonteezi (The One with Ross’s Tan, Stagione 10, Episodio 3)

    Amanda è una vecchia conoscenza di Monica e Phoebe, appena tornata dall’Inghilterra con un improbabile accento british, aneddoti surreali e un ego oltre misura. I suoi racconti e la sua spocchia mettono le due amiche in imbarazzo, tanto che cercheranno di scaricarla in ogni modo. Ma sarà propria una sua rivelazione a mettere in crisi il loro rapporto, apparentemente inscalfibile. I tempi di The White Lotus (2021 - presente) erano ancora lontani, ma il talento comico di Coolidge era già luminoso.

    10. Tom Selleck – Richard Burke (dalla stagione 2 in poi)

    Già attore cult grazie a Magnum, P.I. (1980) Tom Selleck non si limitò a partecipare come guest star per qualche episodio, ma portò in scena uno dei più grandi amori di Monica. Richard era l'affascinante oculista, più maturo, con cui Monica iniziò la sua prima vera storia d’amore adulta. La sua calma e pacatezza, la comicità della sua distanza con la spensieratezza giovanile dei sei protagonisti, resero Richard uno dei personaggi più amati tra quelli “esterni” al gruppo.

    In quali film e serie TV è possibile rivedere queste star?

    Siamo sicuri che questa lista vi ha fatto venire voglia di tornare ad abbuffarvi di episodi di Friends, ma se voleste saperne di più sugli attori di cui abbiamo parlato in questa lista, qui ci sono alcuni titoli che potete scoprire (o riguardare). Buona visione!

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    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Netflix ha rivoluzionato anche il mondo degli anime. Non solo ospita alcuni dei titoli più amati di sempre, ma negli ultimi anni ha investito fortemente nella produzione e distribuzione di contenuti originali, creando un vero e proprio catalogo parallelo per appassionati e curiosi. Il risultato? Un mix esplosivo di serie spettacolari, visivamente ricercate, con tematiche mature, storie fuori dagli schemi e spesso audaci nei toni e nelle scelte stilistiche.

    In questa guida troverai il meglio dell’offerta anime disponibile su Netflix, con un’attenzione speciale per le produzioni originali e le esclusive più recenti. Dai drammi psicologici ai fantasy iperviolenti, dagli shonen esplosivi alle eleganti epopee visive, questi 15 titoli sono la crema dell’animazione giapponese (e non solo) da vedere oggi.

    1. Blue Eye Samurai (2023 - in corso)

    Un capolavoro visivo e narrativo. Blue Eye Samurai è un anime occidentale ambientato nel Giappone feudale, con un’estetica mozzafiato e una protagonista memorabile: Mizu, una guerriera metà occidentale e metà giapponese che cerca vendetta in un mondo dominato da violenza e discriminazione. Una storia adulta, ricca di sfumature, che parla di identità, rabbia e sopravvivenza con una regia da cinema e sequenze di combattimento tra le migliori mai viste in animazione. Si aspetta la seconda stagione con grande ansia!

    2. Pluto (2023)

    Tratto dall’opera di Naoki Urasawa (che reimmagina a tinte thriller un arco di Astro Boy), Pluto è un anime maturo e profondo che affronta il concetto di umanità attraverso robot dotati di coscienza. Il detective Gesicht indaga su una serie di misteriosi omicidi, in una trama che fonde crime, filosofia e tragedia. Ogni episodio è carico di tensione e bellezza, con una narrazione lenta ma potente. Imperdibile per chi ama la sci-fi d’autore.

    3. Dan Da Dan (2024 - in corso)

    Tra le nuove proposte più elettrizzanti, Dan Da Dan è un anime folle, caotico e irresistibile. Non proprio un’esclusiva Netflix, ma sicuramente uno dei più chiacchierati sulla piattaforma. Miscelando horror paranormale, comicità surreale e combattimenti fuori di testa, segue due adolescenti coinvolti in una spirale di eventi assurdi che includono alieni, esorcismi e strane mutazioni. L’estetica è dinamica, il ritmo altissimo, e l’energia pura. Una ventata di freschezza perfetta per chi cerca qualcosa di imprevedibile e bizzarro. Attualmente è in onda la seconda stagione!

    4. Sakamoto Days (2025 - in corso)

    Immagina un ex sicario leggendario, ormai ritirato a vita privata con una moglie, un figlio e… una panza da supermercato. Sakamoto Days è un anime action-comedy che stravolge i cliché del genere: il protagonista Taro Sakamoto è un ex killer ora gestore di un minimarket, ma guai a toccargli la famiglia — o la tranquillità. Tra combattimenti spettacolari, gag fulminanti e un cast di personaggi sopra le righe, la serie è un mix esplosivo di azione e umorismo. Netflix lo propone in esclusiva e, a partire dal 14 luglio, arriva anche il secondo arco narrativo, pronto a rilanciare il ritmo con nuovi nemici e colpi di scena. Se ti piacciono gli anime adrenalinici ma autoironici, questo è il titolo giusto da iniziare subito.

    5. Ranma ½ (2024 - in corso)

    Un classico che ha fatto la storia e che Netflix sta riportando alla luce per le nuove generazioni in un reboot che ha saputo accontentare anche i fan di vecchia data. Ranma ½ è una commedia romantica e marziale con uno dei concept più iconici: il protagonista cambia sesso ogni volta che si bagna con acqua fredda. Tra equivoci, arti marziali e triangoli amorosi, la serie è una valanga di risate e nostalgia. Perfetta per chi vuole scoprire (o riscoprire) i capisaldi del genere.

    6. Castlevania: Nocturne (2023 - 2025)

    Dopo il successo di Castlevania, Netflix rilancia con Castlevania: Nocturne, un sequel ancora più ambizioso e superiore persino alla serie madre. Ambientato durante la Rivoluzione francese, segue le gesta di Richter Belmont e Maria Renard contro un culto vampirico apocalittico. L’anime mescola orrore, misticismo e politica con animazioni spettacolari e un tono più cupo e drammatico. Da vedere per chi ama l’action gotico con una spolverata di tragedia e romanticismo dark.

    7. Devil May Cry (2025 - in corso)

    L’adattamento anime del celebre videogioco di casa Capcom è stata una delle novità più attese del 2025. Creato dallo stesso team di Castlevania, Devil May Cry è pura azione demoniaca, battaglie pirotecniche e un protagonista carismatico come Dante, cacciatore di demoni per eccellenza. Ironico, esplosivo e visivamente accattivante, diventato un istant cult tra i fan dell’action sovrannaturale. Si aspetta già la seconda stagione con grande attesa e, nel mentre, si consuma l’incredibile colonna sonora!

    8. Cyberpunk: Edgerunners (2022 - in corso)

    Ambientato nell’universo del gioco Cyberpunk 2077, Cyberpunk: Edgerunners è un’esperienza esplosiva. Seguiamo David, un ragazzo che si trasforma in un mercenario cyborg in una città spietata. Neon, dolore, sangue e amore si fondono in una tragedia high-tech che conquista per intensità e stile. Finale devastante, ma ne vale la pena. Inoltre, la seconda stagione è ufficialmente entrata in produzione!

    9. Beastars (2019 - in corso)

    Tra i titoli più particolari mai visti, Beastars racconta una società di animali antropomorfi divisa tra carnivori ed erbivori. Il lupo Legoshi cerca il proprio posto nel mondo mentre lotta con i suoi istinti e l’amore per la coniglietta Haru. Temi come desiderio, violenza e identità vengono trattati con sorprendente maturità, il tutto in uno stile visivo sperimentale e teatrale. Un teen drama profondo, originale e memorabile. Una sorta di Zootropolis (2016) molto più maturo e violento! 

    La seconda parte della terza e ultima stagione è prevista per il 2026!

    10. L’estate in cui Hikaru è morto (2025)

    Grande novità di questi giorni appena sbarcato su Netflix! Dolore, amore e orrore si fondono in questa serie dalla poetica disturbante. Dopo la scomparsa e il ritorno dell’amico Hikaru, Yoshiki si rende conto che la persona che lo accompagna non è più lui ma… qualcosa di diverso. L’estate in cui Hikaru è morto è un anime che parla di lutto, identità e ambiguità con uno stile visivo delicato ma inquietante. Tra body horror e struggimento queer, è una delle esperienze più originali ed emotivamente potenti nel panorama recente.

    11. Blood of Zeus (2020 - 2025)

    Un anime epico che rilegge la mitologia greca con toni dark e visioni spettacolari. Blood of Zeus segue Heron, figlio illegittimo di Zeus, in una lotta contro demoni e divinità per salvare il mondo. Violento, intricato e visivamente imponente, ha conquistato fan di tutto il mondo grazie al suo stile ibrido tra anime e animazione occidentale. Se ami le divinità guerriere e i drammi familiari in salsa epica, è la serie per te.

    12. Dungeon Food (2024 - in corso)

    Cosa succede quando fantasy, gioco di ruolo e cucina si incontrano? Dungeon Food è la risposta. Un party di avventurieri decide di cucinare i mostri che incontra nei dungeon per sopravvivere. Il risultato è un anime creativo, leggero e assolutamente delizioso, in tutti i sensi. Perfetto per chi cerca un’alternativa spassosa e intelligente agli shonen tradizionali, con un tono tra il comico e il surreale.

    13. Castlevania (2017 - 2021)

    La serie che ha ridefinito l’anime occidentale. Castlevania è un gioiello dark fantasy che fonde azione, horror e dialoghi taglienti in un universo gotico ricco di fascino. Seguiamo Trevor Belmont, Sypha e Alucard nella loro guerra contro Dracula. Splendida l’animazione, iconici i personaggi, travolgente la storia. Un must per chi cerca emozioni forti e ambientazioni decadenti.

    14. Aggretsuko (2018 - 2023)

    La panda rossa più stressata del Giappone è anche la regina del karaoke metal. Aggretsuko racconta con ironia e realismo la vita da impiegata tra boss tossici, crisi esistenziali e sogni di libertà. Una commedia brillante che riesce a essere anche uno specchio feroce della società moderna. Breve, intensa, divertente: binge assicurato.

    15. Devilman Crybaby (2018)

    Visionario, eccessivo, ultraviolento: Devilman Crybaby non è un anime per tutti, ma di certo non lascia indifferenti e che, comunque, consigliamo la visione. Diretto da Masaaki Yuasa, reinventa il classico manga di Go Nagai in chiave contemporanea e psichedelica. Una discesa nell’oscurità umana, tra sesso, sangue e apocalisse, ma anche un profondo legame d’amicizia (o quasi). Da guardare con lo stomaco forte e la mente aperta.

    Dove guardare i migliori anime di Netflix in streaming

    Netflix continua a sorprendere con una selezione anime sempre più ricca, variegata e visivamente mozzafiato. Che tu sia fan delle atmosfere gotiche, degli amori queer, delle botte da orbi o dei drammi esistenziali, nella piattaforma troverai qualcosa che ti parla — e forse, ti cambia. Ecco l’elenco completo su dove guardare i 15 titoli migliori anime di Netflix in streaming: 

  • I migliori cartoni animati con Superman di tutti i tempi

    I migliori cartoni animati con Superman di tutti i tempi

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    Superman è uno dei supereroi più iconici e amati della DC. La sua forza infinita lo rende uno dei personaggi più potenti. A questa si aggiungono un’intelligenza formidabile e capacità psichiche fuori dal comune. Con il suo iconico costume blu e rosso, Superman si aggira anche per i cieli, essendo capace di volare. Il suo tallone d’Achille, però, rimane la kryptonite, l’unico minerale in grado di ucciderlo.

    Oltre a fantastici film live-action come Superman (1978) e L'uomo d'acciaio (2013), l’epopea di Superman si è espressa anche grazie all’animazione. Questa lista elenca i migliori cartoni animati con Superman di tutti i tempi e vi mostra la disponibilità in streaming di ogni titolo. Inoltre, con i filtri potete selezionare in maniera più dettagliata in base alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes, alla durata e molto altro.

    10. Superman (1966)

    Superman (1966) è una raccolta di mini-episodi che narrano svariate gesta di Superman. Tra gli episodi ci sono invasioni aliene, maghi oscuri e scienziati pazzi. Le quattro stagioni originariamente andate in onda sulla CBS vi faranno apprezzare l’animazione anni ‘60. Linee pulite, stile semplice ma d’impatto, richiamo esplicito all’estetica del fumetto. Queste sono le caratteristiche di Superman (1966). La durata limitata di ogni segmento fa sì che lo spettatore voglia sempre vedere un episodio in più. Un’introduzione veloce e senza pensieri a Superman in stile animato. Da notare anche il carattere pionieristico, per l’epoca, di mostrare un livello di violenza superiore rispetto ad altri cartoni animati.

    9. Superman (1988)

    Se Superman (1966) aveva mostrato le possibilità creative di un personaggio come Clark Kent, Superman (1988) va oltre con un livello estetico senza paragoni. Lo sviluppo tecnologico dà la possibilità alle immagini di muoversi in maniera fluida sullo schermo. Il salto di qualità a livello dinamico combacia con miglioramenti anche sul fronte dei colori. Le tonalità di blu, su tutte, vengono utilizzare per accentuare visivamente i dettagli e per richiamare il costume di Superman in ogni scena. È come se il supereroe fosse onnipresente. La durata limitata della serie - ne fu prodotta solamente una stagione - non penalizza Superman (1988), ma al contrario dona all’opera un alone cult.

    8. Justice League Action (2016)

    Come per Superman (1966), Justice League Action è una serie TV che propone episodi di natura breve. Nonostante solo una stagione sia stata pubblicata, la serie contiene ben 52 episodi. In quelli in cui Superman è presente, lo vediamo fronteggiare il Demoniaco Uthool, il cacciatore di taglie Lobo e alcuni nanobots, tra gli altri. Lo stile animato non raggiunge i livelli stilistici dei suoi due predecessori nella lista, ma l’opera brilla per scene d’azione ben costruite e per le interazioni tra Superman e gli altri supereroi. Justice League Action (2016) ha visto la luce grazie alla produzione di Jim Krieg, Butch Lukic, and Alan Burnett.

    7. I Superamici (1973)

    I Superamici ci porta direttamente negli anni ‘70 e si concentra come Justice League Action (2016) sull’omonimo gruppo di supereroi DC. Oltre a Superman, nel cast troviamo anche Batman, Wonder Woman e Aquaman, tra gli altri. Con nove stagioni in dodici anni, I Superamici (1973) attraversano la decade mostrandoci Superman nelle avventure più disparate. Inoltre, la serie TV espande la tavolozza dei colori, anche se rimangono centrali il blu e il rosso. Il risultato è una versione psichedelica della Justice League. Sotto la direzione artistica di Gardner Fox, I Superamici (1973) rimane un cartone animato con Superman di tutto rispetto.

    6. Justice League: La crisi dei due mondi (2010)

    Justice League: La crisi dei due mondi è diretto da Sam Liu e Lauren Montgomery ed è sceneggiato da Dwayne McDuffie. Il film del 2010 vede Superman alle prese con un universo parallelo dove lui e gli altri membri della Justice League sono cattivi. Con l’aiuto di Lex Luthor versione buona, i supereroi dovranno battere il loro lato oscuro. L'animazione di Justice League: La crisi dei due mondi (2010) rispecchia l’avanzamento tecnologico e appare ultra dettagliata e lucida. Allo stesso tempo, la trovata geniale di mostrare la versione cattiva di ogni personaggio non crea solo tensione nello spettatore, ma anche curiosità. Come sarà Superman versione villain?

    5. Justice League Unlimited (2004)

    Sviluppato da Bruce Timm, Justice League Unlimited è l’ultimo tassello del DC Animated Universe. La serie TV raccoglie in tre stagioni alcune delle avventure più entusiasmanti del gruppo di supereroi. Come sempre, l’obiettivo numero uno rimane la lotta al crimine e la difesa del mondo. Lo stile animato di Justice League Unlimited (2004) ha solo punti di forza, tra abbinamenti di colori azzeccati e una fluidità di movimenti senza paragoni. Da segnalare anche la presenza di un episodio che adatta il fumetto Per l'uomo che aveva tutto di Alan Moore. Justice League Unlimited (2004) non sembra invecchiata per nulla, nonostante siano trascorsi più di vent’anni.

    4. Superman: Man of Tomorrow (2020)

    Superman: Man of Tomorrow vede Clark Kent affrontare due nemici temibili: il cacciatore di taglie Lobo e Parassita, villain che assorbe la linfa vitale delle sue vittime. Il film di Chris Palmer colpisce per lo stile animato che ricalca appieno la pagina del fumetto. Da notare lo spesso contorno nero all’ esterno di ogni personaggio, proprio come nei comics. Inoltre, il livello di violenza non viene risparmiato, come accade quando vengono mostrati, in primo piano, gli effetti mortali di un attacco di Parasite. Superman: Man of Tomorrow (2020) è un film con Superman indirizzato ai più grandi e fonda la sua potenza sulla miscela di intrattenimento e azione.

    3. My Adventures with Superman (2023)

    My Adventures with Superman riscrive la storia di Superman non dal punto di vista narrativo, ma bensì stilistico. La serie TV sviluppata da Jake Wyatt, Brendan Clougher e Josie Campbell è portata sullo schermo seguendo gli stilemi grafici dell’anime. Inoltre, la vena ottimistica e il clima giovanile che vi ha fatto amare i migliori anime sono presenti anche in My Adventures with Superman (2023). Questa fusione tra lo stile giapponese e il materiale a stelle e strisce è progettata per suscitare reazioni e potrebbe non andare a genio ai fan più accaniti del supereroe. È proprio questa prova di coraggio, però, che rende My Adventures with Superman (2023) unica e imperdibile.

    2. Superman: All Star Superman (2011)

    Basato su una serie limitata di fumetti di Grant Morrison e Frank Quitely, Superman: All Star Superman vede il supereroe di fronte alla sua sfida più difficile di sempre. Con un solo anno di vita rimasto a causa di radiazioni che hanno colpito il suo corpo, Superman deve affrontare l’inevitabile giorno dopo giorno. Come per Superman: Man of Tomorrow (2020), Superman: All Star Superman (2011) non lesina sulle scene d’azione e sulla rappresentazione esplicita della violenza. Tuttavia, il film colpisce per la forza con cui Superman affronta la sua malattia e per il messaggio di perseveranza che il supereroe rappresenta.

    1. Superman (1996)

    Superman, a cura di Alan Burnett e Bruce Timm, è senza dubbio il cartone animato più iconico sull’uomo d’acciaio. Facente parte del già citato DC Animated Universe, quest’opera degli anni ‘90 svecchia l’iconografia di Superman modernizzando i personaggi. Allo stesso tempo, le scene più violente e quelle più drammatiche elevano il materiale rendendolo maturo e adatto a un pubblico più grande. Superman (1996) è anche un gioiello estetico, nel quale brillano sia le linee fluide dell’animazione che l’ampliata tavolozza dei colori. Nonostante le sole quattro stagioni, Superman (1996) è rimasto nel cuore di tutti e sarà difficile soppiantarlo.

    Ecco a voi i migliori cartoni animati con Superman di tutti i tempi

    I film presenti nella lista sono consultabili qui sotto. Se fossero disponibili in streaming, per il noleggio o per l’acquisto, JustWatch ve lo farà sapere. Allo stesso tempo, non dimenticatevi di utilizzare i filtri per una ricerca più customizzata. Inoltre, costruendo la vostra watchlist riceverete notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. L’uomo d’acciaio vi sta aspettando. Buona visione!

  • Da "Mad Max: Fury Road" a "The End": i 10 migliori film post-apocalittici

    Da "Mad Max: Fury Road" a "The End": i 10 migliori film post-apocalittici

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Il cinema è uno specchio della società. Da sempre, grazie alle sue storie e ai suoi personaggi, permette di vederci riflessi, di crescere, di sublimare esperienze della nostra vita attraverso il racconto cinematografico. Ma c'è anche un cinema che immagina il futuro: quello post-apocalittico in cui l'umanità ha smesso di esistere o si trova faccia a faccia con sfide spaventose ed estreme.

    Film in cui i personaggi vivono in contesti distopici o eventi catastrofici hanno sconvolto l'ordine mondiale. Titoli in cui i protagonisti devono imparare a vivere secondo nuove regole, ma dove spesso c'è ancora un barlume di speranza per il destino dell'umanità.

    JustWatch ti porta alla scoperta dei 10 migliori film post-apocalittici da (ri)vedere in streaming sulle principali piattaforme.

    10. The End (2025)

    Primo film di finzione di Joshua Oppenheimer, The End racconta la storia di Madre (Tilda Swinton), Padre (Michael Shannon) e Figlio (George MacKay). Una famiglia che, dopo una catastrofe ambientale che ha portato al collasso e alla fine del mondo, ha arredato un bunker sotterraneo come una casa di lusso. Quando una ragazza (Moses Ingram) riesce a raggiungerli dall'esterno, l'equilibrio fragile della loro quotidianità va in frantumi.

    Un film unico nel suo genere sulla negazione di emozioni e responsabilità che affronta il tema del tempo. Quello che abbiamo sprecato e quello che ancora abbiamo per poter cambiare il nostro destino. Un monito per il futuro che il regista racconta sotto forma di musical distopico dalla durata di due ore e mezza in cui mette in scena un'allegoria del nostro presente, tra narcisismo, paura e rifiuto di confrontarsi con le conseguenze delle proprie azioni.

    9. A Quiet Place - Un posto tranquillo (2018)

    18 giugno 2020. Il giorno in cui un'invasione aliena ha decimato la popolazione mondiale, costringendo i superstiti a vivere nel silenzio per non essere scovati dalle creature extraterrestri dall'udito finissimo. John Krasinski, dietro e davanti la macchina da presa, realizza un film horror dove il suono e la sua assenza amplificano il terrore nel corso di un'ora e mezza tesissima.

    A Quiet Place - Un posto tranquillo mantiene alta la suspense a ogni inquadratura e usa il silenzio come metafora per la complessità della comunicazione, mentre parla di famiglia e sopravvivenza in un mondo fragile. Un'opera post-apocalittica originale che gioca con i sensi e guarda alla fine del mondo da una prospettiva legata alla famiglia. Se vuoi immergerti ancora di più nel mondo immaginato da Krasinski puoi vedere il sequel del 2021, A Quiet Place II, e il prequel del 2024, A Quiet Place – Giorno 1.

    8. Light of My Life (2019)

    Debutto alla regia di Casey Affleck che ne firma anche la sceneggiatura, Light of My Life è un dramma post-apocalittico in cui una pestilenza ha sterminato quasi totalmente la popolazione femminile. I protagonisti sono un padre (Affleck) e una figlia (Anna Pniowsky) alle prese con un mondo distopico ricco di minacce, nel quale cercano di restare a galla.

    Un film intimo e commovente che parla di tenacia, perdita, amore genitoriale e formazione. Nonostante la componente sci-fi, la pellicola mantiene un cuore da fiaba dall'andamento lento che, come in The Road (2009), guarda alla fine del mondo da una prospettiva familiare. Due ore di prove da affrontare, tenerezza, pericoli e amore. Da vedere se hai amato Children of Men (2006).

    7. Snowpiercer (2013)

    È la graphic novel Le Transperceneige di Jacques Lob e Jean-Marc Rochette ad aver ispirato Bong Joon-ho per la realizzazione di Snowpiercer. Il regista coreano, qui al suo debutto cinematografico in lingua inglese, ci porta nel 2031. L'umanità è stata decimata da una nuova era glaciale e i sopravvissuti vivono in un treno in perpetuo movimento intorno alla Terra in cui ciò che è rimasto del genere umano è diviso in classi sociali.

    Una satira feroce ed ironica che in poco più di due ore riflette sulle ingiustizie, il capitalismo, le disuguaglianze e la sete di potere. Un'indagine sulla natura dell'essere umano in una situazione estrema che mette in scena la lotta di classe rappresentata dal tentativo di risalire i vagoni del treno dei personaggi relegati in coda al convoglio. Tanta azione e invettiva per un'opera visionaria arricchita da un cast stellare che comprende Chris Evans, Tilda Swinton, Jamie Bell, Ed Harris e Octavia Spencer. Se vuoi approfondire le tematiche del film puoi recuperare la serie TV omonima del 2020, Silo (2023) o Il buco (2019).

    6. The Road (2009)

    Anche The Road, similmente a Io sono Leggenda, è tratto da un romanzo. Questa volta la pellicola si confronta con il testo di Cormac McCarthy. La storia di sopravvivenza di un padre (Viggo Mortensen) e del giovane figlio (Kodi Smit-McPhee) durante il loro viaggio in un'America desolata e distrutta da un misterioso cataclisma di cui non ci vengono forniti troppi dettagli. Freddo, fame, minacce sono i compagni di un cammino che alla brutalità di un mondo desolato contrappone l'amore che nutrono l'uno per l'altro. L'unica vera arma a loro disposizione per sopravvivere e combattere l'orrore.

    Tanto della riuscita del film è dato dalle prove dei due protagonisti chiamati a incarnare tutta la fatica e il tormento della loro condizione così come il profondo legame che li spinge ad andare avanti e sopravvivere. Un racconto spietato dalle atmosfere cupe che in 111 minuti parla di natura umana, legami familiari e ricerca di un barlume di speranza. Un'esperienza emotiva carica di potenza da vedere se ti ha emozionato il rapporto padre/figlia al centro Light of My Life (2019).

    5. Io sono Leggenda (2007)

    Will Smith è il Dottor Robert Neville, l'unico sopravvissuto insieme al suo cane lupo nella New York del 2012 sterminata da un virus che trasforma gli esseri umani in vampiri. Francis Lawrence in Io sono Leggenda porta sul grande schermo il romanzo di Richard Matheson, modificandone il finale per raccontare una storia di solitudine e speranza racchiusa nella ricerca di una cura per il genere umano.

    Un film emotivamente d'impatto per la sua capacità di esplorare il bisogno dell'uomo di vivere relazioni umane, anche quando tutto intorno a lui sembra perso. Grazie all'uso moderato dei flashback, la pellicola ci mostra i momenti strazianti e caotici dell'evacuazione da New York post epidemia, mentre nel presente la città è spettrale. Una grande prova di Smith nei panni del virologo militare Robert Neville che porta sulle sue spalle i 100 minuti del film, accompagnato dalle note di Redempion Song di Bob Marley. Da recuperare se ti sono piaciuti World War Z (2013) e The Silence (2019).

    4. 28 giorni dopo (2002)

    Quando Jim (Cillian Murphy) si risveglia dal coma in un ospedale di Londra, scopre una città spettrale caduta vittima di un virus che ha trasformato la popolazione in zombie rabbiosi. 28 giorni dopo di Danny Boyle è un horror post-apocalittico che riscrivere le regole del genere zombie mentre riflette sulla società moderna, dove gli esseri umani sono una minaccia l'uno per l'altro.

    Un film crudo, dal ritmo serrato in cui la tensione non dà mai segni di cedimento. Quasi due ore che Boyle infonde di iper-realismo grazie anche alla scelta di usare riprese in digitale a bassa risoluzione che danno al film un'atmosfera documentaristica che catapulta nel cuore del tumulto. Nel 2007 Juan Carlos Fresnadillo ha realizzato un sequel, 28 settimane dopo (2007), mentre nel 2025 Boyle è tornato dietro la macchina da presa per 28 anni dopo (2025). Primo film di una nuova trilogia di cui è stato già annunciato il sequel diretto da Nia DaCosta, 28 anni dopo - Il tempio delle ossa, previsto per il 2026.

    3. I figli degli uomini (2006)

    Alfonso Cuarón prende il romanzo omonimo di P.D. James e ci regala un film cupo tutto giocato sulle sfumature del grigio, dove i colori sono solo un lontano ricordo. Così come le emozioni legate a una gravidanza. L'umanità, infatti, è a un passo dall'estinzione a causa dell'infertilità che si è diffusa come un'epidemia. La sua unica speranza è nel ventre di una donna che scopre di essere incinta.

    I figli degli uomini è un film visivamente entusiasmante e immersivo in cui Cuarón, tramite lunghi piani sequenza, in 109 minuti mostra tutta la brutalità di un mondo al collasso senza concentrarsi sull'evento che ha scatenato la crisi, ma sulle sue conseguenze. Una storia di resilienza in un mondo distopico e ricca di metafore, su tutte quella sulla crisi migratoria. Al centro del film la performance intensa di Clive Owen nei panni di un'ex attivista politico ormai disilluso che ritrova la speranza. Da vedere se ti hanno entusiasmato Elysium (2013) ed Equilibrium (2002).

    2. L’esercito delle 12 scimmie (1995)

    Terry Gilliam prende spunto dal corto del 1962, La jetée di Chris Marker, per una storia di fantascienza post-apocalittica ambientata nel 2035. Bruce Willis, qui protagonista di un'interpretazione drammatica e cruda, è il detenuto James Cole, inviato nel passato, con la promessa della grazia, per scoprire l'origine di un virus letale che ha portato all'estinzione del 99% dell'umanità.

    Ne L’esercito delle 12 scimmie thriller e sci-fi vanno a braccetto per un viaggio labirintico di poco più di due ore che il regista carica di tutto l'eccesso visionario tanto caro al suo cinema. Una storia che parla di tempo, follia, destino, libero arbitrio e percezione. Impossibile poi non menzionare anche Brad Pitt e la sua prova esaltante nel ruolo di Goines. Se hai amato film come Brazil (1985) e Predestination (2014), non puoi non vedere un classico del genere post-apocalittico come quello di Gilliam. E se vuoi approfondire i temi trattati nel film puoi recuperare anche la serie TV omonima del 2015.

    1. Mad Max: Fury Road (2015)

    Cosa dire di Mad Max: Fury Road se non che si tratta di uno dei più grandi film dei primi anni 2000? Quarto capitolo del franchise dedicato al Guerriero della Strada – qui con il volto di un ottimo Tom Hardy -, l'opera di George Miller ridefinisce il concetto di cinema post-apocalittico giocando con le sue regole. Una corsa forsennata e incessante nel deserto, sequenze action mozzafiato coreografate alla perfezione, tempeste di sabbia e una colonna sonora infuocata.

    Una pellicola che in due ore omaggia il potere femminile grazie alla Furiosa di Charlize Theron, la cui interpretazione è di grande intensità e si attesta come una delle eroine più leggendarie del cinema, regalandoci due ore di pura meraviglia. In un mondo inospitale il futuro è custodito in un sacchetto di semi e la libertà si conquista combattendo. Se vuoi scoprire di più del mondo immaginato da Miller, puoi vedere i primi tre film della serie con protagonista Mel Gibson, Interceptor (1979), Interceptor – Il guerriero della strada (1981) e Mad Max: Oltre la sfera del tuono (1995), o il prequel/spin-off di Fury Road, Furiosa: A Mad Max Saga (2024), con Ana Taylor-Joy nei panni di una giovane figlia della guerra.

  • Da “Wicked” a “Bridgerton”: i migliori film e serie TV con Jonathan Bailey

    Da “Wicked” a “Bridgerton”: i migliori film e serie TV con Jonathan Bailey

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Il mondo intero non ha potuto fare a meno di accorgersi di Jonathan Bailey nel dicembre del 2020, quando su Netflix fece il suo debuttoBridgerton. La serie targata Shondaland basata sui romanzi di Julia Quinn e ambientata durante la Reggenza inglese. L'attore interpreta il nono Visconte Bridgerton, divenuto capo della famiglia dopo la morte del padre.

    È la seconda stagione, però, a vederlo assoluto protagonista, quando il suo personaggio si impegna nella ricerca di un buon matrimonio finendo per innamorarsi di Kate Sharma (Simone Ashley).

    Ma la carriera di Jonathan Bailey è iniziata molti anni prima, quando era ancora un bambino, sui palcoscenici dei teatri inglesi. In seguito ha preso parte a svariate serie TV britanniche prima della grande popolarità che gli ha aperto le porte di Hollywood prendendo parte a produzioni comeWicked (2024) - di cui presto sarà protagonista del secondo capitolo Wicked - Parte II (2026) - eJurassic World – La rinascita (2025).

    JustWatch ha stilato una lista delle migliori pellicole e serie TV con Jonathan Bailey, in base alle sue interpretazioni.

    7. Chewing Gum (2017)

    Una gemma Made in UK,Chewing Gum è la black comedy nata dal genio di Michaela Coel. La protagonista è Tracey Gordon, ragazza cresciuta nel quartiere londinese di Tower Hamlets in una famiglia ultra religiosa di origine africana. Ancora vergine, Tracey ha un'ossessione: trovare l'amore e fare sesso. Jonathan Bailey veste i panni di Ash, un ragazzo con il quale la protagonista ha un appuntamento nella seconda stagione. Peccato che non ami Beyoncé, un affronto imperdonabile per Tracy!

    Una serie irresistibile composta da due stagioni, per un totale di 15 episodi da circa 45 minuti, capace di momenti di puro nonsense e commozione per un racconto originale, audace e spiazzante dove l'umorismo slapstick aggiornato ai nostri giorni e un linguaggio spudorato si mescolano con tematiche importanti come la religione e la sessualità. Bailey ha un piccolo ruolo, ma è uno di quelli capaci di lasciare il segno grazie alla capacità dell'attore di abbracciare in toto il tono surreale della serie. Il suo è un personaggio involontariamente comico che differisce da quanto visto in Broachurch e che ci permette di scoprire le sue indiscusse doti comiche. Se ti piace l'umorismo dissacrante diDerry Girls (2018), devi assolutamente dare una chance anche a Chewing Gum.

    6. Crashing (2016)

    Prima di diventare la sceneggiatrice più acclamata della sua generazione grazie aFleabag (2016-2019), Phoebe Waller-Bridge ha scritto e interpretato un'altra serie. Un piccolo gioiello inglese poco conosciuto chiamatoCrashing. Un racconto corale su un gruppo di ventenni che vive in un ospedale abbandonato. Mentre abitano lì, pagando un affitto ridotto, gli inquilini devono custodire l'edificio e seguire delle rigide regole. Una serie brillante, fresca e pungente che fotografa le relazioni moderne. Tra gli affittuari c'è anche Sam, un ragazzo ossessionato dal sesso interpretato da Jonathan Bailey.

