Con l’uscita di Il Gladiatore II (2024), firmato ancora da Ridley Scott e con protagonisti Paul Mescal e Pedro Pascal, il genere storico-epico torna a dominare la scena. L’eredità del primo film — che nel 2000 ridefinì l’idea di cinema spettacolare e drammatico — è viva più che mai: un racconto di vendetta, onore e libertà che ha lasciato un segno nella cultura pop e nella memoria di ogni spettatore.
Come accade per il giovane Lucio, anche noi torniamo a immergerci in un mondo di battaglie, eroi tragici e imperi in fiamme, dove la gloria e la perdita si intrecciano fino a confondersi. Se hai amato l’intensità visiva e morale de Il Gladiatore II, ecco 10 film simili da (ri)scoprire, tra guerre leggendarie, destini incisi nel ferro e passioni che sfidano il tempo.
In fondo all’articolo troverai anche la lista completa dei 20 titoli da guardare per continuare a vivere l’epica senza fine del Colosseo.
1. Braveheart – Cuore impavido (1995, 178 min)
Diretto e interpretato da Mel Gibson, Braveheart – Cuore impavido è il modello di ogni epopea storica successiva, compreso Il Gladiatore II. Racconta la ribellione di William Wallace contro la dominazione inglese in Scozia, mescolando mito, sacrificio e libertà. Come il film di Ridley Scott, trasforma il dolore personale in furia collettiva: la vendetta diventa un grido per la dignità. Gibson dirige con una violenza lirica, tra campi di battaglia insanguinati e primi piani che scolpiscono il martirio. La colonna sonora di James Horner amplifica l’emozione fino all’estasi. Se Gladiatore II celebra il ritorno dell’eroe spirituale, Braveheart è la sua origine: un film che mostra quanto il coraggio, nel cinema, sia sempre una forma di fede.
2. Troy (2004, 163 min)
Con Troy, Wolfgang Petersen riscrive l’Iliade in chiave hollywoodiana, affidando a Brad Pitt un Achille magnetico e tormentato. È un kolossal che, come Il Gladiatore II, parla di eroi spinti da onore e desiderio, ma schiacciati dal peso della leggenda. Le coreografie di battaglia sono grandiose, ma è nei silenzi — negli sguardi di Achille verso Briseide — che pulsa il dramma umano. Petersen costruisce un mondo di pietra e sudore, dove la guerra è anche spettacolo e vanità. In entrambi i film, il corpo dell’eroe è un tempio e una prigione, la gloria una condanna inevitabile. Troy è l’esempio perfetto di come la mitologia possa farsi carne e tragedia senza mai perdere fascino.
3. 300 (2006, 117 min)
Diretto da Zack Snyder, 300 trasforma la Battaglia delle Termopili in un poema visivo di sangue e orgoglio. Leonida e i suoi trecento spartani combattono fino alla morte contro l’impero persiano, incarnando il mito della resistenza assoluta. Il Gladiatore II e 300 condividono lo stesso culto dell’onore e la stessa estetica della carne martoriata: corpi scultorei, ralenti eroici, luce e polvere che diventano linguaggio. Snyder filma la battaglia come un dipinto di Caravaggio in movimento, tra violenza e bellezza. Il film, tratto dal graphic novel di Frank Miller, ha ridefinito il genere “epic action”, influenzando proprio l’immaginario di Scott. In entrambi, l’eroismo nasce dal sacrificio, e la morte diventa un atto d’arte.
4. Alexander (2004, 175 min)
Alexander di Oliver Stone racconta la parabola di un condottiero divino e maledetto. Il Gladiatore II e Alexander condividono il tema della grandezza che isola, del destino che divora chi osa comandarlo. Colin Farrell è un Alessandro visionario, spezzato tra l’amore per il potere e quello per i suoi compagni. Stone mescola battaglie titaniche e introspezione, costruendo un film che è più tragedia greca che biopic. L’erotismo, la spiritualità e la politica si fondono in un affresco visivo e febbrile. Entrambi i film chiedono allo spettatore di credere nella figura dell’eroe come mito e come uomo — due entità che non possono coesistere troppo a lungo senza distruggersi a vicenda.
