Con La donna della cabina numero 10 (2025) il thriller psicologico torna a brillare grazie a una protagonista femminile complessa, fragile e insieme determinata. Ma la storia di donne che combattono contro i propri demoni – reali o interiori – attraversa tutto il cinema contemporaneo, trasformandosi in un linguaggio potente per esplorare paura, potere e identità.
Dalla freddezza calcolatrice di Amy in Gone Girl (2014) alla follia perfettamente coreografata de Il cigno nero (2010), questi film mostrano donne che reagiscono al controllo e al trauma con forza e ambiguità. Quindi, ecco a voi dieci titoli da recuperare, dove il cuore pulsante del thriller è una protagonista indimenticabile.
1. Gone Girl – L’amore bugiardo (2014)
Rosamund Pike firma un’interpretazione glaciale e perfetta nei panni di Amy Dunne, donna scomparsa e insieme regista del proprio destino. In Gone Girl, Fincher smonta il mito del matrimonio e dei media, trasformando la protagonista in un’icona del controllo. Amy è tutto ciò che la società non vuole che una donna sia: intelligente, vendicativa, capace di ribaltare la narrazione per sopravvivere. Il fascino del film sta nella sua ambiguità, nel confondere continuamente vittima e carnefice. Il suo ritratto ha ispirato una generazione di thriller al femminile, come Sharp Objects (2018), dove l’ossessione diventa una forma di potere.
2. La ragazza del treno (2016)
Emily Blunt offre una delle performance più fragili e realistiche del cinema recente. Rachel, la protagonista di La ragazza del treno, è un’alcolista la cui memoria compromessa la rende inaffidabile perfino a sé stessa. Il film ci porta dentro la sua mente confusa, tra rimpianti, illusioni e un desiderio disperato di verità. L’empatia che Blunt suscita deriva proprio dalla sua vulnerabilità: la vediamo crollare, ma anche ricomporsi e affrontare la realtà. È un thriller domestico e psicologico che usa la soggettività come gabbia e specchio.
Chi ha amato l’introspezione sofferta di The Girl Before (2021) o la tensione domestica di The Undoing (2020) troverà in La ragazza del treno un dramma altrettanto torbido e sensuale.
3. A Simple Favor – Un piccolo favore (2018)
Blake Lively e Anna Kendrick si muovono in un elegante gioco di specchi dove la manipolazione si traveste da amicizia. A Simple Favor è un thriller che mescola ironia, mistero e fashion con sorprendente equilibrio, mostrando due donne opposte che si definiscono a vicenda: la carismatica Emily e la ingenua Stephanie. Il film sovverte il classico binomio “buona e cattiva” e costruisce un duello psicologico in cui entrambe manipolano e si lasciano manipolare. La forza sta nella scrittura affilata e nella messa in scena lucente, che nasconde una crudeltà da noir. Chi ama le protagoniste ambigue apprezzerà anche Big Little Lies (2017 – 2019), dove il glamour diventa maschera di un trauma condiviso.
4. Il cigno nero (Black Swan, 2010)
Natalie Portman vince l’Oscar per una delle interpretazioni più fisiche e devastanti mai viste. In Il cigno nero, Aronofsky trasforma la danza in un campo di battaglia mentale, dove la ricerca della perfezione coincide con la discesa nella follia. Nina è una protagonista tragica, imprigionata tra disciplina e desiderio, tra la purezza del Cigno Bianco e la sensualità oscura del Cigno Nero. La forza del film sta nella sua ambivalenza: la fragilità diventa estasi, la distruzione liberazione. È un viaggio nella mente femminile che ricorda i turbamenti psicologici di Perfect Blue (1998), altra storia di identità spezzata e sguardi che consumano.
5. Promising Young Woman (2020)
Carey Mulligan dà vita a una delle eroine più complesse del cinema recente. In Promising Young Woman, Cassie trasforma il trauma in arma, fingendosi vulnerabile per smascherare l’ipocrisia patriarcale. Emerald Fennell costruisce un film che mescola il linguaggio pop con la rabbia del thriller morale, creando una tensione costante tra vendetta e compassione. Cassie non cerca la redenzione: cerca la verità, e in questo sta la sua forza. È un film che parla di dolore e controllo, ma anche di solidarietà femminile. Chi ama i racconti di rivalsa psicologica apprezzerà anche I Care a Lot (2021), dove Rosamund Pike incarna un altro tipo di potere corrotto.
