Si fa presto a dire film per bambini. Dietro la magia, il sogno e l'immaginazione, molti lungometraggi Disney – e Disney Pixar – in principio erano decisamente diversi rispetto al risultato finale. Spesso, in fase di scrittura, il pitch è ancora work-in-progress: ci vuole tempo per essere aggiustato e, a volte, addirittura riscritto.
Basti pensare a La bella e la bestia, capolavoro del 1991. I primi storyboard mostravano una versione più fiabesca e più convenzionale del soggetto, lontana dai toni gotici che hanno poi contraddistinto il 30° Classico Disney. Come non pensare poi a Zootropolis (2016): l'idea di partenza prevedeva addirittura di inserire in sceneggiatura un collare elettrico per addomesticare i predatori. Un elemento decisamente inquietante, poi eliminato durante la produzione.
Partendo proprio dall'oscuro soggetto di Zootropolis, JustWatch ha stilato una classifica dei 10 film Disney con un concept molto più dark di quanto si pensi.
10. Zootropolis (2016)
Lo spunto narrativo di Zootropolis partiva dall'utilizzo dei collarini elettrici, destinati ai predatori. Un concept estremo, considerando che la volpe Nick Wilde, inizialmente, avrebbe dovuto gestire un rifugio illegale nel quale liberava gli animali dalla costrizione. Altra nota: la coniglietta Judy Hopps non era la protagonista, ma una semplice spalla.
Il team produttivo della Disney pensava inizialmente che il controverso oggetto sarebbe stato un ottimo espediente narrativo, ma dopo diverse proiezioni di test i feedback furono decisamente negativi. Basti pensare che tra le scene eliminate c'è anche “la festa dell'addomesticamento” del piccolo Morris, un orsetto polare poi tagliato dal montaggio finale. Se hai amato gli animali antropomorfi di Troppo Cattivi (2022), Zootropolis è il film perfetto per te.
9. Le follie dell'imperatore (2000)
Una vera e propria commedia brillante quella di Mark Dindal. Eppure, Le follie dell'Imperatore, in origine, era molto differente. Il progetto era stato sviluppato con il titolo Kingdom of the Sun, e sarebbe dovuto essere il tentativo di reinterpretare Il principe e il povero di Mark Twain. In questa versione, Kuzco — sempre imperatore — avrebbe scambiato la propria identità con quella di un popolano a lui somigliante.
Il personaggio sarebbe comunque stato trasformato in un lama, ma in circostanze molto diverse e decisamente più cupe. Yzma, antagonista della storia, non avrebbe voluto punire Kuzco per averla licenziata: il suo obiettivo originale era addirittura distruggere il sole. Il film sarebbe stato comunque interessante, ma di certo molto meno divertente rispetto al montaggio definitivo. Se sei un fan degli outsider animati in stile Rango (2011), Le follie dell'imperatore è il titolo che devi rivedere.
8. Alla ricerca di Dory (2016)
Cambio in corsa, in casa Pixar, durante la realizzazione de Alla ricerca di Dory. Il lieto fine, infatti, non era originariamente preventivato. Accanto ai protagonisti storici – Dory, Nemo e Marlin – compaiono anche alcuni nuovi personaggi, strappati alla prigionia del Marine Life Institute in California: lo squalo balena Destiny, la beluga Bailey e il polipo Hank. Tutti salvati, tutti restituiti alla vita. Eppure, dietro il finale, si nasconde un’ombra che pochi conoscono.
I nuovi personaggi rischiavano in origine un destino molto diverso: sarebbero rimasti indietro, abbandonati per sempre all’interno del Marine Life Institute. È stato Blackfish (2013), con la sua denuncia straziante della vita in cattività delle balene, a cambiare tutto: il documentario ha colpito profondamente i dirigenti Disney, costringendo i creativi a rielaborare il tutto. Scelta saggia. Se ti sei commosso con Alla ricerca di Nemo (2003), non puoi perderti questo sequel.
7. Il Re Leone (1994)
Un concept ancora più oscuro di quello finale, plasmato da Roger Allers e Rob Minkoff? Esatto. Perché se la morte di Mufasa ha segnato intere generazioni, la scena madre de Il Re Leone doveva essere ancora più spietata ed esplicita. Scar, in prima stesura, non aveva alcun legame di sangue con la famiglia di Simba: doveva essere un leone solitario, violento e sanguinario. L'iconica dipartita di Mufasa era ben diversa: Scar lo uccideva spezzandogli il collo.
Più in generale, le prime versioni del film erano estreme e sicuramente meno adatte alle famiglie. Al centro doveva esserci una cruenta battaglia tra leoni e babbuini, mentre Rafiki sarebbe dovuto essere un ghepardo. Quando Minkoff sostituì George Scribner alla regia le cose cambiarono. È restata la tragedia, ma addolcita e poeticizzata. Se adori Kimba – Il Leone Bianco (1997), Il Re Leone è il film che fa per te.
6. Toy Story (1995)
Sì, assurdo solo pensarlo: un evil Woody. Eppure, nelle prime versioni di Toy Story, il cowboy di pezza era stato pensato come un vero cattivo: uno sceriffo autoritario, egoista e aggressivo nei confronti degli altri giocattoli, vantandosi di essere il preferito di Andy. La scelta derivava dalle richieste di Jeffrey Katzenberg, allora presidente della Disney, che voleva un tono più adulto e cinico.
