Non c’è niente di meglio che mettersi comodi e godersi un bel film horror. Questo genere di pellicole ha la capacità di intrattenerci con la sua magia, ma anche di spaventarci con visioni oscure e maligne. Nonostante ciò, siamo sempre pronti a vederne un altro e a rimanere impauriti ancora una volta. In alcune situazioni però, l’horror è anche capace di farci pensare, utilizzando il macabro per trasmettere un messaggio più sottile allo spettatore.
Con Halloween alle porte, questa lista vi porta indietro nella storia mostrandovi cinque horror assolutamente imperdibili. I titoli possono essere visti in forma gratuita su JustWatchTV e sono annoverabili tra i migliori horror di sempre. I titoli sono stati scelti in base all’influenza nella storia del cinema, al livello tecnico dimostrato e ai temi trattati. Per questo, i cinque titoli provengono dal passato ma il loro contributo all’horror li rende ancora attuali.
5. Carnevale di anime (1962)
Carnevale di anime è l’unico e indimenticabile film di Herk Harvey. Questo cult anni ‘60 è una di quelle gemme nascoste che devono essere assolutamente riscoperte dal grande pubblico. Il film con Candace Hilligoss ricrea un’atmosfera cupa e inquietante come pochi altri horror. L’incubo a occhi aperti di Carnevale di anime (1962) è dato da una fotografia in bianco e nero ad alto contrasto e dalla presenza di una figura inquietante e misteriosa interpretata dallo stesso Harvey. A completare l’esperienza ci pensa una colonna sonora da brividi, composta grazie all’utilizzo di un organo. L’atmosfera da incubo e l’orrore surreale di Carnevale di anime (1962) lascerà soddisfatti gli amanti di David Lynch, non a caso un grande estimatore della pellicola.
Il quinto posto è dato semplicemente dal fatto che questo cult non può competere con i film che continuano la lista.
4. Il gabinetto del Dr. Caligari (1920)
Il gabinetto del Dr. Caligari è uno dei classici per antonomasia che troverete in questa lista. Come per Nosferatu il vampiro (1922), la pellicola è uno dei maggiori rappresentanti dell’espressionismo tedesco. A colpire sono i set dove predominano le forme appuntite e una fotografia che distorce la percezione dello spettatore. Tutto ciò per accrescere il livello di inquietudine, portato al limite anche da luci e ombre ad alto contrasto. Il gabinetto del Dr. Caligari (1920) non è solo disarmante nella sua tetra bellezza estetica, ma ricco di rimandi sociali e analisi sul primo dopoguerra. Come per La notte dei morti viventi (1968), quindi, l’horror non è solo uno strumento per impaurire gli spettatori, ma anche un mezzo per trasmettere un messaggio. Il quarto posto è dovuto al finale controverso, che potrebbe lasciare insoddisfatti alcuni spettatori.
3. I tre volti della paura (1963)
Come vedrete, il podio è composto solo da classici. La terza posizione se l’aggiudica uno dei maestri dell’horrror nostrano, nient'altro che Mario Bava. Il regista è stato tra i più prolifici nel panorama italiano. Basti pensare che I tre volti della paura è solo uno dei tre film realizzati nel 1963. Questo titolo antologico contiene tre episodi e mostra tutta la versatilità di Bava. Con grande maestria, il regista narra una vicenda moderna thriller e un horror gotico tratto dalla tradizione, passando per una classica storia di maledizioni. Il contributo de I tre volti della paura (1963) è talmente elevato da andare oltre la settima arte. Infatti, il titolo in inglese dell’opera, Black Sabbath, è diventato poi il nome della celeberrima band con il compianto Ozzy Osbourne.
2. Nosferatu il vampiro (1922)
Se vi sono piaciute le atmosfere inquietanti di Carnevale di anime (1962), Nosferatu il vampiro (1922) continuerà a tormentarvi nel sonno. Uscito quarant’anni prima del cult di Herk Harvey, il film di F. W. Murnau ha fatto scuola con la sua sensibilità espressionista e con il suo ritratto del conte Dracula. Da un lato, la fotografia di Nosferatu il vampiro (1922) calca la mano sull’uso dell’oscurità e di angolature inusuali. Dall’altro, il film è efficace nel incutere paura attraverso la figura misteriosa di Dracula. La portata di questo classico non è data solo dal livello tecnico e dalla riuscita delle sequenze di paura. Fondamentale è anche il lascito della pellicola, testimoniato in primis da ben tre remake dell’opera. Il film non raggiunge la prima posizione perché lo stile muto potrebbe non invogliare tutti gli spettatori.
1. La notte dei morti viventi (1968)
La notte dei morti viventi (1968) è l’impeccabile esordio alla regia di George A. Romero. Già dal suo primo film si possono notare le caratteristiche che renderanno immortale il suo cinema. Questo cult dell’orrore non è solamente girato con una grande mano dal regista italo-americano. La trama horror è solamente il pretesto per analizzare criticamente il razzismo insito nella società americana. In breve, per Romero l’horror è un genere politico. Il messaggio, tuttavia, non deve prevaricare la magia del cinema né risultare pesante sulla trama. Ed è questa la forza del regista: consegnare agli spettatori un film che faccia pensare ma che non smetta di intrattenere. La prima posizione è obbligatoria per il peso della pellicola nella storia del genere e per la perfetta commistione tra forma e sostanza.
































































