    È il suo il personaggio più interessante e sfaccettato. Se in Chewing Gum la comicità era involontaria, qui è palese. Il suo Sam è esagerato, teatrale, egocentrico. Ma dietro quei capelli ossigenati e l'energia incontenibile, Jonathan Bailey sa come far affiorare anche un registro più drammatico, rendendo Sam un personaggio tridimensionale. E proprio come Chewing Gum, anche Crashing è un'altra gemma nascosta della comicità britannica dallo stile autentico, dove l'umorismo tagliente si scontra con un ritratto onesto di una generazione alle prese con problemi di cuore, lavoro e insicurezze. Una sola stagione da 6 episodi da vedere tutta d'un fiato.

    5. Broadchurch (2013)

    Tra le serie tv più riuscite di questa prima parte degli anni 2000,Broadchurch è uno di quei crime drama con la capacità di catturare lo spettatore grazie a un mix di tensione ed empatia per i suoi protagonisti. La serie vede i detective Hardy (David Tennant) e Miller (Olivia Colman) indagare sulla morte di un bambino in una piccola comunità costiera che cela molti segreti. Jonathan Bailey interpreta Olly Stevens, un giovane giornalista locale del Broadchurch Echo. Un ruolo minore, ma con un compito di rilievo. È lui a svelare l'identità della piccola vittima tramite un tweet.

    Un personaggio ambizioso che ha permesso all'attore di farsi notare grazie al suo comportamento spesso impulsivo. Bailey ha saputo infondere al suo giovane reporter tutta l'ambizione che lo spinge a bruciare le tappe e a commettere errori pur di fare carriera. Composta da tre stagioni, per un totale di 24 episodi da 45 minuti circa, la serie si immerge nel dolore dei suoi protagonisti, mostrando l'effetto domino che un evento violento può avere su una comunità. A rendere la visione ancor più coinvolgente ci pensano le performance di grande impatto di Tennant e Colman nei ruoli di due detective agli antipodi. Se ti piacciono i ritmi serrati, i racconti ricchi di suspence e le serie TV comeThe Sinner (2017) e Omicidio a Easttown (2021), anche Broadchurch ti conquisterà.

    4. Bridgerton (2020)

    Il dramma storico più romantico e piccante del piccolo schermo. Bridgerton è una rivisitazione moderna, priva di razzismo, dell'età della Reggenza inglese dove convivono segreti, desideri, passioni e scandali. Uno sguardo alla nobiltà inglese immortalata nel corso della stagione sociale, quando cioè i figli di conti e visconti hanno raggiunto l'età per cercare moglie o marito. Ogni stagione si concentra su un membro della famiglia Bridgerton. Il secondo capitolo vede protagonista proprio il Visconte Anthony Bridgerton di Jonathan Bailey che abbandona lo spirito libertino e vive una relazione tormentata quanto appassionata con Kate Sharma (Simone Ashley).

    È il ruolo che gli ha regalato un'immediata fama planetaria e ha definitivamente lanciato la sua carriera. Grazie alla seconda stagione, Bailey ha potuto approfondire ancor di più le sfumature del suo personaggio. Nel suo Visconte fa convivere gioia, romanticismo, trauma, amore familiare, desiderio, senso di colpa. E ci riesce lavorando sia sul corpo che sulle espressioni del volto. Una performance importante anche in vista di Wicked – Parte 1 in cui anche il principe Fiyero convive con emozioni contrastanti.

    DaDownton Abbey (2010-2015) a The Crown (2016-2023) passando perThe Great (2020-2023) eThe Buccaneers (2023), se ami le serie in costume che guardano alla storia con ossessione al dettaglio o revisionismo pop, Bridgerton è una visione obbligata. Tra costumi e scenografie ricche di colore e sfarzo, brani moderni celebri rivisitati in versione classica e un tono da dramedy, la serie ha anche il pregio di sapersi rinnovare di stagione in stagione. Merito della scelta di dedicare ogni capitolo a una coppia di personaggi diversa intrecciando leggerezza, romanticismo e scandali. Arrivato a tre stagioni da 24 episodi complessivi, lo show tornerà nel 2026 con una nuova storia. Intanto è già stato rinnovato per un quinto e sesto capitolo.

    3. Jurassic World - La rinascita (2025)

    Jurassic World - La rinascita è il settimo capitolo del franchise, nato nel 1993 per la regia di Steven Spielberg. Ambientato nel 2027, il film racconta di un mondo sempre meno interessato ai dinosauri che vivono in zone remote e tropicali inaccessibili agli esseri umani. Ma una spedizione si avventura in quei luoghi per recuperare il loro DNA, che servirà a creare un farmaco salvavita per l'uomo. Nel gruppo in missione c'è anche il paleontologo Henry Loomis interpretato da Jonathan Bailey che rappresenta il cuore etico della narrazione.

    Un ruolo diversissimo da quanto fatto in precedenza e che lo pone sempre di più come uno dei nomi più ambiti di Hollywood. Il suo paleontologo è un mix di curiosità, goffaggine, morale, stupore e conoscenza che l'attore interpreta con estrema naturalezza come già dimostrato – sebbene con toni e registri ben diversi - anche in Bridgerton, dove il suo visconte è attraversato da tante sfumature.

    Un film di grande intrattenimento, ricco di azione che omaggia proprio il cinema del creatore della saga. Una visione perfetta se hai nostalgia dei film dei primi anni '90 e dell'originale diretto da Spielberg, ma non disdegni le avventure alla Indiana Jones. La tecnologia, inoltre, permette di osservare da una prospettiva ancor più realistica le creature che animano la trama nelle due ore abbondanti di durata, tra gli innocui Apatosaurus e i temibili Velociraptor. A fare da spalle a Bailey anche Scarlett Johansson e Mahershala Ali che rinnovano il cast dopo la conclusione della trilogia precedente diJurassic World (2025 – 2022), dall'impatto inferiore rispetto a quest'ultimo capitolo.

    2. Wicked - Parte 1 (2024)

    Prima parte dell'adattamento cinematografico del celebre musical di Broadway, Wicked - Parte 1 è una gioia per gli occhi e per le orecchie, grazie ai suoi numerosi numeri musicali. La storia, della durata di due ore e 40, è quella dell'inattesa amicizia tra Elphaba, la futura malvagia strega dell'Ovest di Cynthia Erivo, e Glinda, la strega buona di Ariana Grande. Jonathan Bailey dà voce e corpo a Fiyero, principe fidanzato con Glinda che stringe un forte legame con Elphaba.

    Un ruolo a prima vista superficiale che cresce nel corso del film. Qui l'attore gioca un altro campionato, tra numeri musicali e canori già cult. Similmente a quanto fatto con il personaggio di Sam in Crashing, anche qui Bailey svela poco a poco la natura tutt'altro che unicamente frivola del suo personaggio. Dietro quell'apparente voglia di divertirsi e non pensare a nulla, c'è un uomo con una sua complessità che l'attore fa affiorare lentamente grazie al suo rapporto con Elphaba.

    Jon M. Chu ha fatto un lavoro eccezionale nel dare vita a un film visivamente impressionante scegliendo un approccio il più possibile artigianale rispetto all'uso della CGI. Inoltre le performance canore delle due protagoniste sono assolutamente perfette ed emozionanti e la loro chimica è così palpabile da regalare al film un livello maggiore di credibilità. Se ti piacciono i musical, hai adoratoIl Mago di Oz (1939) e ami le grandi storie epiche che parlano di amicizia, pregiudizio e identità, vedere il film ti farà brillare gli occhi.

    1. Fellow Travelers (2023)

    Jonathan Bailey e Matt Bomer sono Hawkins Fuller e Tim Laughlin, i protagonisti diFellow Travelers. Una miniserie drammatica in 8 puntate, ciascuna della durata di circa un'ora, tratta dall'omonimo romanzo di Thomas Mallon, che racconta la storia d'amore clandestina tra i due uomini, dal maccartismo degli anni '50 fino alla crisi dell'AIDS degli anni '80. Un racconto emotivamente coinvolgente e toccante grazie alle ottime interpretazioni dei due attori alle prese con un amore proibito da custodire e preservare in anni repressivi.

    Bailey e Bomer sono eccezionali nel portare sullo schermo tutta la gamma delle emozioni dei loro personaggi, dal desiderio al dolore. Ed è questo il ruolo che, finora, rappresenta al meglio il talento dell'attore in cui ha avuto l'opportunità di mostrare le sue doti più drammatiche. Un personaggio agli antipodi rispetto a quelli interpretati in Bridgerton o Chewing Gum che Bailey interpreta con convinzione attraverso tre decenni di cambiamenti.

    Un elemento che rende la sua performance ancor più ragguardevole e convincente. Molto accurata nella ricostruzione storica, la miniserie porta alla luce un evento meno conosciuto della lunga lotta per vedere riconosciuti i propri diritti da parte della comunità queer. Se ti sei emozionato guardandoMy Policeman (2022),When We Rise (2017) e Man in an Orange Shirt (2017), Fellow Travelers non sarà da meno.

  • Da "La fantastica Signora Maisel" a "Superman": i migliori film e serie TV con Rachel Brosnahan

    Da "La fantastica Signora Maisel" a "Superman": i migliori film e serie TV con Rachel Brosnahan

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Il successo globale è arrivato nel 2017 grazie a un microfono anni '50 e un occhio di bue che la illuminava sul palco del Gaslight Cafè del Greenwich Village nel primo episodio de La fantastica Signora Maisel. La serie dramedy, creata da Amy Sherman Palladino, incentrata su una casalinga che sogna di diventare stand-up comedian.

    Ma il talento di Rachel Brosnahan ha radici più profonde che dimostrano la sua capacità di spaziare in generi e registri diversi. Forse è anche per questa sua capacità di offrire interpretazioni sfaccettate che James Gunn l'ha scelta per interpretare un ruolo iconico come quello di Lois Lane in Superman, reboot del 2025 dei film dedicati all'Uomo d'Acciaio e primo film del DC Universe del Capitolo Uno: Dei e Mostri.

    JustWatch ha stilato una lista delle migliori pellicole e serie TV con Rachel Brosnahan, in base alle sue interpretazioni, segnalando dove puoi recuperarle in streaming.

    1. La fantastica signora Maisel (2017)

    Finora, è il ruolo più importante per Rachel Brosnahan e quello grazie al quale si è ritagliata un posto nella storia del piccolo schermo. L'attrice incarna in modo sublime lo spirito di Miriam "Midge" Maisel, un'agiata casalinga degli anni '50 che, dopo aver scoperto il tradimento del marito, scopre anche una vocazione per la stand-up comedy. Cinque stagioni, per un totale di 43 episodi che oscillano dai 40 ai 70 minuti di durata, nelle quali la seguiamo mentre cerca di realizzare il suo sogno, tra abiti meravigliosi, parlantina fluente e determinazione.

    Un personaggio così è un sogno per ogni attrice, ma una simile interpretazione riesce a poche. Brosnahan ha saputo infondere nella sua Midge un carisma senza pari mentre la serie parla di emancipazione femminile con intelligenza e un pizzico di irriverenza. A renderla ancor più irresistibile la presenza di un cast di grandi attori, da Alex Borstein nei panni della manager Susie Myerson a Luke Kirby in quelli di un'indimenticabile Lenny Bruce. Per distacco, La fantastica signora Maisel è una delle migliori serie TV degli ultimi anni per scrittura, messa in scena e interpretazioni. Se vuoi vedere uno show elettrizzante, intelligente e profondamente divertente, questa serie fa al caso tuo!

    2. House of Cards – Gli intrighi del potere (2013)

    Il primo ruolo che ha fatto conoscere Rachel Brosnahan al grande pubblico grazie alla cassa di risonanza di Netflix e del successo di House of Cards – Gli intrighi del potere. La serie ambientata a Washington D.C. segue l'ascesa alla presidenza della Casa Bianca del democratico (machiavellico e manipolatore) Frank Underwood (Kevin Spacey). Sei stagioni, composte da 73 episodi da 50 minuti circa, che ti immergeranno nel lato più oscuro e corrotto della politica disposta a tutto per soddisfare la propria ambizione. L'attrice interpreta Rachel Posner, una sex worker legata a Doug Stamper (Michael Kelly), assistente e Capo di gabinetto del protagonista, che rimane invischiata negli intrighi politici dei due uomini.

    Un'interpretazione riuscita e stratificata che ha dato uno slancio importante alla sua carriera. Un personaggio che si discosta dai suoi lavori precedenti e che le ha permesso di mettere in mostra le sue sfumature più cupe, giocando su silenzi, vulnerabilità e momenti di auto determinazione. Inoltre, il suo arco narrativo è quello in grado di apportare al racconto uno spiraglio di umanità diventando uno dei personaggi più amati della serie. Se ti affascinano le serie TV che esplorano le dinamiche di potere come Succession (2018-2023), House of Cards ti esalterà grazie al suo tono imperturbabile e la tensione che attraversa ogni episodio miscelata all'umorismo cinico del suo protagonista.

    3. Superman (2025)

    Quando James Gunn ha svelato il cast di Superman, tutti sono stati d'accordo sulla scelta di Rachel Brosnahan come novella Lois Lane. L'attrice presta voce e corpo all'iconica giornalista del Daily Planet, nonché personaggio femminile che fa battere il cuore al collega Clark Kent. Lo stesso che, sotto gli occhiali da vista e la camicia, nasconde la sua vera identità di Big Blue interpretato da David Corenswet. Due ore e 10 minuti di durata in cui Gunn sceglie un approccio luminoso che pone al centro della narrazione l'umanità del protagonista ben distante dalla versione cupa di Zach Snyder messa in scena ne L'Uomo d'Acciaio (2013).

    La chimica tra Corenswet e Brosnahan è genuina e contribuisce a rendere la loro relazione autentica. Ma ciò che colpisce ancor di più dell'interpretazione dell'attrice è l'aver saputo vestire i panni della giornalista con un forte naturalismo. Una professionista ambiziosa dal piglio contemporaneo e non solo l'interesse sentimentale del protagonista con il quale si scontra apertamente difendendo le sue opinioni. Un personaggio tridimensionale che l'attrice ha incarnato con la consueta perfezione.

    4. Sono la tua donna (2020)

    Un racconto di empowerment femminile nella Pittsburgh degli anni '70, Sono la tua donna vede Rachel Brosnahan vestire i panni di Jean. Una casalinga disillusa che, dopo la scomparsa del marito invischiato in traffici poco cristallini, è costretta a fuggire e cambiare vita. Un thriller disponibile su Prime Video che, in due ore, esplora i temi del riscatto e della crescita, ma anche di solidarietà femminile. L'attrice, anche produttrice della pellicola, porta il film sulle sue spalle e mette in scena una vulnerabilità mista a forza del tutto inedite.

    Un ruolo agli antipodi rispetto a Mr. Maisel in cui l'attrice gioca in sottrazione. La sua Jean è inizialmente insicura, spaesata e spaventata. Ma, gradualmente, Brosnahan ci mostra la crescita della sua forza interiore trasformandola in un'eroina sui generis. Tra gli aspetti più interessanti della sua prova anche quello relativo alla maternità del suo personaggio. Inizialmente vissuta in modo apatico e distaccato, nel corso del film si trasforma assumendo nuove sfumature. Una performance introspettiva, tutta giocata sul controllo delle emozioni e del corpo, che dimostra un altro lato del talento di Rachel Brosnahan.

    5. Boston: caccia all'uomo (2016)

    Peter Berg porta sul grande schermo la storia vera di quanto accaduto durante l'attacco alla maratona di Boston nel 2013. Lo fa usando il thriller e raccontando la ricerca dei responsabili così come le storie dei soccorritori e dei sopravvissuti. Boston: caccia all'uomo vede protagonista Mark Wahlberg nei panni del sergente Tommy Saunders impegnato nella ricerca dei due terroristi artefici dell'attentato. Nel film, della durata di due ore e 10 minuti, Rachel Brosnahan veste i panni di Jessica Kensky, una delle vittime degli attacchi alla maratona di Boston, che insieme al marito Patrick Downes perderà le gambe a causa dello scoppio degli ordigni.

    Un ruolo marginale, ma interpretato con grande realismo ed empatia. Qui Brosnahan con la sua interpretazione rappresenta la celebrazione da parte del film di un'intera città e comunità che si è unita per far fronte comune di fronte a una tragedia. Misurata e naturale, ma anche profondamente commovente, la performance dell'attrice sarebbe potuta facilmente scadere nell'eccesso. Invece, riesce a gestire con estrema sobrietà e rispetto la storia chiamata a portare sullo schermo. Da vedere se ti piacciono i film patriottici e le storie vere raccontate sul grande schermo come United 93 (2006) e World Trade Center (2006).

    6. L'ombra delle spie (2020)

    Dominic Cooke porta sul grande schermo la storia vera dell'uomo d'affari inglese Greville Wynne (Benedict Cumberbatch) assoldato dai servizi segreti del suo Paese per fornire le informazioni necessarie a scongiurare uno scontro nucleare con l'URSS. Per farlo dovrà stringere un'alleanza con l'ufficiale sovietico Oleg Penkovsky (Merab Ninidze). L’ombra delle spie è una spy story in piena regola che, al pari de Il ponte delle spie (2015) e La talpa (2011), segue le regole del genere e mantiene alta la tensione nelle sue due ore scarse di durata.

    Rachel Brosnahan interpreta Emily Donovan, un'agente della CIA coinvolta nella missione ambientata nel cuore della Guerra Fredda. Un ruolo di supporto, ma determinante nell'apportare una nota femminile nel contesto dello spionaggio. L'attrice mette in scena tutta l'arguzia e la determinazione del suo personaggio giocando con i cliché di genere. Una spia scaltra che, per raggiungere i suoi obiettivi, si mostra innocua e tutt'altro che minacciosa demolendo le percezioni stereotipate della società.

    7. Segreti di famiglia (2015)

    Joachim Trier con Segreti di famiglia realizza un film sul rapporto tra genitori e figli e sui conflitti interni a una famiglia. Lo fa raccontando la storia di Isabelle Reed (Isabelle Huppert), fotografa di guerra scomparsa in un incidente, e della grande mostra sul suo lavoro ospitata a New York. Ad organizzarla il figlio maggiore Jonah (Jesse Eisenberg) mentre cerca di riconciliarsi con il ricordo della madre.

    Un dramma sull'elaborazione del lutto da vedere se hai apprezzato Manchester by the Sea (2016), Rabbit Hole (2010) e Alabama Monroe - Una storia d’amore (2012). Nel film Rachel Brosnahan interpreta Ellie, ex compagna di liceo di Jonah. Un ruolo piccolo, ma significativo. La giovane donna che è chiamata a interpretare rappresenta per il protagonista maschile un promemoria del passato e una parentesi di sollievo dal dolore. L'attrice infonde alla sua Ellie una naturalezza che contraddistingue il suo approccio ai ruoli e offre una nota di calore ad una pellicola giocata sul filo di una tensione emotiva palpabile fatta di non detti e verità rimaste nell'ombra.

    8. Orange is the New Black (2013)

    Tra le migliori serie disponibili su Netflix, Orange is the New Black, prende vita dal libro di memorie di Piper Kerman interpretata da Taylor Schilling. Una trentenne di New York dalla vita borghese che si ritrova a dover scontare 15 mesi nel penitenziario di Litchfield per aver trasportato, 10 anni prima, una valigia con del denaro per la fidanzata dell'epoca, una trafficante di droga.

    Sette stagioni, per un totale di 91 episodi da 50 minuti circa, che parlano di traumi, errori, rimpianti e speranze di un gruppo variegato di donne. Rachel Brosnahan interpreta Lisa Burley, un'amica di una delle protagoniste, Tricia (Madeline Brewer), che compare nel flashback incentrato sul passato della detenuta. Una delle prime interpretazioni dell'attrice che, sebbene in un ruolo marginale, già mostra la sua propensione per i ruoli in cui convivono dramma e commedia. Nel vederla in scena appare chiaro come la sua naturale luminosità non possa passare inosservata e le scene condivise con Brewer riescono a trasmettere tutta la complicità della loro sorellanza. 

  • I 15 migliori film anime di sempre: capolavori da vedere almeno una volta nella vita

    I 15 migliori film anime di sempre: capolavori da vedere almeno una volta nella vita

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    I film anime giapponesi sono molto più di semplici “cartoni animati”: sono viaggi emotivi, sogni ad occhi aperti, poesie visive che attraversano tempo, spazio e cuore. Dal fascino senza tempo delle opere Ghibli alla sperimentazione psicologica di autori come Satoshi Kon, il cinema d’animazione giapponese ha creato capolavori che hanno segnato intere generazioni.

    In questa guida, ti portiamo alla scoperta dei 15 migliori film anime di sempre da guardare in streaming: un mix perfetto tra classici intramontabili e gioielli più recenti, tutti da vedere (o rivedere) almeno una volta nella vita.

    Che tu sia un fan sfegatato o un neofita curioso, preparati a lasciarti trasportare in mondi incantati, città futuristiche, drammi umani e avventure straordinarie. Pronto per il viaggio?

    1. La città incantata (Spirited Away, 2001)

    Vincitore dell’Oscar come miglior film d’animazione, La città incantata di Hayao Miyazaki è il film anime per eccellenza. Segue Chihiro, una bambina catapultata in un mondo soprannaturale governato da spiriti, streghe e creature incantate. Tra bagni pubblici per divinità, draghi volanti e sfide interiori, il film racconta un viaggio di crescita, trasformazione e identità. La forza visiva, l’immaginario onirico e la profondità simbolica ne fanno un’esperienza indimenticabile. Più che un film, è un rito di passaggio: ogni rewatch svela nuovi significati. Se esiste un capolavoro assoluto dell’animazione, è questo.

    2. Il castello errante di Howl (Howl’s Moving Castle, 2004)

    Un castello semovente tra le nuvole, una ragazza trasformata in anziana da una maledizione, e uno stregone affascinante che nasconde molte ombre: Il castello errante di Howl è una delle favole più romantiche e ambigue di Miyazaki. Tratto da un romanzo di Diana Wynne Jones, il film mescola magia, guerra e pacifismo in un racconto dalle mille sfumature. Visivamente spettacolare, con un worldbuilding strabordante e personaggi indimenticabili (Calcifer, ti adoriamo), è una storia sull’amore che guarisce, il coraggio di cambiare e la bellezza dell’imperfezione. Un film da rivedere con il cuore aperto.

    3. Your Name (Kimi no Na wa, 2016)

    Makoto Shinkai ha fatto il colpaccio con Your Name, una storia d’amore e destino che ha fatto piangere mezzo mondo. Due adolescenti, Mitsuha e Taki, si svegliano a giorni alterni nel corpo dell’altro, e attraverso questa connessione iniziano a conoscersi, capirsi e amarsi… anche senza essersi mai incontrati. Ma il tempo non è lineare, e nemmeno l’amore. Tra paesaggi mozzafiato, musiche travolgenti (Radwimps forever!) e un twist che spezza il cuore, Your Name è un'esperienza emotiva totale. Uno dei film anime più amati e di successo degli ultimi decenni, e non a caso.

    4. Il mio vicino Totoro (My Neighbor Totoro, 1988)

    Un’icona dell’animazione giapponese, Totoro è molto più di un peluche gigante: è simbolo di infanzia, meraviglia e natura. Il film segue due sorelline trasferitesi in campagna con il padre, mentre la madre è in ospedale. Tra alberi secolari, creature misteriose e gatti-autobus (!), vivono una serie di avventure incantate che restituiscono lo stupore del mondo visto con gli occhi dei bambini. Il mio vicino Totoro è uno dei film più teneri e rassicuranti mai realizzati: semplice nella trama, profondo nei temi. È il Ghibli del cuore, quello che abbraccia l’anima.

    5. Perfect Blue (1997)

    Dimentica la dolcezza: Perfect Blue è un incubo lucidissimo firmato Satoshi Kon. Thriller psicologico cupo e claustrofobico, segue Mima, una pop idol che decide di lasciare il suo gruppo per diventare attrice. Ma la realtà inizia a sfaldarsi: tra stalking, identità distorte e allucinazioni, la sua mente crolla. Perfect Blue anticipa temi oggi attualissimi: la cultura della celebrità, la violenza dell’industria dello spettacolo, la perdita del sé nell’era digitale. È stato fonte d’ispirazione per Darren Aronofsky (Il cigno nero ne è una versione “occidentale”). Angosciante, spietato, potentissimo. Da vedere assolutamente, ma non da soli.

    6. Principessa Mononoke (Princess Mononoke, 1997)

    Epico, selvaggio e maestoso, Principessa Mononoke è il film con cui Miyazaki alza l’asticella del cinema d’animazione. Ambientato in un Giappone antico dove umani e spiriti della foresta sono in guerra, segue Ashitaka, un giovane maledetto, e San, la ragazza-lupo che combatte per proteggere la natura. Nessuno è buono o cattivo: tutto è ambivalente, complesso, vivo. Temi come l’ecologia, il progresso, la spiritualità e il conflitto tra culture si intrecciano in un racconto potente e visivamente mozzafiato. È una fiaba adulta e brutale, ma anche profondamente umana. Un pilastro del cinema mondiale, non solo anime.

    7. Akira (1988)

    Il film che ha cambiato tutto. Akira è cyberpunk puro: violento, visionario, colossale. Ambientato in una Tokyo post-apocalittica, segue la discesa di Tetsuo, ragazzo con poteri psichici incontrollabili, e il suo amico Kaneda, coinvolto in una spirale di caos, ribellione e mutazioni. Il tratto è iperdettagliato, la regia frenetica, la colonna sonora alienante. È un'esplosione visiva e tematica che ha influenzato tutto, da Matrix a Stranger Things. Anche dopo oltre trent’anni, Akira resta insuperabile per impatto e modernità. Se non l’hai mai visto, preparati: è come un pugno in faccia… e una rivoluzione nello sguardo.

    8. La forma della voce (Koe no Katachi, 2016)

    La forma della voce è un film sull’empatia, il rimorso e la possibilità di rinascita. Racconta la storia di Shoya, un ex bullo che cerca di fare ammenda nei confronti di Shoko, una ragazza sorda che aveva preso di mira alle elementari. Il film affronta con estrema sensibilità il tema del bullismo, della disabilità e della depressione, mostrando le ferite invisibili che ci portiamo dentro. L’animazione è delicata, l’introspezione profonda. Non è solo un dramma adolescenziale: è una lettera aperta a chi ha sbagliato e a chi cerca di perdonare. Commuove, scuote, fa riflettere. Un must.

    9. 5 cm al secondo (Byousoku 5 Centimeter, 2007)

    Quanto può durare un amore che il tempo e la distanza separano? 5 cm al secondo è poesia pura, malinconia liquida. Tre corti intrecciati raccontano la storia di Takaki e Akari, due anime legate dall’infanzia ma trascinate via dal tempo. Makoto Shinkai firma un’opera struggente, dove ogni inquadratura è un quadro e ogni silenzio è una ferita. L’amore non è sempre eterno, ma resta incastonato nei ricordi. È un film che parla a chi ha perso qualcosa, a chi guarda indietro con dolcezza e dolore. Breve, lento, meravigliosamente triste. Da vedere in una notte d’inverno.

    10. Paprika (2006)

    Un viaggio psichedelico nella mente umana. Paprika è l’ultimo film di Satoshi Kon, e forse il suo più folle. In un futuro prossimo, una tecnologia permette di entrare nei sogni. Quando questa finisce nelle mani sbagliate, la realtà comincia a sgretolarsi. Solo Paprika, l’alter ego onirico della dottoressa Atsuko, può tentare di fermare il disastro. Paprika è un’esplosione di immagini, simboli, identità fluide e sovrapposizioni tra conscio e inconscio. Ha ispirato film come Inception, ma è unico nella sua audacia visiva e concettuale. Non è sempre facile da seguire, ma ti rimane addosso. Un’esperienza ipnotica.

    11. La ragazza che saltava nel tempo (The Girl Who Leapt Through Time, 2006)

    Un giorno qualunque, una ragazza qualunque scopre di poter saltare nel tempo. E lo fa... per le piccole cose: evitare interrogazioni, arrivare in orario, mangiare di nuovo il suo dolce preferito. Ma ogni salto ha un prezzo. La ragazza che saltava nel tempo è uno dei film più amati di Mamoru Hosoda: tenero, intelligente, leggero ma anche profondo. Un coming-of-age travestito da sci-fi romantico, con una protagonista imperfetta e adorabile. Il messaggio? Non si può tornare indietro su tutto, ma si può scegliere come andare avanti. Emozionante e senza tempo.

    12. Il ragazzo e l’airone (The Boy and the Heron, 2023)

    L’ultimo capolavoro di Hayao Miyazaki è una riflessione poetica sulla morte, la memoria e la trasformazione. In Il ragazzo e l’airone, il giovane Mahito attraversa un mondo surreale alla ricerca della madre scomparsa, guidato da un airone parlante enigmatico. Il film mescola elementi autobiografici con metafore filosofiche e immagini potenti. Non è una storia lineare, ma un’esperienza da assaporare lentamente, come un sogno lucido. È il testamento artistico di un maestro, un film che parla della fine per raccontare la rinascita. Un’opera difficile ma profonda, da vedere più volte per coglierne l’anima.

    13. I figli del mare (Children of the Sea, 2019)

    Un film che sembra dipinto a mano, I figli del mare è un'esperienza sensoriale intensa. Racconta di Ruka, una ragazza affascinata da due misteriosi fratelli legati al mare. Man mano che eventi inspiegabili scuotono il mondo, Ruka si immerge in un viaggio cosmico tra balene, stelle e coscienza. L’animazione di Studio 4°C è straordinaria: fluida, viva, spirituale. Il film non è immediato, ma poetico e contemplativo, con influenze di filosofia naturale e shintoismo. È l’oceano che ti guarda. Un film da sentire, non solo da capire.

    14. Wolf Children (Ookami Kodomo no Ame to Yuki, 2012)

    Cosa succede quando una madre cresce due bambini-lupo da sola? Wolf Children, firmato da Mamoru Hosoda, è una storia commovente sull’amore genitoriale, la diversità e la scelta tra istinto e integrazione. Hana, la protagonista, affronta con coraggio la maternità dopo la morte dell’uomo-lupo che amava. I suoi figli crescono divisi tra natura e umanità, in una parabola emozionante e simbolica. Il film alterna momenti dolcissimi ad altri dolorosi, sempre con una regia elegante e un cuore enorme. È un inno all’amore incondizionato. Preparati a piangere (ma anche a sorridere).

    15. The End of Evangelion (1997)

    Caotico, disturbante, grandioso: The End of Evangelion è il finale alternativo (e definitivo?) della serie Neon Genesis Evangelion. Un film che disintegra tutto ciò che pensavi di sapere, tra apocalissi psicologiche, visioni cosmiche e crisi esistenziali. Hideaki Anno ci trascina nella mente di Shinji, in un viaggio senza ritorno tra senso di colpa, desiderio, autodistruzione e speranza. Non è per tutti, e non dà risposte semplici. Ma è un’opera d’arte totale, che sfida i limiti dell’animazione e del linguaggio stesso. Un film che ti lascia svuotato, ma diverso.

    Dove guardare i 15 migliori film anime di sempre in streaming

    Dal magico mondo di Totoro ai deliri mentali di Paprika, dai viaggi temporali alle lacrime adolescenziali, questi 15 film anime rappresentano il meglio dell’animazione giapponese. Sono storie che parlano a ogni età, che trascendono il genere e che ti rimangono dentro per anni. Se non li hai ancora visti, è il momento di recuperare.

    E se li hai già amati, riguardarli sarà come tornare a casa. Perché l’animazione, quando è fatta così bene, non ha confini. Ecco la lista su dove guardare i 15 migliori film anime di sempre in streaming: 

  • Da "Iron Man" a "What If...?": tutte le serie TV e i film Marvel da vedere prima di iniziare "Ironheart"

    Da "Iron Man" a "What If...?": tutte le serie TV e i film Marvel da vedere prima di iniziare "Ironheart"

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Ultimo titolo della Fase 5, Ironheart è una miniserie in sei episodi da 50 minuti circa disponibile su Disney+ che vede protagonista Dominique Thorne nei panni di Riri Williams, una giovane ex studentessa del MIT e geniale inventrice. La serie, ambientata dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever, mette in contrapposizione tecnologia e magia quando la protagonista, determinata a lasciare un segno nel mondo, torna nella sua città natale, Chicago.

    Lì, impegnata nella costruzione di armature di ferro che rivaleggiano con quelle di Iron Man, si imbatte nel misterioso Parker Robbins/“The Hood” (Anthony Ramos). Prima di iniziare a vedere Ironheart, JustWatch ha stilato una lista di tutte le pellicole e le serie TV Marvel da guardare, segnalando dove puoi recuperarle in streaming.

    1. La trilogia di "Iron Man" (2008-2013)

    Se sei interessato a scoprire qualcosa di più sulle decisioni morali che muovono Riri Williams/Ironheart è fondamentale recuperare la trilogia di Iron Man. In primo luogo perché la protagonista della serie Marvel è considerata la sua erede (nei fumetti è stata allieva di Tony Stark) e poi perché Iron Man, primo film Marvel diretto da Jon Fevrau, introduce il concetto di inventore geniale che lotta per far sì che le sue armature non finiscano nelle mani sbagliate come raccontano Iron Man 2 e Iron Man 3.

    Se il primo film è una sorta di origin story del personaggio, da genio, miliardario e playboy a supereroe, che bilancia l'azione con il sarcasmo pungente tipico di Stark, il secondo esplora le conseguenze della sua scelta di usare la tecnologia per un bene superiore. Con il terzo e ultimo capitolo di Iron Man diretto da Shane Black, Tony Stark è costretto a confrontarsi con le sue fragilità dopo gli eventi di The Avengers (2012). Spogliato della sua armatura, il vendicatore deve fare affidamento sul suo ingegno. Ma questo non significa che non manchino scene di combattimento spettacolari.

    Un tris di film, della durata di due ore circa ciascuno, che costituisce l'inizio del MCU e in cui i concetti di responsabilità e moralità hanno un peso centrale e caratterizzano anche ciò con cui si deve confrontare Riri. Li trovi in streaming su Disney+.

