Il franchise di Omen - Il Presagio è uno di quei casi rari in cui un singolo film è riuscito a definire un intero immaginario (non solo cinematografico). Nel 1976, Richard Donner ha portato sullo schermo una storia che mescolava tensione politica, atmosfera da thriller soprannaturale e terrore religioso, dando vita a una delle icone dell’horror moderno. Per molti spettatori, Omen rappresenta l’ultima parte di una “trilogia ideale del demonico” insieme a Rosemary’s Baby (1968) e L’esorcista (1973), che hanno plasmato il modo in cui il male e l’infanzia sono stati raccontati al cinema.
Il franchise ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare, ispirando numerosi omaggi e parodie in altri film, serie TV e persino nella musica, basti pensare, tra i più celebri, al brano The Number of the Beast del 1982 degli Iron Maiden.
A distanza di 48 anni dal primo film, nel 2024 al cinema arriva Omen - L’origine del presagio, sequel che scivola alle radici del male, infiltrato nelle intercapedini più strette della stessa chiesa cattolica. Infatti, se volessi guardare questo franchise in ordine cronologico di eventi, dovremmo fare così:
- Omen – L’origine del presagio (2024)
- Il presagio (1976)
- Omen II – La maledizione di Damien (1978)
- Omen III – Conflitto finale (1981)
- Omen IV – Presagio infernale (1991)
La serie TV, Damien (2016), funge da sequel diretto della pellicola del 1976, ignorando però gli eventi dei film successivi. Considerando che è stata cancellata dopo solo una stagione, non consiglio di darle troppo credito lato eventi. Invece, nel 2006, in (iconica) data 06/06/06, è uscito al cinema il remake Il presagio.
Nella seconda parte di questa guida, invece, vi consiglio come guardare tutti i film di Omen in ordine d’uscita, ma anche perché alcuni di questi film meritano di essere visti e, magari, darvi lo spunto per guardare altri titoli simili!
1. Il presagio (The Omen, 1976)
Con i suoi 111 minuti di tensione crescente, Il presagio resta una pietra miliare dell’horror soprannaturale. Richard Donner firma un’opera che, insieme a L’esorcista (1973) e Rosemary’s Baby (1968), segna un’epoca in cui il terrore nasce dal contrasto tra fede, innocenza e malvagità pura. Gregory Peck conferisce al film un peso drammatico insolito per un horror, trasformandolo in una sorta di tragedia shakespeariana con il Male come protagonista invisibile. L’Oscar a Jerry Goldsmith per la colonna sonora è meritato: le sue note corali ancora oggi gelano il sangue. Guardarlo oggi significa riscoprire quanto il cinema degli anni ’70 fosse capace di spaventare senza eccessi visivi, puntando su atmosfera e ambiguità morale.
2. Omen II – La maledizione di Damien (1978)
Il sequel diretto da Don Taylor amplia la mitologia, seguendo Damien adolescente mentre prende coscienza dei suoi poteri. Pur non avendo l’impatto destabilizzante dell’originale, Omen II - La maledizione di Damien resta un film affascinante per come fonde il dramma famigliare con l’horror apocalittico. Con i suoi 107 minuti, si colloca accanto ad altri horror di fine anni ’70 che esploravano l’eredità del male, come Halloween – La notte delle streghe (1978). Le morti creative, che diventeranno un marchio del franchise, anticipano un gusto quasi “slasher” nel mostrare incidenti fatali orchestrati dal destino. Nonostante i difetti, ha un fascino cupo che lo rende più di un semplice “more of the same”.
3. Omen III – Conflitto finale (1981)
Il terzo capitolo — Omen III - Conflitto finale — porta Damien, ora adulto e interpretato da Sam Neill, al centro di un thriller politico e religioso. L’idea di mostrare l’Anticristo come uomo di potere lo distingue dai capitoli precedenti, avvicinandolo a film come L’avvocato del diavolo (1997) che fondono satanismo e ambizione politica. Con i suoi 108 minuti, il film prova a dare una chiusura epica, tra profezie bibliche e finali apocalittici. Se la scrittura non sempre regge, la performance di Neill vale da sola la visione: è carismatica, disturbante e lascia intuire il futuro attore di culto che diventerà. Una degna conclusione della trilogia originale, anche se non al livello del capostipite.
4. Omen IV – Presagio infernale (1991)
Prodotto direttamente per la TV, questo quarto capitolo è senza dubbio il più debole. La protagonista di Omen IV - Presagio infernale è Delia, figlia di Damien, ma la messa in scena è piatta e risente della qualità televisiva dei primi anni ’90. Confrontato con altri horror direct-to-video dell’epoca, come Hellraiser IV (1996), appare un’appendice poco ispirata più che una vera continuazione. Tuttavia, resta interessante come tentativo di estendere la maledizione a una nuova generazione, anticipando il gusto moderno per i “legacy sequel”. È il capitolo che anche i fan più affezionati faticano a difendere, ma completa il quadro di una saga che non ha mai smesso di rincorrere il proprio mito.
5. Il presagio (The Omen, 2006)
Il remake di John Moore, Il presagio, si appoggia a una trovata di marketing notevole: uscire il 6/6/06, richiamando il numero della Bestia. Con i suoi 110 minuti, il film riprende fedelmente la trama del classico di Donner, ma senza riuscire a rinnovarla davvero. Julia Stiles e Liev Schreiber fanno del loro meglio, ma manca il senso di tragedia e il carisma dell’originale. È un’operazione simile a quella del remake di Psycho (1998): troppo fedele per sorprendere, troppo priva di personalità per convincere. Eppure, resta un prodotto guardabile, utile per chi vuole scoprire la storia con uno sguardo più moderno.
6. Damien (serie TV, 2016)
Questa serie tenta la via del “sequel spirituale”, seguendo Damien adulto e ignorando gli eventi dei film successivi al primo. L’idea non era sbagliata, in un’epoca in cui il televisivo riscriveva franchise horror (vedi Bates Motel, 2013–2017), ma la realizzazione soffriva di ritmo lento e una scrittura poco incisiva. Bradley James interpreta un Damien tormentato, ma non abbastanza iconico per imprimersi nella memoria. Nonostante la cancellazione dopo una sola stagione, resta una curiosità interessante, segno di quanto il personaggio continui ad affascinare i creatori.
7. Omen – L’origine del presagio (2024)
A 33 anni dall’ultimo sequel, il prequel diretto da Arkasha Stevenson, Omen - L’origine del presagio, riporta la saga al cinema con un taglio cupo e moderno. Ambientato in un contesto ecclesiastico, indaga le radici del male e la manipolazione delle istituzioni religiose, inserendosi nel filone recente di horror che riflettono sulla fede, come Saint Maud (2019) o The Pope’s Exorcist (2023). Con la sua estetica raffinata e disturbante, il film cerca di dare nuovo spessore al mito, puntando più sul mistero che sulle morti spettacolari. Non è perfetto, ma dimostra che Omen ha ancora qualcosa da dire in un panorama horror contemporaneo affamato di reinvenzioni.