Tra streaming, cofanetti recuperati e cicli Studio Ghibli al cinema, gli anime tratti da grandi romanzi stanno vivendo una seconda giovinezza. Non parliamo solo di light novel moderne, ma proprio di classici veri e propri: Dumas, Victor Hugo, Shakespeare, le sorelle ottocentesche della letteratura per ragazzi, Ursula K. Le Guin, Astrid Lindgren… negli anni il Giappone ha trasformato un bel pezzo di biblioteca mondiale in animazione, spesso con riletture sorprendenti.
Da un lato c’è la tradizione dei World Masterpiece Theater, nati proprio come “I capolavori della letteratura in animazione”, che hanno portato in TV Heidi, Anna dai capelli rossi, Tom Sawyer e tanti altri romanzi per ragazzi. Dall’altro gli esperimenti più audaci: space opera tratte da Dumas, tragedie shakespeariane in salsa fantasy, antologie che animano la grande narrativa giapponese del Novecento.
In questa guida trovi 10 (più uno) anime perfetti se ami i libri e vuoi vederli prendere vita sullo schermo: non semplici riassunti, ma adattamenti che giocano con i testi originali, aggiornano temi e ambientazioni e, a volte, li ribaltano completamente.
1. Gankutsuou – Il Conte di Montecristo (2004)
Adattamento liberissimo de Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas, Gankutsuou sposta la storia nel 5053, tra pianeti in guerra e aristocrazia spaziale, ma mantiene il cuore del romanzo: un uomo tradito che ritorna per vendicarsi, con una nuova identità e risorse illimitate. La serie segue soprattutto gli occhi di Albert, giovane nobile affascinato dal misterioso Conte, e costruisce lentamente il puzzle del passato.
La forza dell’anime è nella sua estetica radicale (pattern saturi, riferimenti a Klimt, 3D psichedelico) e in una lettura più cupa dell’originale: vengono quasi eliminati gli elementi cristiani di perdono e redenzione, per concentrarsi su come l’ossessione di vendetta contamini tutti. È la scelta perfetta se ami i grandi feuilleton ottocenteschi ma vuoi vederli filtrati da fantascienza, melodramma e design sperimentale. Da recuperare in binge, come un romanzo a puntate che diventa opera visiva.
2. Il cuore di Cosette (2007)
Prodotto da Nippon Animation, Il cuore di Cosette è un adattamento fedele e dilatato de I miserabili di Victor Hugo, visto soprattutto dal punto di vista di Cosette, dalla sua infanzia maltrattata fino all’età adulta accanto a Jean Valjean. È parte del rilancio dei World Masterpiece Theater negli anni 2000 e conta ben 52 episodi.
Rispetto alle versioni musicali o ai film hollywoodiani, qui c’è spazio per tutti i dettagli quotidiani: la povertà, la Parigi in trasformazione, le lotte studentesche, la tenacia delle donne. Il tono resta adatto anche a un pubblico giovane, ma non addolcisce troppo la miseria e la violenza sociale descritte da Hugo. È consigliato se cerchi un anime storico, classico nel look, da vedere con calma: un po’ come affrontare il romanzo originale, ma accompagnato da sigle malinconiche e da un enorme affetto per Cosette, Valjean e gli altri personaggi.
3. Anna dai capelli rossi (1979)
Diretto da Isao Takahata e animato con la collaborazione di un giovanissimo Hayao Miyazaki, Anna dai capelli rossi è una delle perle assolute del World Masterpiece Theater: 50 episodi tratti dal romanzo di Lucy Maud Montgomery. Seguiamo Anne Shirley, orfana dal carattere vulcanico e immaginazione smisurata, accolta per sbaglio dai fratelli Cuthbert nell’Isola del Principe Edoardo.
L’anime è quasi filologico nei ritmi e nelle atmosfere: l’infanzia, la scuola, l’amicizia con Diana, la rivalità con Gilbert, il rapporto complesso con Marilla e Matthew. Niente forzature moderne, solo un’attenzione infinita ai paesaggi, alle stagioni e alla crescita emotiva della protagonista. È ideale se ami le storie di formazione, Piccole donne, gli slice of life lenti e contemplativi. E, per chi scrive, è anche il modo migliore per capire quanto il linguaggio dell’anime sappia rendere universale una storia profondamente radicata nel Canada di inizio Novecento.
4. Romeo x Juliet (2007)
Romeo x Juliet parte dalla tragedia di Shakespeare e decide di… farne un fantasy politico. L’azione si sposta a Neo Verona, città sospesa nel cielo, dove i Montague hanno sterminato i Capuleti; Giulietta è cresciuta nascosta sotto mentite spoglie, mentre Romeo inizia a dubitare del regime del padre. Da qui in poi il copione si diverte: ribellioni, draghi, magie legate all’albero che sostiene la città, cameo di personaggi e titoli presi da altre opere shakespeariane. Il bello è che, pur cambiando tutto, l’anime resta fedele allo spirito della tragedia: l’amore impossibile, la responsabilità verso la propria casata, la tensione tra desiderio individuale e destino collettivo. È una scelta perfetta se vuoi far scoprire Shakespeare in modo accessibile, oppure se ami i fantasy romantici alla Yona of the Dawn ma con un sottotesto più teatrale.
5. Aoi Bungaku Series (2009)
Se vuoi qualcosa di più “letterario” e sperimentale, Aoi Bungaku è un must: una serie antologica di 12 episodi che adatta sei classici moderni della narrativa giapponese, tra cui No Longer Human e Corri, Melos! di Osamu Dazai, Kokoro di Natsume Sōseki e Hell Screen di Ryūnosuke Akutagawa.