    2. "Doctor Strange" (2016) e "Doctor Strange nel Multiverso della follia" (2022)

    Come anticipato nell'introduzione, Riri si ritroverà faccia a faccia con il mondo della magia grazie all'incontro con The Hood. Un suo alleato con indosso un cappuccio che gli permette di attingere alle arti oscure. Il suo mantello ricorda quello indossato in Doctor Strange dall'ex chirurgo con il volto di Benedict Cumberbatch che per primo introduce la magia all'interno del Marvel Cinematic Universe. Sebbene il Signore delle arti mistiche non compaia nella serie, la sua figura è centrale per capire come potrebbe evolversi Ironheart. Specie in relazione all'uso della magia fatto dalla stessa Riri e ai viaggi nell'universo centrali in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

    Il primo film del 2016, diretto da Scott Derrickson e della durata di due ore, è una classica origin story, proprio come Iron Man, dove il brillante quanto arrogante neurochirurgo Stephen Strange perde l'uso delle mani in un incidente d'auto. Alla ricerca di una cura, si reca in Himalaya dove scopre il mondo nascosto delle arti mistiche dove sviluppa le sue abilità magiche. Un'opera la cui regia, grazie al concetto di Multiverso, gioca incessantemente creando sequenze visivamente affascinanti, dove mondi e architetture si piegano davanti ai nostri occhi reinventandosi continuamente per parlare di ego, perdita e sacrificio.

    Nelle sue due ore di durata, invece, Doctor Strange nel Multiverso della Follia vede il protagonista impegnato a proteggere America Chavez, una ragazza con il potere di viaggiare tra gli universi. Una particolarità che accende l'interesse di Wanda Maximoff, accecata dal dolore per la perdita dei figli con i quali vuole ricongiungersi. Grazie alla regia di Sam Raimi, il film è un tuffo nell'horror e nelle atmosfere dark che lo rendono diverso da qualsiasi altro titolo Marvel precedente. Un'esperienza visivamente entusiasmante e coraggiosa che non ha paura di osare. Se ti piacciono i film con un tocco gotico e scene d'azione creative, questo è il titolo Marvel giusto per te. Puoi vederli entrambi su Disney+.

    3. "Black Panther" (2018) e "Black Panther: Wakanda Forever" (2022)

    Tanto quanto è importante vedere la trilogia di Iron Man per capire Ironheart e le scelte della sua protagonista, lo è altrettanto recuperare Black Panther. Il film di Ryan Coogler, nelle sue oltre due ore di durata, ci porta alla scoperta di Wakanda e delle sue tradizioni. Grazie alla pellicola scopriamo anche l'importanza del vibranio, un metallo molto resistente utilizzato per realizzare lo scudo di Captain America, e dell'attenzione che la nazione tecnologicamente avanzata ha per evitare che finisca nelle mani sbagliate. Un'esplorazione del conflitto interno dei personaggi, capitanati dall'indimenticabile T'Challa di Chadwick Boseman, divisi tra l'isolazionismo scelto per proteggersi e la responsabilità verso il resto del mondo. Un film che parla di identità, giustizia sociale e le insidie del potere mentre celebra la cultura africana, ma senza dimenticare la componente action.

    Inoltre Black Panther: Wakanda Forever, sempre per la regia di Ryan Coogler, segna il debutto di Riri nell'universo Marvel. La studentessa protegge gli abitanti del Paese africano indossando la sua armatura dopo che il suo lavoro tecnologico viene sfruttato per far scoprire al mondo l'esistenza del prezioso metallo. Un film dal forte impatto emotivo che, nelle sue dure ore e 40, parla di lutto (celebrando la scomparsa prematura di Boseman e, di conseguenza, del suo personaggio), eredità e della ricerca di un nuovo equilibrio. Il tutto mentre i suoi protagonisti devono fare i conti con una nuova minaccia: Namor, il re della nazione sottomarina di Talokan. Puoi recuperarli su Disney+.

    4. She-Hulk: Attorney at Law (2022)

    Con She-Hulk: Attorney at Law si torna a parlare di magia nel MCU. La miniserie vede protagonista la cugina di Bruce Banner, Jennifer Walters (Tatiana Maslany), un'avvocatessa alle prime armi che cerca di trovare un punto di equilibrio tra la sua vita professionale e quella da supereroina. Nell'episodio quattro, “Questa non è vera magia?”, un mago di nome Donny Blaze espulso dal centro di addestramento per i Maestri delle Arti Mistiche per uso non etico dei suoi poteri, manda un membro del pubblico del suo spettacolo in un'altra dimensione dove incontra un demone. Un dettaglio importante dato che The Hood ottiene i suoi poteri proprio dal demone Nisanti.

    She-Hulk, composta da 9 puntate di circa 40 minuti disponibili su Disney+, similmente a Fleabag (2016-2019) di Phoebe Waller-Bridge, vede la protagonista rompe frequentemente la quarta parete per interagire con il pubblico così da commentare la trama e prendersi gioco del genere supereroistico. Se ti piacciono i personaggi che non si prendono troppo sul serio e le serie TV dal tono leggero e ricco di (auto)ironia, la serie fa al caso tuo. Inoltre lo show, oltre a ospitare membri del MCU come Daredevil, Hukl e il maestro delle arti mistiche Wong, affronta tematiche come l'identità di genere, la giustizia sociale e le relazioni trovando una propria voce all'interno dell'universo Marvel.

    5. What If...? 3 – Episodi 5/6 (2024)

    Prima serie animata dei Marvel Studios, What If...? , nelle sue tre stagioni da 30/40 minuti che puoi recuperare su Disney+, esplora versioni alternative di alcuni dei momenti più importanti del MCU. In particolare gli episodi cinque e sei della terza stagione, “E se... l'Emersione avesse distrutto la Terra?” e “E se... 1872?”, mostrano Riri e The Hood in mondi paralleli. L'episodio cinque vede l'inventrice unirsi agli eroi dell'Alleanza per porre fine al potere di una Federazione oppressiva. Anche in questo caso la serie sottolinea il suo impegno per aiutare il prossimo scegliendo sempre il lato giusto della storia. Il sesto episodio, invece, vede The Hood schiavizzare gli immigrati, tra cui la sorella di Shang-Chi, Xu Xialing (Meng'er Zhang), per consolidare il suo potere. 

    Se sei un fan del MCU e vuoi divertirti a esplorare le infinite possibilità del Multiverso, puoi stare certo che What If...? non ti deluderà. Merito di un'esplosione di creatività narrativa e visiva che ti intratterrà con intelligenza. La dimostrazione della grande libertà concessa dall'animazione, qui declinata stilisticamente in modi sempre diversi rispetto alla storia che racconta, che permette anche di mostrare lati inediti dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni.

  • "M3GAN" e altri 7 film horror e thriller su… giocattoli killer!

    "M3GAN" e altri 7 film horror e thriller su… giocattoli killer!

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    I giocattoli possono sembrare innocui passatempi per bambini piccoli. L’horror, però, è riuscito a trasformarli in creature terrificanti e assetate di sangue. Che si tratti di peluche o bambole, i giocattoli assassini seminano terrore tra gli adulti e sono sempre sottovalutati finché è troppo tardi.

    Questa lista di JustWatch vi farà scoprire alcuni dei migliori film sui giocattoli killer, incluso M3gan di Gerard Johnstone. Per tutti i film, vi faremo sapere dove siano disponibili in streaming. Infine, con i filtri di JustWatch potrete selezionare uno o più titoli in base alla durata, all’età consigliata e alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes.

    M3gan (2022)

    Cady perde i genitori e viene adottata dalla zia Gemma, un ingegnere robotico. Per farla sentire meno sola, Gemma affianca a Cady una bambola dotata di intelligenza artificiale. Le cose, però, prendono una brutta piega. M3gan (2022) ha dalla sua una brillante scelta. La fusione della paura suscitata dai giocattoli assassini e da quella per l’IA rendono questo horror sci-fi doppiamente terrificante. La bambola robotica è agghiacciante con i suoi occhi azzurri e non risparmia nessuna vittima, grande o più piccola. Il film è convincente anche sul piano registico e della fotografia, senza dimenticare le prove eccelse di tutto il cast.

    Poltergeist - Demoniache presenze (1982)

    Poltergeist - Demoniache presenze è un classico senza tempo di Tobe Hooper, già regista del cult Non aprite quella porta (1974). Questo horror non si concentra in esclusiva su giocattoli assassini, ma contiene al suo interno uno dei più perfidi esempi di questi killer. Una famiglia,  due adulti e tre bambini, vive in periferia. Il nucleo è testimone di eventi paranormali nella loro casa, causati da diversi fantasmi. Uno di questi spettri finisce per impossessarsi di un clown giocattolo appartenente a Robbie, uno dei tre figli. Il clown pupazzo è, di gran lunga, uno dei più terrificanti mai apparsi sullo schermo, grazie a un’espressione facciale a cavallo tra pazzia e perfidia.

    La bambola assassina (1988)

    Il giocattolo killer per eccellenza, il più iconico di tutti, è senza dubbio Chucky. La sua comparsa nel panorama cinematografico avviene, per la prima volta, ne La bambola assassina. Da quel momento, la saga ha inizio. La mamma di Andy regala al bambino di sei anni la bambola che tanto desiderava. Quello che non sa è che Chucky è posseduto dall’anima di un killer. Chucky verrà ricordato per sempre per i suoi capelli rossi e l’estrema risolutezza nell’uccidere le sue vittime. La pellicola di Tom Holland brilla anche per la grande prova del regista, che confeziona un horror dal solido montaggio e dal grande impatto visivo. 

    The Monkey (2025)

    Tratto dall’omonima storia breve di Stephen King, The Monkey si focalizza su un giocattolo a forma di scimmia. Quest’ultimo appartiene a una coppia di gemelli, Hal e Bill. È ormai troppo tardi quando i due capiscono che il giocattolo ha intenzioni poco rassicuranti. Il film di Osgood Perkins mischia horror e commedia in maniera formidabile. I tocchi comici sono perfetti e vanno a “sgrassare” le generose dosi di splatter e sangue. Ciò che colpisce di The Monkey (2025) è la creatività diabolica con la quale il giocattolo termina le sue vittime. Allo stesso tempo, il settore tecnico è impeccabile, proprio come la prova duale di Theo James nei panni di Hal e Bill.

    Five Nights at Freddy's (2023)

    Five Nights at Freddy's è perfetto per chiunque impazzisca per i giocattoli assassini. Nel film di Emma Tammi, infatti, non ce n’è solo uno, ma bensì molteplici. Le mascotte animatroniche della pizzeria Freddy Fazbear's Pizza sono possedute e non danno un attimo di riposo al guardiano Mike (Josh Hutcherson). Rispetto a The Monkey (2025), Five Nights at Freddy's (2023) non presenta alcun tocco comico, ma si sviluppa secondo una trama thriller horror. La presenza di più giocattoli assassini rende la storia più caotica, aumentando il livello di suspense e di attesa. Non si può mai sapere, infatti, chi delle tante mascotte attaccherà per prima.

    Dolls (1986)

    Stuart Gordon è stato uno dei massimi esponenti dell’horror indipendente anni ‘80. Un maestro come lui non poteva non cimentarsi in un film sui giocattoli killer. Dolls vede al centro della vicenda una famiglia che cerca di ripararsi durante una tempesta. Il nucleo finisce in una casa abitata da bambole stregate. Questo cult è indimenticabile per la superba atmosfera gotica della casa. Il mood del film è elevato da una fotografia da manuale che gioca abilmente con luci e ombre. Le bambole appaiono minacciose e attaccano le vittime utilizzando vari stratagemmi e armi differenti. Il risultato è un piacevole horror che intrattiene e impaurisce allo stesso tempo.

    Annabelle (2014)

    Annabelle fa parte dell’universo di The Conjuring ed è il prequel di quest’ultimo. Dopo aver subito una violazione di domicilio da parte di fanatici, una coppia inizia ad avere esperienze paranormali terrificanti. Al centro di questi avvenimenti c’è una vecchia bambola. Annabelle (2014) funziona grazie alla forte carica di suspense che pervade la pellicola. La sceneggiatura viene traslata sullo schermo con solida maestria da parte del regista John R. Leonetti. Il punto di forza, però, rimane la macabra presenza della bambola vintage. Il volto bianco e gli occhi sporgenti incutono un livello di terrore che soddisferà ogni fan del genere.

    Tales from the Hood (1995)

    Tales from the Hood è un cult anni ‘90 prodotto da Spike Lee. Questo horror antologico contiene quattro racconti, tra cui uno intitolato “KKK Comeuppance”. In questo segmento troviamo un politico del profondo Sud, apertamente razzista, mentre viene perseguitato da alcune bambole. I giocattoli possiedono al loro interno le anime di alcune persone schiavizzate centinaia di anni prima. La vicenda mostra tutta la versatilità del sottogenere horror, che si sposa perfettamente con i toni sociali e politici dell’opera. Seppur gli effetti speciali mostrano il carattere vintage di questo horror, le scene con le bambole sono del tutto convincenti e ricche di sangue.

    Ecco tutti i film sui giocattoli killer di questa lista

    Tutti gli otto film citati sono disponibili qui sotto. JustWatch vi aiuta a scoprire se siano disponibili in streaming, per il noleggio e per l’acquisto. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri per una ricerca più dettagliata. Inoltre, costruendo la vostra watchlist potrete ricevere notifiche su cosa guardare in streaming in base alle vostre preferenze. I giocattoli assassini da incubo vi aspettano. Buona visione!

  • I migliori film sulla Formula 1 e sulle corse d’auto

    I migliori film sulla Formula 1 e sulle corse d’auto

    Giovanni Berruti

    Giovanni Berruti

    Editor a JustWatch

    Motori e cinema, che connubio! Il 2025 è stato l’anno di F1 - Il Film (2025) di Joseph Kosinski, il regista di Top Gun: Maverick (2022), con protagonista Brad Pitt sta riscontrando molto favore da parte del pubblico. Un debutto da vera pole position, diventato il più grande incasso cinematografico di sempre di Apple, tanto da far vociferare che sia già partita la pre-produzione di un sequel (con possibile crossover con Giorni di tuono (1990) con Tom Cruise).

    Un progetto che probabilmente allargherà la platea degli appassionati della già celebre serie automobilistica, che si accompagna ai successi targati Netflix, la miniserie Senna (2024) e soprattutto la docuserie Formula 1: Drive to survive (2019), ad oggi alla settima stagione. Tra Formula Uno e il mondo delle corse, sono diversi i film realizzati nell’arco di oltre mezzo secolo. Ripercorriamo in ordine cronologico i nostri preferiti…

    Grand Prix (1966)

    Il capostipite del cinema delle corse. Grand Prix (1966) porta per la prima volta gli spettatori nel mondo della F1 degli anni Sessanta. A discapito delle critiche che si sono scagliate sull’assenza di trama, e soprattutto sulla durata mastodontica che sfiora le tre ore, la pellicola diretta da John Frankenheimer presenta delle scelte tecniche e stilistiche d’avanguardia per l’epoca che hanno permesso la realizzazione delle scene più adrenaliniche, ad esempio le cineprese sono state montate direttamente sulle vetture. Si avvale di un cast stellare, da James Garner a Yves Montand, e la produzione ha potuto far affidamento sulla collaborazione delle principali scuderie di Formula Uno. È sicuramente un film “meno generalista”, più adatto ad appassionati della massima serie dell’automobilismo, ma per chi volesse avere uno spaccato dell’epoca è decisamente imperdibile.

    Le 24 Ore di Le Mans (1971)

    Guardando al successo di Grand Prix (1966), Steve McQueen decise di investire per un progetto ambizioso: una pellicola sulle 24 ore di Le Mans. La maggior parte delle riprese si sono svolte nel corso della vera gara della 24 Ore del 1970. La produzione è stata decisamente travagliata, con il regista che ha abbandonato il set per poi essere sostituito in corsa da Lee H. Katzin, portando così a una dilatazione dei tempi. Oggi il risultato si può guardare in Le 24 Ore di Le Mans (1971), una pellicola consigliata in primis ai fan di McQueen, essendo uno dei film più significativi della sua carriera, e infine a chi è alla ricerca di un approccio più documentaristico, al tempo stesso connotato da un forte realismo, che stavolta non annoia.

    Un attimo, una vita (1977)

    Meno azione, più dramma. Dal romanzo “Il cielo non ha preferenze” di Erich Maria Remarque, Un attimo, una vita (1977), in parte girato nel nostro paese, vede protagonista Al Pacino nei panni del pilota di Formula Uno, Bobby Deerfield, che a seguito della morte di un collega per un incidente durante un Gran Premio conosce e si innamora di Liliana, che si scoprirà poi essere affetta da una malattia terminale. Un incontro che dà vita a una love story che diventa una riflessione sul rapporto con la morte: da una parte un pilota che rischia la vita con il suo lavoro, dall’altra una donna tenace che lotta contro il destino per la propria sopravvivenza. Rispetto agli altri titoli, la pellicola di Sydney Pollack non spinge l’acceleratore sulla spettacolarizzazione, confermandosi più adatto a chi predilige un racconto in cui dramma e sentimenti si intrecciano.

    Senna (2010)

    La vita e la carriera del leggendario Ayrton Senna. Senna (2010) di Asif Kapadia non è un film di finzione bensì un documentario, che utilizza filmati d’archivio, interviste e registrazioni inedite per offrire uno sguardo intimo sulla passione, sul talento e infine sulla tragica scomparsa del pilota brasiliano. Era il 1° maggio del 1994 quando un incidente durante il Gran Premio di San Marino spezzò a soli 34 anni la vita di un vero e proprio fuoriclasse delle corse monoposto. Una visione consigliata a chi intende conoscere l’uomo dietro la leggenda, e soprattutto risulta complementare all’omonima serie, inevitabilmente più romanzata.

    Rush (2013)

    Un film simbolo sulla Formula Uno. Rush (2013) mette al centro la rivalità tra i leggendari piloti James Hunt e Niki Lauda. Un duello che ha caratterizzato il campionato del 1976, ricostruito attraverso sequenze spettacolari. Tre motivi per guardare la pellicola? La regia di Ron Howard, l’ottima interpretazione dei protagonisti, Chris Hemsworth e Daniel Brühl e soprattutto una sceneggiatura solida che porta la firma di un certo Peter Morgan. Oltre ad aver già lavorato in passato con Howard, scrivendo la sceneggiatura di Frost/Nixon – Il duello (2008), negli anni successivi Morgan ha creato la serie The Crown (2016). Consigliato anche ai non appassionati di motori, perché saprà coinvolgere chiunque ami le storie avvincenti, capaci di alternare momenti di pura adrenalina ad altri più intimi ed emozionanti, legati alla vita privata dei protagonisti.

    F1 – Il film (2025)

    Sonny Hayes (Brad Pitt), ex campione di F1, torna in pista per salvare un team sull’orlo del collasso. Tanta azione e un tasso adrenalinico alle stelle per un film alla ricerca di un realismo senza precedenti. Con il sostegno della stessa F1 e arricchito dalla partecipazione dei campioni, come Lewis Hamilton (anche produttore) e Charles Leclerc, F1 – Il film (2025) è stato infatti girato durante un vero campionato di Formula Uno, con gli attori che hanno guidato dei veri bolidi da corsa in circuiti ufficiali, da Monza a Silverstone. Tra tutti i titoli precedentemente citati, è decisamente quello più spettacolare. Consigliato a chi è alla ricerca di un blockbuster classico, che omaggia un certo cinema degli anni Ottanta, realizzato però con i mezzi di oggi. 

  • Le morti più orribili in "Jurassic Park" e "Jurassic World"

    Le morti più orribili in "Jurassic Park" e "Jurassic World"

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    Il mondo di Jurassic Park è ricco di avventura e stupore. Aver la possibilità di ammirare creature estintesi migliaia e migliaia di anni fa è uno spettacolo unico. Quando qualcosa va storto e la distanza tra queste creature e gli umani si fa pericolosamente più vicina, lo stupore lascia il posto all’orrore più primordiale. Questa lista di JustWatch elenca le morti più orribili in Jurassic Park e Jurassic World.

    Qui sotto troverete anche la lista di film in cui sono contenute e tutte le informazioni su dove vederli in streaming. Con i filtri, inoltre, potrete selezionare uno o più titoli in base alla durata, all’età consigliata, alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes e molto altro.

    Dennis Nedry - Jurassic Park (1993)

    Nel primo film dell’iconica saga, Jurassic Park di Steven Spielberg, facciamo la conoscenza di Dennis Nedry. Questo scienziato dei computer lavora nel parco dei dinosauri e si ritrova a tu per tu con un Dilophosaurus. Di dimensione ridotta rispetto ad altri mostri giurassici, il Dilophosaurus non suscita il timore di Nedry. Almeno inizialmente. Quando lo scienziato capisce di essere una preda, è ormai troppo tardi. Questa sequenza di morte colpisce per il miscuglio ben riuscito di suspense, humor nero e paura pura. Spielberg inquadra da fuori l’auto nella quale Nedry muore e allontana la camera, così da farci sentire solo le sue urla strazianti. Facendo così, è l’immaginazione dello spettatore a prendere il sopravvento.

    Robert Muldoon - Jurassic Park (1993)

    Ogni parco contenente animali selvaggi è dotato di un guardiacaccia. Jurassic Park ha il proprio e si chiama Robert Muldoon. Se tutti sono affascinati dalle creature preistoriche, Muldoon è l’eccezione. Il guardiacaccia è al corrente del pericoloso potenziale dei dinosauri e prova un timore reverenziale verso di essi. Uomo dall’intuito acuto, muore a causa di una trappola escogitata da due Velociraptor. Mentre uno di questi agisce da esca, l’altra si scaglia sul guardiacaccia, che urla tutto il suo dolore. Questa morte iconica mostra tutta la ferocia devastante e l’intelligenza sopraffina dei dinosauri e ci ricorda ancora una volta il potere sconfinato della natura.

    Lewis Dodgson - Jurassic World - Il dominio (2022)

    La morte di Lewis Dodgson in Jurassic World - Il dominio è forse la meno cruenta. Lo spettatore, infatti, non vede neanche un attimo della fine del CEO di Biosyn. Tuttavia, questa sequenza è di grande impatto e fortemente ansiogena. Infatti, Dodgson viene ucciso da un gruppo di Dilophosaurus. Queste creature avevano già interrotto la vita di Dennis Nedry in Jurassic Park (1993). Per questo motivo, quando lo spettatore nota le iconiche creste che si stagliano dalla testa dei Dilophosaurus, non può che ricordarsi della fine terribile di Nedry. In questo modo, la morte di Dodgson rinforza la paura già sperimentata nel primo capitolo della saga.   

    Ken Wheatley - Jurassic World - Il regno distrutto (2018)

    Ken Wheatley è a capo della squadra di mercenari diretta verso Isla Nublar in Jurassic World - Il regno distrutto. La sua fine avviene a opera di un Indoraptor. Wheatley si trova nella gabbia dove il dinosauro giace. L’uomo è sul punto di estrarre un dente dalla creatura, come trofeo. L’Indoraptor, però, è vivo e non ci pensa due volte a sbarazzarsi del mercenario. La sequenza è scandita da una suspense montante, con lo spettatore che si accorge fin da subito dei movimenti di coda del dinosauro. Wheatley, invece, è ignaro del pericolo finché è troppo tardi. Dopo avergli staccato un braccio con un solo morso, la creatura si avventa sull’uomo lasciandogli una speranza impossibile di sopravvivenza.

    Simon Masrani - Jurassic World (2015)

    Simon Masrani è l’amministratore delegato di Jurassic World. Quando l’Indominus rex, un dinosauro geneticamente modificato, scappa, Masrani e due soldati iniziano a dargli la caccia in elicottero. Il dinosauro causa la fuga ulteriore di Pteranodon e Dimorphodon. Questi uccelli preistorici si stampano sull’elicottero, facendolo precipitare fino alla sua esplosione. Per Masrani e gli altri non c’è nulla da fare. L’aspetto orribile della sequenza è dato dall’ineluttabilità della sua morte. Una volta colpito l’elicottero, l’amministratore delegato sa già che la sua fine è vicina. Anche se fosse riuscito ad atterrare, la fauna preistorica si sarebbe scagliata contro il suo corpo umano. 

    Estinzione - Jurassic World - Il regno distrutto (2018)

    Jurassic World - Il regno distrutto (2018) dà la possibilità allo spettatore di assistere a una vera e propria estinzione. A causa dell’eruzione di un vulcano, un folto gruppo di dinosauri si lancia in una corsa per la sopravvivenza. All’interno dell’Isla Nublar inondata da fiamme, lava e dinosauri troviamo anche Owen (Chris Pratt), Claire (Bryce Dallas Howard) e Franklin (Justice Smith). Una delle scene più caotiche e pericolose della saga, l’eruzione genera panico non solo nelle tre figure umane, ma anche tra i dinosauri. La corsa verso la salvezza mostra ancora una volta l’istinto di sopravvivenza di qualunque specie e l’energia catastrofica della natura.

    Donald Gennaro - Jurassic Park (1993)

    Come per la morte di Dennis Nedry, quella di Donald Gennaro è, al tempo stesso, divertente e agghiacciante. Gennaro è un avvocato e rappresenta gli investitori del parco. Quest’ultimo deve vedersela con il predatore numero uno tra i dinosauri, ovvero il Tirannosauro. L’estremo orrore di trovarsi di fronte una creatura di tale potenza è bilanciato dalle circostanze. L’avvocato, infatti, si trova in bagno e, quando viene attaccato, non ha ancora tirato su le braghe ne abbandonato il water. Questo non impedisce al T. rex di avventarsi e divorare in un solo boccone l’uomo. Differentemente da Nedry, però, Spielberg inquadra l’orribile morte senza staccare. 

    Eddie Carr - Il mondo perduto - Jurassic Park (1997)

    Eddie Carr è un assistente del dottor Ian Malcolm ne Il mondo perduto - Jurassic Park. Come Gennaro, Carr deve vedersela con il Tirannosauro. Per sua sfortuna, le creature predatrici sono due. L’uomo si trova all’interno della sua jeep quando incontra i due dinosauri. La violenza primordiale dei T. rex si abbatte su Carr nella maniera più terribile. Dopo avergli distrutto l’auto, uno dei dinosauri lo prende per la gamba, alzandolo dal suolo. L’assistente vive gli ultimi suoi istanti di vita nel terrore più puro. Tirato per il volto e per le gambe, il corpo di Carr si divide in due, lasciando ogni metà nelle fauci dei due predatori. 

    Zara Young - Jurassic World (2015)

    A quasi quindici anni di distanza dalla trilogia classica, Jurassic World (2015) porta di nuovo sullo schermo i tanto amati e temuti dinosauri del parco naturale. Il film vede due ragazzini, nipoti della direttrice operativa, visitare il parco di dinosauri. A loro viene affiancata l’assistente della zia, di nome Zara. Quando il caos invade Jurassic World, Zara rimane vittima di un Mosasaurus. Ciò che colpisce della scena è l’imprevedibilità e la casualità della morte. Chiunque può essere ucciso quando un gruppo di Pterosauri plana sulla folla. Zara viene prima catturata dai dinosauri volanti e gettata in acqua. Viene poi riacciuffata da uno di loro ma un mastodontico Mosasaurus sbuca dalle acque sottostanti, a bocca aperta.

    Dieter Stark - Il mondo perduto - Jurassic Park (1997)

    Il mondo perduto - Jurassic Park (1997) è il secondo capitolo della trilogia classica e contiene la morte più orribile di tutte. Protagonista della sequenza è Dieter Stark, che fa parte del gruppo di cacciatori mandati su una seconda isola ricca di dinosauri. Stark si perde nella natura ed entra in contatto con un gruppo di Compsognathus. Le loro piccole dimensioni non devono rassicurare chi li incontra, perché il gioco di squadra è la loro arma migliore. Stark viene attaccato ripetutamente da diversi Compsognathus, che lo mordono su tutta la superficie del corpo. Sopraffatto, muore lasciando al suolo una pozza di sangue.

    Dove vedere in streaming le morti più orribili di "Jurassic Park" e "Jurassic World"?

    Tutti i titoli citati nella lista sono disponibili qui sotto. Per ognuno troverete tutte le informazioni sulla disponibilità streaming. Inoltre, JustWatch vi farà sapere se uno o più titoli sono disponibili per l’acquisto e il noleggio. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri per una ricerca più customizzata e di costruire la vostra watch list. In questo modo riceverete notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. 

  • Da Jennifer Love Hewitt a Sarah Michelle Gellar: cosa fa oggi il cast di "So cosa hai fatto" (1997)?

    Da Jennifer Love Hewitt a Sarah Michelle Gellar: cosa fa oggi il cast di "So cosa hai fatto" (1997)?

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    "So cosa hai fatto l'estate scorsa". Un biglietto anonimo che ha dato vita a uno dei cult slasher più amati degli anni Novanta. Scritto da Kevin Williamson, già penna dietro il successo di Scream (1996), So cosa hai fatto (1997) è ispirato all'omonimo romanzo del 1973 di Lois Duncan e vede protagonisti un gruppo di amici adolescenti.

    Durante una notte di festa e alcool investono accidentalmente un uomo. Presi dal panico, decidono di sbarazzarsi del corpo e non parlarne mai più siglando un patto. Ma a distanza di un anno dall'accaduto qualcuno si mette sulle loro tracce in cerca di vendetta.

    Tra i protagonisti di un successo al botteghino da 125 milioni di dollari alcuni dei volti più celebri dell'epoca: Jennifer Love Hewitt, Freddie Prinze Jr., Sarah Michelle Gellar e Ryan Phillippe. Vista la risposta positiva del pubblico furono realizzati due altri film: Incubo finale (1998) e Leggenda mortale (2006) mentre a luglio 2025 è uscito So cosa hai fatto (2025), sequel diretto dell'originale che vede il ritorno di Freddie Prinze Jr. e Jennifer Love Hewitt.

    Su JustWatch potete scoprire in quali altri film e serie TV sono comparsi i protagonisti del franchise.

    1. Jennifer Love Hewitt (Julie James)

    Il ruolo di Julie nel film l'ha resa una delle next big thing di Hollywood anche grazie al sequel uscito nel 1998, Incubo finale. La popolarità acquisita l'ha portata a prendere parte anche alla commedia liceale Giovani, pazzi e svitati (1998) e a recitare al fianco di Ben Stiller in The Suburbans – Ricordi ad alta fedeltà (1999). Uno dei ruoli più rilevanti della sua carriera è quello di Page Conners in Heartbreakers – Vizio di famiglia (2001) in cui lavora con Sigourney Weaver, Gene Hackman, Jason Lee e Ray Liotta. Un personaggio che le ha permesso di dare libero sfogo alla sua vena comica, sempre però bilanciata da una nota più drammatica. Altri titoli rilevanti della sua carriera sono The Truth About Love (2005), il dramma romantico If Only (2004) e Garfield: il film (2004).

    Sul piccolo schermo, invece, Jennifer Love Hewitt ha lasciato un segno con Ghost Whisperer – Presenze (2005 -2010) in cui interpreta una medium che aiuta i morti con le loro questioni in sospeso. Una performance basata sull'empatia con la quale si pone nei confronti degli spiriti e il loro desiderio di trovare pace. Dopo aver preso parte a Criminal Minds (2005), l'attrice è attualmente è tra i protagonisti di 9-1-1 (2018), dramma poliziesco in cui interpreta una centralinista impegnata a rispondere alle chiamate di emergenza di polizia, paramedici e vigili del fuoco di Los Angeles.

    2. Freddie Prinze Jr. (Ray Bronson)

    Nello slasher del 1997 Freddie Prinze Jr. interpreta Ray, il fidanzato di Julie. Un ruolo che riprenderà anche nel successivo sequel del '98 per tornare nel nuovo capitolo al fianco di Jennifer Love Hewitt. È del 1999, invece, uno dei suoi personaggi più celebri. Quello del capitano della squadra di calcio Zach Siler in Kiss Me (1999) in cui scommette di poter trasformare l'insicura Laney di Rachael Leigh Cook in una reginetta del ballo finendo per innamorarsi di lei. Un ruolo che lo ha trasformato in uno dei volti più popolari delle commedie romantiche a cavallo tra gli anni '90 e i 2000.

    Proprio all'inizio del nuovo Millennio risale la sua doppietta in Scooby-Doo (2002-2004) in cui interpreta Fred Jones e in cui recita al fianco della moglie Sarah Michelle Gellar. Una performance lodata per aver reso giustizia al personaggio, tra il suo spirito avventuroso e una certa ingenuità. Sul piccolo schermo lo abbiamo visto in 24 (2001-2010) e Bones (2005-2017), mentre parallelamente ha coltivato una carriera di doppiatore, dal videogame Mass Effect 3 a Star Wars – L'ascesa di Skywalker (2019).

    3. Sarah Michelle Gellar (Helen Shivers)

    In So cosa hai fatto interpretava la reginetta di bellezza Helen Shivers. Nello stesso anno Sarah Michelle Gellar ha esordito in Buffy l'ammazzavampiri (1997-2003) in cui interpreta l'adolescente cacciatrice di Sunnydale. Un ruolo iconico portato avanti per sette stagioni e che le ha regalato un posto nella storia della TV.

    Parallelamente ha portato avanti la sua carriera nel cinema prendendo parte, tra i tanti, a Cruel Intentions – Prima regola non innamorarsi (1999) – irresistibile nei panni di una liceale manipolatrice e seducente dal fascino ambiguo -, Scooby Doo (2002-2004), l’horror The Grudge (2004), Possession (2009) e Clerks III (2022). Recentemente l'abbiamo vista nelle serie Wolf Pack (2023) e Dexter: Original Sin (2024), che hanno coinciso con una nuova stagione della sua carriera. Per tutti i nostalgici degli anni '90 è stata confermata la sua presenza nel reboot di Buffy l'ammazzavampiri la cui uscita è prevista per il 2026.

    4. Ryan Phillippe (Barry William Cox)

    Nel film Ryan Phillippe è Barry William Cox, adolescente il cui comportamento scatena la serie di eventi che porta all'incidente mortale alla base di So cosa hai fatto. Ma l'attore, tra la seconda metà degli anni '90 e l'inizio dei 2000, è stato uno dei volti più richiesti. Lo dimostrano i suoi ruoli in Studio 54 (1998), Scherzi del cuore (1999) al fianco di Angelina Jolie, Cruel Intentions – Prima regola non innamorarsi (1999) nei panni dell'affascinante e cinico Sebastian Valmont fino alle pellicole da Oscar Gosford Park (2001) e Crash – Contatto fisico (2004).

    Nella sua carriera è stato diretto anche da Clint Eastwod in Flags of Our Fathers (2006) in un ruolo intenso basato su John Bradley, infermiere della Marina statunitense che si distinse per il suo eroismo durante la battaglia di Iwo Jima, e ha recitato al fianco di Matthew McConaughey in The Lincoln Lawyer (2011), nei panni di un presunto omicida di cui incarna alla perfezione il dubbio intorno alla sua innocenza. Negli ultimi anni ha lavorato molto in Tv in serie come Secrets and Lies (2015-2016) con Juliette Lewis, Shooter (2016-2018) e Big Sky (2020-2023). Nel 2025 è tra i protagonisti del dramma motociclistico Motorheads (2025).

