Il cinema e le serie TV riflettono la vita. Poco importa se le storie raccontate parlino di mondi antichi, razze aliene, pianeti lontani o giovani alienati. Sono mondi verosimili in cui si muovono personaggi divenuti, in più di un'occasione, delle icone cinematografiche.
A renderle tali spesso c'è anche lo zampino di sceneggiature attente a ogni singolo particolare, lingue comprese fatte di alfabeti, suoni e strutture grammaticali. Uno strumento che conferisce ancor più realismo e permette una nostra immersione totale nei racconti immaginati da autori e registi.
JustWatch ha stilato una classifica delle migliori lingue inventate nei film e nelle serie TV.
10. Minionese (Cattivissimo Me)
Inglese, indonesiano, spagnolo, coreano, italiano, giapponese... C'è' un vero miscuglio di lingue reali dietro il minionese, l'idioma creato da Pierre Coffin e Chris Renaud per Cattivissimo Me (2010) e parlato dai Minions, le piccole creature gialle che vivono per servire i cattivi. Al suo interno una sequela di parole riconoscibili ma distorte per ottenere un effetto comico e di facile comprensione in ogni angolo del mondo.
È lo stesso Coffin a prestare la voce a tutti gli ometti, modulando l'intonazione a seconda del contesto in cui vengono pronunciate. Più che una lingua vera e propria un calderone che prende in prestito parole conosciute su base internazionale – da “gelato” a “ciao” - e che sottolineano la natura caotica e senza logica dei Minions.
9. Alienese (Futurama)
Una delle sitcom animate più amate di sempre, Futurama (1999) è la creatura di Matt Groening più popolare dopo I Simpson (1987). Lo stesso fumettista, insieme allo sviluppatore David X. Cohen, ha creato l'alienese. Una lingua costruita con lo scopo di dare vita a momenti ironici e gag e presente fin dall'episodio pilota.
Ne esistono due versioni: l'alienese 1, linguaggio semplice e di facile decifrazione, e l'alienese 2, un codice più complesso usato per inserire messaggi e Easter egg nascosti nel corso degli episodi. Nessuno dei protagonisti lo parla, ma viene usato da Groening su cartelli e insegne della New York del 2999. Un modo, a detta del suo creatore, vi far sentire i fan parte di un'élite e poter interagire con la serie a un livello più profondo.
8. Na'vi (Avatar)
Ideata dal linguista Paul Frommer, il na'vi è la lingua creata per i nativi di Pandora, il satellite primordiale abitato dalla specie aliena protagonista di Avatar (2009) di James Cameron. Un linguaggio che non conosce forma scritta e vive solo oralmente. Frommer ha preso spunto da un piccolo gruppo di parole immaginate dal regista per ampliare la lingua e renderla apprendibile al nutrito cast della pellicola inserendo, però, elementi grammaticali sconosciuti al nostro sistema linguistico.
Nel film il na'vi viene imparato dagli umani per poter comunicare con il popolo di Pandora e creare una connessione tra realtà così distanti tra di loro. La frase che ricorre più volte nel corso della pellicola è “Oel ngati kameie”, traducibile come “Io ti vedo”. Un saluto accompagnato da un gesto della mano che rappresenta un riconoscimento dell'essenza altrui.
7. Huttese (Guerre stellari)
Ben Burtt. Un nome che forse il grande pubblico non conosce, ma al quale dobbiamo moltissimo in termini di cultura pop. È lui, montatore e progettista del suono, ad aver inventato il ronzio delle spade laser di Guerre stellari (1977), così come il verso di Chewbecca o l'huttese. La lingua aliena parlata dagli Hutt, specie a cui appartiene il celebre Jabba, che fa il suo esordio ne Il ritorno dello Jedi (1983).
Debitrice di elementi del quechua e del filippino, l'huttese è conosciuto anche da molte altre razze aliene che appartengono alla malavita galattica. Caratterizzata da un suono gutturale, la lingua immaginaria incorpora anche alcuni elementi reali che la rendono più familiare all'orecchio dello spettatore.
6. Serpentese (Harry Potter)
Se cercare su Internet potreste imbattervi in siti che offrono lezioni per imparare il Serpentese. La lingua dei serpenti associata alla magia oscura nella saga cinematografica di Harry Potter (2001-2011). Un linguaggio misterioso e sibilante che nella sua forma fonetica è caratterizzato da una serie di sibili e suoni che replicano quelli dei rettili. J.K. Rowling non ha dato ai milioni di fan dei romanzi nessuna informazione grammaticale, ma in molti hanno tentato di ricostruire la sua sintassi partendo dalle frasi pronunciate nei libri e nei film.