5. Spartacus (1960, 197 min)
Lo Spartacus di Stanley Kubrick è la radice da cui nasce Il Gladiatore II. Kirk Douglas interpreta lo schiavo ribelle che guida una rivolta contro Roma, trasformando l’umiliazione in epopea. Kubrick unisce l’intensità drammatica alla precisione formale, e la figura di Spartacus diventa simbolo di libertà, anticipando il Lucio di Paul Mescal. Entrambi sono uomini strappati alla famiglia, costretti alla schiavitù e chiamati a diventare leggenda. La forza di Spartacus sta nella sua umanità: non un eroe invincibile, ma un uomo che ama, soffre e sogna. La celebre battuta “Io sono Spartacus!” è ancora oggi una delle dichiarazioni di dignità più potenti della storia del cinema.
6. Ben-Hur (1959, 212 min)
Con Ben-Hur, William Wyler firma il kolossal definitivo: undici Oscar, duelli epici e una gara di bighe entrata nel mito. Come Il Gladiatore II, è una parabola di vendetta, redenzione e fede. Judah Ben-Hur (Charlton Heston) passa da principe a schiavo, da vittima a vincitore spirituale. Ogni fotogramma è costruito per evocare grandezza: scenografie monumentali, masse in movimento, emozioni scolpite nel marmo. Entrambi i film riflettono sul prezzo della libertà e sulla salvezza come conquista interiore. Ben-Hur è più che un film storico: è una visione del mondo in cui il destino dell’uomo passa attraverso il dolore, e ogni cicatrice diventa testimonianza di grazia.
7. Kingdom of Heaven – Le Crociate (2005, 144 min)
Diretto dallo stesso Ridley Scott, Kingdom of Heaven – Le Crociate è una meditazione sulla fede e la guerra ambientata durante la conquista di Gerusalemme. Come Il Gladiatore II, mette in scena un uomo comune (Orlando Bloom) che diventa simbolo di resistenza spirituale. Scott costruisce un film visivamente sontuoso, ma anche profondamente politico: un’ode alla tolleranza in tempi di fanatismo. Le battaglie sono grandiose, ma il cuore del racconto è l’anima del protagonista, divisa tra dovere e compassione. Le Crociate condivide con Il Gladiatore II lo sguardo umanista del regista: la convinzione che la vera vittoria non stia nel trionfo, ma nella pietà.
8. Robin Hood (2010, 140 min)
Ancora Ridley Scott, questa volta con un racconto di origini e giustizia. In Robin Hood, Russell Crowe torna a interpretare un eroe terreno, segnato dalle ferite del passato. Il film esplora le radici della leggenda, rivelando un uomo prima che un mito. Come Il Gladiatore II, fonde la fisicità brutale delle battaglie a un messaggio politico: la libertà come diritto dei dimenticati. Scott filma la foresta come un campo di guerra morale, e Cate Blanchett porta un’inedita forza femminile al mito. Robin Hood è il fratello ribelle di Gladiatore: meno solenne, ma altrettanto animato dal bisogno di ribaltare il potere e riscrivere la storia.
9. Il Re Scorpione (2002, 92 min)
Spin-off di La Mummia, Il Re Scorpione con Dwayne Johnson è puro intrattenimento epico, dove la mitologia si mescola all’action. Pur più leggero di Il Gladiatore II, condivide lo stesso spirito da racconto di origini: un guerriero nato dal deserto, spinto dal destino e dal bisogno di sopravvivere. Il film di Chuck Russell è costruito come un’avventura classica, piena di duelli, tradimenti e segreti, ma dietro la spettacolarità resta l’archetipo dell’eroe outsider. Johnson porta una fisicità diversa, più pop e ironica, ma il tema è lo stesso: la nascita del mito attraverso la violenza e la solitudine. Perfetto per chi ama il lato più fantasy del genere epico.
10. Exodus – Dei e re (2014, 150 min)
Con Exodus – Dei e re, Ridley Scott porta la storia di Mosè a dimensioni titaniche, affidando a Christian Bale il ruolo del profeta che sfida il faraone Ramses. È un film che, come Il Gladiatore II, interroga il rapporto tra fede e potere, uomo e divinità. Scott combina effetti visivi monumentali e dramma interiore, trasformando l’Antico Testamento in un’epopea di ribellione e destino. Il Mosè di Bale è fragile e testardo, un condottiero per caso che ricorda da vicino Lucio: entrambi devono scegliere tra obbedienza e libertà. Exodus è un film che parla di miracoli, ma anche di dubbio — e proprio lì trova la sua grandezza.



































































