    5. Bridgette Wilson (Elsa Shivers)

    Bridgette Wilson nel film di Jim Gillespie era Elsa, la sorella maggiore di Helen. L'attrice, dopo aver esordito al fianco di Arnold Schwarzenegger in Last Action Hero – L'ultimo grande eroe (1993), commedia fantasy che si prende gioco dei cliché dei film d'azione, aver interpretato Sonya Blade in Mortal Kombat (1995) – ruolo che l'ha resa popolarissima ed ancora oggi viene considerata la migliore attrice ad aver incarnato il personaggio - ed essere stata diretta da Oliver Stone ne Gli intrighi del potere – Nixon (1995), ha proseguito la sua carriera fino al 2009. Pochi i ruoli in film di rilievo. Tra questi Il mistero della casa sulla collina (1999), Prima o poi mi sposo (2001) con Matthew McConaughey e Jennifer Lopez in cui interpreta il ruolo della “terza incomoda” Fran Donolly e Shopgirl (2004) con Claire Danes e Steve Martin.

    6. Johnny Galecki (Max Neurick)

    In So cosa hai fatto una delle prime vittime del Pescatore è Max Neurick. Ad interpretarlo Johnny Galecki che, all'epoca, aveva già raggiunto la popolarità grazie alla sitcom Pappa e ciccia (1088-1998) nel ruolo del gentile e introverso David Healy. Sul grande schermo ha recitato in The Opposite of Sex – L'esatto contrario del sesso (1998), Bounce (2000) con Ben Affleck e Gwyneth Paltrow, Hancock (2008) con Will Smith dove presta con convinzione il volto al timoroso e ansioso Ray e In Time (2011) di Andrew Niccol, oltre che nel terzo capitolo di The Ring 3 (2017), dimostrando di essere a suo agio con generi sempre diversi. Ma il ruolo che lo ha reso noto in tutto il mondo è quello del fisico Leonard Hofstadter in The Big Bang Theory (2007-2019), sitcom su un gruppo di giovani scienziati raccontati nella loro quotidianità, tra ironia, amori ed equazioni, al quale l'attore infonde tutta la goffaggine, intelligenza e carisma che l'ha reso così amato dal pubblico.

    7. Anne Heche (Melissa Egan)

    Un ruolo piccolo ma significativo quello di Anne Heche in So cosa hai fatto. L'attrice interpreta Melissa Egan, sorella dell'uomo che il gruppo di protagonisti crede essere il Pescatore. Una carriera la sua che a cavallo tra anni '90 e 2000 è stata caratterizzata da grandi titoli. Da Il giurato (1996) con Demi Moore e Alec Baldwin a Donnie Brasco (1997) passando per il remake di Psycho (1998) di Gus Van Sant in cui si confronta a testa alta con il ruolo iconico di Janet Leigh nell'originale di Hitchcock del 1960, Sei giorni, sette notti (1998) di Ivan Reitman al fianco di Harrison Ford, John Q (2002) di Nick Cassavetes e Birth – Io sono Sean (2004) di Jonathan Glazer in cui presta il volto con convinzione a Clara, una donna disperata per la perdita del marito che crede essersi reincarnato in un bambino. Meno incisivi i ruoli e i titoli a cui ha preso parte dal 2010 fino alla sua tragica morte avvenuta nel 2022 a causa di un incidente automobilistico.

  • Da “Mob Psycho 100” a “Blue Exorcist”: 10 anime da vedere se hai amato DanDaDan

    Da “Mob Psycho 100” a “Blue Exorcist”: 10 anime da vedere se hai amato DanDaDan

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Se c’è un anime che negli ultimi mesi ha fatto impazzire i fan è DanDaDan. Una serie esplosiva che sembra uscita da un frullatore impazzito: alieni, fantasmi, battaglie paranormali, romance adolescenziale e gag demenziali, tutto condensato in episodi che scorrono come un treno in corsa. È questo mix irresistibile a renderlo diverso da qualsiasi altra cosa in circolazione: unisce il caos creativo di un battle shonen con l’assurdità più comica, il tutto condito da uno stile visivo pirotecnico.

    E adesso che hai divorato la prima stagione e la seconda stagione, ti chiedi: cosa guardo di simile per colmare il vuoto lasciato da Momo e Okarun? Non temere: abbiamo preparato una lista con i migliori anime che condividono lo stesso spirito di DanDaDan. Tra esper, esorcisti, divinità pasticcione e mondi surreali, troverai titoli che mischiano azione, soprannaturale e comicità senza freni. Pronto a lanciarti in un altro vortice di follia anime?

    Mob Psycho 100 (2016–2022)

    Shigeo “Mob” Kageyama sembra un ragazzo qualunque, ma sotto la calma apparente ribolle un potere psichico capace di devastare la città se le emozioni gli sfuggono di mano. Seguendo il (pseudo)mentore Reigen, Mob affronta spiriti rancorosi, sette bizzarre e avversari paranormali in una girandola di idee visive che cambiano stile a ogni climax. Mob Psycho 100 è da vedere perché alterna gag surreali e combattimenti psichedelici a una crescita personale sincera: Mob impara a dire di no, a farsi amici veri, a non definire sé stesso solo col potere. Ricorda DanDaDan per il mix di occulto, ritmo vorticoso e cuore, oltre alla capacità di passare dal riso allo stupore in un attimo. Tre stagioni (37 episodi totali) perfette per una maratona che alza sempre l’asticella.

    Chainsaw Man (2022–in corso)

    Denji è un ragazzo senza niente, tranne un sogno minuscolo: mangiare bene e non essere solo. Dopo il patto con Pochita, diventa un ibrido umano-diavolo con motoseghe al posto degli arti e finisce nei Devil Hunters. Chainsaw man è da vedere perché fonde un’estetica “grunge” a un realismo emotivo disarmante: i combattimenti sono brutali e bellissimi, ma quello che resta sono desideri piccoli, relazioni ambigue e una malinconia che perfora. Come DanDaDan è da vedere per l’energia disordinata, l’umorismo nero che scoppia tra una scena estrema e l’altra e i personaggi fuori forma che però ti restano incollati. Se ti piace quando soprannaturale, teen drama e azione si mescolano senza filtri, qui trovi un’esperienza intensa e imprevedibile, già pronta a espandersi con nuove stagioni. E poi… all’uscita del film Chainsaw Man: Razer Arc manca pochissimo!

    Blood Lad (2013)

    Staz è un vampiro otaku che governa un quartiere del Mondo dei Demoni ma passa le giornate tra manga e videogiochi. L’arrivo di Fuyumi, umana finita per errore laggiù e morta quasi subito, lo trascina in una missione: riportarla in vita. Blood Lad è da vedere perché unisce umorismo demenziale, combattimenti fantasiosi e una quantità adorabile di citazioni pop, senza prendersi mai troppo sul serio. Ricorda DanDaDan per il tono sfacciato, il montaggio rapido e il continuo incontro-scontro tra mondi (umano/soprannaturale) che genera gag e guai in egual misura. Se cerchi un paranormal/action leggero, pieno di personaggi strambi ma affettuosi, Blood Lad è quel tipo di serie che ti fa sorridere mentre scivola in una scena d’azione sorprendentemente creativa.

    One Punch Man (2015–in corso)

    Saitama è l’eroe definitivo: vince con un pugno e si annoia a morte. In un mondo affollato di supercriminali e mostri assurdi, l’apatia del protagonista diventa la miccia comica perfetta per detonare combattimenti giganti e gag secche. One Punch Man è da vedere perché è una satira lucidissima dei codici shonen/supereroi, ma anche una “vetrina” d’azione tra le più spettacolari degli ultimi anni. Simile a DanDaDan per l’alternanza fulminea tra nonsense e botte da antologia, il gusto per i design fuori di testa e l’idea che i personaggi “strani” sappiano regalare umanità sincera. Se ami i ritmi che schizzano dall’assurdo all’epico e vuoi una serie che faccia ridere mentre esagera tutto, Saitama e Genos sono una garanzia.

    FLCL (Fooly Cooly) (2000)

    Naota vive una routine da provincia finché una donna misteriosa, Haruko, arriva a bordo di una Vespa e gli pianta una chitarra in testa. Da lì: robot che spuntano dal cranio, metafore sulla pubertà, montaggi musicali e una libertà visiva irripetibile. È da vedere perché è un concentrato di coming-of-age surreale che usa l’assurdo per parlare di crescita, desiderio e confusione emotiva. Ricorda DanDaDan per l’energia anarchica, i picchi di azione folli e l’umorismo che non annacqua mai la tenerezza. Se vuoi un’esperienza breve (6 episodi nella serie originale) ma potentissima, capace di rimanerti addosso per stile e sensazioni, FLCL è una tappa obbligata dell’animazione giapponese.

    Toilet-Bound Hanako-kun (2020–in corso)

    Nene evoca lo “spirito del bagno” scolastico per un desiderio d’amore, ma Hanako-kun è tutt’altro che una leggenda da brivido: è un ragazzo spiritoso, ambiguo e legato a misteri del passato. Ne nasce un’indagine continua tra corridoi pieni di folklore, maledizioni e segreti. È da vedere perché bilancia con grazia horror gentile, romanticismo accennato e gag vivaci, sostenuto da un’arte stilizzata che sembra uscita da un picture book gotico. Toilet-Bound Hanako-kun ricorda DanDaDan per la scuola come teatro dell’occulto, la commistione di comicità e paranormale e il cuore dei protagonisti che cresce tra un caso e l’altro. Se ami leggende urbane giapponesi e “mostri” con personalità, troverai un tono unico e sorprendentemente caldo.

    Gintama (2006–2018)

    In un Edo alternativo invaso dagli alieni, Gintoki, Kagura e Shinpachi accettano lavori assurdi, sfidano samurai e prendono in giro tutto e tutti. È da vedere perché Gintama è un’enciclopedia della comicità anime: parodia, slapstick, meta-humour, improvvisi archi serissimi e duelli strepitosi. Cosa ha in comune con DanDaDan? La narrativa “a scatti” che passa dal caos all’azione coreografata in un respiro, la capacità di trasformare l’assurdo in empatia reale. Se cerchi una serie dal catalogo infinito di gag e, allo stesso tempo, vuoi personaggi che diventano famiglia puntata dopo puntata, Gintama è una miniera d’oro in cui perdersi felicemente.

    Noragami (2014–2015)

    Yato, divinità minore senza tempio, punta a farsi un nome facendo “lavoretti” a pagamento nel mondo umano. L’incontro con Hiyori e lo spirito-arma Yukine lo trascina in un vortice di lotte con spiriti corrotti, ex amici e dèi troppo umani. Consigliamo Noragami perché unisce urban fantasy, umorismo a scatto e dolcezza sincera nel raccontare amicizia e autostima. Ricorda DanDaDan per l’intreccio tra quotidiano e soprannaturale, i combattimenti rapidi e l’alchimia tra trio protagonista. Due stagioni (24 episodi complessivi) ideali se vuoi una serie d’azione “leggera”, piena di carattere e capace di alternare risate e colpetti al cuore senza perdere ritmo.

    Blue Exorcist (2011– nuove stagioni in corso)

    Rin Okumura scopre di essere figlio di Satana: invece di cedere al destino, decide di diventare esorcista insieme al fratello Yukio. Tra accademia, missioni e verità scomode, il confine tra luce e ombra si fa sottile. Blue Exocist intreccia dinamiche scolastiche, mythology horror e un coming-of-age pieno di scontri interiori. Ricorda DanDaDan per l’azione paranormale energica, i legami di squadra “disfunzionali ma sinceri” e l’umorismo che filtra i momenti più scuri. Con più stagioni e archi distinti, è perfetto se vuoi un viaggio lungo che alterna mostri, segreti di famiglia e crescita emotiva, mantenendo sempre un tono accessibile e coinvolgente.

    Dorohedoro (2020–in corso)

    Caiman si sveglia con la testa di lucertola e senza memoria in una città sporca di magia e sangue, Hole. La sua caccia all’identità incrocia stregoni eccentrici, cucine improvvisate e violenza surreale. È da vedere perché mescola black humour, worldbuilding straniante e fight scene originalissime in un cocktail unico. Ricorda DanDaDan per la stramberia dark, l’amore per i personaggi “sbilanciati” e la naturalezza con cui il bizzarro convive con il tenero. Se ti piacciono le serie che odorano di ferro e spezie, capaci di farti ridere e rabbrividire nella stessa scena, Dorohedoro è un viaggio sensoriale da assaporare senza pregiudizi.

  • "Quel pazzo venerdì" e altri bizzarri film body swap: ecco dove vederli in streaming

    "Quel pazzo venerdì" e altri bizzarri film body swap: ecco dove vederli in streaming

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    Il sottogenere body swap si focalizza sullo scambio di corpi. Grazie ai più disparati motivi, i protagonisti di questi film si ritrovano nel corpo dell’altro e viceversa. L’incredibile scenario, impossibile nella vità reale, viene portato sullo schermo in diversi sapori. Può essere una commedia dalle situazioni imprevedibili, un thriller dalla tensione elevata o un horror con risvolti comici.

    Questa lista vi porta alla scoperta dei film body swap più bizzarri. Per ogni titolo, vi faremo sapere dove trovarlo in streaming, oltre che dove noleggiarlo o acquistarlo. Infine, con i filtri di JustWatch potete selezionare uno o più film della lista in base all’anno di produzione, alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes, alla durata e molto altro.

    6. Quel pazzo venerdì (2003)

    Ritrovarsi nel corpo di tua mamma deve essere una delle esperienze più bizzarre mai provate. Lo stesso vale per la madre che si ritrova nel corpo della figlia. Ne sanno qualcosa Tess (Jamie Lee Curtis) e Anna (Lindsay Lohan), protagoniste di Quel pazzo venerdì. A causare lo scambio di corpi sono due biscotti della fortuna, dati alle due da una ristoratrice cinese ficcanaso. L’evento incredibile fa scaturire situazioni al limite del bizzarro, affievolite dall’impronta comica del film. Il punto di forza della pellicola di Mark Stephen Waters rimane la chimica che si instaura tra Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan.

    5. Freaky (2020) 

    Freaky è diretto da Christopher Landon e vede protagonisti Kathryn Newton e Vince Vaughn. Quest’ultimo è un serial killer assetato di sangue. Dopo aver aggredito una studentessa di nome Millie (Newton), il killer la ferisce con un pugnale magico. Il giorno dopo, i due si ritrovano l’una nel corpo dell’altro. Freaky (2020) mantiene l’impianto comico presente in molti film del sottogenere, ma lo tinge di rosso. Le genialità che rende questo film stravagante è la diversa condotta morale dei protagonisti. Mentre il killer adempie alla sua natura violenta, Millie cerca in tutti i modi di fermarlo. Questo contrasto dona tensione alla sceneggiatura, bilanciando le sequenze comiche.

    4. It's What's Inside (2024)

    It's What's Inside porta il body swap a un livello superiore, coinvolgendo più di due persone. Otto anni dopo essersi visti per l’ultima volta, un gruppo di amici del college si ritrova. Tra questi, Forbes (David Thompson) porta con sé una valigia, con all’interno un congegno per scambiare i corpi. Il film di Greg Jardin, al suo primo lungometraggio, stravolge lo stilema classico del body swap. Infatti, i protagonisti non subiscono lo scambio di corpi contro il loro volere. Ciò che rende bizzarra la pellicola non è solamente il consenso dato dal gruppo, ma l’evolversi sempre più caotico della sceneggiatura.

    3. Family Switch (2023)

    Immaginatevi Quel pazzo venerdì (2003), ma triplicato. In Family Switch è tutta la famiglia a subire lo scambio di corpi. Dopo un evento astrologico, la famiglia Walker si risveglia incredula il giorno seguente. La madre Jess ha cambiato corpo con la figlia CC, il padre Bill con il figlio Wyatt e il neonato Miles con il cane Pickles. Family Switch (2023) rientra nella categoria di film body swap che utilizzano un impianto prettamente comico. Le gag si susseguono dopo lo scambio di corpi e sembrano dominare la sceneggiatura. Per questo motivo, il film risulta estremamente divertente e perfetto per chi cerca due ore di intrattenimento leggero.

    2. Spiritwalker (2021)

    Spiritwalker rompe anch’esso gli schemi e porta sullo schermo una storia body swap dai toni thriller e action. Scritto e diretto da Yoon Jae-geun, il film vede come protagonista Kang I-an, un agente segreto vittima di un incidente stradale. Da quel momento, l’uomo inizia a risvegliarsi nel corpo di una persona diversa ogni 12 ore. La pellicola sudcoreana è costellata da attimi di tensione ben costruiti e scene d’azione dal carattere solido. In questo modo, lo spettatore è attratto sia dalla trama misteriosa che dal livello di intrattenimento delle scene ad alto ritmo. Nonostante i rimandi a film come Memento (2000), Spiritwalker (2021) è uno di quei titoli meno conosciuti che deve essere riscoperto assolutamente.

    1. The Substance (2024)

    Come per Spiritwalker (2021) e It's What's Inside (2024), The Substance è un’altra pellicola che va oltre gli stereotipi del sottogenere. Elisabeth Sparkle (Demi Moore) è una stella hollywoodiana in declino a causa della sua età. Per apparire più giovane utilizza una droga illegale per creare una versione giovane di sé (Margaret Qualley). Questo film body swap sui generis mescola il gusto estremo del body horror con tocchi grotteschi da commedia nera. Questa fusione determina un’esperienza alquanto bizzarra e stravagante per lo spettatore. In più, le prove di Moore e Qualley danno il tocco finale a questo film speciale.

    Dove vedere in streaming i film body swap più bizzarri?

    Tutti i film della lista sono presenti di seguito. Per ognuno scoprirete le opzioni per lo streaming, il noleggio e l’acquisto. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri per una selezione più dettagliata e di costruire la vostra watch list. In questo modo, riceverete notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. I film body swap più bizzarri vi aspettano. Buona visione!

  • Da “Trainspotting” a “Yesterday”: tutti i film di Danny Boyle in ordine di uscita

    Da “Trainspotting” a “Yesterday”: tutti i film di Danny Boyle in ordine di uscita

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    A oltre 20 anni di distanza da 28 giorni dopo (2002), nel 2025 Danny Boyle è tornato dietro la macchina da presa per un nuovo capitolo della saga sci-fi horror. Con 28 anni dopo, il regista inglese ha dato il via a una nuova trilogia con un sequel, 28 anni dopo - Parte 2: Il tempio delle ossa, già annunciato e che sarà diretto da Nia DaCosta la cui uscita è prevista per gennaio 2026.

    Ma anche solo per essere riuscito a far recitare la regina Elisabetta contornata dai suoi corgi insieme al James Bond di Daniel Craig nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi estive del 2012, Boyle merita un posto nella storia della settima arte. Anche nella sua filmografia c'è molto di più.

    Da un cult senza tempo come Trainspotting che ha lanciato la carriera di Ewan McGregor agli otto Oscar – tra cui quello per la miglior regia – di The Millionaire fino al ritratto del fondatore di Apple interpretato da Michael Fassbender in Steve Jobs. JustWatch ha stilato una lista di tutti i suoi film che puoi (ri)vedere sulle più note piattaforme.

    1. Piccoli omicidi tra amici (1994)

    L'esordio alla regia di Danny Boyle che ha dato il via alla carriera di un giovanissimo e sconosciuto Ewan McGregor. Piccoli omicidi tra amici è un thriller teso e divertente su tre coinquilini... e un cadavere con una valigia piena di soldi. I tre amici decidono di nascondere il corpo e tenersi il denaro, finendo per scatenare una serie di omicidi. Immerso in un registro noir e comico, il film si contraddistingue per i suoi dialoghi pungenti e un'atmosfera claustrofobica che rievoca lo stato d'animo dei suoi protagonisti.

    Un'opera prima che, in 92 minuti, tocca tematiche approfondite dal regista nel corso della sua carriera e mostra uno stile che diventerà distintivo della sua filmografia. La regia di Boyle è vertiginosa e alterna parentesi paradossali con momenti di puro realismo drammatico. Attraversato da un'atmosfera claustrofobica che amplifica le emozioni dei personaggi, il film ti conquisterà se ami le commedie nere come Fargo (1996).

    2. Trainspotting (1996)

    Il film più onesto mai realizzato sull'eroina. Un cult assoluto del cinema degli anni '90 che ha superato la prova del tempo. Trainspotting è un ritratto crudo e visivamente audace sulla tossicodipendenza. Semplicemente perfetto in ogni suo fotogramma, il secondo lungometraggio di Danny Boyle ci ha regalato sequenze diventate parte integrante della storia del cinema. Tratta dal romanzo omonimo di Irvine Welsh, la pellicola segue Mark Renton (un magnetico Ewan McGregor) e i suoi amici in una quotidianità fatta di aghi e disperazione, overdose e tentativi di disintossicazione. Un film generazionale, crudo, autentico e profondamente seducente. Un'ora e mezza capace di catturare lo spirito di un'epoca al ritmo di Iggy Pop e degli Sleeper. Trainspotting è un film frenetico, brutale, doloroso eppure vivo. Un'esperienza cinematografica viscerale difficile da dimenticare dove la disperazione dei suoi personaggi e l'euforia data dalla droga vanno a braccetto. Un film da vedere se hai apprezzato Requiem for a Dream (2000) e Drugstore Cowboy (1989).

    3. Una vita esagerata (1997)

    Alla sua terza regia, Danny Boyle si confronta con la commedia sentimentale. Ma ovviamente a modo suo! Chiama all'appello ancora una volta il suo attore feticcio, Ewan McGregor, e Cameron Diaz. Lui è Robert, il custode di una grande azienda che sogna di diventare uno scrittore. Lei è Celine, la figlia viziata del suo capo. Il loro burrascoso incontro è architettato dagli angeli O'Reilly e Jackson che hanno la missione di farli innamorare. Ma prima la coppia dovrà superare parecchi ostacoli, compreso un rapimento.

    Una vita esagerata è uno dei film minori del regista che in 103 minuti alterna fantasy e romanticismo. Una visione indubbiamente più leggera dei suoi precedenti lavori, ma che non rinuncia a toccare temi importanti come la ricerca della propria felicità e il ruolo del destino nelle nostre vite. Ewan McGregor e Cameron Diaz insieme fanno scintille e contribuiscono alla riuscita di una favola colorata e ottimista. Da non perdere se ti piacciono le commedie romantiche che giocano con i generi, come Una ragazza sfrenata (1997) e Mr. Right (2015).

    4. The Beach (2000)

    Tratto dal romanzo di Alex Garland – e prima indiretta collaborazione tra i due -, The Beach vede protagonista Leonardo DiCaprio nei panni di un giovane ragazzo americano in cerca di avventura in Thailandia. Lì scopre l'esistenza di un'isola misteriosa dove viene coltivata cannabis e decide di raggiungerla. L'avventura idilliaca, però, si trasforma presto in un incubo che serve al regista per porre domande sulla natura umana, il nostro rapporto con la realtà e i falsi miti.

    Due ore in cui Boyle ci immerge in una natura mozzafiato facendoci vivere il senso di utopia e illusione che attraversa il protagonista, prima di calarci in un'atmosfera tesa e in un mondo corrotto. Leonardo DiCaprio, all'epoca all'apice del successo post Titanic (1997), incarna le emozioni contrastanti del suo personaggio con il quale il regista vuole farci riflettere sulla prigione invisibile nella quale viviamo nella società moderna e sulla ricerca di un'alternativa che non sempre è migliore.

    5. 28 giorni dopo (2002)

    Prima diretta collaborazione con Alex Garland che firma la sceneggiatura, 28 giorni dopo è un film horror post-apocalittico. Protagonista un gruppo di sopravvissuti capeggiati dal Jim di Cillian Murphy che cerca rifugio quattro settimane dopo che un virus si è diffuso in Inghilterra trasformando le vittime in zombie assetati di violenza. Un genere del tutto inedito nella filmografia di Boyle che lo infonde di quella tensione e dinamismo che contraddistingue molti dei suoi lavori.

    Un film che ha anticipato i tempi, e che, oltre a dare nuova linfa al genere zombie attraverso un'ottica più umana e relazionale, ha anche mostrato la fotografia di una società divisa in tempo di crisi. Un'altra occasione per analizzare la natura umana nell'arco di poco meno di due ore, questa volta in un contesto spaventoso come quello di una pandemia con la quale, in modo diverso, abbiamo fatto i conti anche noi una manciata di anni dopo. La pellicola è anche un'ode alla tenacia dell'uomo da vedere se hai amato Io sono leggenda (2007) e The Road (2009).

    6. Millions (2004)

    Ancora una volta Danny Boyle si confronta con dilemmi morali legati al denaro come già accaduto in altri suoi film precedenti. Con Millions, però, sceglie la strada della commedia. La storia è quella di due giovani fratelli rimasti orfani che trovano una valigia piena di soldi. Una ricchezza che rischia di esaurirsi molto presto visto che l'euro sta per soppiantare la sterlina. Alla leggerezza apparente, il film contrappone tematiche importanti legate alla famiglia, al consumismo, alla fede e alla morte. Una visione pensata per tutta la famiglia, ma che mantiene intatto lo spirito del suo cinema.

    Poco più di un'ora e mezza in cui abbandona i toni cupi e la disillusione e abbraccia la leggerezza della fiaba per realizzare un film surreale, magico e fantasioso. Una visione che, come Una vita esagerata, sceglie un approccio più giocoso senza mai perdere di vista il cuore del racconto. Da vedere se ami il cinema di Danny Boyle, ma ti piacciono anche i film di Ken Loach. Uno strano ibrido che, però, funziona benissimo.

    7. Sunshine (2007)

    Nuova collaborazione con Alex Garland, che torna a firmare la sceneggiatura, Sunshine è un film di pura fantascienza. Un thriller ambientato nel 2057 in cui il genere umano rischia l'estinzione a causa dello spegnimento del Sole. Sarà un equipaggio composto da tre astronauti e cinque scienziati a tentare di riaccendere la stella morente. Un film dalla grande ambizione registica che porta Boyle a realizzare immagini incantevoli mentre ci porta a riflettere sul tema del sacrificio per un bene maggiore nell'arco dei suoi 108 minuti.

    Un visione immervisa dal design curatissimo e dalla resa visiva maestosa che sottolinea la maestria del regista di muoversi a suo agio tra generi sempre diversi. Al centro, però, c'è sempre l'esperienza umana e il suo ruolo nell'universo calato in un contesto sci-fi. Debitore della lezione di Kubrick in 2001: Odissea nello spazio, in Sunshine Boyle infonde anche elementi disturbanti che fanno dello spazio un luogo spaventoso. Da recuperare se ti hanno affascinato film come Gravity (2013) e Prometheus (2012).

    8. The Millionaire (2008)

    Soldi e treni. Due degli elementi più cari al cinema di Danny Boyle, dall'esordio con Piccoli omicidi tra amici passando per Trainspotting e Millions. Con The Millionaire quel connubio tocca forse il suo picco più alto. Un dramma in stile Bollywood emozionante e spettacolare da 10 nomination agli Oscar. Il protagonista è Jamal Malik (Dev Patel), un giovane indiano di una baraccopoli di Mumbai che partecipa a un quiz show per amore. Grazie a una serie di flashback scopriamo il sentimento per la mai dimenticata Latika e come la sua storia travagliata gli abbia permesso di rispondere a tutte le domande che lo separano dal montepremi.

    Un film sul destino e sulla forza delle determinazione della durata di 2 ore con il quale Danny Boyle ha messo davvero tutti d'accordo. Dentro al film troverai dramma, avventura, romanticismo e un'energia travolgente. Un'opera empatica ricca di colori, vita, dolore e caos. La regia inconfondibilmente frenetica del regista ti trascinerà nelle strade piene di contraddizioni di Mumbai fatte di ricchezza e miseria per una storia che parla di identità e resilienza.

    9. 127 ore (2010)

    Un film d'azione su un protagonista impossibilitato a muoversi. Una contraddizione in termini sulla carta, ma è forse il modo migliore per descrivere 127 ore. La pellicola è ispirata alla storia vera dell'alpinista statunitense Aron Ralston che, nel 2003, rimase intrappolato in un canyon e fu costretto ad amputarsi un braccio per sopravvivere. Una nuova prova registica per Boyle che riesce a dare ritmo e dinamismo a un film di un'ora e mezza ambientato quasi esclusivamente in una stretta gola e con un solo attore grazie all'uso del montaggio, dei flashback, di allucinazioni e dei video messaggi registrati dal protagonista con il volto di James Franco.

    Se sei facilmente impressionabile e soffri di claustrofobia, forse non è il film che fa per te. Ma se, al contrario, ti entusiasmano le storie estreme come Buried – Sepolto (2010) e Fall (2022), qui avrai modo di goderti una visione emotivamente coinvolgente. Come per molti altri film di Boyle, la storia al centro del film serve al regista per parlare della natura umana, della sua volontà e di cosa si è disposti a fare pur di sopravvivere.

    10. In trance (2013)

    Altro film minore per Danny Boyle in cui il regista chiama all'appello James McAvoy e Rosario Dawson per parlare di identità, follia e alterazione ipnotica. Simon è un curatore d'aste che si unisce a una banda di ladri per trafugare un Goya. Durante il colpo sbatte la testa e al suo risveglio non ricorda dove ha nascosto il dipinto. Il capo della banda interpretato da Vincent Cassel ingaggia un'ipnoterapista per scavare nel suo inconscio alla ricerca di risposte. In Trance è un neo-noir psicologico dove memoria e percezione si intrecciano e dove nulla è come sembra.

    Come molti suoi lavori precedenti, Boyle gioca per un'ora e 40 con una struttura narrativa frammentata e caotica. Un film teso dove la mente del protagonista è come un labirinto in cui menzogna e verità si intrecciano e che bisogna percorrere per riuscire a venire a capo di un enigma. Un film ricco di dilemmi morali che chiama in causa lo spettatore di cui cattura l'attenzione grazie a una serie di colpi di scena e svolte improvvise. Se hai amato Memento (2000), In Trance saprà come intrattenerti.

    11. Steve Jobs (2015)

    Uno dei film più riusciti di Danny Boyle, Steve Jobs mette in scena la vita del fondatore di Apple attraverso tre momenti fondanti della sua esistenza: il lancio del Macintosh 128K nel 1984, quello del NeXT nel 1988 e dell'iMac nel 1998. Ad ognuno di questi eventi corrispondono altrettante vicissitudini personali. Un biopic riuscito anche grazie alla penna densissima di Aaron Sorkin alla sceneggiatura e alle prove di Michael Fassbender nei panni di Jobs e Kate Winslet in quelli della collaboratrice Joanna Hoffman.

    Un grande film che racconta il dietro le quinte della vita di un genio che ha rivoluzionato la nostra quotidianità e che in due ore non vuole fare un santino di Jobs, ma offrirci un ritratto quanto più onesto di un uomo complesso che alle luci contrapponeva altrettante ombre. Inoltre, la scelta di cristallizzare solo tre momenti è vincente perché fa sì che il film si discosti dalla classica struttura del film biografico per catturare l'essenza di Jobs. Se The Social Network (2010) ti ha affascinato, qui ritroverai la scrittura sofisticata di Sorkin e la regia dinamica e brillante di Boyle.

    12. T2 Trainspotting (2017)

    Vent'anni dopo il cult del 1996, Danny Boyle riunisce gli (ex) amici di Edimburgo in un sequel dal sapore nostalgico e dall'impronta autoironica. Mark Renton torna nella sua città natale dopo essere fuggito con i soldi che avrebbe dovuto spartire con loro e con i quali si è rifatto una vita andata però in pezzi. Una riflessione sul valore dell'amicizia, sulle seconde possibilità e sul peso del passato che i protagonisti devono confrontare con il loro presente nient'affatto luminoso.

    Tutti quelli che hanno amato l'originale ritroveranno in questo sequel svariate citazioni a dinamiche o sequenze che lo hanno trasformato in un cult, con tanto di colonna sonora che riprende alcuni brani, come il remix dei Prodigy di Lust for Life di Iggy Pop. T2 Trainspotting è un film sul tempo che passa, ma che non ha la forza e la crudezza dell'originale. Anche se rivedere Rent Boy, Spud, Sick Boy e Begbie di nuovo insieme è un colpo al cuore.

    13. Yesterday (2019)

    Con Yesterday Danny Boyle immagina un mondo alternativo in cui, dopo un blackout globale, nessuno sa chi siano i Beatles. Ne approfitta Jack Malik, sfortunato aspirante cantautore che intona i brani dei Fab Four facendoli passare per suoi, diventando una popstar di fama mondiale. Una commedia musicale con un tocco fantasy che vive al ritmo delle canzoni di John, Paul, George e Ringo mescolando romanticismo, riflessioni sull'arte, la fragilità del successo e l'industria musicale con un tocco di magia. 

    Un film solare e divertente con un finale toccante ricco di calore, tenerezza e ottimismo. Due ore di pura originalità impreziosite dalla musica senza tempo della band di Liverpool per un feel good movie capace di divertire ed emozionare con la stessa intensità. L'interpretazione dolce e goffa di Himesh Patel e la chimica con Lily James fanno il resto. Menzione d'onore per l'autoironia di Ed Sheeran che ha una piccola parte nei panni di se stesso in una delle sequenza più spassose del film.

  • Triangoli amorosi al cinema: 10 film che rendono impossibile scegliere da che parte stare

    Triangoli amorosi al cinema: 10 film che rendono impossibile scegliere da che parte stare

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Con l’uscita di Material Love, il nuovo attesissimo film di Celine Song (Past Lives), il triangolo amoroso torna al centro del dibattito cinefilo e sentimentale. In un’epoca in cui l’amore si frammenta, si espande e sfida le definizioni canoniche, il cinema continua a trovare nel triangolo un dispositivo narrativo perfetto: tre persone, due desideri divergenti, una tensione che esplode sullo schermo.

    Ma dimenticate i cliché da commedia romantica: i triangoli di oggi (e di ieri) parlano di libertà, di scelte dolorose, di attrazione incontrollabile, e spesso non offrono alcuna soluzione netta. Dalle ambiguità erotiche della Nouvelle Vague alla sensualità liquida del cinema queer contemporaneo, passando per sogni estivi, scandali ad alta quota e silenzi che dicono tutto, questi film ci hanno mostrato come l’amore possa assumere forme impreviste, contraddittorie e spesso impossibili.