L'abilità di parlare Serpentese è conosciuta come Rettilofonia. Una capacità ereditaria legata a Salazar Serpeverde che vede tra i suoi discendenti Lord Voldemort. Anche il maghetto interpretato da Daniel Radcliffe è in grado di parlare questa lingua perché una scheggia dell'anima di Voldemort è imprigionata in lui.
5. Nadsat (Arancia meccanica)
Da poliglotta qual era, per Anthony Burgess era importante creare uno slang per Alex DeLarge e i suoi Drughi" che superasse la prova del tempo. Per questo nel romanzo ha dato vita a una lingua unica ripresa da Stanley Kubrick in Arancia Meccanica (1971). Una forma di inglese arcaico con influenze russe e Cockney creata anche per dare un senso di isolamento generazionale vissuto dai protagonisti rispetto alla società in cui vivono.
Un linguaggio utilizzato dallo stesso Alex per raccontare la sua storia al lettore e per comunicare con gli altri personaggi, vittime delle sue violente azioni comprese. Il paradosso risiede nel suono giocoso della lingua, in netto contrasto con la condotta brutale dei Drughi.
4. Eptapode (Arrival)
Ispirato a Story of Your Life, racconto sci-fi di Ted Chiang, Arrival (2016) racconta gli sforzi della linguista Louise Banks con il volto di Amy Adams per comunicare con una razza aliena, gli etapode, e prevenire una guerra. Queste creature con sette arti comunicano attraverso due lingue, l'eptapode A (una lingua parlata incomprensibile) e l'etapode B (una semasiografia).
Inventata dallo stesso Chiang, quest'ultima è caratterizzata da simboli circolari che permettono di rappresentare un concetto o un'intera frase. Un linguaggio non lineare che riflette il modo in cui il tempo viene sperimentato simultaneamente dalla razza aliena e che regala alla linguista protagonista la capacità di vedere il futuro dopo averla imparata.
3. Dothraki e Alto Valyriano (Il trono di spade)
Tra le lingue fittizie di più recente invenzione spiccano il Dothraki e l'Alto Valyriano create dal linguista David J. Peterson per Il trono di spade (2011-2019). La prima è la lingua parlata dai feroci guerrieri nomadi del khalasar. Il popolo equestre capitanato dal Khal Drogo di Jason Mamoa che basa la sua esistenza sulla guerra. Il loro è un linguaggio dal suono duro e aspro che trae ispirazione dal turco e dall'estone e che riflette lo spirito battagliero del suo popolo.
L'Alto Valyriano, invece, prende spunto dal latino e si dipana in vari dialetti che guardano alle lingue romanze. Utilizzata in ambiti cerimoniali o da casate nobili come i Targaryen, è la lingua più iconica presente nella serie tratta dai romanzi di George R.R. Martin. Caratterizzata da una grammatica complessa, l'Alto Valyriano rappresenta il cuore stesso de Il trono di spade.
2. Klingon (Star Trek)
Similmente al Serpentese, anche per il Klingon è possibile accedere a corsi che insegnano a parlare la lingua fittizia sviluppata dal linguista Marc Okrand per Star Trek III - Alla ricerca di Spock (1984). Con un vocabolario di oltre 2500 parole e un sistema fonetico, il Klingon ha un suono duro e gutturale caratterizzato da una complessa struttura grammaticale – caratterizzata da oggetto-verbo-soggetto - che riflette la natura aggressiva dei guerrieri umanoidi.
Negli anni è divenuta così popolare tanto da far sì che alcuni fan della saga sci-fi traducessero passaggi della Bibbia od opere di Shakespeare in Klingon, mentre nel 2000 un'opera lirica cantata interamente nella lingua aliena è stata presentata all'Aia.
1. Elfico (Il Signore degli Anelli)
È stato lo stesso J.R.R. Tolkien, filologo, glottoteta e linguista oltre che scrittore, a creare l'elfico. La lingua protagonista della trilogia fantasy de Il signore degli anelli (2001-2003) diretta da Peter Jackson. Per farlo si è ispirato al finlandese e al gallese. Sono numerosi i dialetti parlati dagli elfi, ma quelli più popolari e celebri restano il Quenya e il Sindarin.
Due lingue con una grammatica e un vocabolario propri che rendono la mitologia legata ai romanzi e ai film ancor più completa e avvincente dando ai popoli che le parlano una maggiore tridimensionalità. Tolkien non si è limitato a inventare “solo” un sistema linguistico, ma ha dato vita anche a un doppio sistema di scrittura artificiale – il Tengwar e il Cirth – per conferire alle sue lingue un aspetto preciso fatto di lettere dal movimento elegante e antico.

































































































