È tennis mania. Grazie, soprattutto al fenomeno Jannik Sinner, alle sue vittorie (compresa l’ultima alle Atp Finals di Torino) e alla scalata alla vetta della classifica mondiale. Dunque, non poteva arrivare in un momento migliore, il film di Andrea De Stefano, II Maestro (2025), interpretato da Pierfrancesco Favino.
La pellicola, appena sbarcata nelle sale italiane, si aggiunge a un filone abbastanza consolidato negli anni, dove questa disciplina conferma di prestarsi molto bene alle esigenze del grande schermo (e non solo).
Titoli come Borg McEnroe (2017), Match Point (2005) di Woody Allen o il recente Challengers (2021) di Luca Guadagnino. Tra un dritto, un rovescio e una volèe, sembra esserci una chiave di lettura di molte vicende esistenziali, raccontate in diverse pellicole. Ripercorriamole insieme.
Wimbledon (2004)
Paul Bettany e Kristen Dunst sono i protagonisti di questa commedia romantica a tinte sportive, incentrata su un tennista inglese sul viale del tramonto. L’incontro con una giovane collega però lo aiuterà a ritrovare le motivazioni agonistiche di un tempo. Liberamente ispirato alla storia di Goran Ivanisevic, tennista croatoche nel 2001 trionfò a Wimbledon, sancendo l’unica vittoria da wild card nella storia del torneo. Wimbledon (2004) si conferma così una visione imperdibile non solo per gli appassionati di tennis, ma soprattutto per chi si lascia emozionare dalle storie di riscatto, specialmente se a sfondo sentimentale.
Match Point (2005)
“A volte, in una partita, la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro; con un po’ di fortuna, va oltre e allora si vince. Oppure no… e allora si perde”. È la frase che ci accompagna alla visione di un thriller che porta la firma di Woody Allen. Basterebbe già questo per avvicinarsi a una inedita incursione della cinematografia del regista di Io e Annie (1977) e Manhattan (1979), che si avvale di ottime interpretazioni, a partire da Jonathan Rhys Meyers e Scarlett Johansson. Perché Match Point (2005) non è proprio un film sul tennis. Lo sport in questione è una metafora centrale, con tutte le relative analogie, per una storia ambientata nell’alta borghesia londinese, dove forze invisibili decretano le sorti di una partita complessa chiamata vita. Ma la tensione vi terrà incollati al divano, nel seguire le conseguenze dell’ambizione sociale del protagonista.
Borg McEnroe (2017)
Se pensiamo all’equazione tennis-cinema, è impossibile non pensare a Borg McEnroe (2017). Probabilmente tra i migliori film mai realizzati sul tennis, che ripercorre la rivalità tra Bjorn Borg (Sverrir Gudnason) e John McEnroe (Shia LaBeouf) a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. La pellicola diretta da Janus Metz mette in scena la vita dentro e fuori dal campo di Borg e McEnroe, due campioni e due personalità agli opposti, che hanno scritto un capitolo indimenticabile della storia del tennis. È un dramma sportivo, che può ricordare Rush (2013), ambientato nella Formula Uno dei medesimi anni, incentrato sulla sfida tra James Hunt e Niki Lauda.
La battaglia dei sessi (2017)
Il film di Jonathan Dayton e Valerie Faris ripercorre la storica partita di tennis di inizio anni Settanta, nota come “la battaglia dei sessi”. Il 20 settembre 1973 si sono infatti sfidati sul campo l’ex campione Bobby Riggs (Steve Carell) e Billie Jean King (Emma Stone), la campionessa del momento. Un match dal forte valore simbolico, un tassello per la parità di genere nel mondo sportivo, all’alba dell’ascesa del movimento femminista. La battaglia dei sessi (2017) è un titolo imperdibile se siete alla ricerca di un dramma sportivo a impianto storico, di una visione avvincente, capace di affrontare temi sociali, ancora oggi decisamente attuali.
Il quinto set (2021)
Una storia di riscatto. Arriva dalla Francia Il quinto set (2021), con un protagonista che si ritrova a giocare la partita della vita. Oggi Thomas ha 37 anni, e in passato è stato una promessa del tennis. Nonostante la forma non sia dalla sua parte, decide di partecipare alle qualificazioni degli Open di Francia per dimostrare soprattutto a sé stesso di non essere al capolinea. Se cercate un film che parli di seconda possibilità, oltre che di tennis, siete sicuramente nel posto giusto. A maggior ragione se Wimbledon (2004) è stato di vostro gradimento, questa pellicola diretta da Quentin Reynaud non sarà da meno.
Una famiglia vincente – King Richard (2021)
È il film che ha valso l’Oscar a Will Smith. L’attore interpreta Richard Williams, padre delle sorelle Venus e Serena, e la sceneggiatura ripercorre il suo sogno di vederle diventare campionesse, mostrando la tenacia nel realizzare ciò che oggi è storia. Una famiglia vincente – King Richard (2021) parla di sacrificio, di ambizione, di perseveranza, ma non omette i lati oscuri del percorso. Una storia dove lo sport si fa di nuovo metafora della vita, che si trasforma in ossessione, in voglia di riscatto. È una pellicola che si farà apprezzare, oltre che dagli amanti di biopic, da chi è alla continua ricerca di storie incoraggianti, di successo.
Challengers (2024)
Il tennis secondo Luca Guadagnino. Anche se è bene sottolineare, come con Match Point (2005), Challengers (2024) non è proprio un film sul tennis, bensì usa questo sport per raccontare soprattutto le relazioni tra i protagonisti. È la storia di un triangolo sentimentale che vede al centro Tashi (Zendaya) contesa tra Patrick (Josh O’Connor) e Art (Mike Faist). Sono tennisti, ma soprattutto esseri umani, con le loro pulsioni, desideri e quant’altro. Un ménage à trois giocato come una partita, decisamente non adatto a un pubblico trasversale. Ma la forza della pellicola di Guadagnino risiede forse proprio in questo: tra un salto temporale e l’altro, e grazie a un ritmo avvincente, ci ricorda che attraverso lo sport è sempre possibile parlare della vita e delle sue molteplici sfaccettature.
































































