    Ecco i 10 migliori triangoli amorosi del cinema da guardare in streaming che hanno saputo trasformare il “ménage à trois” in arte pura — e che, probabilmente, vi faranno rivedere le vostre certezze sentimentali.

    1. Jules et Jim (1962)

    Un manifesto del sentimento libero, Jules et Jim di François Truffaut racconta l’intreccio tra due amici inseparabili e la donna che sconvolge per sempre le loro vite: l’enigmatica e imperscrutabile Catherine, interpretata da Jeanne Moreau. Ambientato tra le due guerre, il film mescola poesia e tragedia con uno stile fluido e rivoluzionario, facendo esplodere le convenzioni borghesi sull’amore e la coppia. Catherine non è un premio da conquistare, ma una forza autonoma che sfugge a ogni possesso. Il triangolo che si crea non è un semplice gioco di rivalità, ma una danza delicata di intimità, libertà e destino. Jules et Jim è un’ode malinconica all’amore multiplo e all’impossibilità di imbrigliarlo.

    2. The Dreamers (2003)

    Un altro trio iconico, questa volta firmato Bernardo Bertolucci. The Dreamers è un sogno febbrile ambientato nella Parigi del 1968, dove un giovane studente americano si ritrova a condividere un appartamento con due fratelli, Isabelle e Theo. I confini tra amicizia, gioco e desiderio si sfaldano in un’atmosfera sospesa tra cinefilia, politica e scoperta del corpo. Il triangolo non è qui per creare gelosie, ma per esplorare l’identità e la trasgressione. Bertolucci cattura con sensualità e provocazione una giovinezza senza limiti, in bilico tra la rivoluzione fuori e l’erotismo dentro. Un film che celebra la potenza del desiderio e la vertigine dell’ambiguità.

    3. Challengers (2024)

    Luca Guadagnino torna a giocare con le dinamiche del desiderio in Challengers, ambientato nel mondo ad alta tensione del tennis professionistico. Zendaya è Tashi, ex promessa sportiva diventata allenatrice e regina della scena, divisa tra due uomini: l’attuale marito e il suo ex migliore amico. Ma più che una semplice contesa amorosa, Challengers mette in campo un’elettricità sottile fatta di flashback, performance fisiche e sguardi infuocati. Il triangolo si carica di rivalità, erotismo e rancore, in un match che è anche una partita a tre tra controllo, potere e attrazione. Guadagnino conferma la sua capacità di rendere ogni relazione una tensione visiva ed emotiva impossibile da ignorare.

    4. Vicky Cristina Barcelona (2008)

    Seduzione, arte e caos interiore: in questo film di Woody Allen, ambientato in una Barcellona languida e sensuale, il triangolo si moltiplica in tutte le direzioni. Juan Antonio (Javier Bardem) è un artista che seduce due amiche americane molto diverse: la razionale Vicky (Rebecca Hall) e la passionale Cristina (Scarlett Johansson). Ma l’equilibrio si rompe quando entra in scena Maria Elena, l’ex moglie interpretata da una furiosa Penélope Cruz. Le relazioni si fondono e si fratturano, mostrando che non sempre l’amore ha una sola direzione. Vicky Cristina Barcelona è un brillante esempio di come i triangoli amorosi possano esplorare il desiderio come forza caotica, viva e irriducibile a un lieto fine.

    5. Y tu mamá también (2001)

    Diretto da Alfonso Cuarón, questo road movie messicano è un viaggio di iniziazione sessuale, politica ed emotiva. Julio e Tenoch sono due adolescenti che invitano la più grande Luisa a un viaggio verso una spiaggia che forse non esiste. Quello che inizia come un gioco si trasforma in un percorso di rivelazione. I tre formano un triangolo in continua mutazione: la tensione tra i due ragazzi cresce mentre l’intimità con Luisa si approfondisce. Il film affronta con onestà il desiderio queer, l’instabilità dei ruoli di genere e la fine dell’innocenza. Y tu mamá también è un film sulla scoperta, sul tempo che sfugge, e su quanto l’amore possa essere complicato e liberatorio allo stesso tempo.

    6. Passages (2023)

    Con Passages, Ira Sachs firma un triangolo queer crudo e magnetico. Tomas è un regista narcisista e imprevedibile, diviso tra il marito Martin e la giovane insegnante Agathe. Il film esplora il desiderio come forza destabilizzante, in cui la sessualità è fluida ma le ferite sono profondissime. Non ci sono buoni o cattivi, solo persone che si amano in modo sbagliato e troppo intenso. Passages è brutale e tenero, moderno e francamente sexy, con interpretazioni mozzafiato e una regia che non teme il disagio. Un triangolo amoroso che diventa campo di battaglia tra ego, bisogno e fame d’amore.

    7. La Collectionneuse (1967)

    Diretto da Éric Rohmer, La Collectionneuse è un triangolo esistenziale immerso nel sole della Costa Azzurra. Adrien e Daniel vogliono una vacanza tranquilla nella villa di un amico, ma la presenza della giovane e affascinante Haydée — “collezionista” di amanti — sconvolge i loro equilibri. I personaggi si osservano, si analizzano, si seducono e si respingono in un gioco di parole e silenzi. Rohmer filma l’attrazione come riflessione filosofica, trasformando il triangolo in una questione di punti di vista. Niente grida, solo il suono delle onde e dialoghi carichi di tensione sottile. Un capolavoro minimale sulla dissimulazione del desiderio.

    8. Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story, 1940)

    Una delle commedie romantiche più brillanti di sempre, con un triangolo da manuale: Katharine Hepburn nei panni dell’aristocratica Tracy Lord, pronta a risposarsi con un noioso uomo d’affari… finché non tornano nella sua vita l’ex marito (Cary Grant) e un giornalista impertinente (James Stewart). Il film è una delizia di battute fulminanti, ambiguità emotive e colpi di scena. Tracy si trova costretta a mettere in discussione tutto: chi è veramente? Cosa vuole? Scandalo a Filadelfia è un trionfo di eleganza e ironia, con un triangolo che mostra quanto l’amore possa essere anche una questione di orgoglio, consapevolezza e seconde possibilità.

    9. A Bigger Splash (2015)

    Luca Guadagnino torna in lista con questo remake sensuale e carico di tensione. Marianne (Tilda Swinton), una rockstar convalescente, si rifugia in un’isola con il compagno Paul (Matthias Schoenaerts). L’arrivo dell’ex Harry (Ralph Fiennes) e della figlia Penelope (Dakota Johnson) sconvolge l’apparente equilibrio. Il triangolo tra Marianne, Paul e Harry di A Bigger Splash è fatto di ricordi, invidia, seduzione e minaccia latente. Guadagnino filma i corpi, il caldo e l’acqua con sguardo ipnotico, mentre sotto la superficie si accumula un’energia oscura e quasi animalesca. Un triangolo amoroso che degenera in un thriller psicologico, dove il passato diventa impossibile da seppellire.

    10. La favorita (The Favourite, 2018)

    Intrigo, potere e passione nella corte inglese del XVIII secolo: Yorgos Lanthimos mette in scena uno dei triangoli più originali e velenosi del cinema contemporaneo. La regina Anna (Olivia Colman), fragile e infantile, è contesa tra Lady Sarah (Rachel Weisz), amica d’infanzia e stratega politica, e Abigail (Emma Stone), cugina arrivista pronta a tutto per scalare la corte. Il desiderio si confonde con l’ambizione, l’amore con la manipolazione. Con uno stile visionario e tagliente, in La Favorita Lanthimos trasforma questo triangolo amoroso in una partita a scacchi spietata, divertente e profondamente umana.

    Dove guardare i migliori triangoli amorosi del cinema in streaming

    I triangoli amorosi non sono solo un trope narrativo: sono specchi delle nostre fragilità, dei desideri inespressi e delle scelte che non sappiamo se potremo mai fare. Da Jules et Jim alla passione conturbante di Passages, questi dieci titoli dimostrano che l’amore a tre può essere sublime, distruttivo, provocatorio… ma sempre profondamente umano. Di seguito l’elenco completo su dove guardare i migliori triangoli amorosi del cinema in streaming: 

  • “Quel pazzo venerdì”: tutti i film di “Freaky Friday” in ordine di uscita

    “Quel pazzo venerdì”: tutti i film di “Freaky Friday” in ordine di uscita

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Tutto accadde un venerdì, Quel pazzo venerdì e Freaky Friday. Cos'hanno in comune questi film? Al centro c'è sempre un rapporto madre/figlia conflittuale e un pizzico di magia che permette alle due, loro malgrado, di scambiarsi i corpi e vivere l'una nei panni dell'altra. Il tutto accompagnato da una grossa dose di imprevisti e momenti comici esilaranti. 

    Di quei titoli, il film del 2003 è diventato un vero cult che ha visto protagoniste Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan nei panni di Tess e Anna Coleman.

    Una madre e una figlia adolescente ai ferri corti che faticano a comunicare. Ci penserà un biscotto della fortuna a mettere sottosopra le loro vite e farle guardare al loro rapporto con una prospettiva inedita. Le due attrici sono tornate sul grande schermo nell'agosto 2025 nei panni dei rispettivi personaggi con un sequel, Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo, che ha duplicato divertimento e magia grazie all'introduzione di nuovi personaggi dando vita a un racconto (e a uno scambio di corpi) multigenerazionale.

    Per scoprire le origini di un film capace negli anni di dare vita a più trasposizioni bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1882. È in quell'anno che F. Anstey diede alle stampe Vice-versa, o una lezione per i padri, romanzo in cui un padre e un figlio vivevano la vita l'uno dell'altro grazie a un sortilegio. Da quel testo ha preso ispirazione Mary Rodgers e nel 1972 è uscito A ciascuno il suo corpo:imprevisti, incidenti, panico, risate per uno scambio impossibile. Un libro di grande successo che racconta la storia di una ragazzina di New York, Annabel, che una mattina qualsiasi al suorisveglio si ritrova nel corpo della madre. Lo stesso volume che ha dato vita alle numerose trasposizioni che JustWatch ha racchiuso in una lista ordinata per anno di uscita.

    1. Tutto accadde un venerdì (1976)

    Un classico targato Disney. Protagoniste una giovanissima Jodie Foster e Barbara Harris nei panni, rispettivamente, di Annabel e sua madre Ellen. Una commedia irresistibile grazie alla quale esplorare con leggerezza quelle classiche incomprensioni che da sempre caratterizzano il rapporto tra genitori e figli. In seguito all'ennesimo litigio, una mattina di venerdì 13, si ritrovano magicamente l'una nel corpo dell'altra dovendo affrontare le rispettive quotidianità fatte di scuola e responsabilità da adulti. Tutto accadde un venerdì è film per famiglie nel quale il pubblico, nell'arco di un'ora e mezza, può rispecchiarsi nelle dinamiche tipiche che caratterizzano da sempre le incomprensioni generazionali, tra equivoci, risate e commozione. Un'opera che resiste al tempo e mantiene intatta la sua vivacità.

    2. Quel pazzo venerdì (2003)

    La più celebre delle trasposizioni del romanzo di Mary Rodgers, Quel pazzo venerdì è un vero e proprio cult. Merito anche delle sue due protagoniste: Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan nei panni di Tess e sua figlia Anna. L'aspirante rock star liceale che si scontra con la madre psicoterapeuta in procinto di sposarsi dopo essere rimasta vedova. Complice un litigio in un ristorante cinese, le due si scambiano i corpi. Ma dopo lo shock iniziale quel cambio di prospettiva – e tutte le gag nel mezzo – permette loro di capire meglio i punti di vista e le emozioni l'una dell'altra. 

    Un remake da un'ora e mezza di enorme successo anche grazie a una sceneggiatura capace di bilanciare una comicità molto fisica con tematiche quali la ribellione adolescenziale e la voglia di indipendenza, la rigidità genitoriale e le incomprensioni. Senza dimenticare una dimensione più emotiva, portando la storia originale nel XXI secolo conquistato una nuova generazione di spettatori.

    3. Freaky Friday (2018)

    Questa volta la storia dello scambio di corpi tra madre e figlia viene raccontata in versione musical. Una piccola rivoluzione narrativa ricca di brani da poter intonare. Un adattamento del romanzo del '72, ma anche la trasposizione del musical Disney tratto dal romanzo di Bridget Carpenter. Questa volta è una clessidra magica a permettere lo scambio dei corpi tra la liceale Ellie Blake (Cozi Zuehlsdorff) e sua madre, la vedova e pasticcera Katherine (Laura Romano). E così Ellie si ritrova a dover preparare la torta nuziale, mentre Katherine deve affrontare i problemi di un'adolescente. 

    Freaky Friday è un film tv che, sebbene non manchi di ritmo ed energia, non ha la stessa forza emotiva dei suoi predecessori. La freccia al suo arco è la freschezza data dai numerosi numeri musicali. Per questo è consigliato se ami i musical. Inoltre, essendo ambientato negli anni 2000, il film nella sua ora e mezza spaccata si concentra su dinamiche più moderne rispetto al libro da cui prende le mosse.

    4. Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo (2025)

    Il sequel che in molti attendevano e che segna il ritorno della coppia composta da Jamie Lee Curtis e Lindsay Lohan. I primi rumors riguardanti un nuovo capitolo hanno iniziato a circolare nel 2022 proprio dalle dirette interessate che hanno parlato della voglia di tornare a vestire i panni dei loro personaggi. Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo, riprende 22 anni dopo il film del 2003. Questa volta Anna è madre e sta per accogliere in famiglia una figliastra. Lei e Tess affrontano svariate sfide quando due famiglie si uniscono, scoprendo che forse la fortuna può colpire due volte nello stesso posto. Un film per gli amanti del primo capitolo, ma pensato per abbracciare una nuova generazione di spettatori grazie all'entrata in scena di Julia Butters e Sophia Hammons che trasforma la pellicola in un racconto multigenerazionale. Un sequel genuinamente spassoso, pieno di citazioni al capitolo precedente, ma anche capace di costruire una propria identità.

  • Da "Odio il Natale" a "Romantiche": i 10 migliori film e serie TV con Pilar Fogliati

    Da "Odio il Natale" a "Romantiche": i 10 migliori film e serie TV con Pilar Fogliati

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Alla Festa del Cinema di Roma 2025 la vedremo insieme ad Adriano Giannini, Andrea Carpenzano e Valeria Golino in Breve storia d'amore (2025), debutto alla regia di Ludovica Rampoldi. Ma in questi ultimi dieci anni, Pilar Fogliati ha saputo costruirsi una carriera significativa, dividendosi tra grande e piccolo schermo e ritagliandosi uno spazio sempre più centrale nel cinema italiano. 

    Dagli esordi con Che Dio ci aiuti (2014) e Forever Young (2016) passando per Un passo dal cielo (2017) e Gli indifferenti (2020) fino a Odio il Natale o Cuori, in cui ha dato prova di poter reggere il racconto sulle sue spalle. Ma in questo arco di tempo è arrivato anche il debutto alla regia con Romantiche, film in cui, oltre a sedere dietro la macchina da presa, ha interpretato quattro diversi personaggi.

    L'ultimo ruolo in ordine di tempo che l'ha vista protagonista è FolleMente, la commedia corale diretta da Paolo Genovese che ha segnato un record al botteghino e che l'ha vista fare coppia sullo schermo con Edoardo Leo. JustWatch vi porta alla scoperta dei 10 migliori film e le serie tv con Pilar Fogliati, da poter (ri)vedere sulle principali piattaforme, scelti in base alla sua interpretazione e alla riuscita complessiva dell'opera.

    10. Extravergine (2019)

    Roberta Torre dirige una commedia al femminile ricca di ironia in cui esplora sesso e relazioni. La protagonista è Dafne (Lodovica Comello), una giovane giornalista un po' nerd che, alla soglia dei 30 anni, è ancora vergine. Per un malinteso, però, viene nominata sex columnist del giornale per cui lavora.

    Extravergine è una serie fresca e divertente che, nei suoi 10 episodi da 40 minuti, gioca con i tabù e gli stereotipi, raccontando con leggerezza il femminile. Pilar Fogliati è Samira, una ragazza araba che ha scelto di vivere una vita lontana dalle imposizioni del padre musulmano. L'attrice realizza il ritratto di una giovane donna schietta, lontana dalle convenzioni, dalla sessualità fluida e alla ricerca della propria identità. Da recuperare se Jane the Vergin (2014) ti ha divertito.

    9. Finché notte non ci separi (2024)

    Eleonora e Valerio (Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano) si sono appena sposati. Si ritrovano con le fedi al dito e gli abiti da cerimonia addosso nel più lussuoso albergo di Roma. Tutto sembra pronto per la luna di miele, ma i neo sposi si ritrovano catapultati in una Roma notturna, alle prese con scontri e incontri.

    Una commedia notturna di poco meno di un'ora e mezza sulla ricerca di se stessi, tra disavventure, questioni irrisolte, incomprensioni e risate. Come per molti altri suoi ruoli, qui Fogliati dà vita a un personaggio spontaneo. La sua Eleonora è un concentrato di emozioni che oscillano dall'ansia al cinismo, dalle incertezze al romanticismo. Se ti piacciono i film a tema matrimoniale come Il mio grosso grasso matrimonio greco (2002), Se scappi ti sposo (1999) o Tutti tranne te (2024), anche questa commedia romantica ti delizierà.

    8. Mai scherzare con le stelle (2020)

    Uno dei 20 titoli che compongono il ciclo di film per la tv, Purché finisca bene. Tutti episodi a sé stanti che raccontano le difficoltà dell'Italia del XXI secolo rifacendosi alle atmosfere della commedia all'italiana. Mai scherzare con le stelle vede Pilar Fogliati nei panni di Ines, una psicologa che lavora come netturbina con una propensione alle bugie e una passione per gli oroscopi. Un tubo rotto nella sua casa la fa incontrare con Alfredo (Alessandro Roia), ricercatore di ingegneria alle prese con un robot capace di capire i gusti e i desideri degli umani.

    Una commedia romantica, leggera e spensierata, sugli opposti che si attraggono della durata di un'ora e 40 minuti. Pilar Fogliati ci regala un personaggio pieno di luce, capace di catturare all'istante grazie al suo fare trascinante e la chimica con Roia rende la visione ancor più piacevole. Da recuperare se ti piacciono i classici del cinema italiano del dopoguerra, ma anche pellicole più recenti come Divine - La fidanzata dell'altro (2020).

    7. Corro da te (2022)

    Riccardo Milani si confronta con un remake. Per Corro da te si rifà alla commedia francese Tutti in piedi di Franck Dubosc. I protagonisti sono Pierfrancesco Favino nei panni di Gianni, uomo d'affari e incallito Don Giovanni, e Miriam Leone in quelli di Chiara, musicista classica che, per un fraintendimento, lo crede disabile proprio come lei. Quando i due iniziano a frequentarsi, Gianni prova sentimenti autentici e inediti.

    Una commedia sentimentale sulla disabilità di poco meno di due ore che fa sorridere ed emozionare. Pilar Fogliati è Alessia, la sorella minore della protagonista. Un personaggio sicuro di sé, divertente, ironico che regala al racconto un tono comico capace di bilanciare quello romantico e drammatico della pellicola. Se ami le commedie brillanti come Quasi amici - Intouchables (2011), il film di Riccardo Milani saprà divertirti ed emozionarti, anche grazie all'aggiunta della nota sentimentale.

    6. Confidenza (2024)

    Daniele Luchetti si confronta con il romanzo omonimo di Domenico Starnone, realizzando un thriller drammatico di oltre 120 minuti tra i titoli più riusciti della sua filmografia. La storia è quella di Pietro Vella, stimato professore, che inizia una relazione con una sua ex studentessa, Teresa. Quando lei gli propone di confidarsi a vicenda un segreto, la donna, turbata da esso, esce dalla sua vita. Ma l'idea che Teresa possa rivelare al mondo quella confessione perseguiterà il protagonista.

    Confidenza è un film stratificato, reso ancor più prezioso dalle interpretazioni di Elio Germano e Federica Rosellini. Pilar Fogliati interpreta la figlia del protagonista da adulta. Un ruolo che rappresenta un tassello importante nella sua carriera perché l'attrice si confronta con un registro drammatico in modo del tutto convincente. Se ti piacciono i film dalle trame complesse e i personaggi ambigui come L'uomo senza sonno (2004) o Memento (2000), Confidenza ti affascinerà.

    5. Romeo è Giulietta (2024)

    Gianni Veronesi rivisita la tragedia classica di William Shakespeare. Già dal titolo, Romeo è Giulietta, si capisce però il ribaltamento dei ruoli. Pilar Fogliati è una giovane attrice rifiutata per il ruolo di Giulietta che decide di proporsi, sotto falsa identità, per quello di Romeo ottenendo la parte.

    Una storia che parte da un'opera di fine '500, ma affronta tematiche senza tempo e di attualità. Un film di quasi due ore che vuole giocare con il pubblico, sovvertendone le attese. La prova dell'attrice mette in risalto le sue doti comiche e drammatiche, sottolineando ancora una volta la sua ecletticità. Se sei un fan di un classico come Shakespeare in Love (1998), non puoi perderti questa variazione nostrana.

    4. Cuori (2021)

    In Cuori Pilar Fogliati si confronta con un medical drama ambientato negli anni '60, incentrato sul mondo pionieristico della cardiochirurgia. Una serie amata dal pubblico per la sua capacità di far convivere le storie personali dei protagonisti con il racconto medico. L'attrice interpreta la cardiologa Delia Brunello. Una dottoressa, specializzata a Houston, dalle sbalorditive capacità diagnostiche grazie all'orecchio assoluto che le permette di individuare anomalie cardiache attraverso l'auscultazione. Un personaggio ispirato alla vera dottoressa Helen Brooke Taussig, pioniera della cardiologia pediatrica.

    Due stagioni da 28 episodi complessivi della durata di 50 minuti a cui si aggiunge una terza stagione che vedremo nel 2026 in cui Fogliati offre una delle sue prove più convincenti grazie al mix di forza e vulnerabilità del suo personaggio chiamato ad affrontare diverse sfide professionali e sentimentali. Da recuperare se sei appassionato di medical drama come Doc – Nelle tue mani (2020).

    3. FolleMente (2024)

    Commedia campione di incassi al botteghino, diretta da Paolo Genovese. FolleMente racconta la storia di un primo appuntamento, quello tra Lara (Fogliati) e Piero (Edoardo Leo). Il pubblico li segue tra imbarazzi e confidenze, entrando nella loro mente e assistendo allo scontro tra le varie personalità che li abitano. Una commedia corale che, in poco più di 90 minuti, mette in scena le differenti sensibilità di donne e uomini e ci fa ridere di noi stessi, sebbene non sia priva di cliché.

    Qui l'attrice gioca con diverse sfumature emotive date dalle altrettanti situazioni che si susseguono nel corso dell'appuntamento. La sua è una prova votata alla naturalezza, dove convivono impacciatezza, passione e caos. Se ti sei divertito ed emozionato nel guardare Inside Out (2015) o apprezzi i racconti corali legati alle relazioni sentimentali come Perfetti sconosciuti (2016), anche FolleMente ti conquisterà.

    2. Odio il Natale (2022)

    Altro adattamento, questa volta della serie norvegese Natale con uno sconosciuto. In Odio il Natale, Pilar Fogliati è Gianna, infermiera di Chioggia da tre anni single. Quando si avvicinano le feste, la ragazza mente alla famiglia affermando di avere un fidanzato che presenterà durante il cenone della Vigilia. Inizia così una sfida contro il tempo per trovare il ragazzo giusto in 24 giorni. Una sfida tutt'altro che semplice.

    La serie, in due stagioni da 12 episodi da 30 minuti, offre un racconto originale e divertente rispetto ai classici titoli natalizi prendendosi gioco degli stereotipi delle feste. Qui Pilar Fogliati si cala alla perfezione in un ruolo con il quale in molti sapranno riconoscersi grazie al mix di romanticismo e disillusione che caratterizza la sua Gianna. Ancora una volta sono la verosimiglianza e l'approccio realistico a fare la differenza nella sua performance. Da non perdere se hai adorato Guida astrologica per cuori infranti (2021) o Dash & Lily (2020).

    1. Romantiche (2023)

    Esordio alla regia di Pilar Fogliati, di cui è anche quadrupla protagonista. L'attrice, infatti, interpreta Michela, Eugenia, Tazia e Uvetta. Le quattro giovani donne che compongono gli altrettanti episodi di Romantiche. Un'esplorazione dell'universo femminile e dell'amore. Una commedia corale e ironica che, in poco meno di due ore, guarda con sincerità alle relazioni contemporanee con un approccio affettuoso e leggero.

    Un film in cui Fogliati mette in scena tutta la sua versatilità di attrice, comica e drammatica, attraversando toni agli antipodi, ognuno dedicato a una sfaccettatura differente del femminile. Finora la sua prova più completa per la sua doppia natura registica e attoriale. Da non perdere se consideri Bianco, rosso e Verdone (1981) un cult del nostro cinema.

  • "FolleMente" e altre commedie romantiche italiane da non perdere

    "FolleMente" e altre commedie romantiche italiane da non perdere

    Giovanni Berruti

    Giovanni Berruti

    Editor a JustWatch

    Cosa succede nella mente di due persone al primo appuntamento? Di tutto.“FolleMente” (2025) di Paolo Genovese parte da questa domanda, senza pretendere di dare una risposta assoluta. Semplicemente offre una storia a forte immedesimazione. Il film è infatti andato molto bene, ha fatto parlare molto di sé, persino all’estero dove sono arrivate richieste per la realizzazione di diversi remake, ripetendo forse l’iter del fortunatissimo “Perfetti Sconosciuti” (2016). 

    Una scommessa vinta da una rom-com made in Italy. È un genere difficile quello delle commedie sentimentali. Amatissime da un pubblico trasversale, di giovani e di adulti, necessitano di una scrittura solida che sappia intercettare anche i tempi odierni. Hanno bisogno di attori e attrici capaci, in grado di interpretare dei personaggi in cui riconoscersi. Ma oltre all’ultima fatica di Genovese, quali sono altri titoli realizzati nel nostro paese da recuperare con oggetto la coppia? Scopriamoli insieme.

    FolleMente (2025)

    Campione d’incassi della scorsa stagione cinematografica, “FolleMente” (2025)  racconta di un primo appuntamento, quello tra Marco e Lara, rispettivamente interpretati da Edoardo Leo e Pilar Fogliati. Quel che accade nelle loro teste è esilarante, può sicuramente ricordare “Inside Out” (2015), ma in realtà è tutt’altro. Una sceneggiatura divertente, un cast corale sempre ben amalgamato (Marco Giallini, Rocco Papaleo, Maurizio Lastrico, Claudio Santamaria, Claudia Pandolfi, Eleonora Fanelli, Maria Chiara Giannetta e Vittoria Puccini), e soprattutto tante domande sollevate sul complesso universo dei sentimenti. Paolo Genovese conferma nuovamente la sua maestria nel fare la commedia.

    Finché notte non ci separi (2024)

    Remake della rom-com israeliana “Honeymood” (2020) di Talya Lave, la seconda opera di Riccardo Antonaroli segue una coppia nella loro prima notte di nozze. Un viaggio per le strade di Roma diventa un’inaspettata riflessione sul matrimonio. Di nuovo protagonista Pilar Fogliati, funziona soprattutto l’alchimia con l’altro interprete principale, Filippo Scicchitano. È scorrevole, consigliato per chi volesse guardare un'altra storia sulla coppia con la giovane attrice di “FolleMente” (2025) che allo stesso tempo si avvicini a titoli come “Prima dell’alba” (1995), ambientati nell’arco di una notte.

    Corro da te (2022)

    Remake del francese “Tutti in piedi”(2018) di Franck Dubosc, la commedia sentimentale di Riccardo Milani affronta il delicato tema della disabilità. Pierfrancesco Favino è Gianni, un manager di un’importante brand di scarpe da corsa, seduttore seriale, pronto a tutto pur di conquistare l’ennesima donna di turno…persino a fingere di avere una disabilità. Quando incontra Chiara (Miriam Leone), costretta alla sedia a rotelle per un incidente, inizia a provare dei sentimenti importanti, e di conseguenza arriverà a cambiare prospettive sulla vita stessa. Si potrebbe definire un “Quasi amici” (2011) in salsa sentimentale, dunque il film di Milani si presta benissimo a una serata in cui si è alla ricerca di una storia divertente, capace di far riflettere e soprattutto di far emozionare.

    Supereroi (2021)

    Ci vogliono i superpoteri per amarsi tutta una vita. Genovese indaga la coppia in questo film, da cui ha anche tratto anche un romanzo. Lo fa diversamente da “FolleMente” (2025), che si limitava a raccontare solo un primo appuntamento, non esitando a nascondere anche quelle istantanee difficili e dolorose degli anni che passano. Protagonisti Alessandro Borghi e Jasmine Trinca, rispettivamente Marco e Anna, due giovani innamorati, alle prese con lo scorrere del tempo. Non una semplice commedia romantica, ma un film in grado di far suo un inno alle coppie di lunga durata, quelle che ce la fanno tra gioie, complicità, tentazioni e dolori. Consigliata a chi vuole una storia introspettiva sull’amore, ma è una visione particolarmente emozionante, da accompagnare con qualche fazzoletto per le lacrime….

    Lasciarsi un giorno a Roma (2020)

    Quanto è difficile separarsi dopo tanti anni di relazione? Partendo dall’omonima canzone di Niccolò Fabi, Edoardo Leo racconta con leggerezza la fine di un amore duraturo, e le sue conseguenze, attraverso due coppie nella Città Eterna, da sempre vista come il teatro romantico per eccellenza. Nel cast Marta Nieto, Stefano Fresi e Claudia Gerini. È una rom-com molto contemporanea, adatto a chi sta cercando una storia che sappia affrontare le moderne complessità dei rapporti sentimentali. Un film che racconta l’altra faccia dell’amore, quella annichilita dalla crisi degli anni che passano.

    Dieci inverni (2009)

    Una storia d’amore lunga dieci anni ambientata a Venezia. Opera prima di Valerio Mieli, protagonisti Michele Riondino e Isabella Ragonese, rispettivamente nei panni di Silvestro e Camilla, raccontate in quei dieci inverni indicati dal titolo, dieci istantanee per ordinari momenti di una relazione sentimentale. Fortemente consigliata a chi ha apprezzato la serie dello spagnolo Rodrigo Sorogoyen, “Dieci Capodanni”(2024), ma anche “Normal People” (2020) e il film “One Day” (2011), dunque per chi è appassionato di storie di due giovani e delle loro dinamiche sentimentali, tra alti e bassi, gioie e dolori.

    Pane e tulipani (2000)

    Tra i lavori più celebri di Silvio Soldini, una commedia sentimentale che segue la storia di una donna in fuga da un’esistenza infelice alla riscoperta di sé stessa. Con le straordinarie interpretazioni di Licia Maglietta e Bruno Ganz, è un film che non invecchia mai, un vero e proprio classico del nuovo millennio. Si parla di insoddisfazione per la propria vitac della voglia di cambiarla e del conseguente coraggio di farlo. Per il tema potrebbe ricordare altri film, come “Mangia, prega, ama” (2010) con Julia Roberts e Javier Bardem, arrivato ben dieci anni dopo, oppure il più drammatico “Wild” (2014) con Reese Witherspoon.

  • I 7 migliori film di Lindsay Lohan e dove vederli in streaming

    I 7 migliori film di Lindsay Lohan e dove vederli in streaming

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    Lindsay Lohan è stata una delle attrici più riconoscibili di fine anni ‘90 e primi anni ‘00. L’attrice dagli inconfondibili capelli rossi ha partecipato ad alcuni dei film cult più amati di sempre. Senza dimenticare i ruoli in classici che rimarranno nella storia del cinema e film d’autore dal livello pregiato.

    Tra poco, la ritroveremo sul grande schermo con Freakier Friday (in italiano Quel pazzo venerdì, sempre più pazzo), dove torna a recitare a fianco di Jamie Lee Curtis.

    Questa lista di JustWatch vi porta alla scoperta dei suoi migliori sette film. Se questi fossero disponibili in streaming, per il noleggio o l’acquisto, ve lo faremo sapere. Inoltre, con i filtri di JustWatch potrete selezionare un titolo della lista in base alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes, alla durata e molto altro.

    7. Falling for Christmas (2022)

    Falling for Christmas è incentrato sulla figura di Sierra Belmont. La donna proviene da una famiglia molto ricca grazie ad un impero di hotel. Dopo un incidente di sci, Sierra si ritrova senza memoria, accudita da un proprietario di un rifugio di montagna. Il film di Janeen Damian, al suo debutto alla regia, è una classica rom-com ambientata durante il periodo natalizio. Per questo motivo, va guardata nell’ottica di gustarsi una pellicola di Natale e niente di più. Nonostante ciò, la performance di Lohan si adatta perfettamente alla parte. Un film imperdibile per i fan nostalgici di Lindsay Lohan versione rom-com. 

    6. Bobby (2006)

    È una notte senza risveglio per Robert F. Kennedy. Il candidato alla presidenza è destinato a essere assassinato. Durante questo tragico evento della storia statunitense, le vite di 22 persone si intrecciano. Il film di Emilio Estevez è caratterizzato, innanzitutto,  da un cast stellato e mastodontico. Nonostante le mille facce, Lohan riesce a ritagliarsi un ruolo che spicca tra tutti. La sua performance è dettagliata ed emotivamente efficace. Bobby è uno dei film meno conosciuti della filmografia di Lohan, ma conserva tuttora molti punti di forza. Tra questi, va premiata una regia sul pezzo e un’atmosfera di chiara ispirazione altmaniana.

    5. Machete (2010)

    Lindsay Lohan è capace di adattarsi a qualsiasi sceneggiatura prenda parte. Pur essendo conosciuta per ruoli in commedie e film romantici, l’attrice è apparsa anche nel cult sanguinante di Machete. Il film di Robert Rodriguez vede il personaggio omonimo lottare per la vendetta, dopo essere stato tradito da un boss. L’attrice americana appare in una piccola parte, ovvero quella di April. Nonostante i pochi minuti, Lohan ritaglia un’altra parte memorabile. Non tutti, infatti, possono vantarsi di aver sparato a Robert De Niro. Se amate i film di serie B, lo splatter e il mitico Danny Trejo, Machete (2010) è imprescindibile.

