Con l’arrivo di IT: Welcome to Derry (2025), la nuova serie ambientata nell’universo di Stephen King, Pennywise è tornato a infestare la cultura pop. Il pagliaccio danzante ci guarda nuovamente da un tombino, pronto a ricordarci che pochi personaggi hanno trasformato un costume da clown in un incubo collettivo tanto quanto lui.
Eppure, per quanto Pennywise sia iconico, non è necessariamente il clown più inquietante mai apparso sullo schermo. Il cinema e la televisione hanno infatti regalato figure ancora più disturbanti, sadiche, grottesche o profondamente umane da risultare molto più spaventose del Re dell’Incubo di King.
Dai clown muti e sanguinari ai mostri demoniaci, dagli psicopatici dei parchi horror alle maschere fisse che si limitano a sorridere mentre il mondo intorno a loro brucia, questi personaggi hanno segnato generazioni di spettatori. In questa lista troverai 10 film e serie TV che, se visti di notte, potrebbero farti rimpiangere la relativa “tenerezza” di Pennywise. Preparati a un viaggio nel lato più oscuro (e truccato) dell’horror.
1. Art the Clown – Terrifier (2018)
Art the Clown non è semplicemente più inquietante di Pennywise: è un incubo puro, una figura che cancella ogni possibile sicurezza nello spettatore. Nel film Terrifier (2018), e ancor più nei suoi sequel, Art si muove in silenzio, con un sorriso fisso e una crudeltà che sembra non avere limiti umani. Non parla mai, non mostra emozioni, eppure comunica più terrore di qualsiasi clown dotato di parole. Il suo trucco bianco e nero, la camminata da mimo e le improvvise esplosioni di violenza rendono ogni scena imprevedibile.
Il film stesso abbraccia un’estetica sporca, brutale, quasi grindhouse, che amplifica la sensazione di essere intrappolati in un sogno febbricitante senza via d’uscita. Art è un clown che rappresenta l’assenza totale di empatia: una figura che si diverte a distruggere la vita delle sue vittime con creatività sadica. Se Pennywise ha un suo ordine cosmico, Art è puro caos.
2. Twisty – American Horror Story: Freak Show (2014)
Twisty è uno dei clown più iconici mai apparsi in TV, un personaggio tragico e terrificante allo stesso tempo. American Horror Story: Freak Show (2014) gli dedica un’introduzione da brividi: maschera fissa, sorriso deformato, silenzio agghiacciante. Ma ciò che rende Twisty così disturbante è l’umanità ferita sotto il trucco. Un clown fallito, ossessionato dall’idea di “proteggere” i bambini, ma ormai incapace di separare la compassione dalla violenza.
Il suo design – semplice ma potentissimo – crea immediatamente un impatto visivo che mette a disagio. La maschera che nasconde la bocca distrutta, il costume sporco, le movenze lente: Twisty è inquietante anche quando non fa nulla. La serie gli regala inoltre un retroscena devastante che amplifica il senso di tragedia. È proprio questa combinazione di compassione e orrore che lo rende più disturbante di Pennywise: Twisty sembra reale, possibile, umano. Ed è questo che spaventa davvero.
3. Kent / Il Demone-Clown – Clown (2014)
In Clown (2014), Eli Roth e Jon Watts trasformano un costume da clown in un vero incubo corporeo. Kent è un padre amorevole che indossa un vestito trovato in soffitta… salvo scoprire che si tratta di una pelle demoniaca che inizia lentamente a fondergli addosso. Il film è un body-horror spietato, dove la metamorfosi procede in modo fisicamente nauseante e psicologicamente devastante.
La lenta trasformazione di Kent in una creatura affamata di bambini è una delle idee più disturbanti mai applicate al mito del clown. Non c’è ironia, non c’è gioco: c’è solo l’inevitabilità della corruzione, del decadimento, dell’identità che si dissolve sotto un trucco che diventa carne. Clown non punta sulle jump scare, ma su un horror viscerale che si attacca allo stomaco. Pennywise è un mostro eterno; Kent è un uomo che diventa mostro. Ed è infinitamente peggiore.
4. Il Clown della cameretta – Poltergeist (1982)
La scena del clown in Poltergeist (1982) è una delle sequenze horror più celebri e traumatiche della storia del cinema. Nonostante compaia poche volte, il pupazzo-clown è diventato simbolo di un terrore “domestico”, infantile e archetipico: quello delle cose che dovrebbero rassicurare e che invece osservano, aspettano, respirano quando la stanza è buia.
Il pupazzo è inquietante proprio perché è un oggetto inanimato – o almeno così dovrebbe essere. Il film gioca magistralmente sulla paura della camera da letto come luogo vulnerabile: il clown è sempre lì, immobile, finché non decide di muoversi. L’attacco improvviso è un’esplosione di puro panico, perfetta esecuzione del concetto “il tuo peggiore incubo d’infanzia prende vita”. Pennywise parla, ride, si trasforma; il clown di Poltergeist invece non ha bisogno di nulla. Sta fermo. Ti guarda. E aspetta.
5. Doom-Head – 31 (2016)
Miguel Lobo interpreta Doom-Head in 31 (2016), probabilmente il personaggio più inquietante mai creato da Rob Zombie. Non è un clown sovrannaturale né un mostro ultraterreno: è un assassino perfettamente umano, metodico, intelligente e completamente privo di empatia. La pittura facciale lo rende ancora più sinistro, una maschera di morte che contrasta con la lucidità psicologica delle sue parole.