Quando una versione preliminare del film venne mostrata ai dirigenti la reazione fu negativa: rimasero talmente scioccati da sospendere la produzione. A sbrogliare la situazione ci pensò John Lasseter, che rielaborò la storia che tutti noi abbiamo amato. Se ti sei divertito con i giocattoli di Small Soldiers (1998), non perderti Toy Story.
5. Frozen - Il regno del ghiaccio (2013)
Il più grande trionfo della Disney dal punto di vista degli incassi aveva un concept decisamente più oscuro. In origine, Elsa — la futura regina dei ghiacci — era stata concepita come la vera antagonista, pronta a tormentare Anna, molto più vulnerabile. A cambiare il pitch fu la regista Jennifer Lee, che ripensò completamente il personaggio, partendo dal significato del brano “Let It Go”.
Alla fine Elsa, da cattiva, divenne una sorella maggiore profondamente umana. Questo cambiamento ha permesso al film di introdurre una dinamica insolita per i Classici Disney: non una storia romantica, ma il legame affettivo tra due sorelle. Se La Sirenetta (1989) è il tuo film Disney preferito, amerai Frozen.
4. Mulan (1998)
Come per Frozen, anche in Mulan il romanticismo non è il filo conduttore. Pur essendoci alcuni accenni al legame affettivo tra la protagonista e il capitano Li Shang, l’opera si conclude con un semplice accenno, senza essere il fulcro della trama. Il vero motore del percorso di Mulan è il desiderio di proteggere e onorare la famiglia Fa, prendendo il posto del padre nella guerra contro gli Unni.
Ciononostante, nelle prime versioni della storia era prevista una scena in cui Mulan e Shang risultavano promessi sposi tramite un matrimonio combinato. In questo scenario alternativo, sarebbe stato il rifiuto di Mulan a questo accordo — e non l’amore per suo padre — a spingerla ad arruolarsi nell’esercito. Una scelta del genere avrebbe reso il personaggio molto meno eroico e ne avrebbe indebolito la trama, per cui questo pitch venne abbandonato durante la produzione.Se ti sei emozionato con Pocahontas (1995), l'eroismo di Mulan è quello che fa per te.
3. Monsters & Co. (2001)
Monsters & Co. del 2001 ruota attorno a due legami affettuosi: la complicità tra Sulley e Mike, e il rapporto quasi paterno che Sulley sviluppa con la piccola Boo, una bambina smarrita a Mostropoli. Eppure, nelle prime fasi dello sviluppo, nulla di tutto ciò esisteva: né l’ironia di Mike, né l’innocenza di Boo, né la dolce amicizia che oggi definisce la trama. La versione originale della storia era infatti molto più cupa, quasi un contrappunto inquietante ai toni vivaci del film.
Il protagonista non era un mostro, ma un adulto tormentato. Una notte, iniziano a comparirgli delle creature deformi: mostri generati dai disegni che faceva da bambino, ora distorti dai suoi rimpianti e dalle sue paure irrisolte. Proprio come in Canto di Natale di Dickens. Difficile immaginare i coloratissimi e caotici abitanti di Mostropoli immersi in un simile scenario, dominato non dall’umorismo ma da un viaggio interiore carico di ombre. Se ti sei divertito con i mondi assurdi di Cattivissimo Me (2010), Monsters & Co. è il titolo giusto.
2. Il gobbo di Notre Dame (1993)
Tra i Classici Disney più dark, Il Gobbo di Notre Dame originariamente era ancora più nero. Lo sceneggiatore Tab Murphy racconta che, nelle prime idee, era prevista una storia d’amore tra Quasimodo ed Esmeralda. Tuttavia, la decisione di rendere Febo una figura più eroica e centrale portò naturalmente ad annullare il torbido triangolo tra i tre personaggi.
Altra cosa: per venire incontro alle richieste della Disney, una delle prime modifiche riguardò la figura di Frollo: invece di mantenerlo arcidiacono, come nel romanzo, fu trasformato in un giudice, così da evitare possibili controversie religiose. Se adori i toni oscuri della Disney in stile Il Pianeta del Tesoro (2002), Il Gobbo di Notre Dame è il film animato adatto a te.
1. Oliver & Company (1988)
Uno dei Classici Disney più tristi della storia era, inizialmente, ancora più drammatico. Chiamato Oliver and the Dodger, l'amicizia tra il gatto soriano e un gruppo di cani randagi di New York aveva ben altre note, molto più crude. La prima stesura vedeva i due dobermann di Sykes – il villain del film, uno spietato usuraio – uccidere i genitori di Oliver, con il gatto poi intenzionato a vendicarsi. Una linea di trama ben diversa.
E non finisce qui. Prima del licenziamento di Richard Rich come co-regista, la lavorazione prevedeva anche un'altra drammatica scena: il senzatetto Fagin avrebbe dovuto rapire un panda dallo zoo. Davvero troppo! Se ami l'animazione di Lilli e il vagabondo (1955), Oliver & Company è il titolo per te.
































































