    4. Genitori in trappola (1998)

    Genitori in trappola è il film che ha lanciato la carriera di Lindsay Lohan. Chiunque la ricorda nei panni delle gemelle Hallie e Annie. Separate alla nascita, le due si ritrovano durante un campo estivo e non si lasciano più. Genitori in trappola (1998) di Nancy Meyers è una commedia leggera targata Disney ed è il remake del film omonimo del 1961. Lohan si cimenta con una doppia parte molto difficile da interpretare per un’attrice dodicenne al debutto sul grande schermo. I ruoli di Hallie e Annie non sembrano spaventarla e Lohan porta a casa una prima prova da manuale.

    3. Quel pazzo venerdì (2003)

    Quel pazzo venerdì è la terza trasposizione sullo schermo del romanzo Freaky Friday di Mary Rodgers. Tess e Anna, madre e figlia, si scambiano di corpo grazie a dei biscotti della fortuna cinesi. Solo un atto di amore altruistico può riportare le cose come erano. Dopo il successo di Genitori in trappola (1998), Lohan doveva in ogni modo confermare il risultato nel suo secondo film. Quel pazzo venerdì (2003) non solo supera l’esordio in fatto di botteghino. Parallelamente, dona al pubblico un’altra performance d’impatto per Lohan. Su tutto, brilla la chimica perfetta con Jamie Lee Curtis, che interpreta sua madre.

    2. Mean Girls (2004)

    Tra i primi film a essere citati quando si parla di Lohan c’è, di sicuro, Mean Girls. Il film di Mark Waters, già regista di Quel pazzo venerdì (2003), va a innestarsi nella lunga fila di pellicole che trattano il periodo scolastico della vita. Questa commedia teen vede Cady (Lohan) al centro della storia. Dopo anni di educazione in casa, la giovane inizia a frequentare le scuole superiori tra problemi e amicizie. Questo è il periodo d’oro di Lohan, che sembra non sbagliare una parte. Ad aiutarla c’è anche Tina Fey, attrice e autrice di una sceneggiatura intelligente e ritmata che non vive degli stilemi del sottogenere.

    1. Radio America (2006)

    Radio America è l’ultimo film del genio chiamato Robert Altman, prima della sua scomparsa nel 2006. La pellicola narra dei retroscena di una stazione radio a Saint Paul, nel Minnesota. Questa è famosa per riproporre sempre lo stesso spettacolo con gli stessi attori. Come per Bobby (2006), l’impianto della sceneggiatura prevede un ricco cast corale, marchio di fabbrica del regista. Tra nomi eccellenti come Meryl Streep, Woody Harrelson e Tommy Lee Jones, Lohan dà prova ancora una volta delle sue capacità. La sua performance, infatti, è pari a quelle di star esperte. Radio America (2006) è l’ennesima dimostrazione del range attoriale di Lindsay Lohan.

    Dove vedere i migliori film di Lindsay Lohan in streaming

    Qui sotto trovate tutti i film che compongono questa lista. Se i titoli fossero disponibili in streaming, a noleggio o per l’acquisto, JustWatch ve lo farà sapere. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri per una ricerca più customizzata e di costruire la vostra watch list. In questo modo riceverete notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. Lindsay Lohan e i suoi migliori film vi aspettano. Buona visione!

  • Tutti i film e le serie TV de 'I Puffi' e dove vederli in streaming

    Tutti i film e le serie TV de 'I Puffi' e dove vederli in streaming

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    I Puffi stanno per tornare al cinema con I Puffi - Il film (2025), reboot targato Paramount con protagonista Rihanna nei panni di Puffetta. Queste creature dal berretto frigio sono iconiche per la loro pelle blu, per i nomi che rimandano alle varie personalità e per la loro comunità nella foresta. I Puffi sono tratti dai fumetti di Peyo.

    Questa lista di JustWatch vi porta alla scoperta di tutti i film e di tutte le serie TV de I Puffi. Per ogni titolo, vi faremo sapere dove sia disponibile in streaming. Per una ricerca più dettagliata, potete utilizzare i filtri di JustWatch. Con questi selezionerete uno o più titoli in base alla durata, all’anno di produzione, alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes e molto altro.

    I Puffi (2011)

    Dopo due uscite europee negli anni ‘60 e ‘70, il primo vero film dei Puffi esce nel 2011 per la regia di Raja Gosnell. I Puffi conquistano una vittoria straordinaria al box office, superando il mezzo miliardo di incassi. La pellicola vede i Puffi scappare dal loro arcinemico per eccellenza, il mago Gargamella. La fuga li porta a New York. Se il pubblico ha apprezzato le creazioni del fumettista Peyo sul grande schermo, la critica è stata più severa. Nonostante ciò, il successo del film può essere attribuito a un cast in forma capitanato da Neil Patrick Harris e da alcune sequenze esilaranti.

    I Puffi 2 (2013)

    Il grande successo del primo capitolo della saga fa scaturire I Puffi 2, sempre per la regia di Raja Gosnell. Nel secondo film troviamo Gargamella di nuovo all’attacco. Dopo che lo stregone ha rapito Puffetta, i Puffi e i loro amici umani si uniscono per salvarla. Con un budget simile a I Puffi (2011), I Puffi 2 (2013) non riscuote lo stesso successo. Come risultato, la terza parte della saga viene cancellata. I punti di forza rimangono un buon cast e alcuni passaggi estremamente comici. Tuttavia, un film come I Puffi 2 (2013) può essere apprezzato dai piccoli più che dai grandi, cosa che non succedeva nel primo capitolo.

    I Puffi - Viaggio nella foresta segreta (2017) 

    I Puffi - Viaggio nella foresta segreta esce a quattro anni di distanza da I Puffi 2 (2013). Come i due precedenti, questo titolo è prodotto dalla Sony e serve da capitolo finale della trilogia, dopo la cancellazione de I Puffi 3. Demi Lovato, qui al suo debutto, è protagonista nei panni di Puffetta. Quest’ultima si avventura nella foresta con alcuni Puffi, guidata da una misteriosa mappa. Rispetto ai due capitoli precedenti, i Puffi rimangono nel loro habitat naturale, la foresta. Il viaggio di Puffetta, però, dà la possibilità al film di mostrare ambienti naturali mai visti prima. Il risultato è un’avventura ricca di colori e atmosfere differenti.

    I Puffi (1981)

    Sul lato serie TV, i Puffi ci hanno regalato due titoli usciti a quarant’anni di distanza l’uno dall’altro. I Puffi (1981) hanno allietato le giornate di tutti i bambini e le bambine che sono cresciuti negli anni ‘80. Ogni stagione contiene svariati episodi con le più disparate avventure. La serie prodotta dalla Hanna-Barbera è considerata da molti come la migliore release a tema Puffi. Innanzitutto, l’animazione vecchia scuola richiama le pagine dei fumetti da cui provengono i personaggi. In più, tutta l’eredità costruita negli anni parte da questo show, che ha conquistato anche le generazioni a venire, entrando in ogni casa.

    I Puffi (2021)

    La serie I Puffi esce nel 2021 e funge da reboot dello show anni ‘80. Questa riproposizione è una produzione belga, paese di nascita dell’autore Peyo, ed è composta da tre stagioni. Come la precedente, ogni episodio contiene una trama con una conclusione propria, tranne alcune eccezioni. A differenza di quella del 1981, questa serie è caratterizzata da uno stile animato completamente computerizzato. La CGI offre maggiori possibilità di movimento per i Puffi, ma non convince appieno, risultando forse troppo artificiale. I Puffi (2021) sono, comunque, una grande introduzione per le nuove generazioni che vogliono vedere gli esseri blu quotidianamente.

    Dove vedere in streaming i film e le serie TV con i Puffi?

    Potete trovare tutti i titoli della lista qui sotto. Per ognuno, JustWatch ti mostra la disponibilità streaming. Inoltre, sarete informati se un titolo è disponibile per il noleggio o per l’acquisto. Utilizzate i filtri per una ricerca customizzata e non dimenticatevi di costruire la vostra watch list. Così facendo, avrete la possibilità di ricevere notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. I Puffi sono qui per voi. Buona visione!

  • Da “Cena con delitto – Knives Out” a “Blonde”: i migliori film con Ana De Armas

    Da “Cena con delitto – Knives Out” a “Blonde”: i migliori film con Ana De Armas

    Manuela Santacatterina

    Manuela Santacatterina

    Editor a JustWatch

    Dieci anni dopo il suo debutto americano al fianco di Keanu Reeves nel thriller erotico di Eli Roth, Knock Knock (2015), Ana De Armas, per una bizzarra coincidenza del destino è stata scelta come protagonista di Ballerina (2025). Un thriller action e quinto capitolo della saga di John Wick di cui è protagonista proprio Reeves. Un decennio in cui l'attrice ha costruito una carriera solida vestendo i panni di personaggi molto diversi tra loro, fino a quello di Marilyn Monroe in Blonde (2022) che le ha regalato la sua prima nomination agli Oscar.

    Niente male per una bambina e adolescente cubana che poteva guardare solo 20 minuti di cartoni animati a settimana e andare al cinema unicamente la domenica pomeriggio! La sua carriera è iniziata a Cuba e proseguita in Spagna prima di approdare a Los Angeles dove, oggi, è diventata una delle attrici più ricercate di Hollywood. JustWatch ha stilato una lista dei 10 migliori film con Ana De Armas segnalando dove puoi recuperarli in streaming.

    1. Blonde (2022)

    Il ruolo, finora, più importante nella carriera di Ana De Armas. Il più complesso, il più doloroso, il più desiderato. L'attrice è Marilyn Monroe in Blonde di Andrew Dominik. Un'immersione nella vita della diva americana dall'infanzia alla tragica morte che narra in modo libero le tappe più importanti della sua vita partendo dal romanzo omonimo di Joyce Carol Oates.

    Un'opera visivamente audace e sperimentale in cui Ana de Armas, nei 167 minuti di durata del film, ha dato vita a una performance straordinaria in cui ha saputo far rivivere lo spirito dell'attrice e le sue fragilità dietro una facciata glamour che nasconde profonde ferite. Senza dubbio la sua performance più riuscita e complessa che ci restituisce il ritratto di una donna dal profondo tormento interiore. La somiglianza con Marilyn Monroe è impressionante, ma ciò che colpisce della sua interpretazione è la volontà di non farne un’imitazione, provando invece a catturarne lo spirito.

    Diviso tra l'uso del bianco e nero e sequenze a colori, Blonde si discosta dai biopic tradizionali anche per l'approccio coraggioso della regia dai contorni onirici. Un film che può respingere per la crudezza di alcune scene, ma che dalla sua ha la capacità di raccontare la persona dietro il mito e quanto possa essere caro il prezzo da pagare per raggiungere la fama.

    2. Cena con Delitto - Knives Out (2019)

    Se dovessimo scegliere il film che ha consacrato Ana De Armas a Hollywood sarebbe senza dubbioCena con Delitto - Knives Out. Rian Johnson omaggia il genere giallo grazie alla figura dell'eccentrico detective Benoit Blanc interpretato da Daniel Craig alle prese con la morte del patriarca di una ricca famiglia. Un rompicapo ricco di colpi di scena, segreti e bugie in cui l'attrice ha un ruolo centrale che le permette di fare sfoggio di più registri mentre si confronta con un cast corale che spazia da Chris Evans a Jamie Lee Curtis passando per Christopher Plummer.

    Il suo personaggio, quello dell’infermiera Marta Cabrera fisicamente impossibilitata a mentire, è un mix di insicurezza e forza. L’attrice - che per il ruolo ha ottenuto una nomination ai Golden Globes - è bravissima nel mostrarne l’evoluzione emotiva muovendosi su registri diversi, tra parentesi comiche e momenti drammatici. Le scene condivise con Plummer sono tra le più belle e riuscite del film, grazie anche alla chimica tra i due interpreti.

    Inoltre, le origini sudamericane del personaggio permettono di inserire una nota socio-politica al racconto. Gli altri facoltosi protagonisti, infatti, non vedono di buon occhio l’infermiera in un atteggiamento razzista che li (auto)eleva rispetto a lei. Una nota di attualità non indifferente negli Stati Uniti di Trump al suo primo mandato alla Casa Bianca.

    Se amate i romanzi e i film tratti dalle opere di Agatha Christie come Assassinio sull'Orient Express (2017), adorerete le due ore e 10 di intrighi, misteri, alibi e moventi che si susseguono con un stile arguto e un ritmo vivace. Un film fresco che infonde il genere di nuova linfa.

    3. Blade Runner 2049 (2017)

    La carriera di Ana De Armas è ricca di collaborazioni con grandi registi. Uno di questi è Denis Villeneuve. È lui a sceglierla per il ruolo di un'intelligenza artificiale in Blade Runner 2049. Il sequel del classico di Ridley Scott in cui Ryan Gosling interpreta K, un replicante che scopre un segreto capace di alterare il futuro delle specie. Un film visivamente mozzafiato grazie alla maestria del regista di creare immagini suggestive.

    L'attrice, seppur interpretando un ologramma, infonde nel suo personaggio una profonda umanità, sancendo definitivamente il suo talento dopo l'esordio hollywoodiano. Nonostante sia un’intelligenza artificiale programmata per dare a K l’illusione di vivere una vita normale, Joi è uno dei personaggi più “umani” dell’intero film.

    L’interpretazione di De Armas è affascinante per il modo in cui riesce far affiorare in lei emozioni come desiderio ed empatia, sempre immerse in una profonda malinconia che abbraccia l’intero racconto. Tutto si gioca sulle espressioni del volto e le movenze del corpo che le permettono di comunicare nonostante la sua natura di entità digitale. Dalla durata di 163 minuti, la pellicola sci-fi è magnetica e dal ritmo ipnotico.

    4. No Time To Die (2021)

    Prima di Ballerina, Ana De Armas ha dato prova delle sue capacità acrobatiche inNo Time To Die, ultimo capitolo dell'era Daniel Craig nei panni di 007. L'attrice è l'agente della CIA Paloma che in un passaggio del film aiuta James Bond in una delle sue missioni. Una manciata di minuti in cui, con un lungo abito nero mozzafiato, ci regala una sequenza action di puro intrattenimento che non disdegna una nota di umorismo e ci dimostra che non esiste personaggio che non possa interpretare.

    Totalmente irresponsabile e dall'attitudine impetuosa, la sua Paloma riesce a offuscare tutto il resto. De Armas è semplicemente magnetica. Un mix di azione frenetica e sensualità che regala al film una parentesi di puro divertimento e lascia nel pubblico il desiderio di vederla di nuovo nel franchise. Un piccolo ruolo, ma molto ben esplicativo della sua capacità di bucare lo schermo.

    5. Eden (2025)

    Un'altra storia vera, un altro grande regista e un ruolo ancora una volta diverso dai precedenti. InEden Ron Howard racconta i fatti realmente accaduti sull'isola di Floreana quando un piccolo gruppo di europei decise di lasciare il continente per trasferirsi nell'arcipelago delle Galápagos. Un thriller psicologico sulla natura umana e su quello che siamo disposti a fare per ottenere ciò che vogliamo. Ana De Armas brilla nel ruolo della baronessa Eloise von Bosquet de Wagner-Wehrhorn. Una donna bellissima e ammaliante quanto crudele e truffaldina.

    Una performance sopra le righe per un personaggio egocentrico e arrivista, ma anche profondamente tragicomico. Un ruolo teatrale nella sua presenza scenica e in un'attitudine performativa che fa della sua baronessa un concentrato di vanità, ambizione e follia. Un ruolo rischioso che sarebbe potuto facilmente scivolare nella macchietta, ma che invece De Armas riesce ad elevare trasformandolo in una delle sue performance più memorabili.

    Inoltre, grazie alle storie personali dei protagonisti – tra cui figurano Jude Law, Vanessa Kirby, Sydney Sweeney e Daniel Brühl – il film, in due ore e 20 minuti, esplora luci e ombre della natura umana, mostrandoci a cosa si può arrivare pur di sopravvivere. Attraversato da una vena sottile di black humor, il film di Ron Howard è perfetto se ti piacciono le avventure esotiche che fanno uscire la vera indole dell'uomo.

    6. Knock Knock (2015)

    Esordio hollywoodiano per Ana De Armas che, con ancora una scarsa conoscenza dell'inglese, ha imparato le sue battute foneticamente (come per Trafficanti) per recitare al fianco di Keanu Reeves in Knock Knock di Eli Roth. L'attore interpreta un padre di famiglia che, rimasto solo durante il fine settimana, si ritrova due giovani donne all'uscio di casa in cerca di una festa nei paraggi. Quelle ragazze apparentemente innocue trasformano, però, una notte di tentazione in un vero e proprio tormento per l'uomo.

    Un thriller erotico sulla fragilità maschile in cui De Armas fa il suo ingresso nel dorato mondo di Hollywood. Quello che colpisce della sua interpretazione è la capacità di variare registro in modo repentino. Dall'apparente innocenza quasi infantile alla seduzione passando per un sadismo pericoloso. Una performance piena di sfumature e attraversata da una vivacità incontenibile e un senso di tensione perenne.

    Ambientata interamente in una casa, la pellicola sfrutta lo spazio per sottolineare il senso di oppressione psicologica di cui è vittima il protagonista. Se hai amato Funny Games (1997) e l'originale del '77,Death Game, da cui Roth ha tratto il suo film, anche Knock Knock saprà come metterti alla prova. Merito di una tensione che cresce fino a esplodere nell'arco di 99 minuti. Se, invece, il genere Home Invasion ti terrorizza, meglio virare su titoli più leggeri.

    7. Wasp Network (2019)

    Un altro grande regista, Olivier Assayas, sul cammino cinematografico dell'attrice cubana. La pellicola, tratta da Gli ultimi soldati della guerra fredda di Fernando Morais, racconta la vera storia di spie cubane a Miami durante gli anni Novanta. L'attrice, affiancata da Penélope Cruz, Edgar Ramírez e Gael García Bernal, interpreta Ana Margarita Martínez, ex moglie della spia del regime castrista Juan Pablo Roque che ha accusato il film di distorcere la realtà, raffigurando gli esuli come gangster ed esaltando le spie cubane come patrioti.

    De Armas offre una prova dall'arco evolutivo notevole. Dalla nascita della relazione con Roque al matrimonio tra i due in cui viene rappresentata come una sorta di “moglie trofeo”, fino al dolore per l'abbandono da parte dell'uomo. Il tutto sullo sfondo di un conflitto politico in cui è calata la storia e che impatta con quella privata del personaggio. A rendere ancora più efficace la sua interpretazione ci pensa poi la chimica istantanea dell'attrice con Wagner Moura nei panni della spia castrista.

    Sebbene nelle sue due ore di durata la ricostruzione degli eventi non sia stata elogiata da tutti,Wasp Network fotografa le tensioni politiche di una pagina della storia cubano-americana. Un film per chi ama vedere le storie vere trasposte sul grande schermo che non si limita a raccontare gli eventi storici, ma si addentra nella psicologia dei personaggi e nel loro intimo. Se ti piacciono film comeLa spia – A Most Wanted Man (2014) e Il nostro agente all'Avana (1958), anche il film di Assayas saprà affascinarti.

    8. Trafficanti (2016)

    Questa volta a chiamarla sul set è Todd Phillips che la vuole per il ruolo della moglie di Miles Teller in Trafficanti. Basata su una storia vera, la pellicola racconta la storia di due amici che si ritrovano a fare affari con il Pentagono per mandare armi alle truppe americane in Afghanistan. Una commedia nera velata di dramma che mette in scena l'assurdità della guerra e dell'avidità umana con un taglio cinico che regala più di una risata.

    De Armas ha poco spazio sullo schermo, ma in quel lasso di tempo concessole riesce a farsi notare. Una prova luminosa come la sua interprete capace di elevare un ruolo che, se dato ad un'altra attrice, non avrebbe avuto la medesima riuscita, rischiando di risultare piatto e senza sfumature. Una performance resa ancor più degna di nota perché all'epoca delle riprese Ana De Armas ancora non parlava fluentemente inglese e dovette imparare le battute foneticamente.

    Anche Jonah Hill e Miles Teller sono perfetti nel dare vita a un duo spudorato calato in un film dinamico, teso, ironico e febbrile. Quasi due ore di adrenalina per una storia reale quanto assurda che Phillips riesce a immortalare grazie a una regia senza cali di tensione. Inoltre, il thriller non si limita a mettere in scena una storia estrema, ma mostra anche le conseguenze amare di scelte impulsive. Da vedere se hai amatoThe Wolf of Wall Street (2013).

    9. The Informer – Tre secondi per sopravvivere (2019)

    Un thriller serrato diretto dall'italiano Andrea Di Stefano partendo dal romanzo Three Seconds di Roslund & Hellström. Qui l'attrice interpreta la moglie del protagonista, un ex soldato delle forze speciali con il volto di Joel Kinnaman che si ritrova in una prigione di massima sicurezza per un'operazione sotto copertura che va storta. Dovrà lottare per sopravvivere e ricongiungersi con la sua famiglia mentre tutto sembra remargli contro.

    The Informer – Tre secondi per sopravvivere è un film di genere che mantiene alta la suspence e regala intense scene d'azione, mantenendo al contempo una forte componente emotiva proprio grazie al personaggio di Ana De Armas. Anche se il suo non è un ruolo centrale, l'attrice cubana riesce a ritagliarsi il suo spazio e a far affiorare la paura provata da una moglie e madre che vede la sua famiglia messa in pericolo.

    Un ruolo drammatico di cui riesce a sostenere il peso con incisività per un film solido e dal ritmo vertiginoso. Una riflessione sulla giustizia divisa tra lealtà e tradimento che per poco meno di due ore ti inchioderà sul divano. Da vedere se hai apprezzato classici thriller come The Departed - Il bene e il male (2006) oThe Town (2010).

    10. I segreti della notte (2020)

    Con I segreti della notte Ana De Armas si confronta con il thriller psicologico. Al centro della storia Bart Bromley (Tye Sheridan), un portiere d'albergo affetto da sindrome di Asperger che usa le registrazioni delle telecamere della struttura per imitare comportamenti e linguaggio degli ospiti e superare i suoi limiti sociali. Ma una sera da quelle stesse telecamere assiste a un omicidio.

    Sebbene la pellicola non mantenga intatta la tensione per tutta la sua durata, l'interazione tra Sheridan e De Armas vale la visione. L'attrice mette in scena un personaggio difficile inquadrare, diviso tra un'attitudine gentile e una manipolatrice. Un'ambiguità e un dualismo che l'attrice porta avanti con convinzione per tutta la durata del film, lasciando lo spettatore a chiedersi continuamente chi sia veramente.

    Dalla durata perfetta di un'ora e mezza, il thriller di Michael Cristofer mette in scena personaggi sfuggenti e una storia dai contorni cupi e misteriosi che indaga sulle relazioni sociali e il concetto di percezione. Sebbene la pellicola non mantenga intatta la tensione per tutta la sua durata, l'interazione tra Sheridan e De Armas vale la visione. Da non perdere se ti piacciono i film tesi che si svelano lentamente comeLa donna alla finestra (2021) eFino all'ultimo indizio (2021).

  • I 10 migliori film con i draghi e dove vederli online

    I 10 migliori film con i draghi e dove vederli online

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    Dragon Trainer (2025) è uscito nelle sale riportando al cinema una figura leggendaria, quella del drago. Un animale mitologico come pochi, il drago è un simbolo di potenza e di pericolosità. Le sue fiamme sono letali contro tutto e tutti, mentre le prodigiose ali lo rendono il re dei cieli. Il cinema, però, ci ha anche abituati a versioni positive di draghi, molte volte in totale sintonia con gli umani.

    Questa lista vi porta alla scoperta dei 10 migliori film con i draghi e dove vedere ogni titolo online. Alcune delle piattaforme dove potrete guardare i film sono Disney+, Pluto TV, Netflix e TIMVision. Inoltre, con i filtri di JustWatch potete restringere la selezione in base all’anno di produzione, alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes, alla durata e molto altro ancora.

    10 - Eragon (2006)

    Tratto dall’omonimo romanzo di Christopher Paolini, Eragon è il debutto fantasy del regista Stefen Fangmeier. In Alagaesia, un giovane contadino incappa in un uovo di drago. La scoperta cambia la sua vita e lo incammina sulla strada della gloria. Il film di Fangmeier non è certo privo di difetti, con la trama che strizza l’occhio a vari cliché del genere. Tuttavia, Eragon (2006) riesce a convincere grazie alla presenza di un cast d’eccezione e una messa in scena solida. Anche le scene d’azione, seppur presenti in maniera preponderante, sono costruite per garantire il maggior impatto possibile. Una buona introduzione ai film sui draghi.

    9 - Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2 (2011)

    Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2 è il capitolo finale della saga cinematografica di Harry Potter, tratta dalla penna di J. K. Rowling. Nel film, Harry è sempre più vicino a confrontarsi un’altra volta con Voldemort. Questa, però, sarà l’ultima. La pellicola vede alla regia David Yates, il quale ha diretto ben quattro film della saga. Il regista conosce al dettaglio i ritmi del franchise e sviluppa appieno le sue potenzialità epiche. Come per Eragon (2006), anche qui il drago è presente in chiave positiva e viene utilizzato da Harry, Hermione e Ron per fuggire dalla banca magica Gringotts.

    8 - La storia infinita (1984)

    La storia infinita è un classico fantasy senza tempo ed è tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende. La regia del film è affidata a Wolfgang Petersen, qui al suo primo film in lingua inglese. Bastian entra in contatto con un libro speciale chiamato La storia infinita. Il romanzo narra di una terra fantastica chiamata Fantasia dove Bastian segue le gesta del giovane Atreyu. La storia infinita (1984) è quello che ci aspettiamo da una pellicola fantasy: set magnifici, effetti speciali convincenti per l’epoca e avventura a non finire. In più, uno dei personaggi più riusciti è proprio il drago Falkor, animato in maniera formidabile.

    7 - La bella addormentata nel bosco (1959)

    Se La storia infinita (1984) è un classico, lo stesso si potrebbe dire de La bella addormentata nel bosco. Mossa dalla gelosia, la strega Malefica maledice la principessa Aurora. Quando quest’ultima si addormenta, solo il bacio del suo amato potrà riportarla in vita. Il film della Disney è, prima di tutto, un capolavoro visivo come pochi. La tavolozza di colori utilizzati scandisce le diverse atmosfere del film e dona un tocco quasi psichedelico. Questa volta, il drago che appare nei momenti finali del film non è per niente buono. È, infatti, la stessa Malefica dopo che quest’ultima si è trasformata.

    6 - Dragon Trainer (2010)

    15 anni prima della versione live-action, il cartone animato Dragon Trainer usciva nelle sale grazie alla regia di Chris Sanders e Dean DeBlois. Animata dalla DreamWorks, la pellicola narra l'inusuale amicizia tra il giovane vichingo Hiccup Horrendous Haddock III e il drago Sdentato. I due, però, vivono in un mondo dove umani e draghi sono nemici giurati. Dragon Trainer (2010) è stata una pellicola di grande successo, sia al botteghino che di critica. A colpire rimangono un’animazione di alto livello e una storia ricca di emozioni e avventura. Similmente a Eragon (2006), Sdentato non è solo uno dei protagonisti, ma anche un drago dalla natura positiva.  

    5 - Mulan (1998)

    Ogni lista sui film con draghi che si rispetta deve contenere Mulan. Se il cinema ci ha abituati a draghi maestosi, possenti e temibili, il film targato Disney introduce Mushu, un draghetto dalle dimensioni ridotte. Quest’ultimo è divertente e senza peli sulla lingua e bilancia le sue dimensioni con un coraggio invidiabile. Mushu aiuta Mulan ad arruolarsi nell’esercito, facendosi passare per uomo, al posto del vecchio padre. Mulan (1998) è un cult Disney amato da tutti. Oltre all’animazione a cinque stelle, il film brilla per le scene d’azione e i colori sorprendenti, a partire da un onnipresente rosso.

    4 - Dragonheart (1996)

    Dragonheart è forse uno dei film con draghi più famosi e apprezzati di sempre. Al centro della storia troviamo l’ultimo drago sulla Terra e il cacciatore di draghi Sir Bowen. Nonostante le differenze, i due devono unirsi per combattere un re malvagio. Questo fantasy è indimenticabile per la brillante fusione di sequenze d’azione e comicità a non finire. Un’altro punto di forza è, senza dubbio, la chimica instaurata tra Dennis Quaid (Bowen) e Sean Connery, che dona la voce al drago. La creatura, grazie all’attore scozzese, è dotata di un carattere unico e decisamente animato, rendendola uno dei draghi più divertenti di sempre.

    3 - Lo Hobbit: La desolazione di Smaug (2013)

    Lo Hobbit: La desolazione di Smaug è il secondo capitolo della trilogia de Lo Hobbit, diretta da Peter Jackson e tratta dall’omonimo romanzo epico di J. R. R. Tolkien. Nella pellicola seguiamo Bilbo Baggins (Martin Freeman) mentre aiuta i nani a riprendersi la Montagna Solitaria. All’interno, però, vive il drago Smaug, che non la vuole lasciare. Forte della trilogia de Il Signore degli Anelli, Jackson ritorna al materiale tolkieniano con grande sicurezza. Smaug fa la sua entrata nella parte finale del film, in una scena ad altissima tensione all’interno della montagna. Nascosto tra cumuli d’oro, Smaug dorme e aspetta le sue vittime.

    2 - Il regno del fuoco (2002)

    Se cercate un film tutto adrenalina e azione, Il regno del fuoco è una visione imperdibile. Il mondo è dominato dai draghi e gli umani non possono far altro che sopravvivere. Quinn (Christian Bale) e la sua comunità cercano di farlo in un castello a Northumberland. Tutto cambia quando l’americano Denton Van Zan (Matthew McConaughey) si presenta con un arsenale invidiabile. Non si può negare che Il regno del fuoco (2002) vada sopra le righe, mescolando la fantascienza con un tocco medievale. Tuttavia, questo cult dei primi 2000 è dotato di alcune caratteristiche che lo rendono irrinunciabile: messa in scena e fotografia da manuale, prove magistrali di Bale e McConaughey e scene d’azione favolose.

    1 - La città incantata (2001)

    Scritto e diretto da Hayao Miyazaki, La città incantata narra la vicenda di Ogino Chihiro. La bambina si trasferisce con i genitori in un nuovo quartiere. Tuttavia, ben presto si ritrova in un mondo fantastico governato da divinità. Questo film di Miyazaki è uno dei più venerati della sua carriera ed è il primo film non di lingua inglese a vincere l’Oscar al miglior film d'animazione. La città incantata (2001) è ricca della magia che ha reso famoso lo Studio Ghibli. L’animazione disegnata a mano, la storia con risvolti emotivi significativi e il magico mondo dove la protagonista si ritrova sono gli ingredienti fondamentali. Il drago che appare nella seconda metà è unico, in quanto basato sulle raffigurazioni classiche giapponesi e non europee.

    Dove vedere in streaming i 10 migliori film con draghi?

    Tutti i film che costituiscono questa lista sono consultabili qui sotto. Per ognuno troverete tutte le informazioni streaming. Se uno o più titoli sono disponibili per il noleggio o l’acquisto, JustWatch ve lo farà sapere. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri e di costruire la vostra watch list. Così facendo, potrete ricevere notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. I draghi e il loro fuoco vi aspettano. Buona visione!

  • I 20 baci più famosi del cinema che hanno fatto la storia

    I 20 baci più famosi del cinema che hanno fatto la storia

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Ci sono baci che ci strappano un sorriso, altri che ci spezzano il cuore, e alcuni che ci rimangono addosso per sempre. Il cinema, da sempre, è la casa delle emozioni più viscerali — e pochi gesti sono più potenti di un bacio sul grande schermo. Che sia l’esplosione di una tensione accumulata, un addio struggente, o la promessa di un nuovo inizio, il bacio cinematografico è un’arte.

    E spesso, dietro due labbra che si sfiorano, si nascondono interi mondi: passioni proibite, amori epici, rivoluzioni silenziose. In questa classifica ripercorriamo 20 tra i baci più indimenticabili nella storia del cinema. Abbiamo scelto scene che non solo hanno fatto battere i cuori del pubblico, ma che hanno anche lasciato un’impronta culturale duratura, diventando simboli di libertà, desiderio, e rappresentazione. Dalla pioggia battente alle stelle nello spazio, dai baci che hanno rotto tabù a quelli che ci hanno insegnato a sognare, preparatevi a (ri)innamorarvi.

    1. Colazione da Tiffany – Il bacio sotto la pioggia (1961)

    Un gatto randagio, un trench beige e la pioggia battente su New York: il bacio finale tra Holly Golightly (Audrey Hepburn) e Paul (George Peppard) in Colazione da Tiffany è diventato il manifesto dell’amore che si fa trovare anche quando tutto sembra perduto. Dopo un’intera storia a rincorrere libertà e paura dell’impegno, Holly si arrende all’idea che forse amare qualcuno, anche senza possederlo, è la vera libertà. Simbolicamente, è un bacio che lava via le maschere e ci mostra quanto sia potente scegliere l’amore. E poi, diciamocelo: chi non ha mai sognato di essere baciato sotto la pioggia così?

    2. Titanic – Il bacio sulla prua (1997)

    Lui è un ragazzo povero con un’anima da artista, lei una giovane donna intrappolata in un mondo che non le appartiene. Jack e Rose si baciano sulla prua del Titanic con l’oceano aperto davanti, il vento tra i capelli e il cuore che batte forte. Il bacio, con la colonna sonora di My Heart Will Go On in sottofondo, è pura iconografia romantica: è la promessa di un amore che rompe le convenzioni e si lancia nel vuoto. Quel bacio è l’attimo prima della tragedia, un eterno presente in cui tutto è possibile. Un classico senza tempo.

    3. Chiamami col tuo nome – Il primo bacio tra Elio e Oliver (2017)

    Nell’estate languida e sensuale del Nord Italia, Elio e Oliver si avvicinano lentamente, in una danza fatta di sguardi, silenzi e desideri inespressi. Quando finalmente si baciano, sotto il sole e tra gli alberi, è come se il tempo si fermasse. Il loro bacio è acerbo, ma pieno di una potenza emotiva rara. Simboleggia la scoperta di sé, l’amore che travolge e trasforma, e la nostalgia dolceamara per qualcosa che sai già che finirà. Quello di Chiamami col tuo nome è uno dei baci più delicati e veri del cinema queer contemporaneo, reso eterno dalla regia di Luca Guadagnino.