6. The Night House (2021)
Rebecca Hall domina The Night House con una performance di pura intensità emotiva. Dopo la morte del marito, la protagonista scopre segreti che la costringono a confrontarsi con il vuoto, la paura e la propria mente. Il film è un ritratto straordinario del lutto e della negazione, costruito con tensione sottile e malinconia profonda. Hall regge da sola l’intera narrazione, oscillando tra razionalità e allucinazione. Il suo sguardo incredulo e vulnerabile è ciò che tiene lo spettatore ancorato alla realtà. Chi ha amato l’orrore psicologico di Relic (2020) o Hereditary (2018) troverà in The Night House una riflessione più intima e umana.
7. Run (2020)
In Run, la giovane Kiera Allen sfida Sarah Paulson in un intenso confronto madre-figlia che scivola nel terrore domestico. La protagonista, costretta su una sedia a rotelle, scopre che la donna che la protegge potrebbe in realtà imprigionarla. Il film ribalta il paradigma della vittima, trasformando la fragilità fisica in determinazione pura. Allen offre una prova fisica e coraggiosa, sostenuta da una regia essenziale che amplifica il senso di oppressione. È un thriller asciutto, di tensione costante, dove la paura nasce dall’intimità familiare. Chi ama le protagoniste resilienti troverà echi simili in Room (2015) e Misery non deve morire (1990).
8. La ragazza più fortunata del mondo (2022)
Mila Kunis sorprende in La ragazza più fortunata del mondo (2022), adattamento dell’omonimo romanzo di Jessica Knoll. La sua Ani sembra avere tutto: lavoro perfetto, fidanzato ideale, vita impeccabile. Ma dietro la superficie si nasconde un trauma che riaffiora con violenza. Il film esplora il tema dell’immagine femminile come costruzione sociale e sopravvivenza psicologica. Kunis mostra come la rabbia e la vergogna possano convivere, dando vita a una protagonista dura, sarcastica, ma profondamente umana. È una storia di resilienza che dialoga idealmente con The Morning Show (2019 – 2026) o Frammenti di lei (2022), altre opere in cui la maschera della perfezione si sgretola sotto la pressione della memoria.
9. Last Night in Soho (2021)
Last Night in Soho è un sogno che si trasforma in incubo. Thomasin McKenzie interpreta Eloise, una giovane stilista che, trasferitasi a Londra, comincia a vivere visioni del passato attraverso gli occhi di una cantante misteriosa. Wright fonde thriller psicologico e horror pop in un’estetica accecante, dove la fascinazione per il glamour diventa pericolo. Eloise è ingenua e sensibile, ma il suo percorso è di risveglio e autodifesa. Il film riflette sul modo in cui le donne vengono consumate dallo sguardo maschile — letteralmente e simbolicamente. Chi ama atmosfere simili troverà in The Neon Demon (2016) o Black Mirror: San Junipero (nella terza stagione di Black Mirror) la stessa tensione visiva e malinconica.
10. The Invitation (2016)
Con The Invitation, Karyn Kusama costruisce un gioiello di paranoia lenta e implacabile. Tammy Blanchard incarna la forza inquietante di una donna che sembra serena ma nasconde un culto distruttivo. Il film è una riflessione sulla fede cieca, la manipolazione e la violenza psicologica di gruppo. Kusama, una delle poche registe a muoversi con coerenza nel thriller contemporaneo, firma un’opera in cui il pericolo è sempre fuori campo, trattenuto fino all’ultimo respiro. La protagonista femminile, magnetica e disturbante, è il cuore segreto del film. Chi ama il crescendo teso e ambiguo di Coherence (2013) o The Gift (2000) troverà qui una tensione altrettanto raffinata e glaciale.

































































