Ogni blocco ha regia e character design specifici (con la partecipazione di autori come Takeshi Obata e Tite Kubo), e l’anime non ha paura di essere scomodo: alienazione, colpa, tradimento, follia artistica. Non è l’introduzione più facile alla letteratura giapponese, ma è potentissima proprio perché rifiuta di semplificare i testi originali. Perfetto se ti interessa vedere come l’animazione può affrontare temi da romanzo esistenziale o psicologico, e magari ti incuriosisce poi recuperare i libri di Dazai & co. È la scelta “da festival” della lista: intensa, cupa, molto adulta.
6. Il castello errante di Howl (2004)
Spesso percepito come “un Miyazaki originale”, in realtà Il castello errante di Howl è tratto dal romanzo omonimo di Diana Wynne Jones, grande autrice britannica di fantasy. Il film segue Sophie, trasformata in anziana da una maledizione, e il mago Howl, fuggitivo capriccioso che vive in un castello semovente.
Miyazaki prende la struttura di base del romanzo – casa magica, contratto col demone Calcifer, identità multiple – e la fonde con temi a lui cari: il pacifismo, la critica alla guerra, l’elogio della cura e della quotidianità. Il risultato è una fiaba visiva straripante, che ha quasi eclissato il libro nell’immaginario pop, pur essendo piuttosto diversa nella seconda metà. Consigliato sia a chi ama le storie romantiche “scompigliate”, sia a chi vuole vedere come un classico moderno anglofono può essere riletto attraverso sensibilità e simboli molto giapponesi.
7. I racconti di Terramare (2006)
Altro caso di incontro difficile ma affascinante tra classico occidentale e anime: I racconti di Terramare è ispirato ai primi quattro romanzi del ciclo Earthsea di Ursula K. Le Guin, ma li mescola in una storia nuova, diretta da Gorō Miyazaki.
Le Guin stessa ha criticato il film per le forti differenze rispetto ai libri, ma ha riconosciuto la bellezza delle immagini; ed è proprio così che va preso: non come sostituto dei romanzi, ma come variazione libera sul tema del rapporto tra vita e morte, equilibrio del mondo e responsabilità del potere magico. Il mago Ged, il tormentato principe Arren e la misteriosa Therru diventano archetipi in un racconto lento, a tratti disomogeneo ma spesso ipnotico. Da vedere se ami il fantasy contemplativo e vuoi farti un’idea di cosa succede quando uno dei cicli più influenti del genere incontra lo sguardo (non sempre docile) dello Studio Ghibli.
8. Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento (2010)
Basato sulla serie di romanzi The Borrowers di Mary Norton, Arrietty (2010) racconta la vita di una minuscola famiglia che vive nascosta sotto il pavimento di una casa, “prendendo in prestito” micro-oggetti dai giganteschi umani. L’anime segue la giovane Arrietty e l’amicizia proibita con il ragazzo malato Shō.
Qui la fedeltà al testo è alta sul piano dell’idea, ma la trasposizione è profondamente giapponese nella messa in scena: la cura per il verde del giardino, il peso del silenzio in casa, la malinconia del “dover andare via” che attraversa tutto il film. È una storia di ecologia in miniatura, precarietà e sguardi scambiati tra mondi diversi. Perfetto se ami i racconti per ragazzi che non trattano i bambini come stupidi, e se ti intriga l’idea di vedere un romanzo inglese degli anni ’50 diventare un piccolo poema sull’impermanenza, con l’animazione morbida e dettagliata tipica di Ghibli.
9. Ronja, la figlia del brigante (2014)
Co-prodotta da Studio Ghibli e Polygon Pictures, Ronja, la figlia del brigante è una serie anime in CGI tratta dal romanzo Ronia, the Robber’s Daughter di Astrid Lindgren, autrice di Pippi Calzelunghe. Racconta l’infanzia selvaggia di Ronja, figlia di un capo bandito che vive in un castello-diviso-in-due, tra rivalità tra bande, foreste stregate e amicizia proibita con il figlio del clan rivale.
Rispetto ad altre produzioni Ghibli, qui l’uso del 3DCG è marcato, ma il cuore è assolutamente “lindgreniano”: amore per la natura, libertà dei bambini, critica implicita all’autoritarismo degli adulti. L’adattamento si prende il tempo di mostrare stagioni che passano, esplorazioni del bosco, creature assurde e momenti di pura meraviglia. È consigliato se ami le storie d’avventura per ragazzi con un sottotesto politico gentile – e se vuoi vedere come un classico svedese possa diventare anime senza perdere la sua anima nordica.
10. Moriarty the Patriot (2020)
Tratto da un manga che a sua volta rilegge i racconti di Arthur Conan Doyle, Moriarty the Patriot è uno degli esempi più riusciti di “classico remixato” in chiave anime. L’idea è semplice ma geniale: prendere William James Moriarty, la nemesi di Sherlock Holmes, e farne il protagonista di una grande cospirazione contro il sistema classista dell’Inghilterra vittoriana.
La serie non adatta fedelmente i singoli racconti, ma li usa come mattoni: casi, personaggi e situazioni iconiche (dal “Problem of the Final Problem” agli incontri con Holmes e Watson) vengono rimescolati in una trama che trasforma Moriarty in un anti-eroe rivoluzionario. Il tono è elegante, pieno di complotti, balli, duelli di logica e crimini “teatrali” che puntano a smontare l’aristocrazia dall’interno.È perfetto se ami i gialli classici, le atmosfere alla Sherlock o Enola Holmes, ma vuoi una prospettiva totalmente diversa sul canone: qui il “cattivo letterario” per eccellenza diventa il personaggio con cui empatizzi di più, senza che la serie smetta mai di giocare con l’ombra gigantesca di Doyle alle sue spalle.





































































