    4. La La Land – Il bacio nel planetario (2016)

    In La La Land Seb e Mia si baciano sospesi tra le stelle, letteralmente. Durante una visita al Griffith Observatory, la coppia lascia la realtà per danzare tra i pianeti in un sogno lucido che sembra uscito da un musical d’altri tempi. Il loro bacio nel planetario non è solo un omaggio al cinema classico: è la rappresentazione di un amore ideale, quasi irreale, destinato a scontrarsi con la vita vera. È il bacio dell’“e se?”, dell’amore che ci cambia ma che non sempre può restare. Poetico, struggente, indimenticabile.

    5. Spider-Man – Il bacio a testa in giù (2002)

    Piove, Spider-Man è appeso a testa in giù, Mary Jane tira giù la maschera quel tanto che basta e lo bacia. Boom: storia. È uno dei baci più imitati, parodiati e celebrati di sempre. Simboleggia il desiderio che riesce a superare anche le identità segrete, l’eroismo che si fonde con la tenerezza. In un genere dominato da pugni e superpoteri, quel momento portò una vulnerabilità nuova ai film di supereroi. E poi, onestamente, chi non ha mai desiderato provare almeno una volta un bacio “alla Spider-Man”?

    6. Brokeback Mountain – Il bacio dietro la cabina (2005)

    Quando Ennis e Jack si rivedono dopo anni, non riescono a trattenersi: si abbracciano e si baciano con un’intensità che dice tutto quello che le parole non possono. Ma subito dopo, Ennis si gira a controllare se qualcuno li ha visti. Questo contrasto tra la potenza del sentimento e la paura del giudizio è il cuore pulsante di Brokeback Mountain. Quel bacio non è solo romantico: è un atto di resistenza, un grido strozzato in un’epoca in cui due uomini che si amano erano costretti a nascondersi. Un momento crudo, straziante e vero.

    7. Le pagine della nostra vita – Il bacio sotto la pioggia (2004)

    “Allora non era finita!” grida Allie prima di lanciarsi tra le braccia di Noah sotto una pioggia torrenziale in Le pagine della nostra vita. Quel bacio, tra i più amati dal pubblico romantico, è la celebrazione dell’amore che sfida il tempo, le scelte sbagliate e le aspettative sociali. È travolgente, bagnato fradicio e perfetto nella sua drammaticità. Simbolicamente, è il ritorno alle origini, al sentimento puro che non si è mai spento. Un classico del “ti ho sempre amato, anche quando non potevo dirtelo”.

    8. Romeo + Giulietta – Il bacio nell’acquario (1996)

    Baz Luhrmann reinterpreta il Romeo e Giulietta di Shakespeare in salsa pop, e quando Leonardo DiCaprio e Claire Danes si baciano davanti all’acquario, nasce un’iconografia moderna che ha segnato una generazione intera, tanto quanto il rapporto utopistico tra Satine e Christian in Moulin Rouge!. L’acqua che li separa, ma li avvicina, è simbolo di un amore che esiste al di là delle parole e delle regole. È un bacio che rappresenta l’innocenza e la tragedia, il desiderio e la predestinazione. Un mix perfetto di estetica, pathos e giovinezza che ha reso questa versione una delle più amate.

    9. Ghost – Il bacio con l’argilla (1990)

    Una ruota che gira, mani che si intrecciano e la canzone “Unchained Melody” in sottofondo: la scena tra Demi Moore e Patrick Swayze in Ghost è diventata sinonimo di sensualità, passione ma anche dolore. Quando si baciano, la loro connessione è così forte che sembra andare oltre la morte. Quel bacio non è solo carnale, è spirituale. Rappresenta un legame che nemmeno la morte può davvero spezzare. Una delle scene più intense e replicate nella storia del cinema romantico.

    10. Carol – Il bacio nella camera d’albergo (2015)

    In una società che vorrebbe ridurle al silenzio, Carol e Therese trovano uno spazio tutto per loro. Il loro primo vero bacio, in una stanza d’albergo in cui finalmente possono essere libere, è dolcissimo e pieno di tensione. La macchina da presa si sofferma sui dettagli, sui sussurri, sugli occhi. È un bacio che dice: “Ti vedo, ti scelgo, nonostante tutto”. Elegante, intimo e rivoluzionario, Carol è diventato un punto di riferimento per il cinema queer femminile.

    11. Il paziente inglese – Il bacio nel bagno (1996)

    In un piccolo bagno in rovina, Almasy e Katharine si baciano come se fosse l’ultima volta. E in un certo senso, lo è. Il loro amore è segnato dalla guerra, dalla passione, dalla tragedia imminente. Ne Il paziente inglese, quel bacio è pieno di urgenza e malinconia, come se i corpi potessero raccontare ciò che il destino ha deciso di spezzare. È un momento di abbandono e di salvezza, un ricordo che brucia anche dopo che tutto è finito.

    12. Notting Hill – “Sono solo una ragazza…” (1999)

    Anna Scott è una superstar, ma davanti a William si spoglia di tutto il suo glamour per pronunciare la frase che ha fatto sospirare milioni di spettatori: “Sono solo una ragazza, che sta di fronte a un ragazzo, e gli sta chiedendo di amarla”. Il loro bacio è tenero, goffo, umano. È la celebrazione dell’amore semplice e sincero, che riesce a scavalcare la fama e i riflettori. Notting Hill è, in fondo, la commedia romantica per eccellenza, tra le più quotate di sempre.

    13. Dirty Dancing – Il bacio finale sul palco (1987)

    “Nessuno può mettere Baby in un angolo”... e dopo quella frase, il mondo intero sapeva che stava per arrivare un bacio leggendario. Baby e Johnny si baciano dopo il ballo, davanti a tutti, sfidando genitori, regole e convenzioni. Quel bacio in Dirty Dancing rappresenta l’emancipazione, la crescita personale e la fiducia in sé stessi. È il coronamento di un percorso di autodeterminazione e amore incondizionato. In una parola: catartico.

    14. Blue Valentine – Il bacio nella casa di Barbie (2010)

    In uno dei flashback più teneri di Blue Valentine, Dean e Cindy si baciano mentre giocano nella casa di Barbie. È un momento di leggerezza che contrasta con la tristezza della loro storia presente. Quel bacio è l’eco di un amore che c’era stato, che era stato vero, e che ora sembra irrecuperabile. Simboleggia la dolcezza degli inizi e la malinconia del tempo che passa. Doloroso e poetico.

    15. Nuovo Cinema Paradiso – Il montaggio dei baci censurati (1988)

    Alla fine di Nuovo Cinema Paradiso, Toto riceve una pellicola montata dal vecchio Alfredo: è una sequenza di tutti i baci censurati nel vecchio cinema del paese. Non è un solo bacio, ma centinaia. Insieme, diventano un inno all’amore, al desiderio, alla libertà espressiva. È una lettera d’amore al cinema stesso, e un omaggio a tutto ciò che è stato nascosto, ma che ha continuato a vivere nei cuori degli spettatori. Emozionante, nostalgico, commovente.

    16. Avatar – Il bacio tra Neytiri e Jake (2009)

    Anche la saga di Avatar di James Cameron ci ha regalato un bacio emozionante. Sulla luna di Pandora, circondati da creature fluorescenti e natura pulsante, Jake e Neytiri si baciano sotto l’albero delle anime. Il bacio è tra due specie diverse, ma unite da spirito e cuore. Simboleggia l’unione tra mondi, la riconciliazione con la natura e l’amore come ponte tra differenze. Una scena potente, visivamente mozzafiato e ricca di significati ecologici e spirituali.

    17. Moonlight – Il bacio sulla spiaggia (2016)

    In una delle scene più intime del cinema contemporaneo, all’interno di uno dei film più discussi di sempre come Moonlight, Chiron e Kevin si baciano per la prima volta da adolescenti, di notte, su una spiaggia. Il mondo tace, il mare accompagna. È un bacio di scoperta, di fragilità, di bellezza sussurrata. Simboleggia l’identità che si svela piano, il desiderio che trova spazio anche nel silenzio. Un momento piccolo e gigantesco, come solo il vero amore sa essere.

    18. Milk – Il bacio tra Harvey Milk e Scott Smith (2008)

    In Milk, la storia vera del primo politico apertamente gay eletto negli USA, c’è un bacio che non è solo intimo, ma politico. Quando Harvey (Sean Penn) bacia Scott (James Franco), lo fa davanti a tutti, nel cuore di Castro Street. Quel gesto è una dichiarazione d’amore, ma anche di visibilità. Simboleggia la lotta per i diritti civili, il coraggio di esistere pubblicamente, e l’importanza di dire: “Io ci sono, e amo”. Un bacio che ha fatto storia.

    19. Star Wars: L’Impero colpisce ancora – “Lo so.” (1980)

    Han Solo sta per essere ibernato. Leia lo guarda e gli dice “Ti amo”. Lui risponde: “Lo so”. Poi si baciano. Quel bacio è il più iconico della saga di Star Wars, perché racchiude in poche battute l’intero spirito del personaggio di Han e la profondità del loro rapporto. È romantico, arrogante, perfettamente calibrato. E ha definito un’intera generazione di shipper spaziali.

    20. The Rocky Horror Picture Show – Il bacio di Frank-N-Furter (1975)

    In un film che ha fatto del travestimento, dell’eccesso e della fluidità sessuale il suo manifesto, ogni bacio è un’esplosione di libertà. Ma quello di Frank-N-Furter con Brad è il più sovversivo: comico, erotico, surreale. È un bacio che spezza ogni regola di genere e di narrazione. Un atto queer, liberatorio, gioioso. Ancora oggi, il Rocky Horror resta una pietra miliare del cinema cult e LGBTQ+, e quel bacio è la sua dichiarazione di intenti.

    Dove guardare i baci più famosi del cinema in streaming

    Che sia un bacio rubato, sognato, represso o liberatorio, ogni scena in questa classifica ci ricorda perché amiamo il cinema: perché riesce a catturare, in un singolo gesto, tutta la complessità dell’amore umano. Dai grandi classici hollywoodiani ai cult queer, dai drammi strappacuore ai musical stellari, questi baci ci hanno fatto sognare, riflettere e commuovere. E tu, quale bacio cinematografico porterai sempre con te?Di seguito, la lista completa su dove guardare i baci più famosi del cinema in streaming: 

  • I migliori anime BL da vedere in streaming: 15 storie d’amore, identità e rivoluzione!

    I migliori anime BL da vedere in streaming: 15 storie d’amore, identità e rivoluzione!

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Nel vasto universo dell’animazione giapponese, le storie BL (boys love, storie d’amore tra ragazzi) hanno trovato spazio in forme sempre più varie, complesse e toccanti. Veri e propri racconti di crescita, identità, desiderio e ribellione.

     In questa guida abbiamo raccolto i migliori anime BL da vedere assolutamente: una selezione di 15 titoli che spaziano dal romanticismo dolce al dramma esistenziale, dal paranormale al quotidiano, dalla sensualità più audace alla tenerezza più pura.

    Troverai storie d’amore struggenti (Banana Fish), romance dolcissimi tra banchi di scuola (Sasaki and Miyano, Doukyuusei), icone queer dello sport (Yuri!!! on Ice), ma anche anime con una tensione emotiva tagliente come Twittering Birds Never Fly o misteriosi come The Night Beyond the Tricornered Window. Non mancano i cult come Given e Mo Dao Zu Shi, o piccole perle come Tadaima, Okaeri, che racconta la genitorialità queer con una delicatezza rara.

    Che tu sia in cerca di emozioni forti, primi amori, conflitti interiori o rappresentazioni più adulte e complesse, questi anime offrono uno sguardo variegato e potente sull’amore e l’identità fuori dalle etichette. Pronto a fare binge-watching?

    1. Given (2019 - 2024)

    La musica come rifugio, la sofferenza come ostacolo e l’amore come salvezza. Given è uno degli anime BL più delicati e riusciti degli ultimi anni. La storia segue il chitarrista Ritsuka e il timido Mafuyu, segnato da un passato traumatico. Insieme iniziano a suonare in una band, e mentre le loro melodie si fondono, nasce anche un legame profondo e struggente. L’anime tratta il lutto, la depressione e il coming out con un’empatia rara. Non si ferma al fanservice, ma costruisce una vera storia d’amore che cresce con il tempo e la fiducia. Perfetto per chi cerca emozioni vere (e una colonna sonora da brividi).

    2. Yuri!!! on Ice (2016)

    Un vero fenomeno globale, Yuri!!! on Ice ha fatto innamorare milioni di spettatori con la storia del pattinatore giapponese Yuri Katsuki e del suo enigmatico mentore russo, Victor Nikiforov. Più che una semplice love story, l’anime è un viaggio di rinascita emotiva e crescita personale, condito da coreografie spettacolari e tensione romantica palpabile. Pur non esplicitando mai un’etichetta, il rapporto tra Yuri e Victor è inequivocabilmente queer e trattato con tenerezza, profondità e rispetto. Ha segnato un punto di svolta nella visibilità queer mainstream negli anime. Ancora oggi, resta un punto di riferimento per rappresentazioni LGBTQ+ nello sport e nell’animazione.

    3. Banana Fish (2018)

    Ambientato tra le strade di New York e i fantasmi del Vietnam, Banana Fish è un anime potente, violento e dolorosamente romantico. Racconta l’incontro tra Ash, giovane leader di una gang, e Eiji, un fotografo giapponese dal cuore gentile. La loro relazione si sviluppa in un contesto di abusi, mafia, traffico di droga e traumi profondi. Nonostante tutto, tra loro nasce una connessione che trascende la sopravvivenza. Banana Fish non è un BL, ma un’opera tragica e queer in ogni sua fibra, capace di spezzarti il cuore. Una storia indimenticabile che parla di fiducia, perdita e amore incondizionato.

    4. Sasaki and Miyano (2022 - 2023)

    Una commedia romantica dolcissima, che gioca con i cliché del BL ma li rielabora con una leggerezza e un rispetto disarmanti. Miyano è uno studente timido appassionato di boys' love, mentre Sasaki è un senpai estroverso e affascinato da lui. Il loro rapporto evolve in modo lento e naturale, tra batticuori, imbarazzi e piccoli momenti quotidiani. Sasaki and Miyano è un inno alla tenerezza adolescenziale e al diritto di esplorare le proprie emozioni senza fretta. Ideale per chi ama i romance a basso dramma ma ad alto tasso di adorabilità.

    5. NO.6 (2011)

    In un futuro distopico apparentemente perfetto, NO.6 racconta l’incontro tra due ragazzi agli antipodi: Shion, un cittadino modello della città utopica NO.6, e Nezumi, un fuggitivo ribelle proveniente dai bassifondi. La loro convivenza forzata diventa un’occasione di scoperta, lotta e trasformazione reciproca. Il legame tra i due cresce lentamente ma intensamente, con momenti di forte intimità e sguardi che dicono più di mille parole. Sebbene l’anime non sia esplicitamente BL, la tensione emotiva e affettiva tra Shion e Nezumi è profondamente queer e centrale nella narrazione. NO.6 mescola politica, fantascienza e sentimenti in un mix avvincente e malinconico.

    6. The Stranger by the Beach (2020)

    Dolce, introspettivo e visivamente meraviglioso, The Stranger by the Beach è un film che racconta con delicatezza l’amore tra due ragazzi: Shun, uno scrittore gay in crisi, e Mio, un liceale taciturno segnato da un lutto. Ambientato su un’isola giapponese baciata dal vento e dal mare, l’anime si prende il tempo di costruire la relazione tra i protagonisti, fatta di silenzi, esitazioni e desiderio. La regia è poetica e attenta, mentre il tratto delicato dei disegni amplifica la tenerezza del racconto. Una piccola gemma perfetta per chi cerca una storia queer che parla anche di riconciliazione con sé stessi.

    7. Twilight Out of Focus (2024)

    Basato su un manga amatissimo, Twilight Out of Focus racconta la convivenza tra due coinquilini molto diversi: Mao, un fotografo timido e introverso, e Hisashi, il suo affascinante compagno di stanza gay dichiarato. L’equilibrio precario della loro amicizia inizia a cambiare quando Mao si rende conto di provare qualcosa di più. Questo anime esplora il confine tra amicizia e amore, con una narrazione che punta sulle sfumature emotive, gli sguardi non detti e i momenti sospesi. È una storia intima e moderna, che parla di coming out, vulnerabilità e accettazione con grande sensibilità e realismo.

    8. Dakaichi – I'm Being Harassed by the Sexiest Man of the Year (2018 - 2021)

    Sexy, sfacciato e irriverente, Dakaichi è l’anime ideale per chi ama i BL ad alto tasso di tensione erotica e dinamiche “rivali/amanti”. La storia segue Takato, attore veterano del mondo dello spettacolo, e Junta, astro nascente che lo spodesta dal titolo di "uomo più desiderato del Giappone". Quello che inizia come un gioco di potere si trasforma presto in una relazione bollente e piena di conflitti. Dakaichi mescola backstage, passione e comicità con gusto pop e senza prendersi troppo sul serio. Una visione piacevolmente audace e spicy, che gioca con i cliché ma li serve con stile.

    9. Doukyuusei (Classmates) (2016)

    Elegante, sobrio e incredibilmente romantico, Doukyuusei è un piccolo capolavoro dell’animazione queer. La trama segue due ragazzi molto diversi: Rihito, studente modello e riservato, e Hikaru, chitarrista solare e impulsivo. Quando Hikaru si offre di aiutare Rihito a prepararsi per un concerto scolastico, tra i due nasce un sentimento puro e profondo. L’anime si distingue per l’animazione acquerellata e minimalista, che amplifica l’intimità dei momenti condivisi. Con un tono delicato e una colonna sonora poetica, Doukyuusei è l’esempio perfetto di quanto possa essere intenso un primo amore raccontato con semplicità e grazia.

    10. Mo Dao Zu Shi (2018 - 2021)

    Tra wuxia, necromanzia e intrighi politici, Mo Dao Zu Shi (noto anche come Grandmaster of Demonic Cultivation) è un’opera cinese di animazione che ha conquistato il mondo con il suo stile epico e queer. La storia segue Wei Wuxian, potente e controverso cultivator, e Lan Wangji, il suo silenzioso e leale compagno. Il legame tra i due è profondo, struggente, e narrato con simbolismo e tensione costante. Sebbene il contesto censurato eviti esplicitazioni dirette, l’amore tra i due protagonisti è evidente e toccante. Con un worldbuilding affascinante e una narrazione avvincente, è una delle migliori storie queer fantasy degli ultimi anni.

    11. Sekaiichi Hatsukoi (2011)

    Creato dalla stessa autrice di Junjou Romantica, Sekaiichi Hatsukoi è uno dei BL più iconici e longevi del panorama anime. Ambientato nel mondo dell’editoria manga, racconta in modo incrociato diverse storie d’amore, ma al centro c’è quella tra Ritsu Onodera, giovane editor trasferitosi per cambiare vita, e Masamune Takano, il suo nuovo capo... nonché ex fidanzato del liceo. La serie gioca con la tensione tra passato e presente, batticuore e incomprensioni, costruendo un mix irresistibile di romanticismo e drama. Perfetto per chi ama i rapporti complicati, i sentimenti irrisolti e le confessioni rubate dietro le scrivanie.

    12. Hitorijime My Hero (2017)

    Se ti piacciono le love story tra senpai e kouhai con un pizzico di dramma scolastico, Hitorijime My Hero fa al caso tuo. L’anime segue Masahiro, un ragazzo insicuro e con un passato da delinquente, e Kousuke, il suo insegnante di matematica nonché fratello maggiore del suo migliore amico. Sì, la dinamica è un po’ spicy, ma il focus è sulla crescita interiore di Masahiro e sulla costruzione di una relazione che diventa rifugio e protezione. Tra gag scolastiche e momenti più intensi, l’anime offre una storia romantica dal tono caldo, a tratti drammatico ma sempre con il cuore al posto giusto.

    13. Twittering Birds Never Fly: The Clouds Gather (2020)

    Oscuro, erotico e intensissimo: Twittering Birds Never Fly è uno degli anime BL più maturi e disturbanti in circolazione. Al centro troviamo Yashiro, boss della yakuza con una complessa vita sessuale e un passato traumatico, e Doumeki, la sua nuova guardia del corpo silenziosa e inaspettatamente pura. La loro relazione si muove tra desiderio, dolore, resistenza e perdita di controllo, in una spirale carica di tensione psicologica. Non è un anime per tutti, ma è un’opera sofisticata che sfida i limiti del genere, affrontando temi duri con coraggio e profondità. La regia elegante e l’atmosfera noir lo rendono un’esperienza unica.

    14. The Night Beyond the Tricornered Window (2021)

    Un paranormal BL dai toni cupi e misteriosi, The Night Beyond the Tricornered Window segue Mikado, un libraio con la capacità di vedere i fantasmi, e Hiyakawa, un esorcista eccentrico che lo coinvolge in casi sovrannaturali. L’anime mescola indagine soprannaturale e tensione emotiva, con un sottotesto omoerotico sempre presente ma mai esplicito. Il rapporto tra i due protagonisti è ambiguo, inquietante, ma anche profondamente intrigante, sospeso tra manipolazione, attrazione e dipendenza. Un’esperienza narrativa insolita e suggestiva per chi cerca atmosfere horror e dinamiche relazionali fuori dal comune.

    15. Tadaima, Okaeri (2024)

    Tra i titoli più recenti e teneri, Tadaima, Okaeri racconta la quotidianità di Masaki e Hiromu, una coppia sposata con un figlio piccolo, Hikari. Questo slice-of-life ci porta dentro la loro vita familiare fatta di piccole cose, sorrisi, difficoltà e gesti d’amore. L’anime rompe gli stereotipi del BL tradizionale, offrendo una rappresentazione serena, dolce e positiva della genitorialità queer. Non ci sono drammi esagerati o colpi di scena: solo la bellezza delle relazioni reali, vissute con affetto e delicatezza. Un gioiello per chi ama le storie calde come una coperta in inverno.

    Dove guardare i 15 migliori anime BL in streaming

    Dalle atmosfere epiche di Mo Dao Zu Shi alla dolcezza quotidiana di Tadaima, Okaeri, passando per il desiderio bruciante di Dakaichi e i silenzi eloquenti di Doukyuusei, questi anime mostrano quanto l’animazione queer possa essere varia, emozionante e profondamente umana. Non si tratta solo di rappresentazione, ma di narrazioni che sanno parlare a tutti, indipendentemente dall’identità.

    Che tu sia in cerca di romance, dramma, fantasy o introspezione, c’è un anime BL che saprà farti battere il cuore. Di seguito, l'elenco completo su dove guardare i migliori anime BL in streaming:

  • 10 film queer con una forte componente politica e sociale da guardare per il Pride Month

    10 film queer con una forte componente politica e sociale da guardare per il Pride Month

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Giugno è il Pride Month, un momento simbolico e concreto per celebrare la visibilità LGBTQIA+, ma anche per riflettere sulle lotte ancora in corso. Nato per ricordare la rivolta di Stonewall del 1969, il Pride non è solo festa: è una dichiarazione di esistenza, un atto di resistenza collettiva.

    In un mondo che ancora oggi impone norme, binarismi e discriminazioni, la visibilità queer – nelle strade come sugli schermi – resta un gesto rivoluzionario.

    Il cinema ha avuto (e ha tuttora) un ruolo fondamentale in questa battaglia. Da specchio della società, si fa megafono delle soggettività marginalizzate, offrendo rappresentazioni capaci di scardinare stereotipi, generare empatia e interrogare il potere. I film queer più potenti sono quelli che non si limitano a raccontare storie d’amore, ma che mettono in scena identità politiche, corpi non conformi, desideri sovversivi.

    In questo articolo vi proponiamo 10 titoli imprescindibili per comprendere il potenziale politico e sociale del cinema queer. Opere che parlano di comunità, memoria, resistenza, tra documentari crudi, storie d’amore clandestine e racconti di lotta intersezionale. Perché l’orgoglio non è un gadget: è una narrazione da riscrivere, insieme.

    1. Paris is Burning (1990) – Jennie Livingston

    Un documentario essenziale per comprendere la cultura queer afroamericana e latina dell’America degli anni ’80. Paris is Burning ci porta dentro il mondo delle ball e del voguing di New York, dove la performance non è solo spettacolo, ma affermazione identitaria e atto politico. Tra le voci protagoniste ci sono persone trans, drag queen, gay e lesbiche, spesso marginalizzate da una società razzista, omotransfobica e classista. Il film esplora i concetti di "famiglia scelta", "passabilità", "realness", raccontando la lotta quotidiana per la sopravvivenza e l’autodeterminazione. Non è solo un archivio culturale, ma un manifesto di resistenza queer. La macchina da presa di Livingston ascolta, osserva, non giudica: dà spazio e dignità a chi è stato troppo spesso cancellato. Ancora oggi, Paris is Burning è un riferimento fondamentale per comprendere come la creatività e il corpo possano diventare strumenti di sovversione sociale.

    2. Pride (2014) – Matthew Warchus

    Basato su una storia vera, Pride racconta l’incredibile alleanza tra gli attivisti LGBTQ+ londinesi e i minatori gallesi in sciopero durante l’Inghilterra tatcheriana del 1984. Potrebbe sembrare un accostamento improbabile, ma proprio per questo il film funziona: mostra come la solidarietà sia un gesto rivoluzionario. Al centro, un gruppo chiamato LGSM (Lesbians and Gays Support the Miners), che decide di sostenere economicamente i lavoratori colpiti dalla repressione del governo. Il film è commovente, ironico e profondamente politico: parla di pregiudizi superati, di alleanze intersezionali, e del potere trasformativo della comunità. Senza mai cadere nel sentimentalismo facile, Pride mostra come la lotta per i diritti non sia mai isolata, ma parte di una rete di resistenze che si rafforzano a vicenda. È un inno alla possibilità di riconoscersi nell’altro, anche quando le differenze sembrano insormontabili.

    3. 120 battiti al minuto (2017) – Robin Campillo

    Campillo firma un’opera vibrante e militante, centrata sulle attività del collettivo ACT UP Paris negli anni ’90, durante l’esplosione dell’epidemia di AIDS. 120 battiti al minuto è una cronaca dolente e travolgente di corpi che lottano per non essere dimenticati, per ottenere cure, per vivere e amare in un mondo che li condanna. Il film alterna riunioni politiche, manifestazioni, momenti intimi e perdite devastanti, mantenendo sempre una carica pulsante e urgente. Non è un film "sulla malattia", ma sulla rabbia, la vita, la militanza. La regia combina realismo e poesia visiva, trasformando il battito techno delle discoteche in ritmo della resistenza. Ogni gesto, bacio, slogan, diventa un atto politico. 120 BPM è un manifesto emotivo e storico, che restituisce dignità e voce a una generazione di attivisti queer che ha cambiato il mondo, ma è stata spesso ignorata dal racconto ufficiale.

    4. Tangerine (2015) – Sean Baker

    Girato interamente con un iPhone, Tangerine è una bomba narrativa ed estetica. Ambientato a Los Angeles, segue una giornata nella vita di Sin-Dee e Alexandra, due sex worker trans, tra incontri, litigi, amicizie e sogni di rivalsa. Ma dietro la forma dinamica e iperrealista si nasconde una denuncia tagliente: la precarietà abitativa, la violenza sistemica, la marginalizzazione delle persone trans nere e latine. Baker non adotta mai uno sguardo pietista o sensazionalista: costruisce un racconto dalla parte delle protagoniste, con empatia e rispetto. Il tono è punk, caotico, ma profondamente umano. Tangerine ribalta la narrazione dominante, dando spazio a chi troppo spesso è ridotto a cifra statistica o macchietta. È un film che corre veloce, che urla e ride, ma che lascia il segno perché ci ricorda quanto sia politica la scelta di raccontare certe vite nella loro complessità e dignità.

    5. Ritratto della giovane in fiamme (2019) – Céline Sciamma

    In un’epoca in cui le donne erano relegate al silenzio, Ritratto della giovane in fiamme sceglie di far parlare il desiderio. Ambientato nel XVIII secolo, racconta la storia d’amore tra una pittrice e la sua modella, legata a un matrimonio imposto. Il film rifiuta ogni cliché patriarcale e si affida a uno sguardo femminile e lesbico che osserva, ascolta, crea. La scelta di Sciamma è radicale: eliminare gli uomini dalla scena, costruire la tensione erotica attraverso lo sguardo e l’attesa, restituire spazio al diritto di desiderare. Politico nella forma e nei contenuti, è un’opera sul potere dell’immagine e sulla resistenza dell’amore non conforme. Il ritratto che viene dipinto nel film diventa il simbolo di una memoria impossibile da cancellare: quella di un amore vissuto nella clandestinità, ma capace di incendiare l’anima. Un capolavoro sensuale e profondamente liberatorio.

    6. Una donna fantastica (2017) – Sebastián Lelio

    Quando il compagno di Marina muore improvvisamente, lei – una donna trans – si trova a dover affrontare non solo il lutto, ma anche l’ostilità della famiglia e delle istituzioni. Una donna fantastica è il racconto di una doppia violenza: quella della perdita e quella della disumanizzazione. Il regista Sebastián Lelio costruisce un personaggio complesso, dignitoso, fiero, interpretato magistralmente da Daniela Vega. Marina non è mai vittima passiva, ma soggetto attivo che reclama il proprio spazio nel mondo. Il film ha avuto un impatto culturale enorme in America Latina, contribuendo al dibattito sui diritti delle persone trans in Cile. Una donna fantastica ci ricorda che il corpo è sempre un campo di battaglia politico, e che la possibilità di amare, piangere e sopravvivere dovrebbe essere garantita a tuttə, senza condizioni. Un’opera necessaria e profondamente umana.

    7. Laurence Anyways (2012) – Xavier Dolan

    Con la sua estetica barocca e un’emotività travolgente, Xavier Dolan racconta la storia di Laurence, una donna trans, e del suo difficile percorso di affermazione durante gli anni Novanta. Il film segue la sua trasformazione e l’intenso legame con Fred, la sua ex compagna, in un racconto che intreccia identità, amore e riconoscimento. Dolan mette in scena la transizione come esperienza politica ed esistenziale, mostrando le resistenze del mondo esterno e quelle interiori. Laurence Anyways parla di sguardi, di come ci vediamo e siamo visti, di cosa siamo disposti a perdere per essere noi stessi. È un film lungo, ambizioso, a tratti melodrammatico, ma autentico nel suo tentativo di restituire complessità e poesia a un’identità trans femminile. Il risultato è un’opera stratificata, che affronta le contraddizioni del desiderio e il peso del conformismo con uno sguardo dolente e coraggioso.

    8. Estranei (2023) – Andrew Haigh

    Intimo e fantasmatico, Estranei è un film sull’elaborazione del lutto e sulla ricerca del riconoscimento. Adam, scrittore gay, vive in solitudine finché non inizia a rivedere i genitori morti, proprio nella casa d’infanzia da cui si era allontanato. Il ritorno degli spettri – trattati non come horror ma come metafora – permette un confronto tardivo ma necessario con il passato, l’infanzia, e l’omosessualità repressa. Andrew Haigh costruisce un’opera sospesa, in cui il tempo è liquido e la memoria diventa spazio emotivo. Il film riflette sul trauma queer intergenerazionale, su tutto ciò che è stato taciuto, nascosto, dimenticato. Eppure, nel dolore, resta uno spiraglio di riconciliazione: la possibilità che anche la memoria possa diventare un luogo d’amore. Estranei è silenzioso ma devastante, e offre una delle rappresentazioni più profonde e commoventi della solitudine e del desiderio di essere finalmente visti.

    9. Femme (2023) – Sam H. Freeman e Ng Choon Ping

    Un revenge thriller queer che scardina le regole del genere. Femme segue Jules, performer drag, sopravvissuto a un’aggressione omofoba, che intreccia un gioco psicologico con uno dei suoi assalitori. Il film mescola eros e tensione, desiderio e pericolo, in un crescendo inquietante. Ma il vero cuore dell’opera è la riflessione sul femmineo: come viene visto, punito, temuto. Femme mette in discussione la mascolinità tossica, anche dentro le comunità queer, e racconta come la violenza interiorizzata possa generare dinamiche distruttive. Jules non è un eroe, ma una figura ambigua, fragile e potente. Il film interroga lo spettatore: quanto siamo disposti a scendere a patti con il dolore per ottenere giustizia? Femme è disturbante e necessario, perché ci costringe a guardare negli occhi la complessità del desiderio queer, senza filtri, e con un’estetica visiva e sonora audace.

    10. Disclosure (2020) – Sam Feder

    Un documentario necessario e illuminante, Disclosure ripercorre la rappresentazione delle persone trans nei media – dal cinema classico alle serie TV contemporanee – evidenziando i danni dello sguardo cisnormativo. Con interventi di attivistə, artistə e studiosə trans (tra cui Laverne Cox, produttrice esecutiva), il film mostra come stereotipi, caricature e narrazioni sensazionaliste abbiano contribuito alla disumanizzazione delle identità trans. Ma Disclosure non si limita a denunciare: offre anche strumenti critici, educa lo spettatore, propone un nuovo modo di guardare e rappresentare. È un invito a riscrivere l’immaginario collettivo, dando voce a chi è stato muto per troppo tempo. La forza del film sta nella sua chiarezza e nella sua passione: uno strumento fondamentale per chiunque voglia comprendere perché la rappresentazione conta, e come il cinema possa essere tanto un’arma quanto un’alleata della giustizia sociale.

    Dove vedere i 10 film queer per il Pride Month in streaming

    Questi dieci film non sono solo storie da guardare: sono strumenti per comprendere, per sentire, per schierarsi. In un mondo in cui le identità queer sono ancora troppo spesso marginalizzate o strumentalizzate, il cinema può essere un potente atto di resistenza e memoria. Guardare, ascoltare, condividere questi racconti è un gesto politico. Perché ogni voce conta, ogni corpo ha diritto di esistere, ogni storia merita di essere raccontata.

    Di seguito l’elenco su dove guardare questi 10 film queer per il Pride Month in streaming:

  • I 10 migliori anime shojo di sempre da vedere in streaming

    I 10 migliori anime shojo di sempre da vedere in streaming

    Gabriella Giliberti

    Gabriella Giliberti

    Editor a JustWatch

    Se pensi che gli shojo siano solo storielle d’amore scolastiche e cliché rosa confetto... be’, hai solo scalfito la superficie. Il mondo dello shojo — ovvero le serie pensate per un pubblico femminile giovane, ma adorate da chiunque con un cuore palpitante — è pieno di emozioni intense, relazioni complesse e personaggi che ti restano addosso come la sigla del tuo primo amore anime. Ecco i 10 migliori anime shojo da vedere in streaming che definiscono (e ridefiniscono) il genere.

