Sono passati 55 anni dall’uscita al cinema de L'uccello dalle piume di cristallo, il film d’esordio di Dario Argento. Nei successivi vent’anni, il regista romano solidificherà la sua eredità di maestro dell’horror. I marchi di fabbrica che rendono Argento uno dei registi più importanti di sempre nel genere sono il suo approccio visivo altamente estetico, l’impianto della storia con un taglio psicologico e un virtuosismo tecnico dietro la macchina da presa.
Questa lista di JustWatch vi porta a fare un viaggio attraverso tutta la filmografia di Dario Argento, il Maestro del brivido. Per voi abbiamo selezionato i 10 titoli che più rappresentano il regista romano e per farlo ci siamo basati sul grado di iconicità, sul livello di paura e sulla qualità visiva. Tuttavia, dopo la nostra top 10 troverete tutte le pellicole che compongono la filmografia di Argento.
10. La sindrome di Stendhal (1996)
La sindrome di Stendhal è l’unico film anni ‘90 presente nella lista. Ero indeciso tra il film a quattro mani con George A. Romero Due occhi diabolici (1990) o questo ma il cult del ‘96 ha prevalso. La scelta è motivata da una trama molto creativa che cerca di dipingere in chiave horror il disturbo che alcuni provano di fronte a quadri imponenti e maestosi. Tuttavia, la recitazione è a tratti debole e i 120 minuti di durata sembrano eccessivi. Per questi motivi, La sindrome di Stendhal (1996) si posiziona all’ultimo posto della classifica. Se avete amato la commistione di horror e poliziesco alla Seven (1995) e alla Il silenzio degli innocenti (1991), questa pellicola di Argento potrebbe sortire gli stessi effetti.
9. 4 mosche di velluto grigio (1971)
Il film che chiude la Trilogia degli animali, 4 mosche di velluto grigio, è un quasi addio al genere giallo, che ritorna in Profondo rosso seppur sporcato da pennellate horror. Il film del 1971 pecca delle stesse dimenticanze che troverete nei due film successivi in classifica, Phenomena e Inferno: tanta forma e poca sostanza. Il livello visivo, però, salva il film e gli conferisce il diritto di accedere alla top 10. Lo stesso si potrebbe dire per la colonna sonora composta da Ennio Morricone, che dipinge sonoramente in maniera solida la suspense della trama. Il titolo più debole della Trilogia degli animali, 4 mosche di velluto grigio (1971) è comunque una pellicola da non perdere, importante per godersi il graduale passaggio di Argento all’horror.
8. Phenomena (1985)
Phenomena (1985) è uno di quegli horror solidi che si posizionano sul fondo della classifica ma che continuano a essere una piacevole visione. Il film con Jennifer Connelly, Daria Nicolodi e Donald Pleasence appare più spento rispetto ad altre opere di Argento. Da un lato la fotografia non offre spunti innovativi né particolari esperienze visive. Allo stesso tempo, la recitazione degli attori è decente ma nessuna prova del cast spicca all’interno del film. Phenomena (1985) entra comunque nella top 10 grazie alla colonna sonora dei Goblin, e a un paio di incursioni heavy metal da parte degli Iron Maiden e dei Motöhead. Consiglio tuttavia il film ai fan dell’Argento più soprannaturale alla Suspiria.
7. Inferno (1980)
Con Suspiria (1977) e La terza madre (2007), Inferno (1980) costituisce il secondo tassello della Trilogia delle tre madri. I film, infatti, portano sullo schermo vicende collegate a tre streghe potentissime: Mater Suspiriorum, Mater Tenebrarum e Mater Lacrimarum. Il film del 1980 non convince tanto quanto il titolo che comincia la trilogia, ma contiene un livello visivo di grande spessore. Come Suspiria (1977), l’atmosfera è da sogno, o meglio da incubo. Su tutto trionfa una fotografia al neon che richiama i colori del teschio della locandina, ovvero il blu e il rosso. Sempre sul versante tecnico, la regia di Argento è ormai più che rodata e continua a offrire riprese esteticamente pregne. Peccato per la trama debole e con poca sostanza. Per questo, il settimo posto è la posizione che si merita Inferno (1980).
6. Il gatto a nove code (1971)
Dopo il successo unanime de L'uccello dalle piume di cristallo (1970), Argento torna al cinema con il film numero due, oltre che secondo della Trilogia degli animali. Il gatto a nove code potrebbe sembrare un horror gotico alla Edgar Allan Poe, ma va ad aggiungersi al numero di gialli diretti dal regista. Tuttavia, la pellicola ha un non so che che mi ricorda i thriller politici, con i delitti che si collegano a un laboratorio scientifico alquanto misterioso. Se l’atmosfera da thriller funziona alla perfezione, le scene delle morti sono più composte e meno sanguinolente ne Il gatto a nove code (1971). Abituati come siamo a un Argento rosso sangue, il piccolo freno azionato va a penalizzare il film, che si posiziona al sesto posto.