Doom-Head è disturbante perché sceglie la violenza, la teatralizza, la trasforma in performance. Le sue sequenze di apertura e chiusura sono monologhi da brividi, recitati con una calma glaciale che lo rende infinitamente più reale di molti villan horror. Rob Zombie costruisce un mondo di clown assassini, ma Doom-Head è quello che non dimentichi: un clown senza risate, un killer che usa il trucco come arma psicologica. È l’orrore umano nella sua forma più pura, e dunque la più difficile da affrontare.
6. The Laughing Clown — Amusement (2008)
Amusement (2008) è un antologico sottovalutato, ma il segmento del Laughing Clown è talmente inquietante da essere diventato cult a sé. Il clown, con il suo costume rigido e la risata fissata sulla maschera, è un personaggio che sembra uscito da un incubo carpenteriano. Non parla, si limita a muoversi lentamente, invadendo la casa della protagonista con una calma glaciale.
La forza del clown di Amusement sta proprio nella messa in scena minimalista: pochi suoni, poche parole, niente spiegazioni. Solo un antagonista che incarna l’idea di “predatore silenzioso”, un boogeyman che ha scelto il trucco da clown per amplificare la sensazione di estraneità. Il segmento è un piccolo capolavoro di tensione: slow burn, ma micidiale. Non è il più famoso della lista, ma è uno dei più efficaci. Pennywise è spettacolare; il Laughing Clown è spaventosamente plausibile.
7. Killer Klowns — Killer Klowns from Outer Space (1988)
Per quanto possa sembrare assurdo, Killer Klowns from Outer Space (1988) contiene alcuni dei clown più disturbanti di sempre. Certo, il tono è camp e volutamente esagerato, ma proprio questo contrasto rende i clown alieni incredibilmente inquietanti. Le loro maschere enormi, gli occhi vitrei, le movenze innaturali e soprattutto gli strumenti di morte travestiti da giocattoli creano un’estetica da incubo surreale.
I clown di questo film sono creature predatrici che imitano la comicità umana solo per manipolare e uccidere. Ti fanno ridere un secondo e rabbrividire quello dopo. La loro crudeltà “gioiosa” rende tutto ancora più disturbante: non hanno motivazioni, non hanno emozioni, non hanno limiti. Sono pura caricatura del male.
È uno di quei casi in cui l’ironia non attenua l’horror, ma lo amplifica. Pennywise è terrificante, sì, ma almeno è coerente: questi sono alieni travestiti da clown. E qualcosa dentro di noi sa che è ancora peggio.
8. Stitches — Stitches (2012)
In Stitches (2012), il clown interpretato da Ross Noble è il binario perfetto tra commedia nera, vendetta soprannaturale e gore creativo. Stitches è un clown fallito, maldestro e detestato dai bambini che intrattiene. Dopo una morte assurda durante una festa, ritorna dall’aldilà per vendicarsi degli ormai adolescenti responsabili della sua fine.
Il film mescola humour britannico e violenza grafica con una disinvoltura sorprendente, ma ciò che rende Stitches inquietante è la sua imprevedibilità. È un clown che crede sinceramente nel proprio ruolo comico, e proprio per questo la sua crudeltà appare ancora più fuori luogo, quasi infantile. Le sue uccisioni, ispirate agli attrezzi tradizionali dei clown, hanno un sapore grottesco che scava nello spettatore un misto di disgusto e risata nervosa. Stitches non è elegante come Pennywise, non è mutevole come Art: è uno zombie-clown rancoroso e completamente fuori controllo. Terribile — e indimenticabile.
9. Clown Porcellana — The Houses October Built (2014)
Nel found footage The Houses October Built (2014), il clown porcellana è uno dei volti più inquietanti dell’horror moderno. Non parla, non corre, non grida: osserva. La sua maschera rigida, bianca, dall’espressione infantile e vuota, è un potente richiamo alle paure ataviche del teatro mascherato.
La storia segue un gruppo di amici in cerca delle attrazioni horror più estreme; ben presto si rendono conto che alcune di queste attrazioni non sono “gioco”, ma vere reti criminali. Il clown porcellana diventa simbolo di questo confine invisibile tra spettacolo e pericolo reale. La sua presenza è talmente inquietante da apparire quasi rituale: un segno, una minaccia, un presagio.
Pennywise ti parla, ti seduce, ti attira con la sua teatralità. Il clown porcellana, invece, non dice niente. Non deve. È l’assenza di spiegazione che lo rende devastante.
10. Smiling Half-Mask Clown — Haunt (2019)
Haunt (2019) è uno dei migliori horror degli ultimi anni ambientati durante Halloween, e il clown dalla mezza maschera sorridente è uno dei villain più spaventosi del film. La maschera rigida, mezza sorriso e mezza neutralità, è già di per sé disturbante, ma il vero colpo di scena è ciò che c’è sotto: un viso deformato e inquietante che rende il costume quasi rassicurante in confronto.
Il clown di Haunt non è sovrannaturale, ma umano — il che lo rende ancora più pericoloso. Si muove con calma, precisione, come se ogni gesto fosse parte di un rituale. Il film gioca magistralmente sulla tensione crescente, sulla violenza fisica e sulla sensazione che ogni regola del “parco dell’orrore” sia stata spezzata.
Se Pennywise è teatro, questo clown è realtà: un assassino che usa la maschera non per nascondersi, ma per farti abbassare la guardia.



































































