    1. Fruits Basket (2019 – 2021)

    Il reboot di Fruits Basket ha saputo fare quello che pochi riescono a realizzare: onorare l’opera originale superandola in profondità, ritmo e bellezza visiva. Quella che potrebbe sembrare una semplice storia romantica con un tocco soprannaturale – una ragazza che scopre che alcuni suoi compagni di classe si trasformano in animali dello zodiaco cinese quando vengono abbracciati – si rivela presto un racconto stratificato, toccante e talvolta devastante. La protagonista, Tohru Honda, con la sua empatia quasi disarmante, diventa il catalizzatore di un processo di guarigione collettiva. Ogni personaggio affronta traumi, dolori familiari, ferite d’infanzia che vengono lentamente esposte e curate grazie ai legami che si costruiscono.

    2. Nana (2006)

    Nana è lo shoujo che ha definito una generazione e spezzato in due i cuori di chiunque l’abbia guardato. Ambientato in una Tokyo vibrante e decadente, racconta l’intreccio tra due ragazze omonime e completamente opposte: Nana Osaki, cantante punk carismatica e tormentata, e Nana Komatsu, ingenua e romantica fino all’autolesionismo. I loro destini si incrociano per caso, ma quello che nasce è una delle storie più intense di amicizia, amore e autodistruzione mai raccontate in animazione. Il tono adulto, le relazioni complesse e spesso tossiche, la narrazione cruda e realistica rendono Nana un unicum nel panorama shoujo. Il suo successo è diventato leggenda, anche grazie all’interruzione brusca e definitiva del manga, che ha lasciato i fan orfani e affamati di risposte. Forse proprio questo lo rende immortale: Nana è un viaggio che non si conclude, un dolore che resta con te. E come tutte le icone, brucia ancora.

    3. Ouran High School Host Club (2006)

    Ouran High School Host Club è il perfetto esempio di come si possa giocare con tutti i cliché dello shoujo... e vincere. La trama parte da una premessa folle: Haruhi Fujioka, studentessa brillante ma povera, entra per errore nella sala del prestigioso Host Club del liceo Ouran – un circolo esclusivo di ragazzi bellissimi che intrattengono le ragazze dell’istituto. Dopo aver rotto un vaso costosissimo, Haruhi è costretta a unirsi al club per ripagare il debito… solo che tutti credono sia un ragazzo. Da qui inizia una commedia degli equivoci che diventa anche un’affettuosa presa in giro dei generi romantici, con momenti esilaranti, dolci e a tratti toccanti. Ouran decostruisce ogni archetipo shoujo – dal principe tenebroso al ragazzo tsundere – con grazia e ironia, regalando personaggi memorabili e dinamiche imprevedibili. E Haruhi, con la sua indifferenza al romanticismo convenzionale, è un’eroina davvero fuori dagli schemi.

    4. Sailor Moon (1992 – 1997)

    Sailor Moon non è solo uno shoujo: è un fenomeno culturale che ha segnato un’epoca e ha influenzato intere generazioni. Usagi Tsukino, adolescente pasticciona e sognatrice, scopre di essere una guerriera della luna incaricata di proteggere la Terra. Insieme alle sue compagne, le Sailor Senshi, affronta nemici cosmici, reincarnazioni, sacrifici e amori destinati a rinascere. È una saga che mescola magia, crescita personale e dramma epico, con una mitologia affascinante che si fa via via più complessa. Sailor Moon ha rivoluzionato l’immaginario femminile degli anni Novanta, dando vita al genere “magical girl” come lo conosciamo oggi. Il suo impatto va oltre l’animazione: moda, merchandising, cosplay, fandom... tutto parte da qui. E dietro gli abiti glitterati, c’è un messaggio potente: la forza può essere dolce, l’amicizia può salvare il mondo, e ogni ragazza ha dentro di sé una guerriera pronta a brillare.

    5. Skip Beat! (2008)

    Skip Beat! prende una premessa da soap – ragazza tradita cerca vendetta nel mondo dello spettacolo – e la trasforma in una parabola di autodeterminazione irresistibile. Kyoko Mogami è una protagonista unica: non è tenera né accomodante, ma furiosa, impulsiva e piena di energia vendicativa. Dopo essere stata sfruttata e scaricata dal suo amico d’infanzia diventato idol, decide di superarlo... diventando una star ancora più brillante. Ma ben presto la sua sete di rivalsa lascia spazio a un percorso autentico di crescita personale e riscoperta di sé. Lo showbiz giapponese fa da sfondo a una commedia romantica piena di colpi di scena, personaggi eccentrici e momenti slapstick esilaranti. Kyoko conquista proprio perché sbaglia, inciampa, ma non molla mai. E la tensione tra lei e Ren Tsuruga – attore affascinante e misterioso – aggiunge quel tocco romantico da cui è impossibile staccarsi. Uno shoujo che ribalta le aspettative.

    6. Cardcaptor Sakura (1998 – 2000)

    Cardcaptor Sakura è la quintessenza dello shoujo magico: delicato, elegante e capace di toccare corde profonde con una leggerezza incantata. Le CLAMP hanno creato un universo fatto di colori pastello, creature misteriose e sentimenti puri, dove la giovane Sakura Kinomoto si ritrova custode delle Clow Card, carte magiche dotate di poteri straordinari. Ma al cuore della serie non c’è solo l’avventura: c’è la dolcezza dei primi amori, l’importanza dell’empatia, il coraggio di affrontare l’ignoto con il sorriso. La narrazione, mai banale, include relazioni complesse, sfumature queer e una colonna sonora che ancora oggi emoziona. Sakura è un’eroina bambina, ma con una forza emotiva disarmante: affronta ogni sfida con gentilezza e determinazione, rendendola un modello di resilienza e apertura emotiva. 

    7. Lovely Complex (2007)

    Lovely Complex rompe gli schemi del romanticismo convenzionale con un’ironia travolgente e una coppia protagonista lontana da ogni cliché. Lei è Risa, altissima e impulsiva. Lui è Otani, bassino e sarcastico. Insieme sono un duo comico perfetto, ma anche una delle love story più umane e sincere dell’animazione giapponese. Ambientato in un liceo di Osaka, con un delizioso accento regionale e uno humor che non risparmia nessuno, l’anime racconta con leggerezza i disagi adolescenziali legati all’aspetto fisico, all’autostima e alla paura di non essere abbastanza. Ma sotto la superficie spumeggiante, Lovely Complex parla di accettazione di sé, di amore che nasce dalla complicità e della bellezza delle relazioni imperfette. 

    8. Arrivare a te (Kimi ni Todoke) (2009 – 2011)

    Sawako è la versione timida e gentile di Sadako (sì, proprio quella di The Ring) e si innamora di Shota, il ragazzo più solare della classe. Arrivare a te (Kimi ni Todoke) è un anime che si prende il suo tempo, che racconta ogni passo verso l’amicizia e l’innamoramento con un pudore poetico. Non ci sono colpi di scena, ma momenti delicati che scaldano il cuore: uno sguardo, una frase detta con difficoltà, un piccolo gesto di coraggio. È un inno alla gentilezza e alla possibilità di essere visti davvero per ciò che si è. Se cerchi uno shoujo che accarezza l’anima, questo è quello giusto.

    9. Boys Over Flowers / Hana Yori Dango (1996 – 1997)

    Boys Over Flowers è lo shoujo-drama per eccellenza, quello da cui è nata un'intera stirpe di adattamenti in tutto il mondo – dal Giappone alla Corea, dalla Cina alla Thailandia. La storia è quella di Tsukushi Makino, studentessa di umili origini che frequenta una scuola per l’élite più ricca e arrogante del Giappone. Lì si scontra (letteralmente) con i F4, un quartetto di ragazzi potenti e bellissimi che dominano il liceo come dei piccoli dèi. Ma Tsukushi non si lascia intimidire e, soprattutto, attira l’attenzione di Domyoji, il leader impulsivo e infantile del gruppo. Ne nasce una storia d’amore tormentata, burrascosa, condita da drammi familiari, gelosie e colpi di scena a non finire. Hana Yori Dango è un guilty pleasure irresistibile, un mix perfetto di romanticismo estremo e tensione sociale. E la rivalità tra #TeamDomyoji e #TeamRui resta accesa ancora oggi.

    10. Orange (2016)

    Cosa faresti se ricevessi una lettera dal tuo io del futuro, che ti chiede di salvare la vita di un amico? Orange parte da questo spunto sci-fi per raccontare con delicatezza un tema difficile: la depressione adolescenziale e il suicidio. Naho Takamiya, studentessa liceale, scopre che nel futuro si porterà dietro il rimorso per non aver aiutato abbastanza Kakeru, il nuovo compagno di classe dal sorriso malinconico. Da lì inizia una corsa contro il tempo – e contro l’invisibilità del dolore – per cercare di cambiare un destino che sembra già scritto. L’anime alterna momenti dolci e quotidiani ad altri dolorosi e profondi, parlando con sensibilità di perdita, amicizia e seconde possibilità. Orange non dà risposte facili, ma lascia il segno con la sua tenerezza e il suo messaggio di speranza. 

    Dove vedere i 10 migliori anime shojo in streaming

    Lo shojo è più di un'etichetta di genere: è un linguaggio emotivo capace di attraversare epoche e gusti, tra risate e lacrime, incantesimi e cuori spezzati. Che tu sia in cerca di nostalgia, empowerment o puro escapismo, questi 10 anime sono la porta d’ingresso (o di ritorno) perfetta nel mondo degli occhi lucidi e delle dichiarazioni sotto la pioggia.

    Ecco la lista completa su dove vedere i 10 migliori anime shojo in streaming: 

  • I 10 migliori film fantasy da vedere in streaming su Netflix

    I 10 migliori film fantasy da vedere in streaming su Netflix

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    Tra i migliaia di titoli che si possono trovare su Netflix, lo spettatore può ritenersi soddisfatto se sta cercando una pellicola fantasy. La piattaforma streaming è colma di storie di magia, di reami sconosciuti all’uomo e di battaglie epiche. Che si tratti di film originali o basati su lavori letterari, Netflix contiene alcuni dei migliori film fantasy in circolazione.

    Questa lista vi porta alla scoperta dei 10 migliori film fantasy da vedere in streaming su Netflix. Se voleste customizzare la ricerca, i filtri di JustWatch vi aiutano a selezionare uno o più titoli della lista in base a diversi criteri. Tra questi ci sono l’anno di produzione, la durata, l’età consigliata e le valutazioni di Rotten Tomatoes e IMDb.

    10. Damsel (2024)

    Damsel narra le vicende di Elodie, una damigella attenta agli ordini che le vengono impartiti. Quando le viene comandato di sposare un principe, lei accetta. Il matrimonio, tuttavia, nasconde un obiettivo oscuro. La pellicola di Juan Carlos Fresnadillo è ricca degli stilemi che hanno reso il fantasy un genere epico. Conflitti, magia, ambientazioni da favola e costumi perfettamente confezionati sono i punti di forza della pellicola. Allo stesso tempo, l’interpretazione di Milly Bobby Brown nei panni di Elodie conferma la potenza dell’attrice, a suo agio nelle scene d’azione e in quelle melodrammatiche. Per chi cercasse un film fantasy classico, ma con un tocco moderno, Damsel (2024) è perfetto. 

    9. Guida per babysitter a caccia di mostri (2020)

    Tratto dalla serie di romanzi omonima di Joe Ballarini, Guida per babysitter a caccia di mostri (2020) porta il fantasy su territori horror. Kelly è costretta a far da babysitter al figlio della capa della madre durante Halloween. Quando quest’ultimo viene rapito, la giovane entra in contatto con un gruppo di babysitter che protegge i bambini dai mostri. Questo fantasy brilla grazie all’equilibrio perfetto tra comicità e spavento, andando a lambire anche i confini della commedia horror. Il cast è eccellente nel rappresentare sullo schermo i diversi personaggi, mostrando una chimica altamente genuina. Una visione rilassata che non rinuncia all'intrattenimento e allo spavento.

    8. Miyo - Un amore felino (2020)

    Primo ma non ultimo film animato nella lista, Miyo - Un amore felino è un anime giapponese diretto da Junichi Sato e Tomotaka Shibayama. Al centro della storia troviamo Miyo Sasaki, una quattordicenne innamorata di un suo compagno di scuola. Per attirare la sua attenzione, utilizza una maschera per trasformarsi in un gatto. Come ogni anime che si rispetti, Miyo - Un amore felino (2020) ha dalla sua un’ambientazione e un’atmosfera uniche, ricche di nostalgia e di grazia. Quella che potrebbe sembrare una rom-com dalle tinte magiche si trasforma, pian piano, in un’analisi sulla condizione umana del tutto inaspettata, ma apprezzabile.

    7. Wendell & Wild (2022)

    Wendell & Wild è diretto da Henry Selick, con una sceneggiatura scritta insieme a Jordan Peele e Clay McLeod Chapman. Kat è un adolescente dall’anima ribelle ma tormentata dai sensi di colpa. Un giorno entra in contatto con Wendell e Wild, due piccoli diavoli che vogliono convincerla a invocarli nel mondo dei vivi. Ciò che colpisce all’istante è la qualità sopraffina dell’animazione. Il film è costruito attraverso la tecnica stop-motion, dove cambiamenti minimi in ogni frame e il montaggio delle immagini creano l’effetto movimento. La storia è anche scritta in maniera geniale e contiene personaggi ben delineati e pensati.  

    6. Qualcuno salvi il Natale (2018)

    Kate e Teddy sono fratello e sorella. I due giovanissimi hanno una missione importante da svolgere: filmare Babbo Natale. L’impresa sarà solo l’inizio di un viaggio magico. Qualcuno salvi il Natale di Clay Kaytis è imperdibile se volete vedere Kurt Russell nei panni di Santa Klaus. L’attore interpreta la figura mitica con grande forza e carattere, dando un tocco unico al personaggio. Senza ombra di dubbio, questo film va visto solamente durante le vacanze natalizie e risulterebbe fuori luogo durante il resto dell’anno. Tuttavia, il classico livello iperbolico di molti film di Natale è bilanciato da una comicità che coinvolge e intrattiene.

    5. Durante la tormenta (2018)

    Durante la tormenta (Mirage) mette al centro del racconto una donna di nome Vera, madre di una figlia. La mamma entra in contatto con il fantasma di un bambino e lo salva. L’azione causa ripercussioni che alterano la realtà in cui vive. Il film di Oriol Paulo è una miscela ben riuscita di thriller e fantasy. Infatti, sono proprio i colpi di scena tipici del primo genere e i cambiamenti della realtà possibili solo nel secondo a convincere appieno. Anche dal punto di vista tecnico, Durante la tormenta (2018) brilla per i movimenti di camera variegati e una fotografia che cattura perfettamente l’atmosfera del film.

    4. Love and Monsters (2020)

    Love and Monsters presenta il programma del film già nel titolo. Un’invasione aliena distrugge completamente la terra. Tra i superstiti c’è Joel, che si salva vivendo in un bunker per ben sette anni. Trascorso questo tempo, il giovane decide di abbandonare il rifugio per trovare la fidanzata delle superiori. Il secondo film di Michael Matthews vive di alcuni stilemi del genere post-apocalittico. Tuttavia, il film è confezionato in maniera così efficace, tra sceneggiatura e cast, che la somiglianza con altri film passa in secondo piano. Ulteriormente, il grande equilibrio tra comicità ed emozioni rende Love and Monsters (2020) un piccolo gioiello.

    3. Klaus - I segreti del Natale (2019)

    Secondo film di Natale nella lista, Klaus - I segreti del Natale è una vera e propria perla fantasy. Il film di Sergio Pablos e Carlos Martínez López tratta di Jesper, il postino più scarso all’Accademia delle Poste. Per punizione, viene spedito nell’Artico in una piccola cittadina, dove vive un giocattolaio di nome Klaus. Inizialmente, il film colpisce per l’elevato livello tecnico dell’animazione, ricca di dettagli e con una tavolozza invidiabile. Il colpo di grazia, però, lo fornisce la storia. La sceneggiatura lascia spazio per momenti di ilarità ma non centellina l’uso di momenti emotivi che scaldano il cuore. Impossibile non averlo nella watchlist di Natale.

    2. La meravigliosa storia di Henry Sugar (2023)

    La meravigliosa storia di Henry Sugar narra dei poteri speciali del protagonista omonimo. Sugar, infatti, può vedere attraverso gli oggetti e predire il futuro, il tutto grazie al furto di un libro. Già dal titolo possiamo sapere chi si trova dietro la macchina da presa, ossia Wes Anderson. Il regista americano rimane  fedele, come sempre, allo stile che lo ha reso un autore. Colori pastello, inquadrature perfettamente geometriche e una sensazione di teatralità abitano il film con Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch e Dev Patel. Questo film antologico tratto dalla penna di Roald Dahl lascerà tutti piacevolmente soddisfatti dallo stile e dal contenuto.  

    1. Pinocchio di Guillermo del Toro (2022)

    Pinocchio di Guillermo del Toro è stato creato con la stessa tecnica già vista in Wendell & Wild (2022), ossia lo stop-motion. Il film di del Toro porta sullo schermo il classico racconto di Collodi, introducendo però un cambiamento temporale cruciale. Il suo Pinocchio, infatti, è ambientato durante il periodo del fascismo. La libera interpretazione della fiaba e il cambio di contesto sono utilizzati dal regista messicano per veicolare un messaggio sociale. Non a caso, alcune interpretazioni della fiaba di Pinocchio mettono in risalto una simile intenzione da parte dello scrittore italiano. Oltre a questo vento di cambiamento, il film è caratterizzato da un’animazione a dir poco perfetta.

    Ecco a voi i 10 migliori film fantasy da vedere su Netflix

    Tutti i 10 film che compongono la lista sono presenti qui sotto. Per ognuno troverete il link per essere rediretti su Netflix per la visione. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri di JustWatch per una ricerca più dettagliata. Allo stesso tempo, costruendo la vostra watch list potrete ricevere notifiche su cosa guardare in streaming in base alle vostre preferenze. La magia dei migliori film fantasy su Netflix vi aspetta. Buona visione!

  • Dove avete già visto il cast di ‘Ballerina’, lo spin-off di 'John Wick'?

    Dove avete già visto il cast di ‘Ballerina’, lo spin-off di 'John Wick'?

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    Ballerina è il quinto film tratto dall’universo di John Wick. La pellicola diretta da Len Wiseman è anche il primo spin-off della saga. Al centro della storia troviamo una sicaria addestrata dalla Ruska Roma e le missioni ad alto rischio che deve affrontare. Come gli altri film del franchise con Keanu Reeves, Ballerina (2025) è caratterizzato da scene d’azione coreografate alla perfezione e scontri armati adrenalinici. Senza dimenticarsi del cast d’eccezione che anima il racconto.

    Questa lista di JustWatch vi aiuta a scoprire dove avete già visto il cast di Ballerina (2025). In questo modo, potrete continuare a divertirvi con alcune delle performance più belle degli attori e delle attrici presenti nel film action. Per ogni titolo vi faremo sapere se e dove si può vedere in streaming. Inoltre, i filtri di JustWatch sono perfetti per chi voglia restringere la sua ricerca. Potrete selezionare uno o più titoli in base alla durata, all’anno di produzione, alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes e molto altro.  

    Ana de Armas (Eve Macarro)

    Eve è la protagonista delle vicende di Ballerina (2025) ed è una killer dalle doti sopraffine. La giovane viene da un tragico passato che l’ha portata a unirsi alla Ruska Roma. Dopo l’esordio a Cuba, Ana de Armas si trasferisce in Spagna prima di approdare a Hollywood. Due sono i ruoli iconici che sedimentano il suo nome nell’industry. In Blade Runner 2049 (2017) interpreta Joi, la fidanzata ologramma di K. Cena con delitto - Knives Out (2019), invece, la vede protagonista nei panni di Marta Cabrera, l’infermiera privata del morto. Altri due film con Ana de Armas da non perdere sono No Time to Die (2021) e Blonde (2022), dove veste i panni di Marilyn Monroe.

    Keanu Reeves (John Wick)

    Il personaggio di John Wick non ha bisogno di nessuna presentazione. Lo stesso si potrebbe dire dell’attore che lo interpreta, Keanu Reeves. L’attore statunitense vanta una carriera leggendaria, con apparizioni in film altrettanto mitici. Matrix (1999) lo vede nei panni di Neo il prescelto, mentre in Speed (1994) lo troviamo a dover salvare i passeggeri di un autobus da una bomba. Più recentemente, Reeves si è concentrato anche su parti da doppiatore. L’attore ha donato la voce a Shadow in Sonic 3: Il film (2024) e a Batman in DC League of Super-Pets (2022), diretto da Jared Stern.

    Anjelica Huston (il Direttore)

    Con un padre come John Huston, Anjelica poteva essere destinata a diventare un’altra “figlia di”. Invece, con più di cinquant’anni di carriera alle spalle, Huston ha dimostrato di essere un’attrice eccellente con un range invidiabile. L’attrice si è districata tra ruoli al confine con la comicità come quello di Morticia Addams ne La famiglia Addams (1991). Anni prima aveva vinto l’Oscar per la parte di Maerose Prizzi ne L'onore dei Prizzi (1985). Negli ultimi anni, Huston ha partecipato a The French Dispatch (2021) come narratrice e ad Aspettando Anya (2020), dove interpreta una vedova che aiuta alcuni bambini ebrei a fuggire dal nazismo.

    Gabriel Byrne (il Cancelliere)

    Non c’è film d’azione che si rispetti senza l’immancabile cattivo. In Ballerina (2025) quel ruolo è del Cancelliere, il cui volto appartiene a Gabriel Byrne. L’attore irlandese ha una carriera pluridecennale tra cinema, televisione e teatro. Tra i suoi ruoli più famosi troviamo quello di Dean ne I soliti sospetti (1995) e quello del gangster Tom in Crocevia della morte (1990). Sul versante serie TV, Byrne è sinonimo di In Treatment (2008), show drammatico che lo vede protagonista nei panni dello psicologo Paul Weston. Una delle sue ultime apparizioni sul piccolo schermo è quella di Edward Lynwood in ZeroZeroZero (2020).

    Norman Reedus (Daniel Pine)

    Daniel Pine è il figlio del Cancelliere. Nonostante la potenza del padre, Pine vuole lasciare l’organizzazione e fuggire. Norman Reedus colleziona la sua prima parte memorabile nel cult anni Novanta The Boondock Saints - Giustizia finale (1999). Tra i suoi crediti più recenti sul grande schermo c’è The Bikeriders (2024), film di Jeff Nichols sulle gang di motociclisti. Senza ombra di dubbio, Reedus può ambire allo status di “indimenticabile” grazie alla parte di Daryl Dixon in The Walking Dead (2010). Per chi fosse interessato a questo personaggio, non può perdersi The Walking Dead: Daryl Dixon (2023). La serie spin-off tratta gli eventi successivi a The Walking Dead (2010) che coinvolgono Dixon.

    Ian McShane (Winston Scott)

    Ian McShane è il volto iconico di Winston Scott, il proprietario del New York Continental. Da sempre, l’hotel è una zona franca dove nessun killer può uccidere. L’attore inglese ha iniziato la sua carriera nel 1962 e tuttora continua a inanellare ruoli su ruoli. McShane è apparso nel cult crime Sexy Beast - L'ultimo colpo della bestia (2000), ma anche in produzioni mastodontiche come Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare (2011). Sul piccolo schermo l’attore è stato protagonista della serie western Deadwood (2004) come Al Swearengen, protettore realmente esistito. In American Gods (2017), invece, lo troviamo nei panni di Odino.

    Lance Reddick (Charon)

    Lance Reddick ci ha lasciato troppo presto nel 2023. L’attore di Baltimora appare in Ballerina (2025) nei panni di Charon, il concierge del Continental. Questa è una delle molte apparizioni postume, oltre a essere l’ultima della sua carriera. Tra i ruoli che lo hanno reso grande ci sono quello di Cedric in The Wire (2002), serie crime a cinque stelle. In Fringe (2008) è sempre un agente, anche se questa volta ha a che fare con un universo parallelo. Da agente a segretario di un’agenzia federale il passo è breve e Attacco al potere 3 - Angel Has Fallen (2019) ne è la riprova. Altro film imperdibile della filmografia di Reddick è Quella notte a Miami... (2020), sull’incontro tra Malcolm X, Muhammad Ali, Jim Brown e Sam Cooke.

    Catalina Sandino Moreno (Lena)

    Lena è un’assassina al soldo del Cancelliere. Il personaggio di Catalina Sandino Moreno, però, sembra essere collegata a Eve Macarro. L’attrice colombiana è esordita più di vent’anni fa in Maria Full of Grace (2004), dove si cala nel ruolo di un corriere della droga. Moreno è apparsa anche in uno degli ultimi film di John Woo, il thriller Silent Night - Il silenzio della vendetta (2023). The Affair: Una relazione pericolosa (2014) è invece la prima serie TV dove ricopre un ruolo da protagonista. Altra parte significativa è quella in From (2022). La serie sci-fi di carattere horror la vede nei panni di Tabitha Matthews, una delle ultime arrivate in una cittadina da cui è impossibile fuggire.

    Dove vedere in streaming il cast di 'Ballerina'?

    Tutti i titoli citati sono presenti qui sotto. Qualora siano disponibili in streaming, JustWatch ve lo farà sapere. Inoltre, troverete informazioni su dove noleggiare o comprare ogni titolo. Non dimenticatevi di utilizzare i filtri per una ricerca più approfondita. Inoltre, costruendo la watchlist di JustWatch potrete ricevere notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze. Il cast di Ballerina (2025) vi aspetta con magnifici film e serie TV. Buona visione!

  • 10 film western sottovalutati da vedere in streaming ora
 

    10 film western sottovalutati da vedere in streaming ora  

    Andrea Ballerini

    Andrea Ballerini

    Editor a JustWatch

    Il western ha attraversato svariate decadi, passando da essere uno dei generi di punta di Hollywood a diventarne uno di nicchia. Ma il fascino del West non è mai sopito e ha portato nuove generazioni ad avvicinarsi al genere. Complici sono stati alcuni film che, dopo l’annata d’oro, hanno rimesso sulla mappa il western. Stiamo parlando di capolavori come Gli spietati (1992), Django Unchained (2012) e Balla coi lupi (1990).

    Questa lista di JustWatch vi porta alla scoperta di 10 film western altamente sottovalutati. Tutti i titoli possono essere visti in streaming adesso, su piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video, JustWatchTV e Raro Video Amazon Channel. Con i filtri, inoltre, potete selezionare un film della lista in base alla durata, alle valutazioni IMDb e Rotten Tomatoes, all’anno di produzione e molto altro.

    10. Terra di confine - Open Range (2003)

    Kevin Costner è uno dei volti di Hollywood che più vengono associati con il western. Dopo aver esordito dietro la regia con il già citato Balla coi lupi (1990), l’attore torna a dirigere un western più di vent’anni dopo. Terra di confine - Open Range lo vede nei panni del cowboy Charley Waite, sodale di Boss Spearman (Robert Duvall). I due e il loro gruppo si ritrovano in un conflitto con un potente allevatore di nome Denton Baxter (Michael Gambon). Open Range (2003) è, innanzitutto, estremamente piacevole agli occhi. A colpire sono soprattutto la fotografia sublime e i bellissimi paesaggi mostrati. La sceneggiatura è, poi, il tocco di classe del film e dona intrattenimento e tensione.

    9. Hell or High Water (2016)

    Hell or High Water non è il solito western. Le macchine sostituiscono i cavalli, ma la legge spietata del West sembra non essere svanita. Texas orientale. Toby e Tanner Howard sono due fratelli alle strette. Mentre la banca vuole pignorare il ranch di famiglia, giacimenti di petrolio vengono scoperti nel terreno. I fratelli optano per due rapine per assicurarsi i soldi necessari a conservare il ranch. Hell or High Water (2016) è ricco di temi classici del western, nonostante l’ambientazione moderna. L’onore contro l’ingiustizia, l’individuo contro l’istituzione e la giustizia diretta sono alcuni degli spunti del film. Se non bastasse, il gioiello di David Mackenzie intrattiene a non finire.

    8. The Harder They Fall (2021)

    The Harder They Fall è l’esordio filmico del regista Jeymes Samuel. Il cast stellare che comprende Idris Elba, Jonathan Majors, Regina King e Lakeith Stanfield porta sullo schermo figure di cowboy e fuorilegge afro-americani realmente esistiti. La sceneggiatura è incentrata su uno scontro tra bande rivali, dopo che un criminale viene rilasciato dalla prigione. Il film di Samuel è un mix perfetto tra azione, avventura e divertimento. Al tempo stesso, lo spazio centrale è occupato dai diversi personaggi della storia, ognuno con uno stile inconfondibile e con i propri vezzi. The Harder They Fall (2021) è un western difficile da dimenticare una volta visto.

    7. I due volti della vendetta (1961)

    Marlon Brando ci ha regalato interpretazioni assolute in capolavori come Il padrino (1972), Fronte del porto (1954) e Apocalypse Now (1979). Non tutti sanno, però, che l’attore due volte premio Oscar ha anche diretto un film, l’unico come regista. I due volti della vendetta vede Brando nei panni del criminale Rio. Dopo essere stato tradito e imprigionato, si libera dalle catene e giura vendetta contro il suo ex socio. Questo western possiede uno stile visivo come pochi. Ogni inquadratura cattura alla perfezione lo svolgersi delle sequenze e non presenta alcun difetto. Nonostante il minutaggio elevato, ben 141 minuti di film, I due volti della vendetta (1961) non annoia nemmeno per un secondo. 

    6. Bone Tomahawk (2015)

    Se Hell or High Water (2016) è un western atipico, lo stesso si potrebbe dire per Bone Tomahawk di S. Craig Zahler. In questo caso, però, il livello iconoclastico del film è portato all’ennesima potenza con un innesto spiccatamente horror. Franklin Hunt (Kurt Russell) è uno sceriffo di una piccola cittadina. Le circostanze lo vedono viaggiare verso un territorio desolato. Un gruppo di cannibali lo attendono. Bone Tomahawk (2015) è imperdibile perché stravolge completamente il western con scene a dir poco splatter. Parallelamente, il tocco action dona ritmo a un genere solitamente più posato. Il terzo elemento da non dimenticare è la prova magistrale di Kurt Russell.

    5. Geronimo (1993)

    Geronimo porta sullo schermo l’esperienza dell’omonimo condottiero militare e medico Apache. Ambientato nel 1886, questo western revisionista narra gli ultimi giorni di Geronimo prima della sua resa al progetto di insediamento degli Stati Uniti. La pellicola è diretta da Walter Hill e vede Wes Studi nei panni di Geronimo. La forza di Geronimo (1993) risiede in due aspetti fondamentali. Da un lato, il ritratto del leader Apache è dipinto con grande accuratezza storica e senza giudizi morali, andando oltre e contro le tendenze ideologiche dei western classici. Dall’altro, la bellezza visiva dell’opera è incommensurabile.

    4. Dead Man (1995)

    Johnny Depp è, senza dubbio, uno degli attori più famosi della storia del cinema. Tuttavia, la sua immensa filmografia contiene ancora titoli meno conosciuti e da riscoprire. Tra questi c’è il sottovalutato Dead Man di Jim Jarmusch. Depp interpreta William Blake, omonimo del poeta e fuggitivo a causa di un omicidio commesso. La fuga verso una città di frontiera lo immerge in un’avventura surreale. La pellicola di Jarmusch è, forse, una delle più complicate nella lista in termini di accessibilità. Dead Man (1995) è posato, surreale e lisergico, con un’incredibile fotografia in bianco e nero e una colonna sonora elettrica di Neil Young.

    3. Hostiles - Ostili (2017)

    1892. Un ufficiale della cavalleria a stelle e strisce (Christian Bale) assume il compito di scortare il leader Cheyenne Falco Giallo (Wes Studi) verso casa sua. Il viaggio non sarà privo di insidie e di pericoli di morte. Hostiles - Ostili di Scott Cooper è duro e crudo come il Vecchio West. La storia si sviluppa attraverso molteplici archi drammatici dove la brutale quotidianità di quei tempi viene proposta senza essere diluita. Il film vive anche dei magnifici paesaggi e di una fotografia da scuola del cinema. La punta di diamante rimane però il cast, con interpretazioni magistrali da parte di Bale, Studi e Rosamund Pike.

    2. El Topo (1970)

    Se vi è piaciuto il tono lisergico di Dead Man (1995) non potrete che apprezzare El Topo. Il terzo film di Alejandro Jodorowsky porta il surreale a livelli impensabili, narrando il viaggio mistico e violento di un cowboy vestito di nero. Descrivere a parole la potenza di El Topo (1970) quasi non rende giustizia all’opera visionaria del regista franco-cileno. La visione di questo capolavoro controculturale porta lo spettatore in un mondo unico, partorito dalla mente sui generis di Jodorowsky. Qui, incontrerete violenza estrema e simbolica, colori magnifici e altamente estetici, pennellate di filosofia alta e immagini inconcepibili per la mente umana.

    1 - I cancelli del cielo (1980)

    La rovinosa caduta al box office de I cancelli del cielo mise fine al fenomenale movimento chiamato “Nuova Hollywood”. Con un budget di 44 milioni, faraonico per il tempo, il western epico di Michael Cimino ne incassò appena tre e mezzo. A più di quarant’anni di distanza, il film ha subito una parziale riabilitazione, tanto da essere considerato tra i migliori del regista italo-americano. Il film narra lo scontro tra proprietari terrieri e immigrati europei nel Wyoming, durante la fine del 1800. La perla di Cimino è dotata di un livello estetico fuori dal comune, grazie alla fotografia da manuale di Vilmos Zsigmond e a una regia spettacolare. La forma si unisce alla sostanza con una storia dai caratteri sociali ed epici.

    Dove vedere in streaming i 10 film western sottovalutati?

    Tutti i film della lista sono disponibili qui sotto. Troverete tutte le informazioni su dove guardare in streaming ogni titolo, oltre che dove noleggiarlo o comprarlo. Se un film è disponibile in forma gratuita, JustWatch ve lo farà sapere. Non dimenticatevi di costruire la vostra watchlist per ricevere notifiche su cosa guardare in base alle vostre preferenze.

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