5. Tenebre (1982)
Tenebre è un’altra grande prova per Argento e un’opera di raccordo, insieme a Inferno (1980) e Phenomena (1985), tra due dei titoli più sublimi del regista, Suspiria (1977) e Opera (1987). Torna il killer dai guanti neri come per L'uccello dalle piume di cristallo (1970), torna un protagonista non italiano come in Profondo rosso (1975) e, soprattutto, torna il sangue a fiotte di Argento. Tenebre (1982) potrebbe posizionarsi più in alto, se non fosse che le sequenze delle morti non riescono a raggiungere la potenza di quelle dei film successivi nella classifica. Nonostante ciò, il film rimane uno dei fiori all’occhiello dell’ampia filmografia del regista romano e, su venti film all’attivo, il quinto posto non sembra poi così male.
4. Opera (1987)
Chi l’avrebbe mai detto che un po’ di scotch e una manciata di spilli potessero avere un tale effetto. Con Opera, Dario Argento firma una delle pellicole più eleganti e raffinate della sua filmografia. Non temete però, il sangue scorre comunque a fiumi e la tensione non sembra calare mai. Una storia di uno stalker ossessionato da una cantante d’opera si sviluppa attraverso un'estetica chic e una sceneggiatura che esalta le forti emozioni della giovane artista. I punti di forza della pellicola sono la ricostruzione delle morti –Argento sembra inesauribile nella sua creatività cupa– e la prova grandiosa della protagonista Cristina Marsillach. Opera (1987) mantiene alto il livello già visto in Tenebre (1982) ma non riesce a superare le opere visive che compongono la top 3.
3. L'uccello dalle piume di cristallo (1970)
L'uccello dalle piume di cristallo è il biglietto da visita di Argento. E che biglietto da visita. Il film si ispira agli stilemi del giallo polarizzati da registi come Mario Bava, ma andando oltre con una violenza ben più macabra. Ancora una volta, Argento costruisce un film dal grande impatto estetico. Le scene con l’assassino dai guanti di pelle nera, un personaggio ricorrente nel cinema argentiano, sono tra le più stilose e lugubri che vedrete sullo schermo. L'uccello dalle piume di cristallo (1970) non è solo l’esordio di Argento, ma anche il primo tassello nella sua Trilogia degli animali, composta anche da Il gatto a nove code (1971) e 4 mosche di velluto grigio (1971). Se vi piacciono Sei donne per l'assassino (1964) e Vestito per uccidere (1980), questo titolo fa al caso vostro.
2. Profondo rosso (1975)
Il passaggio fondamentale di Argento dagli esordi thriller all'horror di natura soprannaturale avviene con Profondo rosso (1975). La pellicola con David Hemmings e Daria Nicolodi si posiziona proprio a cavallo tra i due generi e ha fatto scuola con la sua magnifica messa in scena. Argento carica sempre di più il carattere bombastico del suo cinema con movimenti di camera elaborati e un montaggio sopraffino. Il film mantiene gli stilemi del giallo all’italiana ma calca la mano sugli aspetti horror con morti veramente cruente, anche se molto teatrali. Il colpo di grazia che rende Profondo rosso (1975) irresistibile, tanto quanto Phenomena (1985), è la colonna rock indimenticabile dei Goblin, stretti collaboratori del regista. Starebbe al primo posto, se non fosse per Suspiria (1977).
1. Suspiria (1977)
Suspiria (1977) è la coronazione di tutto ciò che Dario Argento rappresenta nel mondo dell’horror. Combinate l’estetica raffinata e colorata de L'uccello dalle piume di cristallo (1970) con le atmosfere gotiche e soprannaturali di Inferno (1980) e avrete questo capolavoro del 1977. Ovviamente, l’impatto visivo di Suspiria (1977) è qualcosa di speciale. I set sono pomposi e ricchi di dettagli sfarzosi. La fotografia utilizza luci artificiali di colore rosso e viola per creare un’atmosfera paranormale da incubo. E poi c’è la mano sapiente di Argento, che muove la macchina in ogni lato e da qualsiasi angolazione lasciando estasiato l’occhio. Suspiria (1977) funziona anche come trama, con una storia ricca di tensione e sempre in crescendo fino al finale stupefacente.



































































































